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Autore: Crazy_Twins    23/07/2011    3 recensioni
Questa è la storia che non conoscete, che ha come protagoniste due inedite eroine, che coesisteranno e percorreranno con i loro occhi la storia che tanto amiamo. Jennifer e Dakota, una Grifondoro e una Corvonero coetanee ad Harry, che aiuteranno, seppur in maniera invisibile, legando con tutti i nostri protagonisti.A partire dal loro quarto anno, carico di nuovi desideri e tante scoperte.
Non sono più quelle piccole bambine che andavano in giro per Hogwarts con aria sognante. Ormai sono due streghe adolescenti in cerca della verità, amicizia e perché no anche dell’amore!
E con l’arrivo di altre due scuole di magia, per la competizione , le due si ritroveranno ad affrontare tante piccole avventure. Chi è curioso entri!
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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capitolo primo

Salve a tutti, siamo Vale e Sara, due grandi fan di Hp, rispettivamente Eris95 e Lakrimosa su EFP. Useremo questo account insieme, non appena ci verrà modificato il nome. Abbiamo deciso di scrivere insieme questa fic, perché, finito Harry Potter anche sugli schermi, abbiamo avuto voglia di riprenderlo, per non farlo sentire "finito" sul serio. Questa storia vede protagonisti due ragazze di nostra invenzione, Jennifer e Dakota, che vivranno la storia di Hogwarts con i loro occhi, come può averlo fatto qualsiasi studente coetaneo ad Harry, interagendo addirittura con i personaggi veri della serie. Non stravolgeremo la trama, questa storia vuole solo farvi ridere un po', e magari commuovere!  Grazie a chiunque ci farà sapere se gradisce o meno...

Il primo capito sarà scritto a due voci, ovvero delle protagoniste, il primo scritto da Vale, il secondo da Sara, mentre i prossimi capitoli saranno scritti in un unico testo.
Buona lettura! ^^

 

 

 

 

 

 

Capitolo 1 : Lo smistamento.

 

 

Jennifer
 

Trovavo davvero molto interessante come mia madre si applicasse a leggere quei strani libri, già bhe non era una cosa normale leggere dei libri di Stregoneria, mi avvicinai con aria fuggitiva verso la libreria di casa e presi un grosso libro, aveva la copertina in cuoio di color verde smeraldo e aveva delle rifiniture color oro sui bordi,sopra di esso c’era scritto: Storia della magia. Di Adalbert Incant. Alzai un sopracciglio, e mi guardai in torno, non volevo che mia madre mi pizzicasse mentre gironzolavo fra le sue cose.

Vedendo che non c’era nessuno nelle vicinanze, mi sedetti sulla poltrona e aprii il libro, tossicchiai il libro era pieno di polvere e cominciai a leggere una, due pagine, dove parlavano dei roghi delle streghe ed del perché furono inutili, Nel medioevo,i non-maghi ( o comunemente noti come Babbani) nutrivano un particolare timore per la magia, ma non erano molto abili nel riconoscerla. 

 Nelle rare occasioni in cui catturavano una vera strega o un vero mago, i roghi non avevano comunque effetto. La strega o il mago in eseguivano un semplice incantesimo Freddafiamma e poi fingevano di urlare di dolore mentre i realtà provavano una piacevole sensazione di solletico.

Guendalina la Guercia era cosi contenta di farsi bruciare che si lasciò catturare non meno di quarantasette volte sotto vari travestimenti. 

-Babbani?-  pensai tra me e me, ero più confusa di prima, ma la mia piacevole lettura fu interrotta  –Jen, cosa stai combinando? Dai vieni è tardi!-  sentii la voce di mia madre che si faceva sempre più vicina, -cavolo!- mi alzai di fretta e furia dalla poltrona e misi rumorosamente il libro al suo posto –No, niente mamma!- le dissi trovandomela davanti che mi fissava –Raccogli quel foglio e muoviti.-  disse lanciandomi uno sguardo veloce, poi prese il mio zaino e scese da casa.

Mi guardai i piedi, e notai che per terra c’era una lettera , la presi e l’osservai, era un peccato buttarla aveva una carta raffinata, quindi la misi nella giacca e scesi anche io raggiungendo mia madre, -Hai messo tutti i libri nello zaino?- mi chiese appena entrai in auto, feci cenno di si e guardai fuori dal finestrino.

Mi rilassava molto osservare le cose,  specialmente quando ero in macchina, mi faceva pensare –Bene siamo arrivati. Vieni fatti aggiustare.- già eravamo arrivati a quella noiosissima scuola, feci un broncio alla vista di alcuni studenti, poi mi feci aggiustare i miei lunghi capelli castano ramato, che quel giorno erano sistemati con delle codine.

-A presto tesoro.-  mi baciò affettuosamente sulla guancia e poi uscii dalla macchina –Ciao mamma.-  mi affrettai ad entrare in classe, alla prima ora avremmo avuto la maestra Padmul, ovvero quella di francese, è inutile dirlo che in quella materia facevo pena, vero? 

Quando arrivai in classe mi misi al mio solito posto, all’ultimo banco della prima fila –Giorno Jen!- mi salutò la mia compagna Amelia, andavo d’accordo con lei, anche se avvolte assumeva un’aria troppo da snob, ma ci avrei scommesso  mille sterline che era solo un modo per difendersi.

-Ehi…- mi sedetti sulla sedia e appoggiai la testa sul banco, non avevo voglia di parlare con nessuno, e a quanto parve Amelia l’aveva capito visto che chiuse la bocca e si girò dall’altra parte.

Passarono minuti fino prima che arrivò anche quella befana della maestra – Bon jour - disse con quella sua voce gracchiante, sembrava un condor obeso! Alzai sullo sguardo e alzai la mano in segno di saluto mentre gli altri la salutavano in francese, mi scoccò uno sguardo maligno e poi ritornò sul registro, la lezione passò in modo lento e noioso, e mentre gli altri leggevano o scrivevano eccetera ,eccetera. Io guardavo i muri con aria assente quando poi…- Miss Fox, nous avons le grand plasir d’attier son attention? - sentii quella voce orribile e il suo respiro pesante sulla mia testa, alzai lo sguardo e vidi il suo doppio collo con quella enorme faccia piena di nei,  la guardai con un senso di confusione, cavolo avevo solo 11 anni non potevo mica capire tutto! –Emh...- la guardai imbambolata, ma lei ancora più infastidita mi aprii sgarbatamente il libro di francese –Legga!- mi urlò contro, wooow cavolo faceva davvero paura specialmente dal punto di  vista che avevo io.

Guardai il libro e cominciai a leggere  -Il était une fois une petite fille nommée Elais-

Driiiiiiiiiiin, sospirai sollevata mi alzai chiudendo di botto il libro, e con essa la mano della Padmul che mi guardò cosi furiosa che cominciai a pensare che le sarebbe uscito il fumo dalle orecchie!.

Okay quella giornata non era iniziata per niente bene, mi allontanai dalla mia classe e andai in biblioteca, dovevo consegnare un libro,  ci entrai tranquillamente e respirai quel aria  che profumava di libri scritti con l’inchiostro, okay no… In realtà c’era puzza di chiuso e c’era polvere dovunque. Riportai il libro alla bibliotecaria e andai in cerca di altri libri, quando mi venne in mente la lettera di stamattina, la presi e l’aprii :

Cara signorina Pamela Wilford , lei  stata ammessa alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts!  

Gli studenti del primo anno dovranno avere:

Almeno un completo da lavoro in tinta unita (nero) (fornito dalla scuola)

Un cappello a punta in tinta unita (nero)da giorno

Un paio di guanti di protezione (in pelle di drago o simili)

Un mantello invernale (nero con alamari in argento)

Libri di testo

Manuale degli incantesimi, Volume secondo di Miranda Gadula

Storia della Magia di Bathilda Bath

Teoria della Magia di Adalbert Incant

Guida pratica alla trasfigurazione per Principianti di Emeric Zott

Mille erbe e funghi Magici di Phyllida Spore

Infusi e Pozioni magiche di Arsenius Brodus

Gli animali fantastici: dove trovarli di Newt Scamandro

Le forze oscure: guida all'utoprotezione di Dante Tremante

Accessori vari

1 bacchetta magica

1 calderone (in peltro misura standard, 2)

1 set di provette di vetro o cristallo

1 telescopio

1 bilancia d'ottone 

Animali

Nece.ssariamente servirebbe un gufo per la propria posta

*Animali facoltativi : 1 gufo/1 gatto/1 rospo/1topo.

Rilessi più volte quella lettera, e più lo facevo più mi sentivo cofusa… che c’entrava mia Madre con quella lettera? E quei libri??.

Le ore che vennero a seguire dopo non mi aiutarono affatto, matematica,scienze e inglese,

Ma non ero attenta alle lezioni, infatti  non riuscivo a cacciarmi dalla testa quella stramaledetta lettera. Passarono giorni, settimane  dopo quel fatto, e le cose strane non erano finite, infatti quando ero arrabbiata succedevano delle cose… tipo che scoppiavano bicchieri e se dovevo essere sincera, la cosa mi preoccupava molto.

L’unica cosa positiva era che la scuola era finita e che finalmente avrei potuto dormire quanto volevo.

 

Ma le cose strane non finirono…. Una settimana prima dell’inizio della scuola…..

Mi stiracchiai ancora assonnata, erano le undici della mattina e mi ero appena alzata, ero sola in casa con mia madre, mio padre Alexander Fox era al lavoro.

Afferrai il becon e cominciai a mangiarlo quando un qualcosa di strano fuori dalla finestra attirò la mia attenzione –Mamma perché c’è un gufo che mi fissa?- le chiesi stropicciandomi gli occhi, forse lo stavo immaginando…ah no era ancora li! In tutta risposta mia madre fece un urlo e si diresse verso la finestra facendo entrare il gufo, io la guardavo scioccata, mentre mangiavo le uova, -c’è ma questa qua è scema!- -Finalmente! Cominciavo a pensare che non arrivasse più- detto quello prese una lettera, che era legata alla zampetta del gufo e me la consegno, riconobbi subito la busta della lettera, era identica a quella che avevo letto tre mesi fa… la aprii e:

 

Cara signorina Jennifer Fox, lei  stata ammessa alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts!  

Gli studenti del primo anno dovranno avere:

Almeno un completo da lavoro in tinta unita (nero) (fornito dalla scuola)

Un cappello a punta in tinta unita (nero)da giorno

Un paio di guanti di protezione (in pelle di drago o simili)

Un mantello invernale (nero con alamari in argento)

Libri di testo

Manuale degli incantesimi, Volume secondo di Miranda Gadula

Storia della Magia di Bathilda Bath

Teoria della Magia di Adalbert Incant

Guida pratica alla trasfigurazione per Principianti di Emeric Zott

Mille erbe e funghi Magici di Phyllida Spore

Infusi e Pozioni magiche di Arsenius Brodus

Gli animali fantastici: dove trovarli di Newt Scamandro

Le forze oscure: guida all'utoprotezione di Dante Tremante

Accessori vari

1 bacchetta magica

1 calderone (in peltro misura standard, 2)

1 set di provette di vetro o cristallo

1 telescopio

1 bilancia d'ottone 

Animali

Necessariamente servirebbe un gufo per la propria posta

*Animali facoltativi : 1 gufo/1 gatto/1 rospo/1topo.

 

-Tu sei una strega!- disse tutta allegra mia madre, io la guardai con uno sguardo passivo –Mi stai prendendo per i fondelli?- ma a quanto pare, non scherzava per niente visto che ora mi trovo sull’espresso per Hogwarts, con un topolino albino in tasca e una bacchetta di Biancospino e corde di cuore di drago di 10 pollici.

Bhe almeno una cosa positiva c’era, non sarebbe stata una scuola noiosa io amavo la magia, quindi non avrei avuto problemi a gestirla, o almeno credo.

 

Il viaggio duro per qualche ora, in cui feci amicizia con dei ragazzi del terzo anno che mi spigarono come funzionava ad Hogwarts, c’erano quattro casate, Serpeverde dove andavano i puro sangue ( che io ho nominato come snob con la puzzetta sotto il naso.) Tassorosso dove andavano le persone leali, buone e puri di cuore ( beh un po’ mi sapeva da sfigati però sarei potuta finirci io li quindi mi limitai a pensarli come leali.) Corvonero li finiscono le menti più brillanti e geniali ( “secchioni” si vabbè dai mo mi hai visto la! Anche se in un certo senso ero geniale, ma insieme ero anche contorta e perversa quindi…) Grifondoro dove vanno i coraggiosi,cavallereschi (spacconi ma gente okay.) –Allora hai capito?- mi fece uno dei tre che era Corvonero, in quel momento nella mia mente stavo pensando ad altro( alle gelatine tutti gusti + 1!!! Buonissime!) quindi usai la tecnica del “annuisci e sorridi” –Oh cavolo tu sarai una Corvonero, si vede già dalla faccia!- disse entusiasta il biondino, a sentire quelle parole scattai a ridere.

Il viaggio per il resto fu abbastanza tranquillo, quando scesi dal treno non ebbi nemmeno il tempo di posare per terra la valigia che mi ritrovai bagnata fradicia dalla testa hai piedi, sentii delle risate e mi voltai verso quel gruppetto di ragazzi –Ma siete scemi?- urlai fulminandoli con lo sguardo, i ragazzi smisero di ridere, li guardai con attenzione erano tre due gemelli con i capelli rossi e uno un po’ più basso dei due con la carnagione scura e le treccioline nere –Scusa, pensavamo che eri una serpe.- si scusò uno dei due gemelli – Hpf...- presi indignata le mie cose e mi incamminai verso un omone grande che ci fece salire su  delle barche, se non fosse l’orribile figura che avevo fatto prima, mi sarei goduta quello stupendo spettacolo, guardai incantata il castello quando un rospo mi salì sulle gambe, trattenei a stento di gettarlo con un calcio nel lago oltre a una gridata di disgusto, quando sentii un ragazzo dietro di me: -Oh no, Oscar dove vai?- mi voltai verso il ragazzino e glielo diedi –Tieni… Ehm, è carino- mentii sorridendogli –Comunque piacere io sono Jennifer Fox- gli offrii la mano –Oh grazie! Io sono Neville, Neville Paciok!- gli sorrisi poi ci fu un botto, che ci  avvisò che eravamo a riva, io e Neville seguimmo gli altri ragazzini e infine ci ritrovammo su una scalinata, io ancora bagnata zuppa di prima per  poco scivolai, mentre Neville perse  di nuovo Di vista  il suo rospo.

A quanto pareva, dovevamo aspettare una professoressa, nel frattempo tutti si scambiarono qualche parola, io mi guardavo in torno, ma non mi andava di parlare poi il mio sguardo andò su due ragazzi uno biondo e uno con i capelli neri e con gli occhiali, non diedi molto importanza al loro discorso, non ero una ficcanaso avevo solo capito che quello biondo era un certo “Draco Malfoy” e l’altro “Harry Potter” tutti guardavano Harry come se fosse chissà chi,sbuffai  e guardai altrove –ma che diamine di nome è Draco?- risi tra me stessa. –Eccoti!-gridò Neville andando incontro a Oscar, ma facendo anche una brutta figura visto che quando si piegò si ritrovò davanti hai piedi della professoressa, lei lo guardò con compassione e si mise a parlare dello smistamento-Benvenuti a Hogwarts! Dunque, fra qualche minuto varcherete questa soglia e vi unirete ai vostri compagni, ma prima che prendiate posto verrete smistati nelle vostre case. Sono Grifondoro, Tassorosso,Corvonero e Serpeverde. Per il tempo che starete qui, la vostra casa sarà la vostra famiglia: i trionfi che otterrete le faranno guadagnare punti e ogni violazione delle regole le farà perdere punti. Al fine dell'anno, alla casa con più punti verrà assegnata laCoppa delle Case!-,  poi il suo sguardo andò su di me, -E lei signorina Fox, perché è bagnata fradicia?- tutti mi fissarono e udii una voce che diceva – Ehi, te la sei fatta addosso? – e si misero a ridere, mi voltai e guardai con tutto il disprezzo che possedevo quel ragazzino biondo –Taci testa ossigenata!- dissi e un altro coro di risate apparve, -Professoressa, due ragazzi mi hanno fatto uno scherzo.- la professoressa McGranitt , che parve aver già capito chi erano, agitò la bacchetta e in un lampo ero asciutta, perfino le mie trecce lo erano.

Finalmente ci fecero entrare nella sala grande, e io come una sciocca rimasi a bocca aperta per la bellezza di quella sala, ma soprattutto di quel soffitto, quando ci trovavamo di fronte tutti i professori, una ragazza dai capelli biondo scuro  vedendomi in quello stato disse: - Il soffitto non è vero, sembra un cielo stellato, ma è una magia. È nel libro Storia di Hogwarts. Io l'ho letto!.- la guardai e in risposta dissi –Fico!- bene ora era il momento cruciale, la professoressa prese un capello, non tanto messo bene per i miei gusti,  cominciò a chiamare –Abbott Hannah!- la ragazza si avvicinò e si sedette sullo sgabello, e quando le si avvicino il cappello sulla testa  prese vita – Uhm……Tassorosso!- e una folla di applausi venne da un tavolo, bhe continuarono cosi per molto quando finalmente dissero il mio nome, - Jennifer Fox!- feci un respiro profondo, e  con tutto il coraggio che avevo mi feci avanti, nemmeno fossimo in guerra oh!, mi sedetti e mi appoggiarono il cappello parlante sulla testa –Oh- disse io scattai e per un po’ non mi misi a gridare, cavolo faceva senso, e poi con tutti quei occhi che ti fissavano, come se fossi  un fenomeno da 

Baraccone, - Umh, complicato…. Hai una mente geniale, ma hai anche grinta da vendere…dove ti colloco…- il cappello ci ragionò su, e per qualche secondo cominciai a pensare che sarei stata senza casata –Oh, ma no sciocchina…Grifondorooooo!-  per qualche secondo pensai che mi avesse letto nella mente ma quel pensiero sparì mentre mi incamminavo sorridente  verso il tavolo e mi godei gli applausi.

 

 

 

 

 

 

Dakota

 

Ricordo come se fosse ieri il mio primo giorno ad Hogwarts…

Avanzavo incespicando nei miei stessi piedi, sbattendo le palpebre confusa davanti al binario nove e tre quarti. Era davvero strano… Io Dakota Sanders, una strega? Nel senso letterale, una ragazzina dotata di poteri magici? Non riuscivo ancora totalmente a capacitarmene.

Eppure, non doveva essere così difficile, considerando che prima di me c’era già passata mia sorella Christine, che mio passa due anni. Ma, considerando che i miei genitori sono due babbani, la cosa era comunque sorprendente, immaginate la mia espressione alla vita della lettera d’ammissione!

Chissà se anche i miei fratelli minori, James, un anno più piccolo di me, e Sophie, che era la più piccola di casa e all’epoca aveva solo sei anni, avrebbero ricevuto la loro lettera compiuti gli undici anni. Il sangue magico scorreva anche nelle loro vene?

Accarezzai il mio gufo, Gwen, nuovo di zecca, guardandomi intorno. Un paio di settimane prima, mia madre, che aveva sempre preferito alla bellezza la praticità, mi aveva fatto tagliare i capelli molto corti, e la cosa mi imbarazzava un pochino. Ogni estate ci costringeva ad esibire il caschetto che io avevo ora. Salii sul treno insieme a mia sorella, che poi si allontanò con un paio di amiche Tassorosso come lei. Mi chiesi per l’ennesima volta dove sarei finita io : Grifondoro, Tassorosso, Corvonero, Serpeverde? Mi sedetti al primo posto libero in uno scompartimento, con altri primini.

Non spiccicai parola per quasi tutto il viaggio. Il mio umore migliorò quando passò una signora anziana che spingeva un carrello colmo di dolci colorati e stravaganti. Comprai qualcosina, iniziando proprio dalle gelatine tutti i gusti +1 . Sapeva di uova marce. La sputai disgustata e ne provai un’altra nella speranza di essere più fortunata al secondo tentativo. Fu così: pizza! Dopo aver mangiato divenni più loquace, e scambiai qualche parola con i miei compagni di viaggio. Da loro appresi che con noi, per il primo anno, c’era il famoso Harry Potter. In realtà all’inizio io non sapevo neanche chi fosse, ma i più esperti mi spiegarono, dopo una smorfia, la sua storia. Al termine di essa restai sbalordita, e molto emozionata all’idea che il Bambino Che è Sopravvissuto si trovasse tra di noi… Peccato che non sapevo nemmeno che faccia avesse.

Proprio in quel momento vidi passare dei ragazzini che avevano più o meno la nostra età, per il corridoio esterno. Due erano alti e tozzi, e la loro infantilità si poteva leggere semplicemente nei tratti del viso, quello biondo che stava in mezzo, però, quello che aveva l’aria di comandare, aveva un’aria che ricordava di meno un lottatore di wrestling. Quello coi capelli più ispidi si teneva il dito, probabilmente dolorante, ma tutti sembravano contrariati. Restai a fissarli finché non scomparirono dietro il primo angolo, poi, con espressione imbambolata, spostai gli occhi di fronte a me. Infine, decisi di ricorrere alla lettura, passatempo ideale per il lungo viaggio che ancora ci aspettava.

Qualche tempo dopo giungemmo a destinazione. Scesi, e presi i bagagli, facendomi spazio tra la folla che ora riempiva ogni angolo di spazio del treno. Cercai qualche volto noto tra i tanti, senza riuscirvi. Alla fine arrancai verso le barche che avrebbero portato a destinazione tutti noi del primo anni. Hagrid ci fece segno e aiutò tutti a salire. Da lì vidi bene, nel buio della sera ormai inoltratosi, le luci che splendevano dall’imponente castello che si ergeva, alto e svettante con le sue torri appuntite. Lo guardai estasiata col fiato mozzo. Arrivammo all’interno del castello, e mentre camminavo per i corridoio cercavo di memorizzare con gli occhi tutte le strade e i quadri che incrociavamo, per non perdermi. Stavamo andando nella Sala Grande, per il tanto temuto smistamento. All’improvviso, tra i toni che ormai erano diventati bassi e bisbiglianti, si levò una voce maschile e strascicata: – Ehi, te la sei fatta addosso? –

Apparteneva la ragazzo biondo platino e pallido che avevo visto nel treno, era difficile sbagliarsi con quei capelli. Si stava rivolgendo a una ragazzina dalle lunghe trecce castano ramato, bagnata fradicia. Si sentì una risata generale, a cui non mi unii. Questa si amplificò dopo che la ragazza, inviperita, replicò: – Taci, testa ossigenata! –

– Scusate, – obbiettai, perplessa, – ma come avrebbe fatto a farsela in testa? –

La frase mi sfuggì senza che me ne rendessi neanche conto, in realtà, l’avevo pronunciata inconsciamente, in parte sicura che nessuno, in quella piccola confusione, mi avrebbe udito. Invece la mia voce partì chiara, complice del silenzio che l’ingresso della McGranitt con il suo arrivo aveva portato. Avvampai e abbassai lo sguardo. Era una donna alta e magra, con i capelli stretti in uno chignon severo come la sua espressione. Asciugò la ragazzina con un colpo di bacchetta e fece segno a tutti di proseguire. Guardai con un po’ di curiosità l’ex-fradicia allontanarsi: magrolina, capelli lunghi, pelle chiari e occhi da cerbiatta. Non ero abbastanza socievole da andare e presentarmi, anche se non sembrava antipatica. Al contrario di quella che l’aveva presa in giro, insomma, chi attacca briga non appena mette piede in un nuovo posto?

Entrammo nella Sala Grande. Era piena di ragazzi che si erano già accomodati degli studenti degli anni superiori. L’ansia mi assalì nuovamente. Grifondoro, Tassorosso, Corvonero o Serpeverde?

Mia sorella, che avevo riempito di domande in quel periodo più che mai, mi aveva spiegato che generalmente nella casata rosso-oro finivano i più audaci, in quella nero-gialla invece coloro che manifestavano un’indole buona e leale, o semplicemente erano inadatti alle altre, e a Corvonero quelli con un igegno particolarmente aguzzo, come ogni membro della casata nero-blu. Infine, in quella verde-argento, i più astuti, e a tratti, subdoli, maghi dal sangue puro. A parte l’ultima, la scelta era davvero difficile. Non sapevo se avevo le capacità adatte a una qualsiasi di quelle casate, e non avevo neanche idea di quella a cui avrei dovuto aspirare. Ero solo una bambina, che mi costasse ammetterlo o meno, alla fine!

La McGranitt iniziò a chiamare i ragazzi che dovevano essere smistati uno a uno. Vidi quindi molti ragazzini andare fino alla pedana vicino al tavolo dei professori, e venire smistati dal Cappello Parlante, dopo che esso ebbe intonato la sua canzone sulle casate di Hogwarts, che mi mandò solo in più confusione, ed aumentò la mia aspettativa. Ma l’unica cosa che potevo fare era attendere il mio turno e scrutare chi veniva prima di me. Il capello sussurrava nelle loro orecchie chissà quali segreti, per poi urlare a tutti il luogo prescelto per il giovane studente. Sbirciavo di tanto in tanto anche ai tavoli dei professori, cercando di ricordare i nomi che Christine mi aveva ripetuto così tante volte. Silente, il preside, però, sembrava quello più interessante, con la sua lunga barba bianca e i capelli come zucchero filato. Sul suo naso brillavano un paio di occhiali a mezzaluna.

Quando giunse il turno di Harry Potter, lo fissai come se fosse un alieno mentre si sedeva sullo sgabello, pronto ad essere scansionato dal Capello Parlante, di nome e di fatto. Era un giovane occhialuto dagli occhi verdi e i capelli neri e scompigliati. Sulla sua fronte si intravedeva la famosa cicatrice a forma di saetta. Ci impiegò un po’ più tempo degli altri… Era un Grifondoro! Battei le mani con entusiasmo. Altro che il ragazzo biondo, noto come Draco Malfoy. A lui era toccata, dopo un brevissimo colloquio, Serpeverde, la casata di tutti i futuri maghi oscuri. Certo, a vedere noi ragazzini di undici anni sembrava un po’ drastica come selezione. Ma io, dove sarei finita? Iniziai ad agitarmi. Anche la ragazzina di poco prima venne chiamata. Grifondoro anche lei. Questo spiegava l’antipatia già nata con Malfoy, Grifondoro e Serpeverde di rado andavano d’accordo, come mi aveva anticipato Christine. Arricciai il naso.

Finalmente arrivò al mio nome. – Dakota Sarah Sanders. –

Mi feci largo tra gli studenti con le gambe che tremavano. Credevo di essere sul punto di vomitare. Non mi piaceva avere gli occhi di tutto addosso. Mi sedetti sullo sgabello e sentii il capello che mi veniva messo sulla testa. Una voce profonda mi penetrò nella mente:

– Perché tutta questa agitazione, Dakota? – Mi domandò, allegro. Mi mossi un po’ sullo sgabello, non sapendo bene cosa dire. Cosa voleva che provassi in quel momento?

– Dakota… Un nome molto particolare, per una nata babbana, non trovi? –

– Già… – Risposi, con la gola secca. – Significa “amico” in antico indiano. – Aggiunsi, quasi inconsciamente. Amavo trovare i significati dei nomi, suonavano quasi come presagi, ed erano una parte di noi. E mi piaceva particolarmente il significato del mio, ero una persona amichevole, anche se mi piaceva stare per conto mio in alcuni momenti.

– Uhm… interessante. Smettila di tremare come una foglia, mia cara, sto solo frugando un po’ nel tuo cervello! Ma ho visto abbastanza, finora… Credo tu sarai una perfetta… – pausa ad effetto

– CORVONERO! –

Vi fu uno dei tanti applausi scroscianti di quella serata. Spalancai gli occhi. Mi aveva già smistata? Avanzai fino al mio tavolo, sentendomi stranamente leggera ma al tempo stesso con la testa che mi scoppiava. Mi sentivo felice, anche se stordita… Ero un’insieme ingarbugliato di emozioni! Ci trovavamo solo al principio eppure, sì, era fatta. Non mi poteva andare meglio, vero? Cioè, ero finita nel gruppo dei cervelloni! Okay, mi piaceva sentirmi dire che avevo delle capacità intellettuali, ma non pensavo che sarei arrivata a quel punto! Presi le posate in attesa del banchetto.

  
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