<< Brian fai preparare il mio cavallo per favore >>
<< si signorino.. posso chiedervi come è andata con vostro padre? >>
<< tanto lo faresti comunque Brian.. è andata come al solito, mi ha rimproverato su ogni minima cosa e poi mi ha detto di uscire da quella stanza che la mia presenza lo soffocava>>
<< mi dispiace signorino..>>
<< a me no.. non credo che farò ritorno per cena Brian avvisa tu mio padre e i serva grazie >> dico montando sul mio cavallo
<< come desiderate signorino>>

Inizio a cavalcare lontano da quel posto che dovrebbe essere il luogo dove che mi rende felice, ma non è così, odio quel posto, odio lui.
Prima ho mentito a Brian.
Mi dispiace eccome per come mi tratta mio padre, ogni volta che mi dice quelle cose una parte del mio cuore muore.
Ma purtroppo ci ho fatto l' abitudine.
Cavalcare mi fa bene, mi fa dimenticare e mi porta lontano.

<< Brutto stupido, sei un buono a nulla, portarmi questi miseri spiccioli dopo tutto quello che faccio per te>>
<< mi perdoni padrone mi perdoni..>>

Io conosco questa voce.
E' quella del ragazzino di oggi.. di Colin.

<< scordati la cena per stasera e domani sera e rigrazia che non ti frusto>>

Raggiungo Colin e il suo padrone.
Colin è seduto fuori dalla misera abitazione accasciato su se stesso e sta piangendo.
No Colin ti prego non piangere.

<< Colinnn>> lo chiamo raggiungendo
<< Principe avete bisogno di me al castello?>>
<< no Colin.. cosa ti ha fatto quell' uomo? >>  ha il volto pieno di lividi, il labbro spaccato e un taglio sullo zigomo.

Ho voglia di stringerlo.

<< niente Principe non vi preoccupate >>
<< come niente Colin? sei ferito.. >>
<< me lo sono meritato..>>
<< nessuno si merita un trattamento del genere Colin, adesso ci penso io >> dico alzandomi
<< no Principe per favore non fate niente vi supplico >>

Non lo ascolto neanche ed entro nell' abitazione del bast.. ehm padrone.

<< come osate fare una cosa del genere a un ragazzo? >>
<< Principe che onore avervi  nella mia misera dimora.. volete qualcosa da bere? ho un buon vino >>
<< rispondete alla mia domanda >>
<< Ho fatto quello che dovevo fare >>
<< io non credo proprio >>
<< scusate Principe ma non credo che voi sappiate come vanno trattati gli schiavi che non obbediscono >>
<< sentiamo un pò come vanno trattati?>>
<< quando non obbediscono, vanno puniti e quello stupido si meriterebbe di peggio credetemi>>
<< che razza di uomo siete? >>
<< uno come tanti Principe, ma il ragazzo è libero di andarsene quando vuole e chissà come mai non se ne va vero Colin? >>
<< lui viene via con me>>
<< come desiderate Principe, ma Colin come la mettiamo con l' altra questione.. te ne vuoi andare? >>
<< no no non voglio andarmene >>
<< come Colin?? non vuoi andartene >> domando allibito..questo ragazzo è pazzo,
<< avete capito bene Principe non voglio andarmene da qui>>

Guardo Colin negli occhi, cerco di capire se sta mentendo, ma lui se ne accorge e sposta lo sguardo.
Mi sento male.
Me ne vado, non servo più comunque lì, Colin ha fatto la sua " scelta".
Ma sappi Colin che non mi arrenderò tanto facilmente.
Ti salverò.