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Autore: AliceIsola    09/04/2006    1 recensioni
L'argomento è un pochino delicato,anche se è molto velato, il tema è l'anorressia, spero di averlo reso abbastanza bene
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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SOLO TRISTEZZA-

SOLO TRISTEZZA
-capitolo 5-

''Severus! Ehi!''
Una voce gentile lo costrinse a voltarsi verso il tavolo incriminato, il ragazzo si voltò lentamente per vedere chi gli avesse rivolto la parola, non certo per qualche motivo trascendentale, solo perchè era davvero poco abituato a sentire pronuciare il suo nome di Battesimo da qualcuno che non fossero i suoi genitori o un parente, non aveva nessuna confidenza con gli altri studenti, era già fortunato se qualcuno utilizzava il cognome, invece di un' offesa o un' epiteto per rivolgersi a lui, quindi figuriamoci se era normale essere chiamato così cofidenzialmente e con un tono di voce così gentile.
La ragazza che lo aveva chiamato era nientemeno che Meredith Bullstrode, la cercatice della squadra di Serpeverde, nonchè la più carina ed ambita ragazza della sua casa. Poteva scommetterci la promozione che non c'era studente di sesso maschile della casa di Salazar che non avesse una cotta per lei, tutti, nessuno escluso, e lui ovviamente non faceva eccezione.
La ragazza in questione era veramente bellissima e, ad i suoi occhi un pò infantili, più simile ad una fata che ad un essere umano: due zaffiri , due onde del mare le illuminavano il viso radioso, e lunghi riccioli biondi le incorniciavano il volto perfetto, una specie di principessa delle fiabe più adatta ad un bellissimo sogno che alla realtà.
Parecchi ragazzi le facevano la corte, chi più chi meno arditamente,( a dire la verità davvero in pochi sarebbero stati alla sua altezza), ma erano stati , con la consueta nobiltà di modi che la contraddistingueva, inevitabilmente respinti.
C'era chi diceva, forse per rabbia o forse per delusione, che facesse la ''preziosa'' ,per via del fratello maggiore, (due anni più grande di lei ed anche lui studente di Hogwards), troppo affettuoso e protettivo con la sorella per lasciarla nelle mani di qualcuno di loro.
Ed ora la più bella ragazza della casa si rivolgeva con un tono così affettuoso e confidenziale, a colui che era unanimemente considerato il rifiuto dell'intero istituto? Com'era possibile?
''Ehi sei dei nostri?''
''Oh scusa!'' balbettò timidamente Severus, tenendo gli occhi bassi ed evitando di guardare la sua interlocutrice e gli altri seduti al tavolo con lei,
''Non sei venuto a lezione oggi, non ti sentivi ancora bene?'' continuò lei in tono affabile,
Severus non rispose, scosse solo timidamente il capo,
''Mi dispiace. Sai,oggi il prof di difesa ci ha raccontato una cosa divertentissima, ha fatto ridere tutta la classe, e poi si è persino scordato di assegnare i compiti...ti sei perso proprio una giornata stupenda...ma adesso stai un pò meglio vero?''
Severus era sempre più imbarazzato, ''Ssi, '' rispose ancor più timidamente, non notando per fortuna gli sguardi divertiti dei compagni di tavolo di Meredith, la sua pelle diafana aveva infatti assunto una tinta simil pomodoro, non troppo consona all'immagine del ragazzo freddo ed indifferente ,che da anni andava propagandando per la scuola.
''Domani allora vieni a lezione?!''
Ancora una volta Severus scosse timidamente il capo, ora era davvero sconvolto: mai nessuno era stato così carino con lui.
''Adesso che cosa fai?'' Gli chiese con fare curioso la ragazza
''Bhe...veramente io...dovrei finire i compiti...''
''Allora non ti trattengo più, non voglio farti perdere tempo, e non voglio che tu prenda qualche brutto voto per colpa mia...''
La ragazza lo congedò con un gesto grazioso della mano, un ''ciao ciao'' per cui in parecchi avrebbero pagato oro, e a cui lui rispose con goffaggine ancora maggiore dell'usuale.
Aveva le guance in fiamme, abbassò gli occhi ,per nascondere l'imbarazzo e si diresse di corsa verso il fondo della biblioteca.
''Com'è potuto accadere? '' Cominciò a chiedersi Severus mentre tirava fuori libri e quaderni, ''Meredith, non una qualsiasi...parlare a me!?'' Il ragazzo sentì una strana fitta al cuore, ma non quel peso insostenibile che quotidianamente lo accompagnava...qualcosa di diverso, di caldo e dolce, una specie di abbraccio...e non potè fare a meno di abbandonarsi ai suoi sogni da adolescente.
Doveva averlo visto...in sala comune...aveva lasciato un'attimo i libri incustoditi su un tavolino...e lui sempre così impacciato...ne aveva approfittato...per lasciarle un fiore...nella serra di erbologia la profesoressa aveva una pianta di rose...ne aveva raccolta una a lezione,senza farsi notare...e poi approfittando della sua assenza lo aveva posato delicatamente sulle pagine aperte del libro...timida espressione di un dolce ed ingenuo sentimento...ingenuo come chi lo provava...
Severus, si riscosse dalle sue fantasie, la voce razionale della sua anima, gli suggerì che tutti quei pensieri erano assurdi, c'era sempre una spiegazione logica per ogni cosa...forse la sua compagna di classe, oltre alla bellezza, era dotata di bontà d'animo, e si era semplicemente preoccupata per un compagno in difficoltà, nulla di particolare...(magari nel suo caso lo era)...
però questo non poteva vietargli di essere felice...nè di illudersi un pochino...
Le due ore successive trascorsero molto in fretta, quel piccolo momento di felicità sembrava avergli ridato ogni energia perduta, tanto che oltre ai compiti per l'indomani, si era gia portato avanti con il lavoro della settimana. Complice di tutto questo ,erano state anche un paio di timide occhiatine della fatina dai capelli biondi nella sua direzione, che oltre a sciogliergli il cuore come un gelato al sole, per nascondere l'imbarazzo evidente, lo costringevano a rifugiarsi nella lettura, con una concentrazione superiore alla norma...troppa...abbastanza da non accorgersi che la sua tenera innamorata aveva lasciato la stanza.
La campanella che annunciava la cena suonò come sempre alla solita ora, Severus, si alzò lentamente dal suo posto, con lentezza esasperata raccolse le sue cose, e si mise la borsa a tracolla. Non sapeva se andare prima in camera a depositare la cartella, o andare direttamente in mensa...era qualche tempo che con quel luogo non andava troppo daccordo...però stranamente quella sera si sentiva un pochino meglio, e il desiderio di un pò di compagnia sembrava più forte di quello della deserta camera del dormitorio. Detto fatto si decise, uscì dalla biblioteca, ed accodandosi ad un gruppo di studenti, si diresse verso la ''cena''.
Quando entrò, le quattro tavolate erano già al completo, solo in quello della sua casa si notavano dei posti ancora vuoti. Non si preoccupò troppo di capire chi mancasse, se mai la sua attenzione era rivolta a cercare gli splendidi occhi che gli avevano rapito il cuore...ma suo malgrado non li vide, fra gli assenti c'era anche lei.
''Forse si è attardata a studiare'' pensò innocentemente, mentre con distrazione ingoiava un boccone.
Non per la fame, un semplice riflesso condizionato, dovuto alla piccola grande gioia di quel pomeriggio, e ad un senso di appartenenza ad un gruppo mai provato...
Due, tre, quattro,cinque...al quinto bocconcino speluccato, il suo stomaco ormai stretto chiese venia, sentiva una specie di morsa, forte,che non capiva...pensò di non avere più appetito...di solito non mangiava molto...non faceva grandi sforzi...era normale che non gli andasse più niente...
Sospirò piano, prendendo a torturare nel piatto il sesto piccolo boccone, che era rimasto esiliato sulla forchetta,con la strana e fastidiosa sensazione di essere osservato.
Si guardò intorno, i suoi copagni erano troppo impegnati con la cena e le loro chiacchere, (e non lo avevano degnato di uno sguardo da che era entrato), si convinse di essersi ingannato...stava per ritornare alla sua piccola vittima quando i suoi occhi sfiorarono il tavolo degli insegnanti,ed incontrarono gli occhi della signorina Mc Granitt.
Veramente lui si fermò agli occhi, lei sembrava molto più interessata alla sua mano destra, quella che reggeva la forchetta...
''Ma cosa vuole da me?'' Fu l'unico pensiero che riuscì a formulare. La paura lo scosse...non voleva che scrivessero a casa...non voleva lasciare la scuola...suo padre...
Cercò di calmarsi, era così felice fino a poco prima,e adesso...
Abbassò lentamente gli occhi nerissimi cercando con tutte le sue forze, di cancellare le paure che gli assediavano la mente, concentrando le sue energie invece sui bellissimi occhi della ragazza a cui aveva donato il cuore...

Spero che sia carino...baci by Alice Isola

  
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