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Autore: HarryJo    18/08/2011    3 recensioni
Lui aveva provato a scostarsi, aveva provato anche a stare lì. Aveva provato a toccare il fondo, lei lo sapeva. Lei c’era, anche se lui l’allontanava. E poi la riprendeva.
Come una molla, la distanza tra loro era come una molla nelle mani di Draco. La lanciava, e Pansy andava con lei, lontana da lui, offesa e ferita. E poi la ritirava su e lei si incollava a lui ed insieme riuscivano a rialzarsi dalle batoste del mondo.

Una mini-long di tre capitoli sulla coppia Draco/Pansy arrivata sesta al contest "Il pirata, la prigioniera e la dama di compagnia" di MedusaNoir sul forum di EFP e vincitrice del premio Emozioni e del premio Pansy.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Astoria Greengrass, Draco Malfoy, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Pansy
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Sbagliata ossessione d’amore.

 

 

 

#001: Molla d’amore.

 

Pansy era sempre stata innamorata di Draco, e questo si sapeva. Il suo amore – definito alcune volte addirittura come una morbosa ossessione – non aveva mai vacillato. Si sentiva sempre attratta da lui allo stesso modo.

Lui aveva provato a scostarsi, aveva provato anche a stare lì. Aveva provato a toccare il fondo, lei lo sapeva. Lei c’era, anche se lui l’allontanava. E poi la riprendeva.

Come una molla, la distanza tra loro era come una molla nelle mani di Draco. La lanciava, e Pansy andava con lei, lontana da lui, offesa e ferita. E poi la ritirava su e lei si incollava a lui ed insieme riuscivano a rialzarsi dalle batoste del mondo.

Parecchie persone la compativano. Tutti vedevano che Draco non la amava, e si chiedevano come mai lei non riuscisse a capirlo.

Ma Pansy lo sapeva che lui non avrebbe mai ricambiato il suo amore. Tutte le volte che gli stava accanto, che la baciava, che la possedeva, sentiva sempre un distacco. Come se tra loro ci fosse una spessa barra di vetro, a dividerli e a impedire che sbocciasse un sentimento vero.

Eppure non aveva perso la speranza. Continuava a lottare, graffiando con le unghie quella parete, sperando un giorno di farla venire giù, per buttarsi al collo di Draco e sentire, finalmente, anche l’altra faccia dell’amore.

Quando arrivò quel giorno lei quasi non riuscì a crederci.

La Battaglia di Hogwarts l’aveva distrutto.

Il suo orgoglio Serpeverde, che giorno dopo giorno si era fatto più rado, era del tutto svanito. Sentiva su di lui le macchie della colpa, della paura. E il suo muro impenetrabile si era ormai sgretolato del tutto, insieme alle sue convinzioni.

Pansy, sicura, gli era andata incontro, ancora una volta, decisa ad aiutarlo. Ma non ci fu bisogno di insistere, perché lui aveva davvero bisogno di lei. Era scoppiato e le aveva raccontato ogni cosa, liberandosi, lasciando che le parole uscissero dalla sua bocca e che il loro peso svanisse insieme a loro, nell’aria.

Lei lo ascoltava, accarezzandogli i capelli biondi, e piangendo accanto a lui. Ma era felice, perché finalmente era riuscita a fare qualcosa per lui. Si sentiva importante.

Era sicura di averlo sognato, eppure ogni mattina al suo risveglio dopo quel giorno aveva sempre trovato Draco accanto a lei, che la stringeva come solo lui sapeva fare.

Fino a quel giorno.

 

Quando si era svegliata aveva trovato Draco già sveglio, che si stava rivestendo e sembrava pronto ad andarsene dalla loro culla d’amore.

« Te ne vai già? » gli aveva chiesto, con un tremito.

« Sì, Pansy. Devo andarmene » aveva risposto serio lui.

« E quando tornerai? »

« Non lo so se tornerò ».

Cinque parole che sconvolsero tutta la vita di Pansy in meno di un secondo.

« Come non lo sai? Che stai dicendo? »

Non capiva. O forse non voleva capire.

« Pansy ho approfittato abbastanza di te. Lasciami andare ».

Il suo tono non ammetteva repliche. Era di nuovo freddo, distante anni luce da lei, che intanto sentiva il suo cuore spaccarsi in mille frammenti, che cadevano silenziosi in quel letto solitario.

« Addio » aveva detto, prima di richiudersi la porta alle spalle.

E la molla si spezzò.

 

   
 
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