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Autore: Costychan    16/08/2011    5 recensioni
"Uscii dalla classe, pronto a sentirmi qualsiasi tipo di ordine e di insulto, ma – con mia grande sorpresa – nessuno mi aveva attaccato. Tutti sembravano essere intorno a qualcosa, o meglio, a qualcuno. Sembravano essere due ragazze.
-Ciambelle! Dieci ciambelle perfettamente simmetriche di Kid al solo prezzo di 200 yen!"
Pairing: HiroxPatty.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Patty Thompson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Patty x Hiro'
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ATTENZIONE: Questa è la continuazione della one-shot “A cosa pensa, con quegl’occhi da bambina

ATTENZIONE: Questa è la continuazione della one-shot “A cosa pensa, con quegl’occhi da bambina?”. Per leggerla clicca qui .

 

 

 

 

 

È solo una bambina, una bambina con cui non riuscirò mai a smettere di divertirmi.

 

 

 

 

-Quindi consiglio a tutti voi maestri d’armi di trattare bene la vostra arma, e viceversa, così potete essere sempre sulla stessa lunghezza d’onda. Se non vi rispettate a vicenda c’è il rischio di…

Bla, bla, bla

Per me i consigli e i discorsi del professor Franken Stein sono sempre state come un invito al sonno. Poi io non me ne facevo nulla dei suoi consigli, non avevo neanche un’arma.

Ma in fondo era normale. Chi avrebbe mai voluto essere l’arma di un perdente come me?

Il Professore prese un gesso e incominciò a scrivere alla lavagna. Evidentemente dovevo prendere appunti. Anche se non ne avevo molta voglia, alla fine decisi di fare così. I miei voti erano pessimi, quindi come minimo avrei dovuto prendere annotazioni.

Aprì il mio quaderno ad una pagina bianca, poi presi la penna blu tra le mani, incominciando a ricopiare quello che stava scritto, anche se avevo la testa altrove.

In quel momento mi ritornò in mente lei. L’arma di Death the Kid: Patty Thompson.

Ricordo ancora il giorno in cui ci siamo incontrati . Era capitato tutto per caso, stavo andando quotidianamente a prendere il pane per gli altri. Appena entrato nel negozio la vidi. Me la ricordo ancora perfettamente. Quei morbidi capelli biondi, quei bellissimi occhi azzurri e quel corpo meraviglioso.

Anche il suo carattere era affascinante. Era un soggetto davvero singolare. Una di quelle ragazze che si distinguevano dalla massa, insomma. Era anche abbastanza popolare tra i ragazzi. E secondo me, non ne aveva neanche la consapevolezza.

Udii il suono della campanella. Era arrivata l’ora di pranzo, per mia sfortuna. Tutti quanti mi avrebbero di nuovo dato del perdente e mi avrebbero ordinato di comprare da mangiare per loro.

Mi alzai dalla sedia, andando distrutto fuori dalla classe, e il mio incubo era ancora incominciato!

Uscì dalla classe, pronto a sentirmi qualsiasi tipo di ordine e di insulto, ma – con mia grande sorpresa – nessuno mi aveva attaccato. Tutti sembravano essere intorno a qualcosa, o meglio, a qualcuno. Sembravano essere due ragazze.

-Ciambelle! Dieci ciambelle perfettamente simmetriche di Kid al solo prezzo di 200 yen!

Quella voce! Mi avvicinai leggermente al gruppo. Era Patty, poco ma sicuro.

-Patty, perché dobbiamo vendere questa…roba?- urlò l’altra distrutta, ricevendo una sonora risata da parte dell’altra.

Evidentemente l’altra ragazza era sua sorella, Elizabeth Thompson, anche se si faceva chiamare solamente Liz. Lo stesso valeva per Patty. Avevo scoperto che in realtà si chiamava Patricia.

Sorrisi leggermente, contento del fatto che – grazie a quelle ciambelle perfettamente simmetriche – nessuno mi avrebbe rotto le scatole.

Camminai da un’altra parte dei corridoi, non sapendo che fare. Magari avrei fatto una passeggiata fuori dalla Shibuzen. Mi diressi fino all’uscita, e me ne andai.

Appena feci circa quattro passi al di fuori dalla scuola, sentii l’enorme portone spalancarsi dietro di me.

-Hiro, aspetta!

Ecco di nuovo la sua voce infantile : pensare che una ragazza bella come lei stesse cercando proprio me, tra mille ragazzi mi fece esultare mentalmente come non mai.

-Ehi, Patty- sorrisi, contento. –Hai bisogno di qualcosa?

-Tieni- mi sorrise avvicinando a me le sue mani. Dentro di esse c’era una ciambella.

-Oh- arrossì lievemente. –È_È per me?

-Certo!- mi sorrise lei.

-Gra_Grazie…- mormorai imbarazzato. Era la prima volta che alla Shibuzen qualcuno mi faceva un gesto così carino. Poi, da lei…

Presi la ciambella, avvicinandola alla mia bocca, e alla fine dandole un morso.

-Com’è?- mi chiese lei, con una aria eccitata, come se fosse una donna incinta che stesse aspettando di scoprire se il suo bambino fosse maschio o femmina.

-È buona, molto- le sorrisi arrossendo. –E poi…questa è la ciambella che mi ha regalato Patty.

-Mh!- annuì lei, entusiasta, regalandomi uno dei suoi sorrisi ingenui.

Rimanemmo in silenzio per qualche secondo in silenzio, poi fu lei ad incominciare la conversazione.

-Ehi, Hiro, ti va di venire a casa mia adesso?- mi chiese elettrizzata.

-C_Che?!- quasi urlai.

-Cosa c’è di male?- mi chiese, quasi offesa.

Evidentemente la stavo per far arrabbiare. Mi ricordai una di quelle sue crisi nevrotiche. Di certo un’altra non me la volevo assolutamente beccare.

-Va bene, va bene! Scusami, non ti arrabbiare, per favore. È che…nessuna ragazza mi aveva mai invitato prima d’ora a casa sua- spiegai, sperando che non si arrabbiasse con me.

-Oh!- fece lei. –Strano. Sei un ragazzo carino.

Okay, adesso ero diventata rosso paonazzo dall’imbarazzo.

-Ermm…- mormorai. –G_Grazie

-Comunque andiamo?- il suo sorriso si allargò ancora di più.

-Certo!- sorrisi anche io. Era così bello trovare una ragazza che provava dei sentimenti speciali, solo per me. Forse.

Prese la mia mano, cominciando a tirarmi verso quella che doveva casa sua.

Non riuscivo a crederci, questo era il nostro primo contatto. Mi sentivo così felice, e sicuramente dovevo avere un sorriso da ebete.

-E il tuo maestro d’armi e tua sorella?- domandai ad un certo punto.

-Non so, magari poi ci raggiungeranno anche loro- mi sorrise, voltando leggermente il capo verso di me, poi scoppiò a ridere. –Ah, ah, ah, ah! Non vedo l’ora che arrivi Kid, è così buffo! Ah, ah, ah, ah!

Sul mio volto si formò una smorfia malinconica.

-Neh, Patty- mormorai.

-Sì?- mi chiese lei, sempre sorridendo.

Mi bloccai all’improvviso, e così fece anche lei.

-Uh? Che succede?- domandò con quel suo faccino innocente e ingenuo, che mi fece sorridere un po’, nonostante la mia malinconia.

-Tu…insomma…Kid, ti piace, non è vero?- le domandai, sforzando un sorriso.

-Ma certo che mi piace!- mi sorride lei.

-No. Nel senso…tu lo ami?

-Non…non capisco- disse lei, posando un dito sulla guancia. –Non capisco quello che vuoi dire.

-Oh…- mormorai, abbassando lo sguardo. Sforzai di fare un sorriso. Non mi sarei sorpreso se mi avesse detto di sì. Però ha detto che le piace. Che stessimo intendendo la stessa cosa?

Anche se fosse in fondo non ci sarebbe nulla da sorprendersi. Death the Kid era bello, ricco, potente…era il figlio di uno Shinigami. Insomma, era figo!

Non sarei mai stato in grado di raggiungere il suo livello.

Uno come me non poteva neanche pulirgli le scarpe.

Sospirai.

-Cosa c’è? Non mi piace Hiro in questo stato- mormorò triste la bionda, continuando a guardarmi con quegl’occhi da cerbiatta.

-Nulla- sospirai alla fine, poi le sorrisi, anche se falsamente. –Allora, vogliamo andare o no a casa tua?

-Sìììììììììììììì!!- urlò dalla gioia lei, prendendo la mia mano e tirandomi. Iniziai a correre anche io, insieme a lei. Poi scoppiammo entrambi a ridere.

Era da tantissimo tempo che non mi divertivo in questa maniera.

-Ehi, poi quando arriviamo a casa tua, cosa si fa?- le chiesi urlando, a causa del troppo vento che mi arrivava sul volto.

-Prova kimono!- mi urlò lei. Sorrisi tra me e me. Non poteva scegliere un gioco più da bambini.

Appena arrivammo a casa sua, non riuscì a trattenere l’immenso stupore.

-Oooh…- mormorai appena. Casa di Patty (di Kid) era enorme, tra l’altro conteneva oggetti molto rari e molto costosi. Una casa degna di uno Shinigami, in fondo.

-Aspetta qui- mi disse lei sorridendo, poi corse, evidentemente a provarsi qualche kimono.

-Certo…!- dissi io, con un sorriso, evidentemente da idiota. Non vedevo l’ora di vederla con qualche bel kimono addosso. Preferibilmente stretto, così avrei potuto anche godere delle sue forme.

-Prontaaaaaaaaaaaaaa!!- la sua voce squillante mi fece risvegliare dai miei pensieri erotici.

Appena la vidi, rimasi incantato.

Era ancora più bella di quanto l’immaginassi.

Portava un kimono rosa con delle graziosissime decorazioni sopra. Su una ciocca di capelli c’era un fermaglio a forma di cuore. Era maledettamente carina. Fin troppo!

-Ehi Patty- mormorai, attirando la sua attenzione.

-Sììì?- quasi urlò lei.

-Tu hai qualche sogno? Nel senso…un mestiere che vuoi fare quando sarai più grande…insomma, qualcosa del genere.

-Ah!- fece lei contenta. –Voglio trovarmi un lavoro divertente e tenermelo stretto fino alla pensioneeee!!!

Caddi a terra a quelle parole.

-Questo non mi sembra proprio un sogno…

-E tu Hiro, cosa vuoi diventare?- mi domandò, curiosa.

-Vorrei diventare un pasticciere.

Il resto del pomeriggio lo passammo fuori casa sua, in centro, a mangiare gelati (lei né mangiò un’enorme quantità) e a passeggiare senza una meta precisa per Death City.

Mi piaceva stare con lei, molto. Era la prima ragazza in assoluto che non mi criticava, che non mi usava e con cui potevo parlare liberamente.

 

Il giorno dopo invece, mi accadde qualcosa di molto bizzarro. Mi stavo preparando per andare a scuola, quando vidi, davanti alla porta della mia abitazione, una giraffa.

Aspettate, non mi sono ancora spiegato. Non era una giraffa vera, era fatta con la carta. Una specie di mini scultura, ed era fatta anche molto bene.

Sul naso di questa c’era un piccolo foglietto giallo. Lo presi, iniziandolo a leggere.

“A Hiro,

ho cambiato il mio sogno,

ora voglio diventare:

la moglie di un pasticciere.

Patty”

 

 

 

//Spazio Autrice//

Ecco che termina la mia seconda fic su Hiro e Patty. Sinceramente ne sono rimasta molto delusa, fa davvero schifo.

Purtroppo non ho molto tempo per scrivere dato che sono in vacanza in un piccolo paesino vicino al mare dove ci sono anche i miei amici più cari; e quindi oltre ad essere sempre occupata anche internet funziona da schifo.

Lasciate anche recensioni se vi va, anche negative, non mi sorprenderei dato che è orrenda la mia fic.

Baci

Kurumu

  
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