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Autore: Driz    19/08/2011    1 recensioni
Quinn si stava rosicchiando nervosamente le unghie in attesa della partenza del suo volo per New York.
Continuava a guardare l'orologio e il tempo sembrava non passare mai, il confortevole sedile di prima classe cominciava a starle scomodo e il vicino che le parlava ininterrottamente da quando aveva messo piede sull aereo di certo non rendeva più piacevole quell'attesa. Avrebbe cominciato a prenderlo a pugni se non si fosse tappato la bocca subito oppure avrebbe chiamato l'hostess per farsi trasferire nella stiva insieme ai bagagli se non ci fossero stati posti liberi in classe turistica. Stava per premere il pulsante dell'assistenza quando l'altoparlante cominciò a trasmettere un messaggio del pilota.
"Grazie al cielo partiamo" si disse sollevata Quinn lasciandosi sprofondare nel sedile.
- Buon pomeriggio a tutti i passeggeri. Qui è il pilota Finn Hudson. Dato che a New York è da poco iniziata una bufera di neve, la centrale ci ha comunicato che dovremo aspettare finchè non cessino le precipitazioni per decollare. Grazie per l'attenzione-
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Finn Hudson, Quinn Fabray, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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ff-fuinn Quinn si stava rosicchiando nervosamente le unghie in attesa della partenza del suo volo per New York.
Continuava a guardare l'orologio e il tempo sembrava non passare mai, il confortevole sedile di prima classe cominciava a starle scomodo e il vicino che le parlava ininterrottamente da quando aveva messo piede sull aereo di certo non rendeva più piacevole quell'attesa. Avrebbe cominciato a prenderlo a pugni se non si fosse tappato la bocca subito oppure avrebbe chiamato l'hostess per farsi trasferire nella stiva insieme ai bagagli se non ci fossero stati posti liberi in classe turistica. Stava per premere il pulsante dell'assistenza quando l'altoparlante cominciò a trasmettere un messaggio del pilota.
"Grazie al cielo partiamo" si disse sollevata Quinn lasciandosi sprofondare nel sedile.
- Buon pomeriggio a tutti i passeggeri. Qui è il pilota Finn Hudson. Dato che a New York è da poco iniziata una bufera di neve, la centrale ci ha comunicato che dovremo aspettare finchè non cessino le precipitazioni per decollare. Grazie per l'attenzione-
La ragazza era furente. Prima il vicino petulante, poi il ritardo. Ma dovevano capitarle tutte a lei? Premette con insistenza il pulsante dell'assistenza ed un'hostess non tardò ad arrivare.
- Scusi...- iniziò la bionda tentando di sembrare calma ma chiunque avrebbe potuto notare il fatto che fosse sull'orlo di una crisi di nervi -sa dirmi cosa significa che dovremo aspettare che cessino le precipitazioni?- concluse la domanda a denti stretti.
- Significa che finchè non smetterà di nevicare non potremo decollare-
- Questo è davvero troppo. Voglio parlare con il pilota... - ordinò massaggiandosi le tempie per far passare la lieve emicrania che l'aveva colta - ...sempre se possibile- aggiunse a denti stretti con un sorriso falsissimo.
- Vedrò che posso fare. Mi segua-
Quinn si alzò dal sedile e si avvicinarono alla cabina. L'hostess l'aprì con forza ma non si accorse che proprio in quel momento il pilota stava per uscire e la porta gli sbattè in faccia ed emise un gemito di dolore. Il che strappò un sorriso ed una lieve risata alla bionda e la collera l'abbandonò. Stava combattendo con tutte le sue forze per non scoppiare a ridergli in faccia quindi optò per domandargli del volo.
- Tim Hudson...- iniziò lei. Sapeva che le sarebbe venuto il torcicollo a furia di guardarlo in faccia. Caspita, quell'uomo era la cosa più simile ad una giraffa imbranata che avesse mai visto.
- Finn Hudson- la corresse massaggiandosi la guancia dolorante.
- Finn, - riprese spostandosi una ciocca ribelle di capelli dietro all'orecchio - ascolta, io domani ho degli impegni davvero importanti e devo andare a lavorare...sei proprio sicuro che la centrale di abbia dato la comunicazione di aspettare e di non partire subito? - gli chiese come se fosse un bambino delle elementari che non ha compreso esattamente la consegna della maestra.
- Sicurissimo, puoi chiedere all'altro pilota se non ci credi- le rispose indicando l'altro uomo nella cabina. - comunque stai tranquilla, piccola aiutante di Babbo Natale, lui riuscirà a trovare sicuramente un folletto che possa sostituirti stanotte nelle consegne dei regali-
Quel Finn le aveva rovinato la giornata ed era pure in grado di prenderla per i fondelli?! Ok, era incredibilmente tenero il fatto che provasse a non farle pesare il ritardo ma era inquietante allo stesso tempo con tutta quella confidenza. Infondo si conoscevano da meno di cinque minuti. Che fosse un pazzo pervertito? Guardò un attimo nella borsa, non aveva lo spray al peperoncino.
"Non ci pensare, Quinn. Non ci pensare, Quinn" continuava a ripetersi mentalmente la ragazza.
- Ti prego, dimmi che questa è una Candid Camera- sospirò portandosi una mano in faccia per coprirsi il viso imbarazzata.
- Cercavo solo di tirarti su di morale ma a quanto pare non ha funzionato- sdrammatizzò il ragazzo alzando le mani in segno di resa.
- Beh, Bill, hai uno strano senso dell'umorismo- disse abbozando un sorriso.
Quel Finn, nonostante le battute pessime e una scoordinazione tale da far paura a mr. Bean, era davvero,davvero carino. Gli uomini in divisa l'avevano sempre affascinata, doveva ammetterlo.
- Finn... - la corresse una seconda volta ridacchiando.
- Ah sì, giusto. Senti, non si sa proprio quando potremo partire?-
Hudson guardò l'orologio poi attraverso il finestrino accanto a lui.
- Dato che sta iniziando a nevicare abbondantemente anche qua a Seattle, non so se riusciremo a decollare prima delle otto- sentenziò il ragazzo. Si poteva percepire un filo di amarezza nel suo tono di voce - anch'io passerò il Natale in famiglia e mi dispiace di non poter essere puntuale...immagino che per te sia lo stesso, no?-
- Già, soprattutto se non li vedi da parecchio tempo e non vedi l'ora di rincontrarli-  rispose malinconica Quinn - e adesso dove andiamo ad aspettare per otto ore?-
- Ci si ferma nell'area d'imbarco e si attende finchè non smette di nevicare sia qua che a New York. La centrale sta controllando il meteo e appena ci fornirà un orario, noi lo comunicheremo. Con chi passerai di bello il 25 dicembre?-
La ragazza lo guardò un pò dubbiosa prima di rispondere. Ma tanto che aveva da perdere? Sì, lo conosceva da poco e una volta atterrati non lo avrebbe mai più rivisto, ma doveva trovare un modo per ammazzare il tempo.
- Sì, lo passerò con due amici, ormai sposati che non vedo dal giorno del diploma. Sai, ognuno ha preso la propria strada: chi a New York, chi a Los Angeles e io a San Francisco. Quindi tra una storia e l'altra sono passati quasi dieci anni e ci siamo persi un pò tutti di vista-
- Invece io starò con il mio fratellastro e suo marito a Natale e tornerò a casa in Ohio da mia mamma e patrigno per Capodanno-

- Ohio? Io sono di Lima!- esclamò sorpresa. Certo che il mondo è davvero piccolo in certi casi.                                                                                            - Ehi anch'io sono di Lima ma ti ho già vista in giro da qualche parte... andavi al McKinley vero?-
- Sì, esattamente. Ero una Cheerio, il capitano- ammise fieramente appoggiando le mani sui fianchi- ricordo ancora quanto sudavo agli allenamenti ma ne valeva decisamente la pena-                                                                                                                                                                                - Io, invece, ero nella squadra di football: facevo il quaterback. Avevo pure vinto una borsa di studio ma in una partita mi sono fatto male e addio carriera- concluse amaramente facendo un sorriso triste e si appoggiò alla parete con una spalla.    
- Mi spiace...- aggiunse lei dopodichè sul suo viso comparve un radioso sorriso- Oddio adesso ricordo! Tu, tu sei Finn Hudson! Eri il ragazzo più popolare della scuola e ho avuto pure una bella cotta per te ma non ci siamo mai rivolti parola dato che quando tu eri al secondo, io ero al primo anno-
- Ah sì! Poi, mi pare, che in fatto di popolarità, neanche tu eri messa tanto male dato che la maggior parte dei miei compagni di squadra stravedeva per te- la ragazza arrossì sotto i baffi e le sue guance si colorarono di rosso.
- Comunque sono Quinn Fabray, se non riesci a ricordare- si presentò lei porgendo a Finn la mano.
"Quinn Fabray..." si ripetè menta
  
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