Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: LeviRivaille    16/08/2011    1 recensioni
Lasciarsi avvolgere dall'oscurità del proprio cuore nonostante si sappia che si è puri e innocenti... o quasi. Se non vivessimo in una Londra ottocentesca ma ai giorni nostri? Tu che scegli, Black or White?
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ciel Phantomhive, Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Intromissione dell'autrice: Non sapendo che titolo dargli, ho associato OSCURO al fatto del pensiero di SEBASTIAN. *Profondo inchino* Buona lettura.

“la candida luna… pallida che illumina appena  il buio che avvolge la terra, il buio dell’universo, ma, anch’essa è una creatura dell’oscurità o…

Il sole…  così potente che, con il suo splendore, squarcia quelle tenebre che, lo spazio infinito, gli hanno donato.

Due forze messe in sospeso che, se solo unissero le forze…

Nessuno potrà contrastarle…”

 

Sebastian non mosse un dito… Pensare, ecco cosa stava facendo.

Intanto Ciel era sicuro che il demone l’avrebbe ubbidito, mentre Candid sperava che avrebbe ascoltato lei.

 

Se vi conosco bene, volete mettermi alla prova…

Che situazioni che riuscite, ancora, creare intorno alle persone.

Se è quello che volete allora…

 

-Mi dispiace, Candid, devo disubbidire al tuo ordine.

La ragazza abbassò lo sguardo e si passò una mano sulla gamba, cercando qualcosa che aveva nascosto in caso che fosse successa una situazione del genere.

Quando era costretta a indossare quei abiti, metteva sempre una giarrettiera ove metterci quello che le serviva in quel momento.

Allora afferrò il manico del pugnale e lo tolse, puntando la punta verso il demone più anziano.

-Se vuoi uccidermi, fallo pure, ma sappi una cosa…

Si alzò in piedi e si avvicinò a Sebastian.

Mise il pugnale in bocca, dal lato del manico, e lo tenne stretto con i denti mentre si aggrappava alle spalle del corvino per potersi metter in punta di piedi e arrivare al suo orecchio.

A quel punto riprese il pugnale in una mano.

-… Prima di farlo, ti troverai la lama in petto. Come merita un traditore.

Ritornò verso la poltrona, guardandosi le spalle per vedere la reazione di Seb.

-Allora sarò contento che il mio cuore venga trapassato da quella lama.

 

-Sentimi bene, non potrò sempre esserci con te… O correre in tuo aiuto.

La piccola Candid fissava Sebastian negli occhi per imprimersi bene la lezione che le stava facendo.

-Quindi, dovrai difenderti da sola. Capito?

-Sissignore!

La bimba scattò sugli attenti in un gesto quasi militare.

-Perfetto, dovrai sempre portarti dietro o una pistola o un pugnale.

Sebastian aveva portato una ciocca di capelli di lato e messo un paio di occhiali, segno che era in fase TUTOR.

-Sei piccola ed è meglio che tu non ti porti dietro ne l’uno ne l’altro, quindi una matita ben appuntita potrà bastare.

-Ma, signor demone…

-E non chiamarmi così, almeno quando siamo in mezzo alla gente comune. Sebastian.

Candy mise un broncio che passò quando lui sorrise.

-Se qualcuno ti aggredisce da vicino, usa il pugnale. Non devi per forza uccidere per fermare. Basta che colpisci alle gambe oppure alle spalle. Meglio le gambe così non può correre.

Nel dire ciò, si indicò anche i punti precisi.

-Se invece hanno intenzione di aggredirti, ma sono lontani da te, basta sparare alle gambe. Tutto chiaro?

Candid annuii e corse tra le braccia di Sebastian.

-Cosa c’è? Vuoi venire sulle spalle?

-Sì! Voglio volare in alto!

Così posò la bacchetta e la fece girare in aria tenendola in braccio.

 

La ragazza teneva il pugnale puntato verso l’uomo quando Ciel si intromise applaudendo.

-Bravi a tutti e due. Tu perché mi volevi obbedire e VOI perché vi sareste difesa.

A quel punto Candid rinascose il pugnale da dove lo aveva preso.

Sebastian tirò un respiro di sollievo e andò a sedersi.

-Siete sempre il solito. Comunque siamo qui per chiedervi un favore.

Disse aiutando la ragazza a sedersi vicino a lui.

-Avete così tante conoscenze che potreste rintracciare chiunque voi vogliate, o sbaglio?

Gli occhi blu del conte incontrarono prima quelli verdi di Candy e poi quelli rossi di Sebastian.

-Sì… Chi dovrei rintracciare?

A quella domanda, il corvino diede una spintarella al braccio della ragazza per dargli la descrizione della persona in questione.

-Un uomo. Non uno qualunque, uno che, dieci anni fa, ha abbandonato la famiglia. È alto uno e novanta e ha i capelli lunghi e neri. Se li ha ancora lunghi. Sono neri come i miei. Poi il resto… Non ne ricordo molto.

-Capisco… è poco e nulla. Conosci la descrizione di una possibile moglie, fidanzata o amica?

La ragazza annuii e abbassò lo sguardo.

-La donna è sua moglie però… è morta quando lui se ne andò. Lei aveva i capelli biondi e parecchio lunghi…

All’improvviso si ricordò com’era la madre e così si concentrò meglio.

-Aveva gli occhi verde chiaro, molto chiaro. Era una donna bellissima. Invece lui…

Cercò di fare un altro sforzo ma nulla, non si ricordava altri particolari del padre.

-Capisco. Bè, cercherò di fare del mio meglio. Comunque sia, sarei felice di avervi come mia ospite per un po’. Oltretutto…

Ciel si girò verso Sebastian con un’aria accusatrice.

-Oltretutto la macchina è fuori uso. Questa sera ci sarà un ballo, verso le nove.

Si alzò e andò verso la porta per congedarsi.

-Chiamerò qualcuno per portare la macchina a riparare. Sebastian, accompagnala nella sua stanza.

Il demone si alzò in piedi e si inchinò appena.

-Yes, my lord.

Candy prese un lembo della camicia dell’uomo, un po’ intimorita, e si alzò.

Quando furono da soli in camera, a quel punto, parlò.

-Sebastian… Mi fa un po’ paura…

-Il mio padroncino è un cane che abbaia e non morde e poi… Questa sera ci saranno molti invitati quindi, potrai socializzare un po’.

Ecco, di nuovo quella storia.

A LEI non gli andava di SOCIALIZZARE.

-Sempre se non farò una strage di persone... Non mi va di socializzare e tu che fai?

Sebastian, in un attimo, le fu molto vicino.

I loro volti erano così vicini che potevano sentire il loro respiri.

-Sei stata sotto una campana di vetro per tanto tempo. Dacci un taglio netto. O te lo farò dare io il taglio, ok?

Era duro e quasi spietato ma a lei non gli andava di dargli retta.

Così lo spinse un sul letto e lo guardò con altrettanta aria minacciosa.

-NON mi va.

-Cosa mi farai se ti obbligo?

Chiese lui alzandosi appena per poterla trascinare vicino a lui.

-Non scherzavo quando ti ho detto che, con questa lama…

E si toccò il punto in cui vi era nascosta.

-… l’avrei fatta oltrepassare il tuo cuore.

Lui annuii compiaciuto.

La ragazza ormai stava cedendo.

 

Sì, dovete esser così…

Dovete cedere all’oscurità del vostro cuore.

Il puro deve sparire e, se non vorrà…

Interverrò io…

  
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