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Autore: Rose_s Knight    17/08/2011    2 recensioni
Eccomi qui! Dunque è il mio primo cross-over, abbiate pietà. ;P! Ho sempre adorato Il Signore Degli Anelli, ma in particolar modo ho sempre amato Legolas. Quindi questa storia la dedico a lui. E se nella foresta di Fangorn, i nostri eroi avessero incontrato due ragazze identiche, ma con due anime completamente diverse? Ispirato al Cigno Nero, leggete e recensite numerosi!!
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Legolas, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Un Piano Diabolico

“Se vuoi fermarmi, dovrai uccidermi!” disse Odette con rabbia.
“Beh,  l' idea è alettante, ma no, io non credo. Vedi hai tralasciato un dettaglio molto importante. Domani sera … non … ci sarà … la Luna!”
Detto questo Odile, cominciò a ridere sadicamente, e Odette, disperata, si gettò in ginocchio cominciando a piangere  mentre le sue lacrime si mescolavano alle dolci acque del Lago ...”

 
“Qualunque cosa facciano, sarò io ad averli in pugno!”.
Rothbart ed Odile,  entrarono a grandi passi nella casa nella radura. 
Odile non stette lì a sindacare perché diceva “io”.
Ormai aveva capito che con lui, non c’era da discutere.
Rothbart si sedette pesantemente su di una sedia, subito imitato dall’aggraziato movimento di Odile.
“D’altra parte il giuramento di Legolas, potrebbe compromettere tutto” gli ricordò la ragazza, osservandosi le unghie, dipinte di rosso, con noncuranza.
L’Uomo si massaggiò le tempie.
“Hm, dovrò vedere di sistemare anche lui” disse il mago.
“Ma COME?” gridò, osservando la Nera.
“Ah, non guardare me! Sei tu il capo organizzativo!” fece Odile, facendo l’offesa, mentre giocava col suo Cristallo Oscuro.
Seguirono alcuni attimi di silenzio.
“Il Giuramento!!” disse dopo un po’.
“Come prego?” chiese Odile.
“Gli farò fare il giuramento alla ragazza sbagliata!” strillò Rothbart con enfasi.
“Oh, fantastico, e dove la trovi una identica ad Odette?” chiese Odile.
Il mago la osservò bene.
“Stai pensando a me?” chiese la ragazza dopo alcuni attimi.
“Esatto!” esclamò il Mago.
“Io ti farò diventare uguale ad Odette!” esclamò ancora.
“Beh, non sarà così difficile, siamo identiche” commentò distrattamente Odile.
“Esattamente! Ci sarà da lavorare ben poco e ne varrà la pena. Basterà procurarti un abito Bianco, pitturare le tue unghie di azzurro, mascherare il tuo Cristallo di Bianco ed il gioco è fatto! E quando il nostro caro principino dalle Orecchie a Punta, farà il suo Giuramento d’Amore Eterno a te … Odette morirà” disse tutto d’un fiato.
“Ma a me cosa ne …”
“E la parte migliore deve ancora venire!” disse Rothbart.
Odile sospirò, seccata, alzando gli occhi al cielo.
“Sarò io stesso, a finire Legolas!”        
“Cosa?!?” strillò Odile, saltando in piedi dalla sedia.
“Hai sentito bene mia cara” disse Rothbart, con un sorriso crudele.
“Il nostro patto era un altro! Avevi promesso che Legolas sarebbe stato mio!” gli ricordò la ragazza.
“Ah si? Beh il patto è cambiato” disse il mago.
“Trovati un’altra ragazza, io ho chiuso!” fece Odile decisa.
 “Scusami tanto, ti spiacerebbe ripetere quello che hai detto? Devo avere qualcosa nell’orecchio …” fece lui, ironicamente.
“Allora leggi le mie labbra” rispose lei.
“Scordatelo!” sillabò, poi andò a passi svelti verso la porta.
“Odile, Odile cara, mia dolce sottoposta! Non ci stiamo dimenticando un piccino piccino, sebbene cruciale dettaglio?” chiese lui, fermandola.
“Tu sei mia!!” gridò il Mago.
Odile lo osservò con odio.
“Senti questo suono? È il suono della tua libertà, che fluttua fuori dalla finestra per sempre!” continuò Rothbart.
“Non mi interessa! Non ti aiuterò a fargli del male!” replicò la ragazza.
“Non riesco a credere che tu te la prenda tanto per un … Elfo!” sbottò Rothbart, indignato.
“Ma lui è diverso! Da quello che ho visto, è sincero, dolce, non farebbe mai niente per ferire le presone che ama!” fece Odile con aria sognante.
“Per favore! È un Elfo!” le ricordò di nuovo il Mago.
“E poi, O Grande Onnipotente” continuò lei, ironicamente.
“Non credo tu possa fargli niente. Non te lo premetterò!”
“Va bene, devo passare alle minacce?” chiese l’Uomo.
“Mettiamola così. Se non vuoi che uccida la tua cara, e dolce sorellina, davanti ai tuoi occhi, farai meglio ad aiutarmi. E poi …”
“Poi …” chiese la ragazza.
“Poi  farò fare la stessa fine al tuo caro Legolas. E stavolta …” il mago le si avvicinò, scostandole una ciocca di capelli dall’orecchio.
“Stavolta sarò io … a cavargli il cuore dal petto. E quel cuore, ancora pulsante, rotolerà ai tuoi piedi finché non avrà consumato … fino … all’ultimo … battito”
Lacrime amare rigarono il volto di Odile.
“Questo è un vile ricatto” sussurrò, troppo sconvolta per parlare.
“E ti converrà accettare mia cara” le disse il Mago.
Odile si gettò a terra, e scoppiò in un pianto disperato, mentre, Rothbart, era sicuro di averla ormai in pugno.

Odette nuotò per un po’ nelle acque della prigione  in cui era stata rinchiusa.
Non poteva credere che Rothbart fosse ancora vivo.
L’aveva catturata e rinchiusa in una prigione, nel Lago.
Non c’era la Luna quella sera, ed Odile ne avrebbe approfittato.
Avrebbe ammaliato Legolas, e il Giuramento sarebbe stato fatto.
Lei sarebbe morta, certo, ma quello che più la spaventava era il fatto che, poi , il suo amato sarebbe stato nelle mani di Odile, e lei poteva farne quello che voleva.
“Odette!” Rothbart, si affacciò ad una finestra, che dava sulla cella.
Le lanciò alcune rose, che caddero sull’acqua senza un rumore.
“Mi duole doverti rinchiudere Odette, mi duole profondamente” le disse.
Il Cigno lo ignorò completamente.
“Oh, adesso sei arrabbiata con me, vero?“ chiese mortificato.
Ovviamente fingeva.
Se avesse potuto parlare, Odette, gliene avrebbe dette di tutti i colori.
“Sai mi piacerebbe tanto restare, ma vedi, se non vado ora temo che farò tardi” un sorriso crudele si fece largo sul suo viso.
Il Cigno lo osservò con odio.
“No, non guardarmi così, signorina! È colpa tua, solo tua se adesso il tuo caro Elfo si trova nei guai! L’hai dovuto tirare in ballo, vero?!? Allora peggio per te!!”  gridò il Mago, mentre la sua voce rimbombava, mentre chiudeva la finestra sulla sua cella.
Quello che le bruciava, era che aveva perfettamente ragione.
Era colpa sua.
“Oh, Valar. Dategli protezione” pensò guardando il cielo, che  nero si stagliava sopra di lei, attraverso le grate della cella.
“Fate che possa vivere”

 

   
 
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