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Autore: Akisan    19/08/2011    9 recensioni
A volte il destino riserva sorprese mozzafiato, ricche di avventure e compagni formidabili.
A volte, invece, decide semplicemente di prenderti per i fondelli.
Così, senza neanche sapere bene il perché, Alex si ritrova suo malgrado a fare comunella con un Arrancar con seri problemi di gestione della rabbia, una ragazzina logorroica totalmente priva di buonsenso, e un individuo subdolo che, secondo lei, ha buone probabilità di discendere direttamente dal demonio.
Il tutto in un ambiente ricco di Hollow, gatti, sarcasmo allo stato brado e situazioni equivoche.
Mooolto equivoche.
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Jaggerjack Grimmjow, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Aki: « Certo che a volte la vita è strana, ragazzi »
Alex: « Eccola di nuovo che straparla… perché è strana? »
Aki: « Beh, ho appena incontrato Liz adulta O_O »
Grimmjow: « Scherzi!? »
Aki: « No, giuro! A parte il nome e alcuni particolari è lei sputata! Come carattere, per di più! »
Grimmjow: « E io che pensavo che un essere umano del genere non potesse assolutamente esistere! »
Liz: « E invece dovrai rassegnarti all’evidenza che io esisto e tu invece no, tiè! »
Aramis: « Mah, per quel che ne sapete potrebbero benissimo esistere in giro per il mondo due tipi come Grimmjow e me »
Alex: « Se così fosse si spiegherebbero molte cose sul decadimento morale della società -_- »
Aki: « In effetti non possiamo sapere se nel creare Grimmjow il signor Kubo non abbia preso spunto da un suo conoscente. Su Aramis garantisco io, non conosco nessuno così. Purtroppo »
Aramis: « Ma prima non conoscevi neanche nessuno come lei (indica Liz), quindi non si sa mai »
Aki: « E va beh, seguendo questo ragionamento allora potrebbe benissimo esistere anche uno come Aizen! »
Aizen: « Volete saperlo, bambini? »
(un gelo improvviso cala sulla stanza)
Aki: « Ehm, vuoi dire che il signor Kubo conosce uno come te? »
Aizen: « Chissà… »
Liz (nascondendosi dietro Alex): « Non ci andrò mai in Giappone, mai! »


Piccolo avviso:visto che per una volta sono riuscita ad avere Internet tutto per me per un bel po’ di tempo ho risposto direttamente alle recensioni, così non devo scrivere tutta la mappazza qui. Fine avviso.


Una stella cadente (ma come sono poetica oggi) a Nironcina94 per avermi messa tra gli autori preferiti, e a chi legge e basta. Finalmente comincia a fare caldo, diamine!



Capitolo 21: Non andare verso la luce… o forse sì?

La pallida luce che filtrava dalla finestra fece ai suoi occhi lo stesso effetto di un riflettore da stadio puntato direttamente sulla retina da mezzo centimetro di distanza. Tuttavia il movimento brusco che fece per sottrarsi a quella tortura non fece altro che peggiorare le cose, visto che a giudicare dalla fitta che le attraversò il cranio dovevano esserle caduti in testa sia il riflettore che un paio di arbitri robusti.
« Aaaah… porca vacca… che male » si lamentò portandosi entrambe le mani sulle tempie.
« Succede a ridursi come un’ubriacona in un vicolo » la prese in giro qualcuno che non si faceva nessuno scrupolo a parlare a voce alta malgrado il suo mal di testa atroce.
Alex socchiuse gli occhi. « Grimmjow? » mormorò stupita ed irritata insieme. « Che cavolo ci fai mezzo nudo? »
L’espada le rivolse un’espressione estremamente soddisfatta. « Dovresti chiederlo alla belva che mi ha aggredito prima strappandomi i vestiti di dosso »
Ci volle qualche secondo più del solito prima che Alex afferrasse quello che Grimmjow le aveva detto, poi le bastò un’occhiata al proprio corpo completamente svestito per capire quello che era successo.
Di nuovo.
« Maledetto » gemette affondando la faccia in un cuscino.
« È inutile che te la prendi con me, non ti ho costretta a fare niente. Anzi, senza di me saresti ancora a strisciare in qualche corridoio chissà dove » la avvertì Grimmjow, con un tono tutt’altro che dispiaciuto di aver approfittato di una ragazza per niente in grado di intendere e di volere.
« Eh già, “Grimmjow, il buon samaritano” » disse Alex tra i denti, prima che un particolare fino a quel momento dimenticato le balzasse in mente.
« Oh mio dio, Liz! » urlò tirandosi su di scatto, pessima combo che la costrinse a rannicchiarsi subito dopo stringendosi la testa e imprecando.
« Piantala di agitarti sempre per quella lì » disse Grimmjow irritato, attirandola a sé con un braccio. Non sembrava aver gradito che all’improvviso l’attenzione di Alex non fosse più rivolta a lui.
« Quella lì è la mia amica umana che se ne va in giro ubriaca per Las Noches! Quale tra le parole “Liz”, “ubriaca” e “Las Noches” non dovrebbe farmi agitare? » rispose Alex divincolandosi.
« Forse “sono qui”? » chiese una voce squillante dalla porta.
La stanza piombò nel silenzio.
Liz diede loro un’occhiata e probabilmente pensò di aver interrotto qualcosa, perché richiuse la porta dicendo: « Ops scusate, io aspetto qui fuori, continuate pure »
Alex fu un fulmine: scese dal divano, gettò un’occhiata a quello che rimaneva dei suoi vestiti sparsi sul pavimento e arraffò un ricambio dall’armadio, lo indossò in fretta e furia mentre ringhiava un “rivestiti” a Grimmjow, spalancò la porta e cominciò ad esaminare Liz da vicino, per essere certa che fosse tutto a posto.
*
« Dove diavolo sei stata? »
« In giro » rispose Liz sorridendo, più interessata a quello che aveva appena involontariamente interrotto che al terzo grado di Alex.
Ma la sua amica non era certo in tipo da accettare risposte vaghe, purtroppo.
« In giro dove? E come hai fatto a tornare? »
“Ahi, adesso mi uccide, mi uccide!”
« Beh, a un certo punto credo di essermi persa, sai com’è, questo posto è tutto uguale, ed è arrivato Ulquiorra, strano nome, vero? Comunque sia avevo tanta fame, quindi l’ho costretto a portarmi nella mensa, credo fosse la mensa, e lui ha detto che potevo starci dieci minuti, però lì c’erano anche altri arrancar, tipi davvero strani, e i dieci minuti sono diventati quasi un’ora e mezza. Sai com’è, una chiacchiera tira l’altra. Vuoi un panino? »
Vide Alex sbiancare e si affrettò a trattenerla prima che potesse spogliarla alla ricerca di segni sospetti. « Ehi, tranquilla, non mi hanno fatto nulla! Poi Ulquiorra mi ha riaccompagnata qui e se n’è andato subito perché eravamo leggermente in ritardo e lui penso avesse da fare, ed eccomi qui » la rassicurò con il suo miglior sorriso innocente.
« Te l’avevo detto che stavi facendo casino per niente » intervenne Grimmjow a torso nudo ravvivandosi i capelli.
“Oh cielo, quand’è stata l’ultima volta che ho visto dei pettorali del genere dal vivo? Aspetta un attimo, mai!” pensò Liz trattenendosi dallo sbavare giusto perché non le sembrava appropriato alla situazione. A volte Alex la faceva davvero incavolare: ce l’avesse avuto lei uno così tra le mani!
Alex le schioccò due dita davanti agli occhi per riavere la sua attenzione.
« Non distrarti, non ho ancora finito di cazziarti »
« Parlerò solo in presenza del mio avvocato! »
« Perfetto, allora chiudi la bocca! » la zittirono gli altri due all’unisono.
Liz alzò una mano.
« Che c’è? » chiese Alex.
« Posso andare in bagno? »
« Vai, scema » sospirò l’amica.
Liz si chiuse la porta alle spalle e si appoggiò alla parete.
Alex pensava che lei stesse prendendo l’intera questione alla leggera, ma non era affatto vero. Sapeva benissimo che non era un gioco, così come sapeva che le possibilità che ne uscisse viva erano ben poche.
D’altra parte due sere prima non era affatto addormentata, aveva sentito la richiesta che Alex aveva fatto a Grimmjow.
In fondo era segretamente felice che quel sigillo impedisse alla sua amica di percepire le sue emozioni, perché non voleva che vedesse quanto era angosciata.
La sua attenzione fu catturata da quel curioso oggetto avvolto nelle bende, che era stato appoggiato in un angolino.
Esitò un attimo, poi lo prese in mano.
« Ti hanno messo in castigo? »
“Che vuoi che ti dica, la principessa non si fida di me”sospirò una voce nella sua testa.
Liz sgranò gli occhi. “Ehi, ti sento parlare!”
Lui ridacchiò. “Sono riuscito a guadagnare un po’ di energie, a stare qui con voi”
“Caspita che figata! Ma se lo sapesse Alex ci ucciderebbe entrambi”
“Allora basta che non lo sappia”concluse lui malizioso.
“Aspetta, com’è già che ti chiami? Er…. Ar…”
“Aramis”
“Ah già, Aramis! Senti, ma a me lo puoi dire che cosa sei?”
“Poi dovrei chiederti qualcosa in cambio”
“Neanche un indizietto?” gli chiese supplicante.
“Niente da fare”
Liz incassò il rifiuto e passò di nuovo alla carica con la domanda successiva.
“Allora mi puoi dire se sei dalla nostra parte o sei cattivo?”
“Quindi tu dai per scontato di essere dalla parte dei buoni?”
“Certo!” replicò Liz quasi offesa.
“Capisco… comunque no, non posso dirti neanche questo” rispose divertito Aramis. Sembrava quasi che la prendesse in giro.
“E che palle tutti questi segreti! C’è qualcosa che non sia protetto dal segreto di stato?” sbottò Liz.
Ora cominciava a capire perché Alex sembrasse sempre nervosa quando parlava con lui.
“Ti posso dire due cose: la prima è che ho deciso di far sapere alla principessa che se mi toglierà il sigillo so come farvi scappare da qui”
In quel momento neanche a farlo apposta qualcuno bussò alla porta.
« Liz? Sei caduta nel buco? »
“E la seconda?” chiese Liz prima di aprire la porta del bagno.
“La seconda è che mi piacerebbe chiacchierare di più con te: è un bel posto la tua mente, angelo”
*
« Hai dunque preso una decisione? »
La domanda di Aizen risuonò forte e chiara come una condanna nell’ampia sala.
Liz, di fianco a lei, ostentava come al solito sicurezza e tranquillità, ma era piuttosto pallida, e la sua mano stringeva ansiosamente quella di Alex.
Prese un profondo respiro e fece un passo avanti.
“Ti tremano le mani, principessa” la informò Aramis.
Strinse la presa su di lui per cancellare il tremore.
“Tu pensa a quello che ci siamo detti ieri e non fare il furbo”
“Farò del mio meglio” le rispose con un tono ben poco rassicurante.
“Siamo a posto allora” gemette afferrando un lembo della fascia che lo avvolgeva.
Quel piano era da pazzi, e visto che quel maledetto sigillo che aveva addosso continuava a succhiarle via reiatsu, proprio non sapeva come avrebbe fatto a farlo funzionare.
Prese un altro profondo respiro e tirò.
Si accorse subito che non ce l’avrebbe fatta: di qualunque tipo fosse il sigillo di Aramis, opponeva una fiera resistenza; si sollevarono scintille a circondarle il braccio, scintille dolorose, che sembravano volerglielo strappare, e che le succhiavano via l’energia spirituale che le era rimasta a un ritmo incredibile.
Chiuse gli occhi.
Tutto improvvisamente cessò.
« Smettila » disse una voce fredda.
Alex sospirò di sollievo, subito imitata dai suoi innumerevoli riflessi sugli specchi. « Cominciavo a temere che non ti saresti fatta vedere »
« Se non la smetti morirai »
« Se mi togli il sigillo non succederà »
Meiko si accigliò. « Ti ho portata qui perché pensavo che fossi una ragazza intelligente e volevo farti ragionare, ma a quanto pare mi sbagliavo. Torna pure là a morire »
Le diede le spalle e cominciò ad allontanarsi.
Alex la rincorse e l’afferrò per un braccio. « Senti un po’ tu, io non c’entravo assolutamente nulla con la vostra disputa territoriale o quel che è, ma mi avete coinvolta secondo i vostri comodi, e già la cosa mi dà fastidio, ma non lascerò che per colpa dei vostri stupidi capricci succeda qualcosa a Liz, mi sono spiegata? »
Qualcosa nell’espressione glaciale di Meiko si smosse, e la guardò con un’intensità tale che sembrava volesse farle una radiografia.
« Chi è questa Liz? »
Alex rimase un attimo perplessa per quella domanda. Comunque, se aveva anche solo una possibilità di farsi aiutare da Meiko, l’avrebbe sfruttata fino in fondo.
« Liz è la mia migliore amica; Aizen l’ha presa in ostaggio, e se ora non tolgo il sigillo ad Aramis la uccideranno. Per questo, ti prego, aiutami a salvarla »
Meiko rimase in silenzio un attimo, come se stesse meditando sulle sue parole. Poi, con sommo stupore di Alex, sospirò, e le appoggiò il palmo della mano su una guancia con delicatezza.
« Sei cambiata »
Un improvviso senso di nostalgia la colpì senza motivo.
« Cambiata? » chiese confusa.
« Lo fermerai? » continuò Meiko senza ascoltarla. « Fermerai Aizen? »
Che l’avesse finalmente convinta?
« Farò del mio meglio »
La donna ritrasse la mano, che ora stringeva un lucchetto aperto da cui pendeva una catenella.
Alex si toccò il collo. Era libera.
« Non mi deludere » disse Meiko gravemente.
Subito dopo, a Las Noches, dove non era passato neanche un istante, Alex riaprì gli occhi. Finalmente libera dal sigillo, sentì tutta la sua energia tornarle in corpo.
Rafforzò la presa sulla fascia e tirò con tutte le sue forze.
Un incredibile bagliore illuminò tutta la sala, poi tornò il buio.
*
Fu come risvegliarsi da un lungo coma.
Era libero!
Finalmente libero!
Finalmente poteva sentire il pavimento sotto ai piedi, muoversi come voleva, vedere con i proprio occhi!
Ma soprattutto sentire: riusciva a sentire ogni singolo pensiero nel raggio di metri e metri.
“Aramis!”
Quell’imperioso richiamo mentale catturò la sua attenzione.
L’espressione tesa sul volto della principessa era impagabile, sarebbe rimasto volentieri a contemplarla per ore intere; purtroppo però aveva solo pochi istanti a disposizione prima che tutti si riprendessero dal bagliore causato dalla sua liberazione.
Il giorno prima, quando avevano parlato di tentare la fuga, Aramis aveva convinto Alex a togliergli il sigillo non solo perché era probabile che Meiko si facesse viva, ma soprattutto perché, al pieno dei suoi poteri, lui, che oltre a leggerli i pensieri poteva anche un po’ manipolarli, avrebbe potuto confondere quelli dei presenti per qualche secondo, magari facendoli ripensare a qualche “ricordo felice”, in modo che loro avessero il tempo di tagliare la corda.
Mentre gli sguardi dei presenti si facevano vacui Aramis strinse a sé Alex per la vita, e poi la sua attenzione cadde su una figura a poco più di un passo da loro: la ragazza bionda di nome Liz si strofinava gli occhi abbagliati. Allungò la mano libera e la strinse attorno al suo braccio, poi aprì un garganta e tutti e tre sparirono da Las Noches.

Angolo delirazioni

(cadono coriandoli e ghirlande)
Aki: « Evvai, ce l’ho fatta! Pensavo che questo momento non sarebbe più arrivato, era ora! ^O^ »
Aramis (si unisce ai suoi festeggiamenti mezzo sbronzo): « Ce ne hai messo a farmi liberare, lazzarona! »
Liz (rilegge il finale): « Però… ho come l’impressione che manchi qualcosa alla nostra fuga, sai? »
Aki (ricontrolla pensierosa): « Non mi pare, i sigilli sono stati tolti, il criminale qui presente è di nuovo a piede libero e stranamente è stato di parola e vi ha portato via da Las Noches come due valigie sotto al naso di tutti, e tu hai ancora due braccia, due gambe e purtroppo la lingua. È andato tutto per il meglio »
Grimmjow (appena uscito dalla doccia): « Ehi, che è tutto ‘sto casino? »
Liz: « Ah, ecco cos’è che manca! »
Aki: « Eh certo, mica potevate portarvelo dietro come souvenir U_U »
Liz: « Uffa… »
Alex: « Grimmjow! Ma sei di nuovo mezzo nudo! Ti decidi a metterti qualcosa addosso al posto di quell’asciugamano? »
(inizia a spingerlo verso la porta del bagno)
Grimmjow: « E piantala di fare la monachella, tanto sono due capitoli che mi vedi nudo! »
Aki\Liz (si asciugano la bava): « Appunto, che male c’è? »
Ulquiorra (voltandosi verso la telecamera): « Attenzione, gentile pubblico: malgrado la presenza di un maniaco, una ninfomane, una protagonista talvolta in stato di ubriachezza e un fissato che spesso e volentieri se ne approfitta, coordinati da una delle più grandi produttrici di seghe mentali di questo mondo, questa non è una storia porno. La lettura da parte di anime candide è tuttavia sconsigliata se non in presenza di un esorcista. Buone vacanze »

  
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