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Autore: Rose_s Knight    16/08/2011    2 recensioni
Eccomi qui! Dunque è il mio primo cross-over, abbiate pietà. ;P! Ho sempre adorato Il Signore Degli Anelli, ma in particolar modo ho sempre amato Legolas. Quindi questa storia la dedico a lui. E se nella foresta di Fangorn, i nostri eroi avessero incontrato due ragazze identiche, ma con due anime completamente diverse? Ispirato al Cigno Nero, leggete e recensite numerosi!!
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Legolas, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Pericoli All’ Orizzonte


Erano passate alcune ore, e quella porta, ancora non si apriva.
Gimli, ogni tanto, borbottava cose del tipo “Ma quanto ci mette?” oppure “Perché ci mette così tanto?” ed Arwen, sospirava.
Erano tutti tesi.
E si vedeva.
Quando ad un tratto …
“BOM!”
Tutti si voltarono di scatto verso il ramingo.
“Scusate ... scusate. Si può dire che non l’ho fatto … a posta” si scusò.
“Sire Aragorn” Eowyn si avvicinò all’uomo.
La sua mano era incastrata nel muro.
“Dov’è finita la vostra mano?” chiese la Dama.
“Ho dato un pugno al muro. Mi sentivo così frustrato che … ho perso il controllo” spiegò il ramingo.
“Santi Valar!” esclamò Arwen, balzando in piedi  dalla sedia e correndo verso di lui.
“Sei ferito alla mano?” chiese l’Elfa.
“Così sembra” rispose pacato Aragorn.
Non pensava di aver talmente tanta forza, da fare un buco nel  muro.
“Scusate per il muro” disse piano.
“Oh non importa! Era uno di quelli che dovevamo rifare …” rispose Eowyn sorridendogli.
“Avresti potuto colpire … qualcos’altro!” lo rimproverò Arwen.
“Chiedo scusa un’altra volta” fece Aragorn, seccato.
“E ti ha fatto sentire … meglio” chiese dopo un po’ Arwen.
Aragorn notò il dolore negli occhi dell’amata e si addolcì.
“Per appena un secondo” rispose.
“Per un intero secondo!?!” chiese Arwen, sbalordita.
Avrebbe potuto provare lei.
Dopotutto, si sentiva così in colpa.
“Credevo che il muro tenesse meglio” disse Aragorn, cambiando discorso.
Gli pesava parlare, o addirittura pensare all’accaduto.
“Già pensavo anch’io. Ma perlomeno, ora abbiamo una buona scusa per far ristrutturare quest’ala del Palazzo ” rispose Eowyn.
“Cosa mi sono perso?” chiese il medico facendo capolino dalla stanza.
“Sire Aragorn se l’è presa con il muro!” rispose Eowyn, ridendo.
“Riesci a girare il polso?” chiese Arwen.
Il ramingo annuì, e le due, tirarono il braccio.
“AH!” si lamentò l’Uomo, appena il polso uscì dal muro.
“Oddio!” esclamò Eowyn.
La mano di Aragorn era tutta insanguinata.
“Non è niente” le rassicurò.
“Ti fa male?” chiese Arwen.
Aragorn la guardò.
“Volete una benda?” chiese il medico.
Solo in quel momento si resero conto dell’effettiva presenza del medico.
Tutti si fiondarono sul pover’uomo, a chiedere notizie del loro compagno.
“Calmatevi, calmatevi! Ora vi spiego!” fece il medico, esasperato.
“Dunque, sono felice di aver constatato che la ferita, non è,  della gravità che pensavo” li rassicurò.
“Quindi è fuori pericolo?” chiese Arwen.
“Non è in pericolo di vita?” chiese Aragorn.
“Non ci dobbiamo preoccupare?” chiese il Nano .
“Sì alla prima, sì alla seconda, no alla terza. Comunque, c’è da preoccuparsi, perché potrebbe avere lo stesso effetto che ha avuto sul Portatore dell’Unico. Ma sinceramente, è un’opzione che scarterei” dichiarò l’uomo.
Tutti tirarono un sospiro di sollievo. 

Passò le dita affusolate sulle piume che ornavano la micidiale arma, prese la mira … e scoccò.
“Centro perfetto, grande Arciere!” gridò Aragorn, dalla panchina e l’Elfo, sorrise compiaciuto.
 Era passata appena una settimana da quando era stato ferito, e, Legolas, riprendeva già il suo posto nella Compagnia.
Si era perfettamente ristabilito in poco tempo, ed ora, dentro di sé, fremeva dalla voglia di vedere Odette.
Era stato lontano da lei troppo tempo.
Gli mancava.
Non seppe neanche lui come, ma la sera arrivò in fretta.
Si preparò ed uscì.
Aron lo salutò, nitrendo di gioia.
Gli era mancato il suo padrone.
Legolas gli sorrise, e montò in groppa.  
Uscì di corsa dalle scuderie, diretto a Fangorn.
 Entrò nella foresta col cuore in gola.
Attraversò un tratto di boscaglia, ma poi si fermò.
Davanti ai suoi occhi, c’era un bivio.
“Non ricordavo ci fosse un bivio” pensò.
Poi sentì un rumore dietro di lui.
“Oh no!” si disse.
L’ultima cosa di cui aveva bisogno quella notte, era di incontrare Odile.
Incoccò una freccia e prese la mira.
Aguzzò la vista.
La  figura si fece largo tra il fogliame.
Alzò gli occhi e solo in quel momento l’Elfo capì chi si trovava davanti a lui.
“Odette!” “Legolas!”
I due innamorati si gettarono l’una tra le braccia dell’altro.
Si guardarono negli occhi, e si baciarono dolcemente.
“Oh Legolas, quanto mi sei mancato!” disse lei, con le lacrime agli occhi.
“Anche tu mi sei mancata! D’ora in poi non ti lascerò più sola neanche per un istante” le rispose lui.
“Tranne che di giorno” fece lei scherzosamente.
Lui le sorrise e la prese per mano.

“E tu mi stai dicendo che …”
“Si Odile. Se tu seguirai il mio piano, tu avrai la vendetta su tua sorella ed io mi prendo l’anima dell’Elfo” disse Rothbart.
“Il patto col vecchio non era proprio così” disse Odile pensierosa.
“Sì, ma se facciamo come dico io, li avremo tutti e due … nel palmo della mia mano” disse Rothbart, stringendo un pugno.
Odile aggrottò le sopracciglia.
“Le nostre mani, vorrai dire” lo corresse.
“Ma sì, certo, certo” rispose lui, sbrigativamente.
Odile ci pensò un po’ su.
Ci sarebbero stati molti vantaggi se avesse accettato l’offerta del mago.
Lui le tese la mano.
“Va bene. Ci sto” rispose la ragazza stringendola.
Anche se non era affatto sicura di ciò che stava facendo.

“Odette, mi spieghi esattamente come funziona la maledizione?” chiese Legolas.
“Beh, non è complicato. Quando la Luna sorge in cielo, io e Odile, possiamo diventare umane. Però c'è anche un'altra cosa. Vedi una volta l'anno, la luna non sorge, e come ben  saprai, se non c'è la Luna, noi restiamo Cigni. Oh, e c'è anche un'altra che dovresti sapere. A turno una resta Cigno e l'altra diventa umana.” seguirono alcuni attimi di silenzio.
“Guarda” disse lei.
“L'alba, è già qui” concluse tristemente.
“Odette, è già da un po' che ci penso, e, volevo chiederti una cosa” disse lui.
La ragazza annuì.
“Come si spezza la Maledizione?” chiese.
“Ehm ….” “Ci sarà un modo, no?” chiese lui impaziente.
La ragazza ci pensò un po' su.
Poi, di colpo, i suoi occhi si illuminarono.
“Sì” rispose.
“Si che c'è! Devi fare un giuramento d'Amore Eterno” disse lei.
“Lo farò! Da quando ti conosco, è tutto quello che ho sempre desiderato di fare” esclamò Legolas con enfasi.
“Sì, però … c'è un problema” fece Odette tristemente. “Quale sarebbe?” chiese lui.
 “Devi provarlo a tutta la terra di Mezzo”
“Come?” chiese lui.
“Non lo so! Dammi retta, lascia perdere” lo supplicò lei.
Non voleva che si cacciasse nei guai.
Ne aveva passate tante.
Troppe.
Non poteva chiedergli di rischiare ancora la vita per lei.
Teneva troppo a lui.
“Lasciar perdere? E lasciarti qui, sola, con quella pazza sadica di Odile?!?! Spero tu stia scherzando!” disse Legolas.
Lei aprì bocca per rispondere, ma lui la precedette. L'abbracciò forte, e in quel momento lei, si sentì amata come non mai.
“Non preoccuparti Odette. Troveremo una soluzione” le disse in un sussurro.
“Tornerò domani sera” le disse.
Odette sorrise, e, detto questo, Legolas uscì correndo dalla foresta.
“Odette, cara sorellina!”.
Odile le venne incontro.
“Ciao Odile” la salutò Odette, senza tono.
“Quanta ostilità in sole due parole” fece Odile, provocandola.
“Che cosa vuoi?” il tono di Odette era duro, e non ammetteva repliche.
“Niente è che … mi era sembrato di sentire delle voci” rispose Odile. 
“Ero sola. Come ha potuto sentire delle voci?” chiese Odette con tutta la calma di questo mondo.
Sembrava tranquilla, ma in realtà, tremava dentro.
“Forse, me le sono immaginate” disse Odile.
“Forse” le fece eco Odette.
“Oh senti” le disse Odile.
“Sai a che cosa mi sono ritrovata davanti,stanotte? Ad una sdolcinata scena che ritraeva mia sorella mentre si baciava, guarda il caso con chi? Con niente di meno che il Principe degli Elfi!” disse tutto d'un fiato.
“Credevi di poter ingannare Il Cigno Nero, sorellina?!?”.
Odette la guardò con odio.
“Non potrai mai averlo, orrenda creatura!  Sposerò Legolas, e tu non potrai impedirmelo!” gridò la ragazza.
“Oh, invece si che lo farò! Non potrai vederti con il tuo Principe, domani sera” disse Odile, con un sorriso maligno sul viso.
“Se vuoi fermarmi, dovrai uccidermi!” disse Odette con rabbia.
“Beh,  l' idea è alettante, ma no, io non credo. Vedi hai tralasciato un dettaglio molto importante. Domani sera … non … ci sarà … la Luna!”
Detto questo Odile, cominciò a ridere sadicamente, e Odette, disperata, si gettò in ginocchio cominciando a piangere  mentre le sue lacrime si mescolavano alle dolci acque del Lago.           
 

   
 
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