Serie TV > Castle
Segui la storia  |       
Autore: Thefoolfan    16/08/2011    6 recensioni
Passati alcuni mesi da quanto successo al funerale di Montgomery, Beckett, torna finalmente a lavorare al distretto. Fin da subito però si trova ad affrontare un nuovo caso. Un serial killer che uccide le sue vittime seguendo un macabro piano. Riuscirà la nostra detective, aiutata da Castle e colleghi, a fermare l'assassino prima che sia troppo tardi?
Genere: Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

CAPITOLO 1

 

Erano trascorsi ormai 2 mesi da quando Beckett era stata rilasciata dall'ospedale. Le sue condizioni erano migliorate in poco tempo anche grazie al supporto di tutti i suoi amici. A turno andavano a trovarla a casa non facendole fare il minimo sforzo e, anche se all'inizio cercò di opporsi a tutte quelle attenzioni, nel giro di poco tempo ci fece l'abitudine e non obbiettò più quando vedeva Lanie prendere in mano l'aspirapolvere o Ryan ed Esposito destreggiarsi in cucina tra pentole e sughi. Era diventata una routine cenare tutti insieme almeno due volte a settimana. Ogni tanto riusciva anche a convincerli a farsi raccontare come andavano le cose al distretto in particolare se vi erano novità per quanto riguardava l'arrivo del nuovo capitano. La lunga lista di nomi che si era creata all'inizio ora era praticamente spoglia, rimanevano solo tre canditati e il sindaco avrebbe deciso a giorni chi fosse stato il più adatto al 12° distretto. Per quanto riguardava i casi invece era tenuta all'oscuro di tutto, non volevano farla sforzare, dicevano, quindi la sua unica fonte di informazione era il giornale ma non essere nel vivo dell'azione le dava molto fastidio. Riuscì a rileggere tutti i libri di Castle non avendo altro da fare e questo la diceva lunga sui suoi impegni in quelle ultime settimane. Suo padre veniva a trovarla quasi ogni giorno sempre prima di pranzo per passare qualche ora con lei prima di lasciare il posto agli altri suoi visitatori. Martha e Alexis la passavano a salutare ogni mattina prima di andare in qualche teatro o di andare a scuola e poi la ragazza non perdeva occasione di mandarle qualche messaggio per assicurarsi che stesse bene. Infine c'era lui. Castle. Mantenne e continuava a mantenere la sua promessa. Appena poteva le stava vicino portando piuttosto il portatile a casa di Beckett e abbandonando il suo sancta sanctorum piuttosto che lasciarla sola. Qualche settimana dopo esser tornata a casa avevano pure litigato. Kate sentiva di rubare ad Alexis e Rick il tempo che passavano assieme dato che l'uomo si era praticamente trasferito a casa sua. Alexis le disse che non vi era alcun problema, anzi era contenta che stessero cosi vicini, ma la donna non la vedeva cosi. Sapeva quanto era importante avere un genitore vicino sempre e perciò dopo quella discussione, che causò il non parlarsi per quasi due giorni, concordarono che Castle avrebbe passato da Beckett solo 3 notti a settimana, le altre sarebbe tornato a casa sua. Da li in poi era andato tutto bene. La detective camminava veramente tra le nuvole. Rick era fantastico, non le faceva mancare nulla, era attento ai suoi più piccoli bisogni, la faceva ridere quando la vedeva triste o la consolava quando gli incubi la tormentavano di notte. Seppur vi erano stati sforzi continui non si era trovato chi aveva tentato di ucciderla ma nessuno aveva abbassato la guardia. Per quello ci sarebbe stato tempo quando fosse tornata a lavoro. Avrebbe indagato nel suo tempo libero, di certo non avrebbe dimenticato quanto successo, anche perchè vi era una cicatrice sul petto li a ricordarglielo ogni giorno. Quando le tolsero la medicazione settimane prima Kate non pote fare a meno di distogliere lo sguardo. Era un segno abbastanza grosso di un colore rosso vivo. I medici la rassicurarono che con il tempo avrebbe preso il colore della pelle ma in quel momento la donna non riusciva a credere alle loro parole. Come al solito fu Castle a migliorare la situazione. Quando quella sera tornò a casa dall'ospedale lui era li a battere alla tastiera i primi capitoli del suo nuovo libro ma appena la sentì entrare abbandonò il portatile sulla scrivania e si diresse subito da lei. Notò i suoi occhi gonfi per via delle lacrime trattenute e subito l'avvolse nel suo abbraccio alla quale lei rispose senza esitazioni.

 

“Avresti dovuto farmi venire con te”

“E rischiare di sentire cosi una delle tue pazze teorie? “Dottore ma se la mia fidanzata avesse ancora qualche scheggia del proiettile nel corpo c'è la possibilità che si trasformi in una specie di automa mutante”

 

Castle rise a sentire la sua battuta e subito andò a spiegarsi.

 

“L'ho detto solo una volta per scherzare. Ti avevo promesso che avrei fatto il bravo. Gli avrei chiesto solamente se nel caso ci fosse stato ancora qualche scheggia avrei potuto appendere qualche calamita da frigo tutto qui”

 

Kate lo lasciò a mala pena finire prima di tiragli un leggero pugno nello stomaco che però lo beccò appena sotto le costole facendogli mancare per qualche secondo il respiro. La donna approfittò del momento in cui lui portò le mani la dove era stato colpito per sottrarsi al suo abbracciò, sentendolo commentare mentre si dirigeva in cucina.

 

“L'ho sempre detto che mi togli il fiato”

 

Scosse la testa mentre prese il cartone del succo d'arancia e ne bevve alcuni sorsi osservando con la coda dell'occhio l'uomo che intanto l'aveva raggiunta sempre tenendo però una mano sul punto ancora leggermente dolorante.

 

“Che bambino che sei”

 

Rick non rispose. Semplicemente gli prese il cartone dalla mano e lo posò sul ripiano della cucina iniziando a baciarla con trasporto. Lei quasi non si accorse che le sue dita stavano lavorando per slacciarle i bottoni della camicia che indossava per poi sentire il dito indice scorrere su tutta la lunghezza della cicatrice ora esposta ai suoi occhi.

 

“Castle no”

 

Disse lei indietreggiando di qualche passo tenendo chiusa la camicia con la mano destra mentre la sinistra passava agitata nei capelli.

 

“La vedrò prima o poi quindi tanto vale farlo ora”

“Non sono pronta”

“Ma io si.”

 

Più si avvicinava a lei più lei si allontanava da lui. Non voleva che lui vedesse quella cicatrice cosi rossa e brutta. Che ne avrebbe pensato? L'avrebbe ancora trovata bella come prima oppure avrebbe avuto ribrezzo di quel segno?. Indietreggiò ancora fino a sentire le gambe sbattere contro un mobile della cucina. Castle ne approfittò per intrappolarla appoggiando le mani sul ripiano di quello. Una ad ogni lato del suo corpo cosicchè non potesse scappare in nessuna direzione.

 

“Non puoi nasconderla Kate. Non devi nascondermela”

“Che male c'è se aspetti qualche settimana fino a che non assume un aspetto migliore?”

“C'è di male che non riuscirò a resistere qualche settimana senza vederti nuda quindi avanti, apri quella camicia. Subito”

 

Rick non avrebbe ceduto. Quando voleva qualcosa la otteneva, in passato ne aveva avuto la prova quindi sapeva già che quella era una partita che avrebbe perso. Fece un respiro profondo, abbassò il capo e rinunciò portando le mani lungo i fianchi in modo da lasciargli via libera. Lo scrittore posò gli occhi sul petto di lei andando lentamente a togliere il lembi della camicia dalla sua visuale. Quando vide la ferita inspirò e chiuse gli occhi. Non perchè in un certo modo lo impressionasse ma perchè gli ricordava quanto vicino era stato a perderla.

 

“Credo che con un segno cosi i miei sogni da modella siano finiti”. Cercò di sdrammatizzare la donna non udendo alcuna parola uscire dalla sua bocca. Rick era serio, estremamente serio, notò. Il suo dito però non si era spostato, continuava a fare su e giù lungo tutta la sua ferita e ancora non diceva nulla.

 

 

“Ogni volta che la vedrò mi ricorderò quanto sono stato vicino a perderti ma allo stesso tempo mi farà notare quanto sono fortunato ad averti qui con me. Anche se è brutto da dire è grazie a questa se ora sono cosi felice ed è una cosa che non posso negare”

 

“Quindi non avrò bisogno di nascondertela?”

“Mai. Non dovrai farlo mai. È una parte di te e già non ti riesco a immaginare senza”

 

In quell'istante le tornò il sorriso sulle labbra. Da Castle non c'era d'aspettarsi di meno, non era superficiale come gli altri, come aveva avuto il coraggio di pensare che l'avesse vista con occhi diversi solo perchè ora aveva quella cicatrice?!. Kate si rilassò alzandosi sulle punte e portando le braccia attorno al collo di lui prima di parlare tenendo le labbra a pochi centimetri da quelle dello scrittore.

 

“Allora vogliamo festeggiare?”

 

Ah come faceva a resistergli quando gli parlava in quel modo cosi sensuale, quando il suo corpo gli mandava tutti i segnali giusti. Deglutì a fatica sentendo le sue labbra morbide lasciare una scia infuocata lungo tutto il collo. Deliziosa tentatrice. Con riluttanza prese le braccia di lei togliendole dalle sue spalle per poi far scivolare le proprie mani nelle sue. Lei lo guardò piena di domande. Quel suo gesto la stupi.

 

“Ora non vuoi più far l'amore con me?”

“Lo vorrei più di ogni altra cosa credimi ma abbiamo un impegno e siamo già in ritardo”

“Che impegno?”

 

Da quanto poteva ricordare non aveva preso accordi con nessuno per vedersi in quella serata. Vero è che gli amici e i famigliari sapevano che oggi sarebbe andata a togliere la medicazione ma aveva già detto a tutti via messaggio che era andato tutto bene. Dove la voleva portare Castle?. Lui la osservava con quella sua espressione furbesca. Aveva in mente una sorpresa e lei non gli avrebbe cavato nessuna parola dalla bocca, nemmeno sotto tortura se lui era intenzionato a mantenere il segreto. Una sorpresa è una sorpresa e Beckett anche se non l'ammetteva mai le adorava.

 

“Stasera tu ed io andiamo al Tartufo D'Oro a goderci una cena insieme a Ryan, Jenny, Esposito e Lanie. Quindi se fossi in te mi andrei a mettere quel stupendo vestito argento che ti ho comprato la settimana scorsa cosi da poter andare”

“Grazie”

 

Andare a mangiare fuori con gli amici non era propriamente la cosa che desiderava far in quella serata ma uscire con loro le faceva sempre piacere. Erano serate spensierate che la facevano sentire di nuovo normale perciò non obiettò in alcun modo. Gli diede un altro veloce bacio e fece per dirigersi in camera a prepararsi ma lui tenendola ancora per una mano l'attirò a se. Vedendo il desiderio negli occhi del suo fidanzato pensò che alla fine quella sera avrebbero fatto tardi tutto sommato ma quello che fece Rick la lasciò sorpresa. Senza alcun preavviso le baciò la cicatrice lasciandola del tutto senza parole. Da quel momento divenne un gesto quotidiano. Castle non lasciava concludere un giorno senza prima baciarla anche in quel punto. E cosi il tempo passò e lei ogni giorno si ri innamorava sempre di più dell'uomo che aveva al suo fianco. Ora era li seduta sul divano tenendo saldò tra le mani “Heat Rises” intenta a leggerlo per la 5° volta. Era innamorata di quel libro, non poteva far a meno di sfogliarlo di tanto in tanto quando era a casa da sola. Senti la porta aprirsi e lui che annunciava il suo arrivo in quel modo che ormai era diventato il suo preferito.

 

“Tesoro sono a casa. È pronta la cena?”Questo la faceva sentire molto casalinga disperata e lui sapendolo si divertita a torturarla cosi. Ma se lui poteva giocare lo faceva anche lei ovviamente.

 

“Il pesce è già in forno, amore”

“Pesce?. Niente cinese oggi?”. Chiese lo scrittore stupito.

 

Lui intanto si era già tolto la giacca e ora si era inginocchiato dietro di lei dandole un veloce bacio sulla testa prima di portare le mani sulle sue spalle e iniziare a farle un massaggio. Quella si che era una routine che Beckett adorava. Inoltre Castle ci sapeva fare, eccome se ci sapeva fare. Una volta fu tentata a chiedergli dove avesse imparato ma alla fine preferì non farlo non volendo rischiare di sentire una storia delle sue che sicuro non voleva udire. Lasciò ricadere la testa sul bracciolo e lasciò che le sue mani magiche allentassero tutta la tensione che durante una giornata a non far nulla accumulava.

 

“No, per oggi niente. Mio padre è passato portandomi un invitante persico e allora ho pensato di cucinartelo. Te lo sei meritato”

“Perchè sono uno straordinario compagno di vita? Senza parlare delle mie abilità a letto”

“No stupido. Perchè sò che hai parlato con il sindaco”

“Ah ecco. Per un attimo ho sperato che fosse per il mio motivo”

“Vieni qui”

 

Beckett alzò la testa dal bracciolo, richiuse il libro e l'appoggiò sul tavolinetto invitando l'uomo a unirsi a lei sul divano. La sua intenzione era quella di sedersi una di fianco all'altro per parlare ma lui fu più veloce e in un attimo premette il suo corpo muscoloso contro quello più fragile di lei.

 

“Comodo?”

“Si. É il mio posto preferito in effetti”

 

In risposta ricevette solo un colpo sulla spalla e una sincera risata da parte della donna. Vedendo la sua testa rivolta all'indietro lasciando cosi l'esile collo scoperto non si trattenne e subito andò a posarvi più baci che dalla spalla salirono fino all'orecchio. Perchè ogni volta che dovevano parlare di cose serie Rick si comportava cosi, facendole dimenticare quello di cui voleva discutere? Sentire poi la sua mano metterle una gamba attorno ai suoi fianchi e l'altra trovare la propria strada sotto la sua maglietta non l'aiutava di certo. Emettendo un suono di frustrazione più contro di lei che lo stava fermando che contro di lui gli prese la testa tra le mani sollevandola prima che le facesse raggiungere il punto di non ritorno.

 

“Che succede?”Gli chiese lui leggermente infastidito da quell'interruzione.

“Che ha detto il sindaco?”

“Uhm. Non te lo dico. Prima devi meritartelo”.E cosi tornò ad affondare la propria testa nel collo di Beckett.

“Sarai tu che non ti meriterai niente se non me lo dici”. Disse lei odiandosi infinitamente in quel momento. Ma la curiosità era tanta, di tempo per festeggiare ne avrebbero avuto a sufficienza dopo.

 

Il sentire le parole della donna sembrò smuoverlo tanto che brontolando portò le braccia ai lati di lei per tenersi sollevato sopra il suo corpo e andò a guardarla senza preoccuparsi di nascondere il suo disappunto.

 

“Lo sai che non sopporto quando fai cosi. Comunque il sindaco ha detto che non essendoci ancora nessun capitano hai bisogno del suo benestare per tornare al lavoro e rassicurandolo che ti avrei tenuta d'occhio ha acconsentito di farti tornare a lavorare al distretto.”

“Quando?”. Chiese lei entusiasta di sentire quella notizia. Sapeva che le sarebbero aspettati giorni tranquilli alla scrivania ma non le importava. Già essere al distretto la rendeva più che felice.

“Anche domani se vuoi ed io sarò li con te”. Le rispose lui sorridendo vedendola cosi felice. Il sindaco non era intenzionato a farla tornare cosi presto ma Castle sapeva che ormai si stava spazientendo, tempestando di continue chiamato lui, Lanie, Ryan ed Esposito per farsi dire quali casi interessanti erano saltati fuori durante la giornata. Quindi per salvare se e i suoi colleghi da un possibile esaurimento nervoso era intervenuto in prima persona.

 

“Contenta?”

“Si. Ora puoi anche riprendere da dove ti eri fermato” Gli disse tirandolo verso di se afferrandogli il colletto della camicia, scollegando il cervello e lasciandosi guidare solo dalle emozioni.

 

***

 

Finalmente era li. Era tornata nella sua seconda casa. Quando le porte dell'ascensore si aprirono permettendole di entrare nel distretto si senti completa. Respirò a pieni polmoni e si diresse verso la sua scrivania con a fianco il suo inseparabile compagno. Ma fece a mala pena in tempo a fare due passi che notò un enorme striscione appeso al muro “Bentornata”. Subito si voltò verso Castle che sorrideva da orecchio a orecchio e che appena la vide guardarlo in malo modo alzò le braccia in sua difesa.

 

“é stata un idea di quei due compari la”. Disse indicando Ryan ed Esposito che si avvicinarono alla coppia sorridendo e abbracciando la donna dandole un caloroso benvenuto.

“Questa volta dice la verità, l'idea è stata nostra”. Parlò Esposito andando a salvare lo scrittore dal passare una notte sul divano.

“Siamo contenti di riaverti qui. Si sentiva la tua mancanza. Vedere la tua scrivania vuota faceva uno strano effetto. Però non abbiamo toccato nulla cosi puoi trovare tutto come l'avevi lasciato” Aggiunse Ryan leggermente commosso.

“Grazie ragazzi è stato un pensiero davvero carino il vostro”

 

Mentre stavano parlando un uomo sali le scale e si diresse verso di loro. Nelle sue mani una busta. Non voleva disturbare quel quadretto ma era importante. Diede un leggero colpo di tosse per attirare l'attenzione.


“Velaquez come posso aiutarti?”. Disse Kate vedendo uno degli agenti che di solito si occupava di furti e rapine.

“Sono contento di rivedervi detective. Ho questa lettera da darvi. Appena l'abbiamo letta abbiamo capito che era meglio passarla a voi”. L'uomo accennò un leggero sorriso prima di farsi serio, anzi preoccupato se non intimorito.

“Grazie Velaquez vai pure” L'uomo scompari pochi secondi dopo da quanto fu veloce a lasciare quel luogo quasi come se quella busta contenesse una bomba. Ancora prima di leggerla Beckett intuì già che il suo primo giorno di lavoro dopo la riabilitazione non sarebbe stato una passeggiata.

 

 

Direttamente dalla spiaggia, con connessione lenta stile lumaca, ecco il nuovo capitolo, mi dispiaceva farvi attendere a lungo ahaha. Ho provato a ricontrollarlo ma la luce del sole riflessa non collaborava molto :). Appena potrò metterò gli altri e controllerò questo. Se vedete grossi strafalcioni ditemelo pure che correggo subito. Comunque sia buon proseguimento delle vacanze.

  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Castle / Vai alla pagina dell'autore: Thefoolfan