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Autore: Summer Lady    18/08/2011    1 recensioni
Questa è la prima storia che pubblico.. Spero di riuscire a portarla avanti fino alla fine perchè ci terrei molto!
Questo racconto narra dell'incontro tra una ragazza e un suo "coetaneo" non proprio.. umano.
Quest'incontro cambierà la vita della giovane che inizierà a vedere il mondo con altri occhi e che capire, ora più che mai, che non tutto è come sembra..
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il marchio di fuoco

 

Guida alla lettura: In questo racconto ci saranno due voci narranti, Hikaru e Seth. Per far si che si possano distinguere i due narratori, il brano verrà diviso da tre trattini che indicheranno il cambio di narrazione.

CAP. 1: Balla con me

Le mie scarpe da ginnastica affondavano nella neve fresca ad ogni passo che facevo. Avevo freddo, ma non abbastanza per decidere di tornare a casa, ero ubriaca fradicia, ma non me ne importava, e in più avevo quella fastidiosa sensazione di nausea che mi seguiva da quando avevo lasciato quel locale.
Era stata una lunga serata, avevo fatto molte sciocchezze ma era stata la rabbia a guidarmi, l’odio forse… Eppure non me ne pentivo, mi sentivo liberata! Per una volta avevo fatto tutto di testa mia, non avevo seguito le istruzioni di nessuno, non mi ero fatta influenzare da nessuno. Ero stranamente… contenta!
Giunsi nel parco, non sapendo nemmeno io come. Volevo sedermi un attimo a riflettere su ciò che era successo; intenta com’ero a cercare di centrare la panchina non notai subito la figura che stava proprio accanto a me, appoggiata sul palo di un lampione.
Quando lo vidi capii che c’era qualcosa di strano in lui nonostante il mio stato alterato, a cominciare dal fatto che se ne stava tranquillamente in canottiera e pantaloncini in pieno in inverno! I capelli biondi, non molto lunghi, gli cadevano scompigliati sul volto; lasciando però intravedere il piercing che portava sul sopracciglio sinistro e i vari orecchini che costellavano le sue orecchie. I suoi occhi erano azzurri, di un azzurro veramente ammaliante, seppur molto freddo. Mi colpì inoltre il tatuaggio tribale che ricopriva tutto il braccio e che sembrava continuare sulla schiena. Che strano personaggio!

 

- - -

 

Si era seduta proprio accanto a me e ora mi osservava senza ritegno con i suoi occhi curiosi, mi piaceva nonostante sapessi che era piuttosto disinibita per via dell’alcool che aveva assunto.
Il leggero venticello notturno le spostava i lunghi capelli neri che si sollevavano leggermente per poi appoggiarsi nuovamente sulle sue esili spalle.
All’improvviso la sua espressione curiosa si trasformò in un sorriso sgargiante, come se avesse appena visto qualcosa di veramente meraviglioso. I suoi occhi scurissimi si accesero e lei mosse una mano in segno di saluto. Iniziavo a divertirmi!

- - -


Quell’ incontro mi mise di buon umore e non potei fare a meno di sorridere al giovane che ricambiò il mio sorriso allegramente.
«Freddino questa notte eh?» all’improvviso quel senso di nausea che avevo provato fino a poco prima sparì facendo spazio ad uno splendido tepore, come se avessi appena bevuto una tazza di the e mi fossi seduta davanti ad una stufetta. Una sensazione splendida!
Il ragazzo mi osservò e allargando ancora di più il suo sorriso si sedette accanto a me, come se fosse una cosa del tutto normale. Emanava calore, lo sentivo: era lui la fonte di calore tanto agognata. «Be’ effettivamente preferisco le giornate più calde, però non mi dispiace nemmeno questa atmosfera fredda.» mi guardava negli occhi mentre rispondeva senza batter ciglio. Annuii, per un attimo mi chiesi cosa stessi facendo.. Ero sola in un parco, seduta vicino ad uno sconosciuto. Mi sembrò tutto sbagliato, mi sembrò di essere una sciocca, ma dopo pochi secondi tutte queste considerazioni mi sembrarono vuote e senza senso. Il mio buon senso si era finalmente arreso alle circostanze. Ora iniziava il bello!

- - -

Per un attimo vidi nei suoi occhi un’ombra, come se si fosse accorta di qualcosa. Capii a cosa stesse pensando, stavo cercando un modo per far sparire quelle incertezze quando esse scomparirono da sole e i suoi occhi tornarono allegri e spensierati.
Mi tese una mano sempre sorridendo «Hikaru, mi chiamo Hikaru.» il suo sorriso era veramente perfetto e coinvolgente! «Io mi chiamo Seth.» Ci stringemmo la mano e poi tornammo nel silenzio di poco prima, ma non era un silenzio imbarazzante, era piacevole.
Non potevo più trattenermi, volevo stringerla a me! «Ti va di ballare?» non sapevo come avrebbe risposto alla mia domanda, pensai che si sarebbe rifiutata invece si limitò ad osservarmi, poi si alzò e camminò a passo sicuro verso il centro della piazzola. Mi avvicinai a lei, le presi le mani e iniziammo a danzare.

- - -

Era una situazione piuttosto stravagante eppure era una sensazione così familiare che non mi sembrò poi così strana. Stavo ballando nel mezzo della notte con uno sconosciuto, e mi piaceva! Iniziai a ridere divertita, notando che i miei piedi ora non erano più immersi nella neve. Accanto a me scorsi un alone simile a del fumo, ma molto, molto più bello! Aveva i colori del fuoco, il profumo dei fiori freschi; mentre continuavamo a danzare mi accorsi che le ombre evanescenti erano sempre di più, sempre più grandi ed avvolgenti.
Il vento che ancora accarezzava la mia pelle era diventato una lieve brezza calda che giocava con i miei capelli.
Poi, all’improvviso tutto svanì è torno il gelo della notte: ci eravamo fermati, la nostra danza era finita. Un’ enorme stanchezza si riversò su di me, il peso di una giornata così piena, i postumi della sbornia e la tristezza tornarono alla ribalta tutti insieme sfinendomi. Ora avrei dato qualsiasi cosa per essere nel mio letto, al caldo sotto le coperte..
Guardai Seth e lui mi restituì lo sguardo «Dai, ti accompagno a casa.»
Camminammo in silenzio per una decina di minuti fino a raggiungere la villetta dove abitavo, non gli chiesi come sapesse dove abitavo nonostante avesse sempre camminato stando un passo avanti rispetto a me; mi limitai a sorridergli tirando fuori le chiavi dalla mia tasca e salutandolo entrai in casa.

- - -


La osservai chiudersi la porta alle spalle, l’ ombra la inghiottì e Hikaru uscì dalla mia visuale. Poco dopo osservai la luce della sua camera accendersi e intravidi la sua ombra, poi la luce si spense nuovamente. La immaginai nascondersi sotto il caldo piumino e crollare nel sonno. Immaginai la sua pelle chiara e rilassata, in netto contrasto con la mia carnagione abbronzata. La immaginai baciata della luce della luna.
Rimasi sotto quella finestra per qualche minuto, dopo di che mi avviai verso il parco in cui avevamo ballato fino a poco prima.

  
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