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Autore: BlueMoon1996    19/08/2011    3 recensioni
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Salve, sono di nuovo io! Moon1996! sono tornata con una fanfiction su Ron e Hermione, in un loro ipotetico settimo anno ad Hogwarts, dopo la guerra, dove Ron decide di prendersi un pò di tempo per pensare in seguito alla morte di suo fratello.
Questa storia la dedico a Desirèe, che mi ha sempre supportato e che ama particolarmente questa coppia.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Bene, siamo arrivati all'epilogo, per chi non lo sapesse. Eh già, questa volta la mia fanfiction sarà di soli cinque capitoli, ma spero vi sia piaciuta comunque.

Buona lettura!

 



Quella che chiamerò sempre casa

Finalmente, dopo mesi e mesi di torture, Ron e Hermione stavano insieme. All'inizio l'imbarazzo era padrone, ma poi, piano piano, cominciarono ad essere più disinvolti, iniziando dalle piccole cose, come darsi la mano, abbracciarsi, darsi qualche bacio... fino a fregarsene di chi gli stava intorno e a baciarsi anche in pubblico.

L'unico tasto dolente, in quegli splendidi mesi, erano gli esami.

Hermione aveva fatto il solito programma di ripasso, sia per lei che per Harry e Ron, e i due non avrebbero potuto di certo rifiutare un aiuto, solo che le lezioni della loro amica, che più che lezioni erano sedute di studio snervanti, si rivelarono terrificanti, tanto che una volta Ron svenne nel bel mezzo di un ripasso di pozioni sugli antidoti.

< andiamo Ron! > disse Hermione un giorno, quando il suo fidanzato cercava di mandare a memoria catastrofici appunti di trasfigurazione, che avrebbero fatto venire il mal di testa persino ad un Asticello < non è poi così difficile >

< Hermione > rispose lui, con un tono di voce allarmato < tu credi che non sia difficile? Ma hai visto qua che roba? Incantesimi di evocazione! Oh miseriaccia, non ne uscirò mai >

< devi solo stare tranquillo Ronald, sennò non ci riuscirai, calmati e mettiti sui libri, forza >

Lui sbuffò ma obbedì.

< ah, non potete capire che fastidio > commentò Ginny, appena tornata dalla biblioteca.

< che c'è Gin? > chiese Harry, schioccandole un bacio sulla bocca, mentre Ron faceva finta di essere concentratissimo su quei dannati appunti, mentre in realtà, li osservava di sbieco.

< c'è che anche io potrei essere al settimo anno adesso. In fondo il sesto l'ho frequentato no? Poi, il fatto che ci insegnassero maledizioni proibite e cose allucinanti non c'entra, sempre scuola era no? >

Harry la osservò perplesso, poi alzò gli occhi al cielo e le chiese

< andiamo Ginny, vuoi davvero farmi credere che vorresti che tutto quello che hai imparato dal tuo sesto anno, fosse solo roba da mangiamorte? Non ci credo! >

Ginny parve colpita nel segno, perchè mise il broncio e sospirò, ma lasciò perdere l'argomento.

Hermione, intanto, stava picchiando Ron con il libro di pozioni perchè secondo lei non si stava impegnando abbastanza per i M.A.G.O.

< suvvia Hermione! A che mi serve prendere tutti quei M.A.G.O? Ho già il posto assicurato, Kingsley già ce l'aveva proposto no? > disse Ron, coprendo il viso con le mani a causa di un colpo, apparentemente ben piazzato da parte del libro di pozioni.

< allora perchè sei tornato? > chiese Hermione arrabbiata < potevi non fare gli esami no?>

Ron diventò tutto rosso e disse < perchè ci venivi tu e non volevo che ci venissi da sola >

< ah, quindi la causa sono io eh? > disse Hermione ancora più furiosa < se non fosse per colpa mia tu non saresti mai tornato ad Hogwarts! Certo, sempre colpa mia! >

< andiamo Hermione! Smettila! La scelta è stata mia, sai che ti seguirei in capo al mondo >

Lei si addolcì un po' e cominciò a baciare il suo fidanzato, mentre Harry e Ginny si guardavano perplessi.

< oh Merlino! Quasi quasi vi preferivo quando non vi parlavate! > disse quest'ultima, prendendo a baciare Harry.

< ehi vacci piano! > disse Ron, staccandosi da Hermione.

< scusa se tu ti metti a pomiciare con la tua ragazza, perchè io non posso farlo col mio? > chiese Ginny.

< è diverso > rispose Ron < tu.. tu... sei una bambina. Dannazione Ginny, sei mia sorella! >

< e questo che c'entra? Ho il diritto di baciare il mio ragazzo quando voglio! >

disse lei, mentre Harry e Hermione si rivolsero il solito sguardo da “ci risiamo”, ormai rassegnati si battibecchi dei due fratelli.

< comunque > disse Ginny, dopo che ebbe finito col fratello < ho una notizia bomba >

tutti la fissarono interessati, Hermione smise persino di ripassare.

< George > disse < si è ripreso e... esce anche da casa e... lavora di nuovo al negozio e... >

< insomma Ginny la smetti? Vieni al punto! > disse Harry

< sta frequentando Angelina Johnson! Incredibile vero?>

tutti rimasero un po' sorpresi ma molto contenti dall'affermazione, dato che George si meritava un po' di felicità.

< la mamma è al settimo cielo! > disse Ginny.

< ci credo! > commentò Hermione < sarà stato bello per lei sapere che George stava meglio no? >

e così passarono il resto del pomeriggio a spettegolare sulla nuova coppia.

 

 

Il tempo passava veloce, come non esistesse, come tutto si fosse in realtà fermato, ma solo apparentemente, perchè alla fine si vedeva il gelo trasformarsi in calore, la neve sciogliersi, lasciando il posto al verde prato, i boschi fiorire, il lago tornare ad essere un'immensa distesa d'acqua mobile, non ghiaccio. Era finalmente arrivata la primavera, nonostante sembrasse che fosse passato così poco tempo, e tutti gli studenti, a parte quelli del quinto e settimo anno, si godevano il sole in tranquillità. Fu solo quando, una domenica di aprile, Harry vide parecchie persone a godersi il sole, che le cose, che avevano preso una piega monotona, seria e silenziosa, ebbero una svolta, tornando ad essere, quantomeno normali.

< basta! > disse Harry, guardando fuori dalla finestra.

< no, Harry, so dove vuoi andare a parare ma siamo impegnati! > lo rimbeccò Hermione.

< potremmo almeno andare a studiare fuori no? Se proprio non possiamo riposarci! Suvvia, è l'ultimo anno, non avremmo più l'occasione di godere delle meraviglie di Hogwarts no? >

Hermione parve confusa, non molto convinta, ma alla fine accettò di andare a studiare all'aperto, nel parco.

 

Il sole giovava sicuramente alle povere menti stressate di Harry, Ron e Hermione, e quest'ultima non si pentì di aver acconsentito ad un po' di pace.

Il beato equilibrio, però, fu interrotto da un grifondoro dalla stazza decisamente esagerata: Cormac McLaggen camminava furioso, si dia il caso, proprio nella direzione dove i tre stavano studiando pacificamente. Ron lo osservò per un momento, poi distolse lo sguardo, ma si vedeva chiaramente che era molto infastidito.

< Hermione > disse McLaggen ancora arrabbiato.

< che vuoi? > chiese Ron al posto della fidanzata, dopo essere riemerso dai libri.

< ti chiami Hermione? Voglio parlare con la tua ragazza, non con te Weasley! > rispose Cormac.

< se hai qualcosa da dire a lei, allora hai anche qualcosa da dire a me perchè adesso noi stiamo insieme> disse Ron arrabbiato.

< si, ma questo non ti da il diritto di decidere con chi deve parlare Hermione >

< basta! > intervenne la diretta interessata < Ron, lascia perdere, Cormac, se hai qualcosa da dire dilla subito e non privatamente perchè quello che dici a me è come se lo dicessi a loro > e indicò i due seduti sotto l'albero, Ron che guardava McLaggen ancora sottecchi.

< e va bene > rispose Cormac, che ora era diventato un po' imbarazzato < la verità è che ho bisogno di aiuto per i M.A.G.O, non posso farcela da solo >

< ehm... non credo sia il caso sai...>

< perchè no? > intervenne Ron, interrompendo la sua ragazza < puoi studiare con noi no? Insieme, anche a me e a Harry >

McLaggen parve spaesato ma accettò, mentre Hermione non la smetteva di adulare Ron per quanto fosse stato clemente e per il fatto che non avesse dato in escandescenza.

< dimmi un po' > sussurrò Harry a Ron, cercando di non farsi sentire dagli altri due < c'è qualcosa sotto vero? >

< ovvio > rispose Ron < ho due vantaggi: il primo, è che tengo d'occhio McLaggen ed evito storie come quella di novembre, il secondo è che posso apparire clemente agli occhi di Hermione >

Harry rise. Certo che Ron le avrebbe inventate veramente tutte perchè le cose andassero bene con Hermione. Era davvero innamorato, e per la prima volta, Harry, capì che non doveva preoccuparsi, che il loro amore, quello dei suoi due migliori amici, non sarebbe finito, perchè c'era qualcosa di veramente profondo tra loro, di indissolubile, come quello che lui provava per Ginny.

 

 

Le lezioni di Hermione, insieme a Cormac, non si rivelarono così catastrofiche come Harry aveva previsto, anzi, erano anche piacevoli, con McLaggen si poteva parlare di Quidditch e molte altre cose, quando si facevano delle piccole pause.

Dopo un po', però, Harry si accorse che in realtà Ron non era poi così contento. Infatti fingeva di stare bene con il compagno, solo per non dar fastidi ad Hermione, ma le cose, dopo che Cormac si prese qualche libertà, cominciarono a prendere una brutta piega...

< Hermione mi passi quel calamaio? > chiese Cormac, mentre tutti e quattro erano in biblioteca.

Hermione prese il calamaio e glielo porse ma lui, invece di afferrare l'oggetto, afferrò la mano della ragazza.

< scusa > disse < è che hai lo smalto nero e mi sono confuso >

Ron osservò la scena infastidito, poi tornò al suo compito di pozioni, dato che quell'episodio non aveva alcuna importanza.

Pochi minuti dopo, però, successe qualcosa che mise a dura prova la pazienza di Ron.

Hermione, che stava prendendo un libro su uno scaffale alto, cadde, per via di un colpetto che, accidentalmente Cormac aveva dato alla scala e la ragazza, finì tra le braccia del grifondoro, mentre Ron li guardava infuriato, ma decise comunque di pazientare, mentre Hermione era diventata del colore dei capelli del suo ragazzo.

La serata, in biblioteca, trascorse tranquillamente ma...

< allora ragazzi > esordì Cormac < fra voi non ci sono segreti giusto? > chiese rivolto a Ron e Hermione.

< oh, ehm... certo che no > rispose Hermione imbarazzata forse più di prima.

< quindi... tu, Ron... sei a conoscenza che io e la tua ragazza ci siamo scambiati un bacio no? > buttò lì McLaggen, tranquillo, cercando di far arrabbiare Ron.

< cosa? Certo > rispose quest'ultimo seccamente.

< oh > Cormac parve un po' deluso, ma non si scompose < e non ti passa mai, per quella straordinariamente rossa testolina, che lei possa essere innamorata di me? >

nella stanza calò il silenzio. Hermione era confusa, dato che non sapeva come Cormac potesse pensare quelle cose, dato che l'aveva respinto ancor prima di mettersi con Ron, mentre Ron, appunto, sembrava sul punto di scoppiare.

< ascolta > disse < Hermione ed io siamo innamorati da tantissimo tempo capito? E non sarà uno zuccone tutto muscoli come te a portarmela via intesi? >

< ti batteresti Weasley? > chiese McLaggen, tirando fuori la bacchetta.

Ron rise.

< pensi davvero di potermi sconfiggere in un duello di magia? > chiese.

I due si puntarono contro le bacchette, ma Hermione intervenne e li pietrificò.

< così imparate > disse. Poi sciolse l'incantesimo < Cormac vattene, prima che decida di scagliarti un altro pietrificus >

McLaggen lasciò la biblioteca e la ragazza si rivolse a Ron.

< e tu > disse, puntandogli contro la bacchetta, mentre il ragazzo impallidiva e deglutiva a fatica.

< vedi di non sguainare mai più la bacchetta per queste stupidaggini capito? >

Ron annuì e Hermione fece cenno sia a lui che a Harry (che era rimasto minimamente sconvolto)
di seguirla in sala comune e loro, dato il suo stato d'animo, e la bacchetta che aveva ancora in mano, la seguirono senza fiatare.

 

 

Dopo l'episodio in biblioteca, McLaggen non disturbò più Hermione, ma quando lo incrociavano per caso nei corridoi, era sempre arrabbiato con loro, anche se nessuno gli dava importanza, in quanto i M.A.G.O, sarebbero stati di lì a due giorni.

< qual'è il primo esame? > chiese Harry a cena, mentre cercava di afferrare una coscia di pollo, che però scomparve, lasciando spazio ai dolci.

< Incantesimi, poi trasfigurazione, astronomia, erbologia, pozioni, storia della Magia e per me Aritmanzia e antiche rune > rispose Hermione prontamente.

< oh, spero che vada tutto bene > disse Harry, addentando una fetta di torta alla melassa < sono un po' teso, i G.U.F.O erano esami da quinto anno, qui c'è molto di più in ballo >

< hai ragione, ma non lasciamoci scoraggiare, abbiamo studiato e ci siamo impegnati, anche se.... oddio! Devo andare in biblioteca > e così Hermione abbandonò la sua crostatina e scappò via verso i polverosi scaffali della biblioteca.

< non cambierà mai > commentò Ron rassegnato, mentre Harry rideva.

 

 

Alla fine, gli esami arrivarono, e tutti gli studenti erano preoccupatissimi.

L'esame teorico di incantesimi andò bene ma...

Harry non aveva fatto i conti con gli esami pratici, dove gli esaminatori praticamente facevano tutto tranne che esaminarlo, uno arrivò addirittura a chiedergli l'autografo.

< mi scusi > chiese Harry irritato, dopo aver firmato la maglietta del mago < potrei fare l'esame ora? >

< oh non si preoccupi! Vada pure! > rispose quello eccitato.

< ma... io...>

< vada vada >

Harry uscì dalla stanza interdetto, e andò a raccontare tutto a Ron e Hermione.

< è assurdo! Non lo trovo affatto giusto! Non che io ce l'abbia con te Harry ma è veramente brutta come cosa! > commentò Hermione.

< ti invidio amico > disse Ron < a me hanno fatto fare tutto di norma, magari l'esaminatore mi avesse detto che potevo andare senza fare nulla >

< Ron! Non è così che si fa! > lo rimbeccò Hermione.

E così andarono avanti a discutere finché il bisogno di ripassare fu impellente.

L'esame di trasfigurazione andò meglio, perchè l'esaminatrice, dopo aver adulato Harry, gli fece comunque conseguire l'esame, e lui andò bene, almeno una “O” credeva di averla strappata.

 

Giorno dopo giorno, Harry si accorgeva che i maghi che lo esaminavano avrebbero volentieri lasciato stare l'esame per fargli domande e continuare ad adularlo, ma alla fine gli facevano comunque delle domande, e lui se la cavò in tutto, tranne che in storia della Magia, come Ron d'altronde.

Hermione, invece, fece tutti gli esami perfettamente, e nessuno si stupì.

 

 

I M.A.G.O erano finiti, e la settimana che li seguiva, prima del ritorno a casa, era ormai volta al termine, purtroppo.

A pochi minuti dalla partenza Harry decise di lasciare il baule davanti al portone d'ingresso per andare a fare una passeggiata.

Era strano, pensò. Lasciare Hogwarts. Quello che sarebbe stato non avrebbe mai più avuto a che fare con quel castello, con casa sua.

Non avrebbe mai più visto né il parco, né le mura, né quella struttura che tanto amava, quanto odiava. Lì c'erano state cose belle, cose brutte, cose strane. Eppure, ogni cosa, nella sua bellezza, bruttezza o stranezza, aveva per Harry un significato comune. Era stata speciale. Non la morte, no, affatto, ma ogni piccola sfaccettatura riguardante la vita in quel castello lo aveva fatto sentire importante. Per anni, non aveva fatto che chiedersi il perchè lui fosse inutile, perchè né i Dursley, né nessun altro aveva interesse per lui, per come stava, o semplicemente per come si chiamava.

Ad Hogwarts era stato tutto diverso, da un momento ad un altro si era ritrovato acclamato, si era sentito importante ed era successo tutto così in fretta...

Hogwarts gli aveva donato e fatto conoscere, tutto quello che un uomo può provare nella vita: amicizia, amore, coraggio, intelligenza, spensieratezza, importanza, voglia di vivere persino la morte. Ma Harry non capiva il perchè, in quel preciso istante, non ci fossero emozioni dentro di lui. Tutto, nella sua anima, era pervaso da un'innaturale equilibrio tra gioia e tristezza.

Era contento, di lasciare il castello, da un lato, perchè lì c'erano morte parecchie persone che amava, ed era stato difficile, in quell'anno, evitare di ricordarle durante la guerra. Dall'altro lato, però, era sprofondato nella più indissolubile tristezza, in quanto quel castello, era quello che aveva chiamato casa per la prima volta, che lo aveva liberato da una vita orribile, che lo aveva fatto sentire vivo.

Fu allora, che sul volto di Harry Potter, scese una lacrima. Una lacrima che raccoglieva così tante emozioni da essersi quasi annullate l'un l'altra, una lacrima che sapeva di amarezza, coraggio, tristezza, gioia. Una lacrima per salutare, ormai da uomo, quella che avrebbe sempre chiamato casa.

 

Le carrozze arrivarono e Harry si asciugò la lacrima per ricongiungersi ai suoi amici. Per tutto il tragitto nessuno parlò, ed ebbero, per l'ultima volta, una fugace visione di Hogwarts che lì, inerme, su quella roccia, padroneggiava il lago nel quale si sarebbe sempre specchiata.

 

Gli studenti scesero dalle carrozze e salirono sul treno. Il viaggio fu lungo e silenzioso, ognuno pensava per conto proprio, reagendo in maniera diversa a quello che sarebbe stato dopo d'allora.

Fu solo quando il treno si fermò, che Harry, Ron e Hermione lo guardarono per l'ultima volta. Poi si voltarono e insieme, come avevano cominciato, finirono quella fase della loro vita, pronti ad entrare in un'altra, in un altro mondo, quello degli adulti. Pronti a scoprire, quali sorprese e nuove emozioni, gli avrebbe riservato il futuro.

 

 

§

 

Salve a tutti! Nei primi quattro capitoli non sono intervenuta, alla fine, come faccio di solito ma adesso mi sono sentita di farlo.

Le emozioni che Harry prova, lasciando Hogwarts, credo siano molto complicate ed è per questo che ho cercato di interpretarle al meglio, sperando di aver reso l'idea di quello che, secondo me, sia stato per lui salutare quel luogo.

Volevo dire che questa volta sono tornata presto con una nuova storia, ma che la prossima non sarà a breve termine, ma credo fra un mese o due.

Infine, come saluto, lasciate che vi dica che vi ringrazio per aver seguito la mia storia e per aver recensito o ricordato o preferito, grazie perchè, sebbene all'inizio ero un po' titubante dallo scrivere cinque capitoli, in quanto volevo fare una one-shot, o al massimo una storia con due capitoli, vedendo quante persone hanno fatto visita, ho deciso di prolungare.

Non potevo poi, non fare un saluto a colei che ha richiesto (e in contemporanea ha dato l'idea) la creazione di questa fanfiction, ossia, la mia amica Desirée, quindi grazie Desi, ti voglio bene!

 

La vostra Moon1996, vi saluta con affetto, e spera che anche questa storia vi sia piaciuta.

Un saluto pieno di magia

Moon1996

  
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