Toccò il suo
cellulare. L’aveva messo in carica la sera prima, quindi avrebbe dovuto essere
pronto. Aveva già preso in mano in precedenza i cellulari di Michelle e le
gemelle, quindi non le fu troppo difficile fare cose tipo impostare la
suoneria, o inserire i numeri in rubrica.
Dopo che ebbe
fatto tutto questo genere di operazioni si preparò in fretta e corse a scuola,
dove, tanto per cambiare, la aspettava la sua migliore amica, Michelle; che non
esitò a salutarla con il solito euforismo.
-
ciaaaaaaaaoooooo!!!!! Jim mi ha mandato un sms ieri. Ci sarai alla festa
stasera? -
- Ciao… si, ci
sarò. Oltre noi dieci chi viene? -
- noi nove,
Heineken. Non ti aspetterai che venga anche quel disgraziato di mio fratello,
vero?
- Spero di no . -
- Ad ogni modo la
rabbia si è spostata da me ad Aidan; nessuno del gruppo ha apprezzato il suo
modo di comportarsi con te. (forse Jesse, Sean e John gli sono ancora amici, ma
non lo so). Comunque era praticamente quello che mi ha tenuto lontana alla tua
festa. E invece ora non c'è più nessuno arrabbiato con me e la fregatura per la
festa di stasera per Aidan la sto organizzando io. Paradossale, eh?
- se lo dici tu…
-
- Comunque oltre
noi NOVE, ci sarà anche un po’ di gente di scuola e un mucchio di persone che
non conosciamo. -
In quel momento
suonò la campanella. Le due amiche si avviarono verso la classe.
- comunque… dimmi
una cosa… - proseguì Michelle in tono malizioso. – cos’è successo con Jim? -
- eh? -
- devi raccontarmi
tutto, tesoro. Non hai scelta. -
- oh, io dico che
ce l’ ho eccome. – rispose bruscamente Heineken dando un’aggressività alla
frase che avrebbe voluto non dare.
- è obbligatorio.
Heineken esitò. Ma
prima che potesse dare la risposta che aveva deciso di dare, si fece avanti
Michelle:
- vi siete baciati?
-
Heineken annuì.
Invece l’amica spiccò un salto esultando, suscitando gli sguardi indiscreti e
spaventati dei compagni.
- Lo sapevo! Lo
sapevo! Lo sapevo dal primo momento che eravate fatti l’uno per l’altra!-
- Michelle? -
- si, tesoro? -
- piantala di dire
cretinate. -
Michelle continuò a
sorridere spensierata, forse felice per l’amica, forse semplicemente entusiasta
che era successo qualcosa di elettrizzante all’interno del gruppo che
contrastava con la vita quotidianamente pallosa. Ad ogni modo, sempre col suo
sorriso contagioso disse all’amica: - senti, piccola, io ora vado a lezione, ci vediamo stasera a casa di Jim. –
- ciao-
La giornata sino
alle tre proseguì normalmente, tranne per il fatto che non vide Jim per tutto
il giorno e che le professoresse la richiamarono all’attenzione per quattro o
cinque volte in tutte le sette ore. Ma Heineken non ci poteva far niente. Non
riusciva a interessarsi delle espressioni algebriche o di George Washington
(che la signorina Smith aveva definito “un gran pezzo di maschio”, oltre che
aver sparato una miriade di idiozie sulla guerra di secessione). Ma come poteva
essere lontanamente incuriosita a questi fenomeni scolastici quanto quella sera
probabilmente sarebbe di nuovo finita tra le braccia del ragazzo di cui era già
innamorata?
Si, esattamente
così. Jim era il suo primo amore, e, anche solo dopo quel bacio, ne era già
innamorata. Lo desiderava, voleva essere sua. Lui era così dolce, così
simpatico, così perfetto, così…
- così carino… -
- Prego, Anderson?
– chiese la professoressa di matematica.
- oh, ehm, si,
volevo dire x =… -
E ripeteva quello
che la prof. Aveva detto un attimo prima, senza pensarci. L’unico sentimento
che sentì quella mattinata fu un balzo di eccitazione allo stomaco quando suonò
la campanella delle tre.
Avrebbe voluto
correre a casa senza guardare in faccia
nessuno, ma, per sua sfortuna, fu fermata dalle gemelle che la
“costrinsero” a fare la strada insieme.
- come pensi che
sarà la festa, stasera? – chiese Sarah a Heineken prendendola sottobraccio.
- beh, visto che
non ho la palla di cristallo… -
- non puoi
prevedere niente, abbiamo capito. – concluse Nicky tenendola a braccetto
dall’altra parte.
- bella giornata,
vero? – continuò l’altra.
- si… - disse Nicky
senza neanche far parlare Heineken. – perché non…? -
- vieni a prendere
un the a casa nostra? – conclusero in coro le due gemelle trascinando Heineken
svoltando la strada a destra.
- oh, no… no
grazie. – disse in fretta Heineken cercando di liberarsi dalle due. Invano. –
no, no, guardate… ho altro da fare. Grazie lo stesso. -
- Vieni con noi –
insistette Sarah trascinando tutta la sua parte sinistra verso la strada dove
risiedevano le sorelle.
Heineken notò
che stavano camminando sempre più
veloce, quasi freneticamente.
- ma… cos’è
successo?! -
- te ne parliamo
una volta arrivate – disse Nicky.
- a casa. –
concluse Sarah.
Quando erano ormai
a pochi metri dalla villa dei Williams, situata in mezzo a un giardino curato
in mezzo a tante altre case di un quartiere medio – alto borghese benpensante,
Heineken riuscì a liberarsi dalle braccia delle due con sforzo sovraumano.
- si può sapere che
avete voi due?! – esclamò fermandosi dietro di loro.
- dobbiamo
parlarti. – disse Nicole dopo un attimo di esitazione.
- ma pensiamo che
forse è meglio… -
- parlartene a
casa. -
- Riguardo cosa?
-
Attimo di
esitazione. Heineken aveva paura di sapere di cosa le due avrebbero voluto
parlarle. Ma sperava tanto di sbagliarsi. Giurò che se Nicky e Sarah avessero
toccato ancora quell’argomento le avrebbe uccise.
- vedi… - cominciò
Nicky; ma i suoi discorsi furono interrotti da un auto che parcheggiava
elegantemente nel vialetto di casa Williams. Da essa ne scendeva un uomo alto,
vestito in giacca e cravatta, da lavoro. Doveva avere una quarantina d’anni,
ma, sorprendentemente, aveva ancora i capelli. Una soffice capigliatura bionda.
Come questo scese
dall’auto, dalla casa uscì una signora altrettanto alta, magra, con capelli
castano – rossi corti, vestita in maniera austera ed elegante: completo di
gonna e maglioncino aperto color panna, con una collana di perle bianche al
collo e scarpe analoghe con i tacchi a spillo.
La donna baciò
quello che doveva essere il marito sull’uscio di casa, come se fosse ANCORA
felice di vederlo e di mostrarsi innamorata dopo anni e anni di matrimonio e di
giornate di lavoro simili a quella. Sembrava la scena di un telefilm. Heineken
pensò che i Williams erano proprio la famiglia modello americana. Ma se era
così, allora gli Anderson erano la presa in giro della parodia di una famiglia.
- ciao, ragazze! –
disse l’uomo a Nicky e Sarah dopo aver baciato appassionatamente la moglie.
- ciao papà! –
risposero in coro le gemelle. Poi tornarono a Heineken.
- allora, entri un
attimo? -
Heineken in un
primo momento non rispose. Poi fu Sarah a fare l’errore.
- si tratta di
Michelle. -
Heineken aveva
sentito ciò che non voleva udire; non si sarebbe sorbita un’altra volta il
sermone su quanto Michelle fosse pericolosa, cattiva, e pessima come amica.
E non voleva
riascoltare ciò che aveva già sentito.
Fece per andarsene,
girandosi. Ma non fece in tempo; Sarah la afferrò per un braccio.
- aspetta…! Non è
per disprezzarla, ma per aiutarla. - - ti prego, entra un momento. – continuò
Nicole.
Le tre si
ritrovarono sedute intorno al tavolino del salotto. Heineken notò che tutta la
casa sembrava costata un mucchio di soldi. Ed era piena di scaffali, lampade e
tantissime foto di famiglia: la signora, Nicky e Sarah vestite uguali da
bambine, Nicky e Sarah il primo giorno di scuola, il signor Williams, Nicky e
Sarah al loro quinto compleanno, e, immancabile, la tipica foto di famiglia. Ma
di certo non era quello il momento per pensare a queste cose, quindi si mise
composta in posizione d’ascolto rifiutando gentilmente una tazza di the
offertole dalla signora che aveva visto prima: la dolce, cara, bellissima,
perfetta signora Petunia Williams.
- allora, cos’è
successo con Michelle? – chiese Heineken alle due quando furono sole, con una punta di preoccupazione.
- io se fossi in te
direi “cosa è successo A Michelle”. – ribatté Nicole.
- o meglio cosa le
sta succedendo. – precisò la sorella.
- Droghe. Parliamo
di questo, Heineken. -
- oh… - cominciò
Heineken con leggerezza. – no, guarda, non penso proprio che Michelle faccia
troppo sul serio con quella roba. Io credo che lo dica in giro solo per
mettersi in mostra, ma… non credo che ci vada pesante… poi è sempre fresca come
una rosa. Non è da una cocainomane. -
- Hai torto,
Heineken. – rispose Nicky. – soprattutto sull’ultima cosa. -
- l’abbiamo vista
l’altro giorno, assieme al suo nuovo fidanzato. – proseguì Sarah. – Tom Hilton,
quarto anno, se ti interessa saperlo. Frequentano entrambi uno di quei postacci
dove circola quella roba. Coca, eroina, anfetamine… di tutto e di più. Non ti
dico in che stato era. -
- scommetto che era
insieme ad M.P.… - disse Heineken con una velatura di sarcasmo.
- Non fare la
sciocca, Heineken, M.P. sarà anche una sfigata depressa, ma più avanti di
sigarette e qualche spinello non è mai andata. Qui parliamo di roba grossa! – rimbeccò
Nicole. Poi continuò: - dove va di solito lei… è un appartamento dei quartieri
popolari abbandonato, occupato da ragazzi. In quel covo di degenerati è lei a
fare la differenza per la sua apparenza. Ma quando l’ecstasy sale è uguale agli
altri. E un paio di cuoricini ricamati non fanno la differenza. -
- certo… - rispose
Heineken. – ma voi come l’avete saputo dell’ appartamento occupato dove va? -
- l’abbiamo vista.
– risposero prontamente in coro le due.
- capisco… ma voi
due nei quartieri popolari dove circola coca, ecstasy ecc. che ci facevate? –
disse con tranquillità.
Le due si
guardarono con un’espressione che si
fondeva tra indignazione e smarrimento, come se fossero state scoperte in
qualcosa che non dovevano fare.
- Ora te lo
spieghiamo – disse Nicole dopo un attimo, come se fosse riuscita a inghiottire
l’affronto di Heineken solo ora. – prendiamo lezioni di piano. - -da una
vecchia zia di mamma - , continuò Sarah. – ma visto che quel giorno papà non ci
poteva accompagnare siamo dovute andare a piedi e fare quella strada. -
- dove abbiamo visto Michelle. -
- in uno stato a
dir poco pietoso. -
- Cosa intendete
dire, con “stato pietoso”? – chiese Heineken.
- beh, per farla
breve… -
- gridava, diceva
frasi sconnesse e incoerenti, andava a peso morto sul primo che le capitava
(nonostante Tom fosse lì), barcollava e dopo un po’ si è tolta la maglietta
facendo cose improbabili con gli altri fattoni e il suo ragazzo. – concluse con
agghiacciante semplicità Sarah, come se stesse rileggendo da capo la lista
della spesa. Le sue parole paralizzarono Heineken.
- cosa? -
- bisogna fare
qualcosa, e subito. – disse Nicky con aria autoritaria. – Heineken, tu sei la
sua migliore amica. Devi provarci tu. -
- oh… - disse
Heineken con una punta di sospirata disperazione. – non penso proprio di
esserne capace. -
- a noi ci considera due tu – sai – cosa e ci
manda a quel paese. Con te non lo farà. – continuò Sarah con determinazione.
- sarà anche lei
alla festa stasera… -
- sì, con Tom, e
sarà un’ottima occasione per parlarle. – concordò Nicky.
- stasera non è il
momento giusto. -
- perché no? -
- Nicky, io sono
interessata alla salute di Michelle più di voi due messe insieme. Ma stasera,
con il suo ragazzo e tutti gli altri… beh, non va bene. -
- non c’è un momento
giusto per aprire gli occhi sulla realtà. – continuò Sarah.
- invece c’è. -
- Heineken, so che
ti sembriamo disumane a fare certi discorsi, ma se li facciamo è soprattutto
per il bene di Michelle. E tu sei l’unica che può dirglielo. Almeno prometti che
ci proverai? – chiese Nicole.
- ci proverò. –
disse Heineken. Poi salutò le due e uscì dalla “casa perfetta”. Sapeva perfettamente di aver detto una
grossa bugia a Nicky e Sarah, ma quella sera no. Non avrebbe stressato
Michelle; lei non era brava in quel tipo di discorsi. Voleva solo rivedere Jim.
E poi non sarebbe cambiato nulla, giorno più, giorno meno.Dirglielo quella sera
le avrebbe solo rovinato la festa e lei ce l’avrebbe avuta contro per
l’eternità. Ma questo le gemelle non lo capivano. Poi Heineken si chiedeva: ma
era tutto vero ciò che aveva sentito dalle due?
Tormentata da
questi pensieri, tornò a casa, dove non perse tempo e si lasciò tranquillamente
assillare da un’altra incombenza: come si sarebbe preparata per quella sera?
Dopo un intero
pomeriggio di prove ed estenuanti ricerche nel fantastico mondo dell’armadio,
optò per: gonna nera col pizzo rosso comprata insieme a Michelle, felpa analoga
col cappuccio con sotto una tshirt, e anfibi al ginocchio per completare il
look total black. Poi il solito make up: matita nera sfumata per far risaltare
il blu scuro degli occhi.
Fatto sta che la festa cominciava alle nove e lei era
pronta verso le dieci e un quarto. Ma tanto non valeva la pena essere pronte in
tempo. Ignorando i “dove accidenti vai” degli zii, Heineken uscì e si avviò
verso casa di Jim.
Ma perché gli
Anderson si interessavano così tanto a dove andava? Si chiese d’improvviso mentre attraversava il
vialetto della casa di Jim. Ma non perse tempo e suonò il campanello. Visto che
all’interno c’era abbastanza casino dovette suonare più volte. Alla terza,
arrivò Jim ad aprirle, che, alla sua vista sfoderò in fretta un sorriso solare,
e le diede un bacio sulla guancia.
- ciao, ti
aspettavo- le disse.
- lo so, scusami
per il ritardo. -
- no, no figurati,
tanto sono arrivati tutti adesso. – le disse scortandola dentro la casa . Era
affollatissima. Tra gente conosciuta e sconosciuta, Heineken intravide in torno
a una poltrona Jesse, Sean e John (quest’ultimo comodamente seduto all’interno
della poltrona con gli altri due ai lati), che la salutarono.
- ciao, Heineken! – disse Jesse.
- ciao...! –
continuò Sean.
- he he he… è, - hips! – arrivata… l-la
spogliarelista…sìì?…he he he he… ciao … - disse John. Gli altri due risero, invece Jim pareva
trovarsi a disagio. – ehm, ragazzi…
- si? –dissero
Jesse e Sean in coro.
- forse è meglio
farlo passare all’acqua. –
- Non preoccuparti,
Jim… -
Jim accennò un
sorriso e poi portò via Heineken per un po’ per farle conoscere il resto degli
invitati ( anche se erano così tanti che fu impossibile conoscerli tutti)
- questa è Janice,
una mia carissima amica. – disse facendole vedere una ragazza alta e magra coi
capelli corti e biondi tagliati sfilati. –ciao –
- piacere -
- e quei quattro di
là sono dei miei vecchi compagni di musica. Sono in contatto con loro tutt’ora.
Poi… vabbè, noi sette ci conosci già, ah vieni… - le portò da un gruppo di
cinque teen agers ben sviluppate che stavano attorno al tavolo della cucina.
Heineken le aveva già viste; erano le cheerleader della scuola. Potevano anche
assomigliare a Chelsea, se non fosse stavo che queste erano più grandi, più
sexy, amiche di Jim e, senza dubbio, più intelligenti.
- ragazze, questa è
Heineken, ma l’avrete senz’altro già vista. – disse Jim.
Le ragazze, in un
groviglio di voci incomprensibili, dissero di conoscerla. Heineken sorrise e le
salutò.
Poi il giro di
conoscenze andò avanti per qualche minuto così per: sei amici e amiche di
vecchia data di Jim, tre cugini, gente di scuola che Heineken conosceva già,
una comitiva di rappers, una ragazza straniera figlia di certi amici spagnoli
dei genitori di Jim, e, infine, un gruppo di giocatori di football che
giocavano a chi sputava più lontano in giardino.
Poi Jim ed Heineken
si presero qualcosa da bere e si
sistemarono su due sedie in una parte della parete.
- beh, allora che
mi racconti? – disse Jim.
- oh, niente di
speciale… tutto scorre come al solito. Ah, grazie per il cellulare, mi piace
moltissimo. -
- anche a me… -
disse piano Jim.
- cosa, il
cellulare? -
- no… tu. – Poi
chiuse gli occhi e la baciò teneramente.
- bella festa -
- grazie. Ma se i
miei scoprono che ho organizzato un party mi ammazzano. -
- “non ti curar di
loro”… - disse sorridendo Heineken. Poi
fu lei a baciarlo.
Ma a un certo punto
scoprirono entrambi nella maniera più indecorosa che dovevano spostarsi.
Michelle e Tom erano proprio affianco a loro, che si scambiavano effusioni
molto spinte e frenetiche. Jim si alzò lanciandole uno sguardo imbarazzato.
Heineken fece lo stesso e si trasferì in un punto libero di un divano con Jim,
provando ad ignorare gli sguardi di rimprovero delle gemelle che stavano lì da
quelle parti.
Poi poterono
passare una bella serata, in fondo; facendo conversazioni costellate di baci.
A metà serata,
Michelle e Tom, probabilmente fatti di qualcosa, giocavano a fare “aPORCalixe
now” sul tappeto d’ingresso, suscitando lo sguardo severo di Nicky e Sarah e
quello incuriosito e forse divertito di altri invitati; M.P. leggeva i tarocchi
ad alcuni ragazzi, sostenendo di saperlo fare; la ragazza spagnola aveva
stretto conoscenza con un cugino di Jim e ora si scambiavano tenerezze in un
angolo (ma molto meno vistosamente degli altri due); e John, cantava canzonacce
improbabili e faceva goffi tentativi di apparire figo con le ragazze,
assecondato da Jesse e Sean, che, però, a suo contrario, erano perfettamente
sobri, ma volevano divertirsi.
Sì, una bella
serata in fondo, e comunque non disturbava Jim e Heineken, che non venivano
toccati dalla voce di John che si sentiva in tutta la stanza.
Bacio tra i due.
- sei la ragazza
più carina e simpatica che abbia mai conosciuto fin ora, sai? -
-Rosamunda, tu
shei la vita per meee! – (risate degli altri)
Heineken si sentì
arrossire.
- e Shilvanaaaa,
bionda pantera della savana….! -
Bacio.
-sho di non
eshere bello da baciaaar, cosa mai andate a cercaaar…. –
- ti amo, Heineken.
Ti amo tanto. -
- anch’io, Jim…-
Bacio.
- …e Claudiaaa…
tu mi scateni un brividooo….-
Un altro bacio.
-… dall’ombelico
in giuuu… e Ginevra shei il mio amoreee…. –
Silenzio tra i due.
Poi un altro bacio ancora.
-… di te mi
piace più l’odoreeeeeeee… anche senza deodorante, tu per me non shei
ashfissianteeee…..-
Jim ed Heineken si
guardarono per un lungo istante. Non era stato per le canzoni da osteria di
John, non era stato per la vocazione da porno diva di Michelle a fermarli… non
poteva esserci niente a disturbarli, ora.
Ma un attimo dopo
sentirono un grido. Guardarono entrambi di fronte a loro per vedere che
succedeva; poi videro M.P. correre verso di loro urlando.
- Fermi! Fermi!!! -
- cosa succede,
Morgan?- chiese Jim.
- Aidan! Sta
arrivando! State attenti, Aidan sta arrivando, lo so!! me lo sento!!! -
- l’ hai letto nei tarocchi? – chiese Heineken
un po’ sorpresa.
- no, l’ ho visto
dalla finestra che imboccava il vialetto, perché? -
All’improvviso
guardarono tutti e tre verso il corridoio dell’ingresso. Sentirono un forte
rumore di porta sbattuta e dei passi in corsa. Poi videro Aidan comparire
dinanzi a loro. M.P. si fece da parte, mentre Jim si alzò.
- che diavolo ci
fai qui? – chiese aggressivamente fissando Aidan negli occhi.
Aidan provò ad
avvicinarsi di più ad Heineken, ma non ci riuscì; Jim faceva da scudo.
- Vai via. -
- io dico di no –
ribatté Aidan senza scomporsi. – Heineken,
vieni con me. Ho la macchina parcheggiata qui fuori. -
- NO. -
- ti faccio passare
una serata migliore di questa, garantito. -
- lusingata, ma non
ti toccherei neanche con un bastone lungo due metri. – disse freddamente
Heineken.
- non me ne andrò senza
di te. -
- Aidan. Questo è
il MIO party e dal momento che tu non sei stato invitato, sparisci, vai via.
Capito? – disse Jim aggressivo, avvicinandosi ancora di più a Aden.
- Ah! Ma sentitelo!
Heineken, ma sei proprio sicura di preferire questo ragazzino qui a me?! -
- sì, Aidan. E ora
fai come ti ha ordinato Jim, dirigiti verso l’ ingresso ed esci di qui. -
Aidan divenne
livido di rabbia. Si avventò verso Heineken prendendola per un braccio,
cercando di prenderla con sé.
- non me ne vado
senza di te, capito, sgualdrina?! Capito?! -
- Ora basta!!! –
gridò Jim, scatenando la curiosità di molti invitati, che guardavano Aidan, Jim
ed Heineken.
- Ora basta! Fuori
di qui, Aden! Fuori, ho detto!! – urlò sempre di più Jim, dando uno strattone
ad Aidan.
Heineken si trovava
malissimo. Ma in mezzo alle grida di Jim e di Aidan, che si dimenavano per lei
riuscì a sentire una voce, anzi due:
Jesse si era
avvicinato a Nicole e, in tutta tranquillità, le diceva:
- può sembrar
strano, ma sarà John a salvare la situazione. -
- Come? E come ci
riuscirebbe fra quei due cani rabbiosi? -
- vedi, a inizio
settembre la sua ragazza, Jennifer, lo ha scaricato. -
- e allora? -
- tu non conosci i
miracoli della birra, tesoro… -
Heineken passò lo
sguardo da Jesse e Nicole a John, che era sempre nella poltrona insieme a John
e le cheerleader. Notò che era anche a petto nudo. Poi guardò Aidan e Jim, che
stavano per menarsi. In un attimo Heineken chiuse gli occhi e sperò che davvero
QUALCOSA salvasse la situazione. Infatti di lì a poco…
- …hips! J-Jennifer!
– vide che John si era alzato e guardava verso la loro direzione. Poi si alzò
barcollando; - Jennifer shei tu… -
John cominciò a
correre verso Aidan.
- oh, hips! Jennifer! Jennifer ti prego torna da me! Shono stato –hips!- cattivo, non
lo farò maaiii più! Lo giuro, -hips!- Jennifer, credimii!! -
- AAARGH!
Levatemelo di dosso! Levatemi di dosso questo idiota sbronzo! -
John si era tuffato
sopra Aidan e ora erano entrambi per terra, con John sopra dell’altro, che
scambiava per la sua ex fidanzata, pregandolo di tornare da lui.
Logicamente seguiti
dalle risate di tutti gli invitati compresi Jim ed Heineken.
Aidan, rosso in
viso e imbarazzato, provava ad alzarsi, ma John lo ributtava a terra senza
smettere di vaneggiare frasi con il nome di una certa Jennifer sempre in mezzo.
Andarono avanti così per un paio di minuti; poi Aidan riuscì a liberarsi e,
senza dire niente, si avviò a passi svelti verso la porta, solo rivolgendo un
occhiata tra il disgustato e l’imbarazzato alla sorella.
Poi la festa tornò
alla normalità. Erano quasi le due del mattino e la casa cominciava a svuotarsi
a poco a poco.
Jim ed Heineken
erano ancora sul divano a scambiarsi tenerezze. Ma Jim era sommerso dai saluti degli amici; non potevano
continuare a darsi un bacio e salutare qualcuno in continuazione: erano
entrambi desiderosi di stare l’uno con l’altra.
Ad un certo punto
Jim si alzò e prese per mano Heineken, lei provò a chiedere che cosa stesse
facendo, ma lui le fece segno di seguirlo, sempre tenendola per mano.
Camminarono sino ad arrivare alle scale, poi salirono al piano di sopra. Sempre
tenuti l’uno a l’altra arrivarono in camera di Jim, illuminata da solo un’abat
jour vicino al letto.
Cominciò a baciarla
vicino al muro. Poi, senza smettere, si tolse la maglietta, e fece lo stesso
con quella della compagna. Le mise una mano fra i capelli, finirono entrambi
sul letto…
CENSURA
(mi dispiace, non
posso descrivere approfonditamente questa parte del romanzo: Il libro è per
tutti. Ma se volete sapere la versione integrale, potete contattarmi. N.d.R )