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Autore: xenascully    16/08/2011    3 recensioni
Quando il loro intrepido Capo scompare, la squadra di Gibbs si impegna per trovarlo prima che il suo tempo giunga alla fine...
Genere: Generale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anthony DiNozzo, Leroy Jethro Gibbs
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Il sollievo, sebbene ben accetto, fece capire a Gibbs quanto era esausto.

Seduto accanto al letto del suo Agente Anziano, osservò il corpo di Tony per la prima volta senza quella mostruosità meccanica che era stata una parte di lui per quasi tre settimane. Ora, sembrava che stesse semplicemente dormendo. Solo quello, fece sì che il cuore dell’uomo più vecchio si riempisse di gioia.

Eppure, ancora desiderava sentire la voce di Tony. Non aveva vissuto così a lungo senza sentirla sin da quando l’amico era stato assegnato come Agente di Bordo della Seahawk, quando Vance era diventato direttore. Gibbs aveva sentito dannatamente la sua mancanza. Ma almeno a quel tempo, sapeva che l’Agente stava bene…Beh, per quanto potesse stare bene lontano della sua casa e dalla sua famiglia.

Gibbs si appoggiò allo schienale della sedia, pensando all’ultima volta nella quale aveva visto Tony senza quel maledetto macchinario; senza quel tubo che gli sporgeva dalla bocca. La paura che aveva provato quando Tony aveva cominciato ad annaspare in cerca d’aria in ascensore, e il sofferto, doloroso viaggio verso l’ospedale…Il momento in cui aveva capito che Tony non stava più respirando, per poi voltarlo e vedere la tinta bluastra della sua pelle…

Abbandonò quel ricordo, e si concentrò sull’uomo steso a letto. Tony non era più blu. In effetti, aveva un aspetto normale, ora; anche se era più magro del solito. Gibbs non poté fare a meno di pensare al ponte di cui aveva parlato con Ducky, ancora quando tutto stava solo cominciando. La strada del recupero di Tony era ancora lunga. Ma Gibbs sarebbe stato al suo fianco, fino alla fine.

Gli ci volle un momento per registrare il momento in cui gli occhi di Tony si aprirono, improvvisamente. Erano aperti forse a metà, diretti verso nessun punto in particolare. Ma fecero sì che Gibbs si alzasse in piedi all’istante, mettendosi a fianco del letto immediatamente. “Tony? Sei con me?” Afferrò gentilmente il bicipite di Tony.

Tony sbatté le palpebre un paio di volte, poi aprì completamente gli occhi, cercando il volto del suo capo. “Gi-” Il nome venne tranciato in due da quella che sembrava come sabbia in gola, gettandolo immediatamente nel mezzo di un attacco di tosse.

“Okay, va bene.” Gibbs cercò di calmarlo mentre premeva il bottone per chiamare l’infermiera. “Lascia che ti prenda un po’ d’acqua. Hai la gola secca a causa del ventilatore che hai dovuto usare per un po’.” Spiegò portando un piccolo bicchiere d’acqua alla bocca di Tony, mentre gli supportava la testa piegandogliela un po’.

Tony accettò il bicchiere con gratitudine. Poi, quando si soffocò un po’, Gibbs glielo tolse. “Gr’zie.” Annaspò Tony.

“Buonasera, Agente DiNozzo!” Un’allegra infermiera entrò nella stanza; una che era stata controllata dalla sicurezza. “Come si sente?”

“Go’a m’le.” Replicò con voce piccola.

“C’era da aspettarselo.” Gli sorrise con comprensione. “Abbiamo dovuto tenerla in ossigeno umidificato. Ma il Dr. Pitt non voleva usarlo troppo a lungo, perché teme che lei possa prendersi una polmonite. Le porterò delle scagliette di ghiaccio, e chiamerò il dottore perché venga a controllarla, okay?”

Tony annuì e aspettò che l’infermiera se ne andasse prima di voltarsi verso Gibbs. “Brad? Quanto male?” Chiese.

“Adesso non più.” Lo rassicurò Gibbs. “Ci hai fatti preoccupare per un po’, qui…”

Tony corrugò le sopracciglia. “Quanto tempo…stato qui?”

“Quasi tre settimane.” Aveva deciso di non menar il can per l’aia. Tony sembrò sconcertato da quella risposta.

“Cosa successo?”

“L’infermiera che ti aveva controllato al Pronto Soccorso, ti ha avvelenato col botulismo.” Spiegò. “I sintomi più gravi sono stati arresto respiratorio e paralisi. Hanno dovuto usare un ventilatore per lasciarti guarire.”

“Immagino di…dover essere…felice di essere stato…sedato.” Sogghignò. “Chi…era?”

“La sorella di McWithey.” Chinò leggermente il capo. “L’abbiamo presa; ha confessato.”

Tony sembrò contemplare ciò che gli era appena stato detto per un lungo periodo. Poi il suo sguardo si spostò su Gibbs. “Quando…potrò…uscire da qui?”

“Certamente non prima che io abbia avuto la possibilità di darti un’occhiata.” Risuonò la voce di Pitt dalla porta. Tony lanciò un’occhiata in quella direzione sorridendogli. “Alcune cose non cambiano mai.” Il dottore sorrise. “Bello vederti sveglio.” Disse con tono più serio. “Senti male da qualche parte? Eccetto la gola, ecco…” In quel momento entrò l’infermiera con delle scagliette di ghiaccio in mano.

Tony scosse la testa, e Brad si mosse per controllargli gli occhi, auscultargli il cuore e i polmoni. Gibbs si fece indietro, osservando il tutto in silenzio. “Beh, Tony, hai un aspetto molto migliore, e i tuoi polmoni sembrano a posto. Vorrei tenerti ancora sotto ossigeno per un paio di giorni.” Disse, mettendogli a posto la canula nasale. “Ma se la tieni su, credo che tu possa tranquillamente andare a casa.” Allo scoraggiato e distante sguardo negli occhi di Tony, Brad continuò. “In realtà sei piuttosto fortunato, Tony.” I suoi occhi incontrarono di nuovo quelli di Brad. “Molte cose sarebbero potute andare molto peggio. Il tuo sistema respiratorio ha subito il colpo più forte, ma avresti potuto perdere l’uso di tutto il resto del corpo. Ci vorrà del tempo, ma ti rimetterai completamente.”

“Quanto…tempo?” Chiese Tony.

Brad sospirò. “Non ho intenzione di girarci attorno. Ci vorrà molto tempo prima che tu riesca a ritornare al cento per cento. Stanchezza e mancanza di fiato ti tormenteranno per un po’.”

“Per quanto?”

“Potrebbe essere per settimane. Anche mesi…varia, ma non scoraggiarti.” Aggiunse quando vide la frustrazione negli occhi dell’Agente. “Hai superato di peggio.” Tony afferrò la ciotola con le scagliette di ghiaccio e ne mangiò alcune. “Alcune persone devono essere tenute in ospedale per mesi dopo aver passato quello che hai sopportato tu. Quindi, stai già battendo ogni pronostico.”

“Quello è il mio secondo nome.” Disse lui, con ancora il ghiaccio in bocca. “Tony ‘batte-i-pronostici’ DiNozzo.”

Gibbs sogghignò, come fece anche Brad. “Vedrò cosa posso fare per quanto riguarda il cibo.” Gli disse il dottore. “Ci vediamo.” Annuì brevemente e poi si voltò per lasciare la stanza.

Gibbs rimase in silenzio per qualche minuto, guardando Tony che masticava le scagliette di ghiaccio mentre contemplava ciò che gli era stato detto. Solo quando mise giù la ciotola, Gibbs decise di parlare. “A cosa stai pensando, DiNozzo?”

Tony si voltò per guardare il suo capo. “Onestamente? A chi Vance ha fatto sedere alla mia scrivania.” Sogghignò.

“Nessuno è seduto alla tua scrivania.” Gli disse lui. Tony strinse gli occhi. “Si siede su quella oltre quella di McGee.” Sogghignò.

“Quindi, sono stato rimpiazzato.” Confermò lui.

“Temporaneamente.” Lo rassicurò Gibbs. “E poi è inutile. Non che se le cose fossero diverse, saremmo in grado di rimpiazzarti comunque.” Tony sobbalzò all’inaspettato complimento. “Stanchezza e mancanza di fiato sono cose che ti impediscono solo di lavorare sul campo. La poche volte che ci siamo portati dietro Berk ci ha rallentato. Quindi lo abbiamo obbligato a fare lavoro d’ufficio. E onestamente, non è in grado di fare nemmeno quello. Se sei preoccupato per il tuo lavoro, Tony, non esserlo. Sai che non ti lascerei fuori dalla mia squadra a meno che tu non lo volessi…O,” chinò il capo di lato con un sorrisetto “a meno che tu non fossi morto. E non lo sei.”

Tony sembrava divertito. “E se fossi rimasto paralizzato? Ti piaccio così tanto che mi avresti tenuto lo stesso, facendo sì che McGoo mi portasse uno di quei computer che si possono controllare con gli occhi?”

Gibbs era sorprendentemente pronto per quella domanda. “Il tuo cervello è ciò che ti rende un grande Agente, Tony.” Tony sollevò le sopracciglia. “Certo, ci sono anche un sacco di altre cose che ti rendono un grande Agente. Ma finché avrai l’abilità di pensare, ci sarà sempre un posto per te nella mia squadra.”

Tony studiò il viso di Gibbs per un lungo momento. Non stava mentendo; Tony lo sapeva. Di certo non era il tipo da elargire complimenti a meno che non fossero meritati. E anche allora, in genere non li elargiva…Qualsiasi cosa gli fosse successa, doveva aver terrorizzato Gibbs, per far sì che gli avesse confessato quelle cose. Doveva averlo spaventato nello stesso modo in cui lui aveva avuto paura quando stava aspettando la prognosi di Gibbs dopo averlo trovato.

Qualsiasi fosse la ragione, Tony si sentì incredibilmente felice nel sapere che il suo capo lo teneva in così alta stima. Sperava solo, a lungo termine, di non deluderlo…

 

Evvai Tony si è finalmente svegliato! Sei un mito Tony!!

  
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