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Autore: BlueMoon1996    17/08/2011    2 recensioni
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Salve, sono di nuovo io! Moon1996! sono tornata con una fanfiction su Ron e Hermione, in un loro ipotetico settimo anno ad Hogwarts, dopo la guerra, dove Ron decide di prendersi un pò di tempo per pensare in seguito alla morte di suo fratello.
Questa storia la dedico a Desirèe, che mi ha sempre supportato e che ama particolarmente questa coppia.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Un freddo Natale

Dallo spiacevole episodio della festa di Lumacorno, i rapporti tra Ron e Hermione erano peggiorati ulteriormente, ora non erano estranei, ora, oltre ad ignorarsi si lanciavano sguardi a dir poco assassini e più di una volta Harry aveva sorpreso Hermione a piangere, ma con molto tatto aveva fatto finta di niente per non peggiorare la situazione.

Fatto stava, che dovevano prendere il treno per andare alla Tana e lì, di occasioni per ignorarsi, ce ne sarebbero state ben poche.

Harry, Ron, Ginny e Hermione si ritrovarono in uno scompartimento, chiacchierando tranquillamente, senza fare allusioni alla festa di Lumacorno.

< allora Ron > se ne uscì Ginny, incurante del fatto che stava per lanciare una bomba < alla fine cos'è successo con Padma? >

Ron la guardò storto, poi scrollò le spalle. In realtà lui si era pentito di quello che aveva detto ad Hermione, ma non riusciva né ad ammetterlo davanti a lei, né tanto meno a sé stesso, quindi le cose erano rimaste invariate.

< oh, ehm... in realtà nulla, siamo solo amici > rispose.

Hermione sollevò il mento e uscì da dietro “trasfigurazione oggi, volume 7” per lanciargli un'occhiata indecifrabile e tornare al suo libro, ma Harry giurò di averla vista sorridere.

Ron avrebbe potuto dire benissimo che tra lui e Padma era successo qualcosa per far arrabbiare Hermione, ma non lo fece, Harry pensava, perchè era il suo modo di chiedere scusa, o meglio, era il modo per non far gonfiare all'estremo Hermione di rabbia, anche se la ragazza ne aveva abbastanza in corpo che poteva benissimo esplodere da un momento all'altro.

< secondo voi come lo troveremo George? > chiese Hermione d'un tratto.

< non lo so > rispose Ginny < spero un po' meglio, anche se ne dubito. Aggiungendo il fatto che sta da solo, non credo che abbia fatto progressi, magari la nostra compagnia lo rasserenerà, ma il Natale è qualcosa che la nostra famiglia ha sempre amato e... ecco.. > si interruppe, ma tutti sapevano che intendeva dire che il Natale non sarebbe stato lo stesso senza Fred, ed era così.

Lui e George non avrebbero fatto scoppiare i petardi facendo arrabbiare la signora Weasley e l'atmosfera sarebbe stata ghiacciata, non con il solito calore del Natale alla Tana.

Passarono il viaggio in silenzio, senza scambiarsi neanche una parola.

Quando il treno si fermò i signori Weasley con al seguito Bill e Fleur accorsero per aiutarli con i bauli e dopo i saluti si smaterializzarono alla Tana.

< allora cari > esordì la signora Weasley < sapete dove potete sistemarvi e... > qui la donna abbassò il tono di voce < George ora gira per la casa quindi... beh... se vi ritrovate davanti qualcuno che non conoscete è lui, sicuramente non lo riconoscerete, è cambiato, non spaventatevi come ho fatto io la prima volta che l'ho visto vagare per casa... mi raccomando! > i ragazzi annuirono e a Harry veniva quasi da ridere immaginando la signora Weasley tranquilla che girava per casa e all'improvviso si ritrovava davanti qualcuno che non conosceva ma che in realtà era suo figlio, ma si trattenne dal farlo, perchè in realtà era una cosa seria.

 

Da quando erano tornati alla Tana, quindi circa da due ore, le cose erano rimaste invariate tra Ron e Hermione, anzi erano rimaste gelate. Non si parlavano, non si guardavano, se si incrociavano stavano attenti a non toccarsi, come se un contatto potesse ucciderli.

La situazione tra loro stava diventando talmente evidente che il giorno prima della vigilia la signora Weasley chiese a Harry e Ginny, quando loro non c'erano, cosa stesse succedendo tra i due.

< ehm... c'è stato qualche inconveniente > rispose Ginny, mentre la madre la guardava con aria interrogativa.

< peccato. Io ho sempre visto come si guardavano, credetemi una donna della mia età lo riconosce l'amore eh si! Come cantava la nostra Celestina, c'è un calderon pieno di amor bollente, ma per ora non è stato ancora rovesciato. Io già mi immaginavo di fissare la data del matrimonio! > esclamò la donna, mentre Harry e Ginny si guardavano con delle espressioni talmente perplesse da far invidia a un cartone animato giapponese.

La signora Weasley aveva l'aria di voler continuare il discorso, ma i due diretti interessati scesero dalle scale proprio in quel momento, ignorandosi come sempre, e andandosi a sedere una vicino a Ginny, l'altro vicino ad Harry.

< allora > esordì Ron < tutto bene? >

< oh, ehm.. in che senso? > chiese Ginny se possibile più perplessa di prima.

< intendo, le vacanze, ecco... di solito si chiede se va tutto bene no? >

< Ron, noi viviamo nella stessa casa, se ci fosse qualcosa di male lo sapresti, tutto bene si chiede a qualcuno che non si vede da tempo, per sapere come sta! Ti pare una domanda da fare in questa circostanza? >

< oh Merlino Ginny! Quanto sei puntigliosa! > disse Ron stizzito.

La ragazza stava per ribattere ma Harry le fece segno che era meglio lasciar perdere e lei si zittì.

Calò un silenzio leggermente imbarazzante e fu solo quando, con molto sollievo dei ragazzi, la signora Weasley annunciò che era pronta la cena che tornò la normalità.

 

Il giorno dopo, la vigilia, George uscì dalla sua stanza e qualche fortunato lo vide errare per casa senza una meta, per poi ritornare di nuovo in camera.

< povero ragazzo > commentò la signora Weasley, cercando invano di trattenere una lacrima e di non far trasparire la sofferenza che albergava in lei.

< almeno esce dalla stanza, cerca di reagire in qualche modo no? > chiese Ginny con una nota di speranza nella voce.

< oh, cara, un po' credo che stia meglio ma... non ce la fa proprio > e qui la signora Weasley scoppiò in lacrime, lasciando tutti molto tristi e a disagio < sto cercando di reagire anche per lui ma non è facile! > esclamò ancora in singhiozzi. Ginny l'abbracciò e lei si calmò.

< s-scusatemi, vado a preparare la cena > disse con la voce ancora rotta dal pianto, nonostante fossero solo le tre del pomeriggio.

< povera mamma, non ce la fa > commentò Ginny guardando la madre uscire dalla camera di Ron, dove si erano messi a parlare tranquillamente.

< come fai? > chiese Ron tutto d'un botto.

< come faccio cosa? >

< ad essere così indifferente Gin! >

< scusa ma non capisco proprio a cosa ti riferisci Ron! > rispose Ginny perplessa.

< dopo quello che è successo... dopo la battaglia tu... sei sempre stata forte, ti ho vista piangere poche volte rispetto a tutti noi, non sei mai caduta praticamente in uno stato di sconforto, ti sei sempre preoccupata per gli altri consolandoli ma... ma tu non soffri Gin? A te non te ne frega niente di quello che c'è successo? Sennò non saresti così indifferente! >

Ginny lo guardò stupita per un attimo, poi grandi e salate lacrime cominciarono a sgorgare dai suoi occhi fino a raggiungere il suo viso.

< volevi vedermi piangere Ron? Volevi vedermi soffrire? Volevi la prova che anche io muoio dentro ogni volta che penso che mio fratello sia morto? L'hai avuta! Sei contento? > chiese la ragazza, uscendo e sbattendo la porta mentre Ron si lasciava cadere sul letto pesantemente prendendosi la testa fra le mani.

Hermione fece il gesto di uscire per andare a parlare con Ginny ma Harry la fermò e gli disse che voleva andare lui, ed Hermione, non sentendosela di lasciare solo Ron, si sedette vicino a lui e lo abbracciò. In quel momento dimenticarono McLaggen, la festa di Lumacorno, le brutte parole, in quel momento erano solo Ron e Hermione, erano uniti, lei lo accarezzava piano mentre lui piangeva silenziosamente con la testa ancora adagiata tra le sue mani e i gomiti puntati sulle ginocchia.

< Ron > sussurrò Hermione, ma non ricevette risposta < Ron, mi spieghi cosa ti ha preso? > chiese la ragazza, un po' intimorita dalla reazione che lui avrebbe potuto avere. Ma Ron non si arrabbiò, anzi, alzò lo sguardo per guardarla negli occhi: aveva gli occhi gonfi e il viso stanco, solcato da qualcosa di cui si era pentito.

< non lo so Hermione, non lo so. Il fatto è che vederla così forte mi fa arrabbiare, la invidio, vorrei essere come lei > rispose Ron, quasi in un sussurro.

Hermione lo guardò triste, stava quasi piangendo anche lei.

< Ron, ognuno di noi ha diversi modi per reagire e Ginny sembra forte ma... ma al minimo attacco crolla, come hai visto prima. Tu, eri solo frustrato, hai sbagliato ma so che non volevi > disse dolcemente Hermione, abbracciandolo sempre più forte.

Dopo qualche minuto sentirono la porta aprirsi e si staccarono subito.

Sulla soglia apparvero Ginny e Harry, un po' sorpresi dal fatto che nella loro assenza Ron e Hermione non si fossero uccisi ma che sembravano tornati quasi alla normalità.

Ron osservò la sorella che aveva gli occhi gonfi, poi la abbracciò forte e le chiese scusa sinceramente e Ginny gli disse che non doveva preoccuparsi.

< io... sono stato davvero uno sciocco Gin, scusami ancora >

< non preoccuparti fratellone, so che non è facile >

< ho fame > esordì Harry mentre Ginny gli lanciava uno sguardo assassino per aver interrotto quel momento importante con suo fratello.

< come. Ti viene. In mente. Di mangiare adesso? Non vedi che stiamo parlando? > disse furibonda.

< oh andiamo Ginny, ho fame! >

< ehm... in realtà avrei anche io un languorino > si intromise Ron

Ginny li guardò tutti e due con aria perplessa (ormai era una consuetudine in quella famiglia) e li osservò scendere alla volta della cucina.

Hermione e Ginny scesero poco più tardi e a metà strada incontrarono George.

Aveva l'aria stanca, come se non dormisse seriamente da parecchio tempo. I suoi occhi emanavano una tristezza infinita e ci si poteva vedere il riflesso di come erano stati prima, gioiosi e ridenti, che via via si andava sempre più affievolendo. Aveva delle occhiaie profondissime, la barba incolta, i capelli non molto lunghi ma erano sicuramente cresciuti dall'ultima volta che li aveva tagliati.

< h-hai... hai deciso di scendere per la vigilia? > chiese Ginny titubante. Ormai tutti i membri della famiglia avevano paura a parlare con George, se gli dicevi qualcosa che non gli andava molto bene, a volte se ne stava zitto e non rispondeva, ma lanciava occhiate di fuoco mentre a volte... dava di matto, si scatenava. La signora Weasley pensava fosse un modo per reagire anche quello ma faceva quasi paura quando succedeva. Fortunatamente stavolta aveva deciso di non uscire di testa.

< si, tanto non dormirei comunque > rispose George. La sua voce era roca, come non fosse stata utilizzata per troppo tempo, e non c'era nota di allegria.

< oh, d'accordo, vai prima tu > disse Ginny e così lei e Hermione lo seguirono fino in cucina, dove tutti erano sorpresi di vederlo, ma comunque contenti. Per la vigilia c'erano Bill, Fleur, Percy, Charlie, Andromeda e il piccolo Teddy.

Dopo i vari saluti si misero a tavola e mangiarono silenziosamente.

Alla fine della cena si alzarono e Hermione e Ginny aiutarono la signora Weasley a mettere in ordine.

Per quella notte e il giorno dopo sarebbero stati tutti alla Tana.

< Teddy può dormire in camera mia e di Ron! > esclamò Harry eccitato, mentre giocava con il bambino.

< oh Harry caro, Teddy ha solo otto mesi e mezzo, non credo che dorma bene con voi. E se poi si sveglia? > commentò la signora Weasley.

< Oh, Molly, non preoccuparti, Teddy è un bambino buonissimo e non si sveglia la notte e poi facciamogli approfittare il fatto che è con Harry dato che lo vede di rado > si intromise Andromeda.

La signora Weasley acconsentì con un tacito “se lo dici tu”.

 

Dopo quei brevi momenti di unione, Ron e Hermione continuarono ad ignorarsi beatamente.

< io non li capisco > sbottò Ginny, rivolta a Harry, sussurrando in salotto per non farsi sentire dai due.

< neanche io Gin. Quando siamo entrati in camera prima mi sembravano quasi normali, ora tutto è tornato come prima, gelato, ghiacciato, freddo, è spaventoso > rispose Harry, che aveva Teddy imbraccio quasi addormentato.

< credi che dovremmo intervenire? >

< non questa volta Gin, le cose si sono messe davvero male, non vorrei peggiorarle > disse Harry funereo.

< ma...ma proprio perchè le cose stanno così dovremmo intervenire non credi? Questa situazione diventa pian piano sempre più assurda > disse Ginny determinata.

< che hai intenzione di fare? > chiese Harry.

< per ora niente, in fondo dovremmo aspettare ancora un po', se tutto rimane invariato interverremo, d'accordo >

< d'accordo Gin >

 

La serata passò tranquillamente e il piccolo Teddy dormì insieme a Harry e Ron, e fu anche molto bravo, non si svegliò.

Il giorno dopo, per il pranzo la signora Weasley aveva preparato da mangiare per un reggimento.

< ehm... signora Weasley? > chiese Harry entrando in cucina per il pranzo, dove tutti stavano prendendo posto.

< si caro? >

< ecco... non le sembra di aver preparato un po' troppe cose? Voglio dire, non credo che mangeremo così tanto >

< oh Harry! Non preoccuparti, qui il cibo non avanza mai! C'è sempre qualcuno che finisce di mangiare per gli altri! > rispose la signora Weasley ed effettivamente aveva ragione...

dal giardino si udì un sonoro crack e poco dopo bussarono alla porta.

La signora Weasley andò ad aprire e tornò in cucina, con al seguito Angelina Johnson, la loro compagna a Hogwarts ed ex capitano della squadra dei grifondoro.

< buongiorno a tutti > disse < scusate l'interruzione >

Non era cambiata molto, ed era come sempre carina e gentile, anche se nei suoi occhi c'era qualcosa di diverso, come una nota di tristezza.

< oh non preoccuparti cara, perchè non ti siedi con noi? O passerai il Natale con la tua famiglia? > chiese la signora Weasley.

< oh. No, non passerò il Natale con i miei, loro sono partiti per andare a trovare i miei nonni ma io... non avevo voglia di andare con loro. Comunque non si disturbi, passerò dopo > rispose Angelina.

< non dire assurdità! Siediti e mangia con noi! >

< si, la mamma ha preparato da mangiare per un esercito > si intromise Percy.

< io... non so >

< andiamo cara siediti qui! > la signora Weasley spinse Angelina vicino a George, e lui le rivolse un lieve cenno di saluto, mentre la ragazza sembrava un po' a disagio.

Appena prese posto disse a George, in un sussurrò quasi impercettibile < devo parlarti > lui si stupì ma non si scompose.

< allora Angelina > esordì Hermione < tutto bene? Cosa fai in questo periodo? >

< ora sono entrata nelle Holyhead Harpies, gioco come cacciatrice > spiegò Angelina.

< ah, interessante, e ci sono altre ragazze che venivano a scuola con te nella squadra? > si intromise Ginny, molto interessata.

< certo! Katie Bell gioca con me nel ruolo di cacciatrice e Alicia Spinnet già da un po' fa il portiere> rispose Angelina.

< capisco... >

< come mai ti interessa così tanto Gin? > chiese Bill d'un tratto.

Ginny diventò subito rossa e balbetto qualcosa sull'andare a prendere l'acqua, ma Harry, Ron e Hermione sapevano che voleva entrare nella squadra, e stava raccogliendo informazioni per i provini.

 

Il pranzo fu ottimo come sempre, e alla fine, con sommo stupore di tutti, George salì in camera con Angelina, in quanto lei gli aveva chiesto di parlare.

Harry, Ron, Hermione e Ginny, troppo curiosi di sapere quello che avevano da dirsi, presero quattro orecchie oblunghe che erano state perfezionate ed ora si poteva anche vedere e così cominciarono ad ascoltare la conversazione.

< come mai sei venuta? > stava chiedendo George.

< io...io... beh, in realtà non sono sicura neanche se dirtelo però... > Angelina era titubante, sembrava qualcosa di molto importante quello che doveva dirgli.

< avanti! Dai! So che vuoi dirmi che ti dispiace e che soffri anche tu vedendomi così perchè ti ricordo Fred! Andiamo, so che eravate molto amici, siete anche andati al ballo del Ceppo insieme! > sbottò George arrabbiato.

< George io... >

< oppure sei venuta perchè vuoi rivederlo in me, eh? Guardami Angelina! GUARDAMI! Anche se tutti dicevano che eravamo uguali io non sono Fred, io non sono mio fratello, sono solo l'altro pezzo della sua anima, come lui lo era della mia > disse George, dapprima furioso, poi sempre più calmo e malinconico.

< George..>

< scusami, non avrei dovuto trattarti così, è che c'è così tanta... rabbia in me tantissima > si scusò lui con aria triste.

< George...>

< no, no, lasciami finire. In realtà io credo che... ecco... le persone vogliano compatirmi, che gli faccio pena, che non capiscano veramente quello che provo >

< io... George volevo chiederti se volevi venire a giocare a Quidditch, una rimpatriata > disse Angelina lievemente imbarazzata da quella sfuriata.

< che cosa? Tu credi che mi interessi una rimpatriata? NO! VOGLIO RIMANERE QUI A SOFFRIRE, NON VOGLIO FARE QUATTRO CHIACCHIERE CON I MIEI VECCHI COMPAGNI DI SCUOLA PERCHE' STO TROPPO MALE ANCHE SOLO PER METTERE IL PIEDE FUORI DA QUESTA STANZA! > urlò lui < non sai quante volte ho pensato di farla finita > concluse con espressione funerea.

In tutto questo tempo Angelina lo aveva guardato tristemente ed una lacrima solitaria le aveva solcato il viso.

< ma cosa dici? S-sei impazzito? > chiese la ragazza < farla finita? >

< si > rispose George, che ora si era calmato < ma poi ho pensato che non era quello che Fred avrebbe voluto e che avrei recato ancora più dolore alla mia famiglia e vedendo come tutti stiamo soffrendo non volevo essere motivo di un altro strazio > concluse, le lacrime agli occhi.

Angelina si alzò dalla sedia dove era seduta e si mise vicino a lui sul letto, dandogli dei piccoli colpetti sulla spalla.

< comunque... ecco... > cominciò la ragazza < in realtà gli altri non volevano che te lo dicessi, ma dato che si è rivelato necessario... beh, la partita l'abbiamo organizzata per te! Ho dovuto sudare sette camicie per farmi dare il campo dove ci alleniamo noi delle Holyhead Harpies, quindi gradirei che accettassi, almeno i miei sforzi saranno serviti a qualcosa > concluse facendogli un sorriso.

Lui fece un breve cenno d'assenso e lei sembrò più contenta. Poi fece per alzarsi ed andarsene, ma George la fermò con un braccio.

< Mmh? >

< grazie Angelina >

< di cosa? > chiese la ragazza.

< perchè ecco... hai sopportato uno dei miei soliti scleri > spiegò lui un po' imbarazzato.

Lei sorrise di nuovo e lo osservò con i suoi occhi nocciola.

< se vuoi ti sopporterò ogni volta che vorrai George, basta chiederlo, anzi, se non hai nulla in contrario passerò ogni tanto per farti compagnia, e potresti venire agli allenamenti per incontrare anche Katie e Alicia, a loro farebbe piacere! > lui annuì e mentre Angelina stava per raggiungere la porta (gli occhi indiscreti si rintanavano nel bagno in compagnia delle orecchie oblunghe >

< ricordati che la partita è venerdì alle cinque al campo okay? > chiese la ragazza, mentre lui rispondeva con un debole ma deciso < si, ciao >.

Angelina sorrise e sparì tra le scale.

 

Le vacanze passarono tranquillamente, e i ragazzi dovettero riprendere il treno per Hogwarts il dieci di gennaio. Salutarono la signora Weasley sul binario e andarono a sedersi, Ron e Hermione sempre con i soliti atteggiamenti, si ignoravano e facevano finta che l'uno non esisteva per l'altra e viceversa, mentre Harry e Ginny si lanciavano occhiate sconsolate.

 

  
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