Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Crazy_Twins    18/08/2011    2 recensioni
Questa è la storia che non conoscete, che ha come protagoniste due inedite eroine, che coesisteranno e percorreranno con i loro occhi la storia che tanto amiamo. Jennifer e Dakota, una Grifondoro e una Corvonero coetanee ad Harry, che aiuteranno, seppur in maniera invisibile, legando con tutti i nostri protagonisti.A partire dal loro quarto anno, carico di nuovi desideri e tante scoperte.
Non sono più quelle piccole bambine che andavano in giro per Hogwarts con aria sognante. Ormai sono due streghe adolescenti in cerca della verità, amicizia e perché no anche dell’amore!
E con l’arrivo di altre due scuole di magia, per la competizione , le due si ritroveranno ad affrontare tante piccole avventure. Chi è curioso entri!
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 2 : Un “tranquillo” ritorno ad Hogwarts

 

 

 

 

 

Da quel giorno trascorsero tre anni.  Tre anni carichi di avvenimenti, ma su cui non ci soffermeremo troppo ora.  Vi diremo solo che la ragazzina con le trecce e quella con i capelli più orribili della scuola diventarono amiche per la pelle, al primo anno, quasi per caso. E che, assieme a Chad Larson, formarono un trio. Chad, biondo, occhi nocciola, era un Tassorosso dal buon cuore,  dotato di  uno strano carisma, e stuoli di ragazze ai piedi. Ma Jennifer e Dakota continuavano a vederlo come un semplice amico, strano ma simpaticissimo e alla mano.

Insieme avrebbero affrontato il loro quarto anno ad Hogwarts.

Jennifer abbracciò i genitori davanti al binario nove e tre quarti, agli occhi di suo padre, un babbano, invisibile. Infatti, il sangue che scorreva nelle sue vene era dovuto tutto a sua madre, strega in incognito nel mondo babbano in cui lei era cresciuta, inconsapevole di tutto, fino agli undici anni.

– Non combinare guai!  – L’ammonì quest’ultimo, severamente. Jennifer Fox non ne faceva di tutti i colori solo a casa.

– Ci proverò. – Sorrise la ragazza, allontanandosi dalle due figure con il suo bel topolino, Bacon. Nome molto adatto, con una proprietà così golosa. Certo, per i suoi genitori era incomprensibile la scelta di avere un topo come animale domestico, ma a Jen stava bene così, anche se ogni tanto Einstein, il micio dell’amica, cercava di divorarlo.

Una volta vista Dakota, Jennifer le fece segno di seguirla e salì sul treno. Anche se era presto, molte delle cabine erano state occupate, ma alla fine ne trovò una libera, e lì mise le sue valigie. Si accasciò un attimo sui sedili, mentre il topo girovagava tutto contento per l’ambiente. Dopo aver gettato l’occhio sul suo abbigliamento, tremendamente babbano e rockettaro, Jennifer decise di cambiarsi, in attesa che gli amici la raggiungessero. Ma qualcosa la distolse dall’operazione, facendola voltare verso la porta. – Ehi,  ma che…?  – Si voltò e vide Chad che la fissava immobile, sorpreso. Evidentemente per lui, cresciuto in una famiglia di solo maghi, quei vestiti erano stranissimi.

– Ciao anche a te Chad!  – Rise di gusto, mentre lui posava le valigie, per poi tornare a guardarla sconcertato.

– Aspetta un attimo vado a fare una cosa. – Le disse, uscendo. Jennifer rimase con la sola compagnia del suo topo e del gufo marroncino di Chad: Walt. Allora, decisa a sfruttare quel tempo morto, uscì a sua volta con la divisa sottobraccio, in cerca di un bagno dove potersi cambiare in santa pace.

– Ah Chad …– Mormorò, rivedendolo in compagnia di …–  Kotyyyy!!! – Se non avesse avuto le mani impegnate l’avrebbe stritolata in un maxi abbraccio. –  Aspetta vado in bagno. – Fu invece costretta a dirle, avviandosi verso il bagno. Si spogliò e rivestì con tutta calma e solitudine, mentre nel suo animo ribollivano una miriade di sentimenti: ansia, felicità, nervosismo, e anche un po’ di tristezza. Anche se era il suo quarto anno, l’idea di un nuovo anno scolastico la intimoriva ancora un pochino. Si fissò nello specchio: la ragazzina innocente dalle lunghe trecce aveva lasciato il posto a una giovane, con le guance rosate, labbra carnose, rosso ciliegia, e uno stiloso caschetto scalato color mogano violaceo. L’unica cosa che condivideva ancora con quella bambina era un paio di occhioni da cerbiatta, inconfondibili, di un color nocciola ambrati che ti ammaliavano, ingenui ma con un filo di furbizia, invisibile agli altri. – Okay, ora posso uscire. – Decretò, sistemandosi la divisa e aprendo la porta color mogano. Fu spaventata da un rumore, e qualcuno dietro la porta si parò davanti a lei, era piuttosto alto ed era robusto, e si toccava dolorante il naso. Doveva avergli sbattuto la porta sul naso senza essersene resa conto.
– Vuoi stare attenta? – Le sbraitò contro,  agitando le mani come un esaurito. Jennifer sollevò un sopracciglio e si scusò in tono tutt’altro che conciliante:

– Scusa , ma io come  potevo sapere che dietro c’eri tu? –

Quel giorno era abbastanza irritabile, quindi si allontanò dal bagno senza prestare attenzione a quello che stava dicendo lo sconosciuto, anche perché fu investita da una folla di studenti. Individuò i miei amici fuori dal loro scompartimento e li raggiunse, e quando un rospo le saltò in grembo non fu per nulla stupita, vedendo Neville al suo seguito.

 – Dovresti mettergli un guinzaglio sai? –  gli porsi l’animaletto sorridendo, poi ritornò al loro scompartimento. Su un sedile c’erano adagiate alcune leccornie, sicuramente uno dei tanti omaggi per loro di Dakota.

 – Uuuuuh delle merendine! –  Esclamò, facendo “gli occhi a forma di cuore”, e aggiungendo a gran voce:

– Ho una fame!! – Le arraffarono, quando…

– No! – sentì urlare l’amica, che si materializzò davanti alla porta. La guardò interrogativa, e diede un morso alla focaccia senza neanche pensarci. – Jen non farlo! – continuò. Jennifer e Neville si guardarono confusi, poi lui divenne panoazzo.

– Scusa, credevo le avessi portate per non, ogni anno ci dai un regalino e… – disse toccandosi la fronte.

– Oh cavolo, bhe te le ripago! – Assicurò a Dakota, sgranando gli occhi e dando una pacca sulla spalla di Neville.
– Perché quella reazione? –  intervenne Chad, comparendo alle spalle della brunetta. L’espressione di Jen era sempre più confusa, mentre Dakota… Si teneva le mani sul viso, imitando l’urlo di Munch.

 

 

Dakota, cosa aveva fatto prima di quel momento? Dopo aver adocchiato Jennifer, si era fermata un momento a parlare con paio di compagne, che le avevano comunicato una straordinaria notizia: ad Hogwarts ci sarebbe stato il torneo Tremaghi, a cui avrebbero preso parte anche le altre scuole di mezzo mondo! La ragazza le ascoltava, un po’ confusa, mentre, con modi un po’ troppo da maestrine, le esponevano il progetto.

– Aaah…  In effetti, ora che ci penso, alla Coppa del Mondo di Quidditch. – Rammentò infine, scostandosi un po’ la frangia dalla fronte. Ripensò con un brivido alla Coppa del Mondo, in cui i Mangiamorte avevano fatto irruzione, causando panico. E, dal momento che i genitori di Dakota erano dei babbani, era stata molto spaventata all’idea di galleggiare pure lei per aria. Tra le braccia reggeva Einstein, il suo gatto da due anni, che i genitori le avevano regalato una volta che aveva ceduto Gwen, il suo gufo, al fratello minore, Jules. Terzo figlio con sangue magico consecutivo. Chissà se Sophie sarebbe stata altrettanto fortunata! Einstein era un persiano bianco, con un ciuffo di pelo più lungo degli altri sulla fronte, che gli aveva regalato questo soprannome. Dopo qualche chiacchiera, Dakota si avviò verso il treno, ma lì vide due figure: I gemelli Weasley, con cui Jennifer non faceva che punzecchiarsi da anni, dopo quell’episodio al loro primissimo giorno. Sebbene li trovasse egocentrici e immaturi, Dakota pensava che fossero anche divertenti e brillanti, e le sarebbe piaciuto essere in rapporti migliori con loro. Fece per attraversare le porte, mormorando un “ciao” automatico. Però loro si misero davanti, non con fare prepotente, bensì… strano.

 – Ehi, corva, sai fare affari? –  Le chiese quello che immaginava fosse George.

Lei li guardò interrogativa, la fronte corrugata.

– In che senso? – Fece, cauta e incuriosita insieme.

– Stiamo commerciando delle merendine innovative, e vorremmo sapere cosa ne pensano gli studenti. – Le spiegò l’altro, con un sorriso a trentadue denti.

– Ah. No, grazie, non mi interessa. –  Declinò la ragazza.

Conosceva poco i gemelli, ma sapeva che erano furbi, e amavano giocare qualche tiro mancino, di tanto in tanto. E poi, continuavano a chiamarmi “corva”. Va bene, era una Corvonero, avevo i capelli neri e gli occhi scuri, e spesso le mani macchiate di inchiostro nero, per il fatto di essere mancina, ma aveva un nome anche lei!

– Te l’abbiamo detto che siamo disposti a pagarti? –

Questo cambiava tutto.

– Quanto? – Indagò, cercando di non lasciare trapelare un facil consenso.

  Un galeone a focaccina. –  Rispose, credo Fred, in tono pratico. Dakota rifletté: non aveva alcuna intenzione di mangiare qualcosa che quei due le offrivano, per pura sicurezza, ma dietro un piccolo compenso avrebbe potuto pagarsi lo spuntino sul treno, e benissimo buttare nella prima spazzatura quelle focaccine, che motivo aveva di rifiutare?

– Affare fatto. Dammene… uhm, tre. – Acconsentì allora.

I due incartarono quanto richiesto, e me glielo diedero con un sorriso. – Eccola servita, signora. – Fecero all’unisono.

– Facci sapere cosa ne pensi, dopo, mi raccomando. –

Fece un sorriso, forse più impacciato di quanto fosse consentito, non era brava a mentire . – Senza dubbio. –

Dopo aver scambiato un veloce saluto con Jennifer, posò le focaccine su un sedile, meditando di buttarle al primo cestino, e sorprese Chad, che stava parlando con alcune ragazze, a cui fece segno di allontanarsi non appena lei lo raggiunsero. Avrebbe pensato dopo a sbarazzarsene, lei e il suo amico non si vedevano da mesi!

Erano a pochi metri dalla loro cabina.. – Ehi, playoboy! – Lo salutò. Sembrava nervoso.

– Ehi, Koty, hai visto il nuovo look di Jen? – Le chiese, con un bel sorriso stampato in faccia.

– Sì, ha i capelli rossi, ora, rossi! E così corti! – Esclamò, ripensandoci, per poi aggiungere – Però, sta benissimo. –

Era vero: aveva un’aria meno bambinesca, ora.

– Cambiare ogni tanto fa bene… – disse lui, pensieroso. Sembrava riflettere tra sé. La guardò a lungo, poi commentò:

– E tu dovresti tagliarti quella frangia, sembri una drogata! –

– Ah, ma grazie! – Sbottò sarcasticamente Dakota. Nessuno doveva fare commenti sulla sua frangia. Certo i suoi capelli, lunghi fino alle scapole, e mossi, erano un pochettino… Disordinati, ma avevano un loro perché, almeno per lei.

Lei si voltò un attimo, per nascondere il broncio, ed individuò la mia amica già di ritorno, nello scompartimento, che chiacchierava con Neville. E…

 – No! – gridò, correndo subito all’interno dell’ambiente, con una mano tesa.  – Jen non farlo! –

Ma era troppo tardi: aveva già dato più di un morso a una delle focaccine iWeasley. E, orrore, anche Neville ne aveva una in mano, già rosicchiata!

Ed eccoci tornati al punto in cui c’eravamo lasciati. Ora per voi sarà tutto più chiaro.

 

– Vedi… – Inziò Dakota , ma l’amica si era già portato una mano allo stomaco.

Ma che…? Si sentiva strana,  come in subbuglio.  Si voltò, come in cerca di complicità, verso Neville, che aveva la sua stessa espressione. Prima che potesse dire altro, spalancò gli occhi, la bocca… E vomitò dritto davanti a sé. Neville, invece, si toccava la faccia, su cui si facevano strada brufoli carichi di pus che scoppiavano in contemporanea.

Dakota li fissava, premendo sempre i palmi sulle guance, mentre Chad indietreggiava trattenendo un conato di vomito.
Ma come diamine è possibile?  – Strepitò Jennifer, furibonda e sporca. Neville fuggì via gridando. Erano tutti quanti sporchi di vomito e pus, e sembravano sul punto di voler ripetere quello che lei aveva fatto sui sedili un attimo prima.
Mi aspetto una spiegazione!! Urlò di nuovo, guardando i due ragazzi rimasti. Chad si mise una mano sulla bocca e sfrecciò verso il bagno. Dakota la fissava, gli occhi marroni increduli. Era quella messa meglio, visto che, una volta capitata la situazione, si era fatta scudo con la porta semiaperta.

Einstein miagolò, furioso, e verdastro.

– Non dovevate mangiarle!  – Le spiegò, con voce stridula, scuotendo la testa. – Me le avevano date i Weasley, dovevo buttarle! – Non c’era molto tempo per spiegare il resto. Perché l’amica la fissava.

E, in quel momento, era sul serio furiosa.

 

 

 

Allooora… Ecco un nuovo capitolo. Un po’ breve, ma il terzo è già in cantiere ;) Abbiamo immaginato i gemelli agli arbori della loro produzione di Merendine Marinare e varie, speriamo vi sia piaciuto! Se tutto questo vi sembra un po’ esagerato, andando avanti la storia vi chiarirà tutto. Concludendo, ringraziamo coloro che hanno recensito( Fenrir Greyback, Chloe_Black, ilary_chan *__* ), e invitiamo chiunque abbia voglia di dire la sua a farlo. Un bacio e a presto, ci vediamo nel prossimo capitolo!

Sara e Vale

 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Crazy_Twins