“la candida
luna… pallida che illumina appena il
buio che avvolge la terra, il buio dell’universo, ma, anch’essa è una creatura
dell’oscurità o…
Il sole… così potente che, con il suo splendore,
squarcia quelle tenebre che, lo spazio infinito, gli hanno donato.
Due forze
messe in sospeso che, se solo unissero le forze…
Nessuno potrà
contrastarle…”
Sebastian non
mosse un dito… Pensare, ecco cosa stava facendo.
Intanto Ciel
era sicuro che il demone l’avrebbe ubbidito, mentre Candid sperava che avrebbe
ascoltato lei.
Se vi
conosco bene, volete mettermi alla prova…
Che
situazioni che riuscite, ancora, creare intorno alle persone.
Se è
quello che volete allora…
-Mi dispiace,
Candid, devo disubbidire al tuo ordine.
La ragazza
abbassò lo sguardo e si passò una mano sulla gamba, cercando qualcosa che aveva
nascosto in caso che fosse successa una situazione del genere.
Quando era
costretta a indossare quei abiti, metteva sempre una giarrettiera ove metterci
quello che le serviva in quel momento.
Allora
afferrò il manico del pugnale e lo tolse, puntando la punta verso il demone più
anziano.
-Se vuoi
uccidermi, fallo pure, ma sappi una cosa…
Si alzò in
piedi e si avvicinò a Sebastian.
Mise il
pugnale in bocca, dal lato del manico, e lo tenne stretto con i denti mentre si
aggrappava alle spalle del corvino per potersi metter in punta di piedi e
arrivare al suo orecchio.
A quel punto riprese
il pugnale in una mano.
-… Prima di
farlo, ti troverai la lama in petto. Come merita un traditore.
Ritornò verso
la poltrona, guardandosi le spalle per vedere la reazione di Seb.
-Allora sarò
contento che il mio cuore venga trapassato da quella lama.
-Sentimi
bene, non potrò sempre esserci con te… O correre in tuo aiuto.
La
piccola Candid fissava Sebastian negli occhi per imprimersi bene la lezione che
le stava facendo.
-Quindi,
dovrai difenderti da sola. Capito?
-Sissignore!
La
bimba scattò sugli attenti in un gesto quasi militare.
-Perfetto,
dovrai sempre portarti dietro o una pistola o un pugnale.
Sebastian
aveva portato una ciocca di capelli di lato e messo un paio di occhiali, segno
che era in fase TUTOR.
-Sei
piccola ed è meglio che tu non ti porti dietro ne l’uno ne l’altro, quindi una
matita ben appuntita potrà bastare.
-Ma,
signor demone…
-E
non chiamarmi così, almeno quando siamo in mezzo alla gente comune. Sebastian.
Candy
mise un broncio che passò quando lui sorrise.
-Se
qualcuno ti aggredisce da vicino, usa il pugnale. Non devi per forza uccidere
per fermare. Basta che colpisci alle gambe oppure alle spalle. Meglio le gambe
così non può correre.
Nel
dire ciò, si indicò anche i punti precisi.
-Se
invece hanno intenzione di aggredirti, ma sono lontani da te, basta sparare alle
gambe. Tutto chiaro?
Candid
annuii e corse tra le braccia di Sebastian.
-Cosa
c’è? Vuoi venire sulle spalle?
-Sì!
Voglio volare in alto!
Così
posò la bacchetta e la fece girare in aria tenendola in braccio.
La ragazza
teneva il pugnale puntato verso l’uomo quando Ciel si intromise applaudendo.
-Bravi a
tutti e due. Tu perché mi volevi obbedire e VOI perché vi sareste difesa.
A quel punto
Candid rinascose il pugnale da dove lo aveva preso.
Sebastian
tirò un respiro di sollievo e andò a sedersi.
-Siete sempre
il solito. Comunque siamo qui per chiedervi un favore.
Disse
aiutando la ragazza a sedersi vicino a lui.
-Avete così
tante conoscenze che potreste rintracciare chiunque voi vogliate, o sbaglio?
Gli occhi blu
del conte incontrarono prima quelli verdi di Candy e poi quelli rossi di
Sebastian.
-Sì… Chi
dovrei rintracciare?
A quella
domanda, il corvino diede una spintarella al braccio della ragazza per dargli
la descrizione della persona in questione.
-Un uomo. Non
uno qualunque, uno che, dieci anni fa, ha abbandonato la famiglia. È alto uno e
novanta e ha i capelli lunghi e neri. Se li ha ancora lunghi. Sono neri come i
miei. Poi il resto… Non ne ricordo molto.
-Capisco… è
poco e nulla. Conosci la descrizione di una possibile moglie, fidanzata o
amica?
La ragazza
annuii e abbassò lo sguardo.
-La donna è
sua moglie però… è morta quando lui se ne andò. Lei aveva i capelli biondi e
parecchio lunghi…
All’improvviso
si ricordò com’era la madre e così si concentrò meglio.
-Aveva gli
occhi verde chiaro, molto chiaro. Era una donna bellissima. Invece lui…
Cercò di fare
un altro sforzo ma nulla, non si ricordava altri particolari del padre.
-Capisco. Bè,
cercherò di fare del mio meglio. Comunque sia, sarei felice di avervi come mia
ospite per un po’. Oltretutto…
Ciel si girò
verso Sebastian con un’aria accusatrice.
-Oltretutto
la macchina è fuori uso. Questa sera ci sarà un ballo, verso le nove.
Si alzò e
andò verso la porta per congedarsi.
-Chiamerò
qualcuno per portare la macchina a riparare. Sebastian, accompagnala nella sua
stanza.
Il demone si
alzò in piedi e si inchinò appena.
-Yes, my
lord.
Candy prese
un lembo della camicia dell’uomo, un po’ intimorita, e si alzò.
Quando furono
da soli in camera, a quel punto, parlò.
-Sebastian…
Mi fa un po’ paura…
-Il mio
padroncino è un cane che abbaia e non morde e poi… Questa sera ci saranno molti
invitati quindi, potrai socializzare un po’.
Ecco, di
nuovo quella storia.
A LEI non gli
andava di SOCIALIZZARE.
-Sempre se
non farò una strage di persone... Non mi va di socializzare e tu che fai?
Sebastian, in
un attimo, le fu molto vicino.
I loro volti
erano così vicini che potevano sentire il loro respiri.
-Sei stata
sotto una campana di vetro per tanto tempo. Dacci un taglio netto. O te lo farò
dare io il taglio, ok?
Era duro e
quasi spietato ma a lei non gli andava di dargli retta.
Così lo
spinse un sul letto e lo guardò con altrettanta aria minacciosa.
-NON mi va.
-Cosa mi
farai se ti obbligo?
Chiese lui
alzandosi appena per poterla trascinare vicino a lui.
-Non
scherzavo quando ti ho detto che, con questa lama…
E si toccò il
punto in cui vi era nascosta.
-… l’avrei
fatta oltrepassare il tuo cuore.
Lui annuii
compiaciuto.
La ragazza
ormai stava cedendo.
Sì,
dovete esser così…
Dovete
cedere all’oscurità del vostro cuore.
Il
puro deve sparire e, se non vorrà…
Interverrò
io…