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Autore: Roxanne Potter    19/08/2011    6 recensioni
Occhi.
La prima cosa di Remus Lupin che aveva colpito Ninfadora Tonks era stata quella: gli occhi.

Le sensazioni di Dora, i suoi pensieri e il suo dolore nel vedere il marito morto, durante la battaglia finale.
Questa storia si è classificata prima al contest "Vi sfidiamo a farci piangere." indetto da NothEvans e Blackhole95 sul forum di Efp, vincendo inoltre il premio Giuria.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Occhi.
La prima cosa di Remus Lupin che aveva colpito Ninfadora Tonks era stata quella: gli occhi.
Molti li avrebbero definiti banali. Erano marroni, semplicemente marroni, senza nessuna sfumatura particolarmente calda, nessuna sfaccettatura di verde o azzurro.
Eppure, agli sguardi di una persona innamorata, anche il colore più semplice si tramuta diventando bellissimo.
E lei li vedeva così, quegli occhi.
Di un marrone caldo e penetrante, acceso di gentilezza e di calore, brillante d'amore.
Erano occhi vivi, ed era per quello che l'avevano colpita. Anche quando l'espressione di Remus era stanca o afflitta, quegli occhi mantenevano un bagliore nascosto, visibile solamente a lei.
Poi c'era stata la battaglia di Hogwarts.
-Dov'è Remus?
-L'ultima volta che l'ho visto stava combattendo contro Dolohov, in giardino...
Era corsa.
Impossibile definire quello che provava: il nodo in gola, il cuore che le rimbombava nel petto, l'ansia che le infiammava il viso, la minaccia delle lacrime.
Era arrivata in giardino, aveva Schiantato automaticamente i Mangiamorte che le si paravano davanti.
Poi l'aveva visto: Remus.
Il corpo riverso sul terreno, completamente immobile. La bacchetta era caduta a un metro da lui, il tessuto della sua manica era strappato e dal braccio colava un rivolo di sangue.
-Remus!
Nella foga di gettarsi accanto a lui, la bacchetta le scivolò dalle mani, le si scorticarono le ginocchia.
Ignorò il dolore fisico.
-Remus!
Forse era solo ferito.
Lo afferrò per le spalle, lo voltò. Sapeva che avrebbe nuovamente incontrato il suo sguardo caldo e rassicurante...
Un volto pallido, come quello di una statua. E poi i suoi occhi.
Occhi vuoti, occhi morti, occhi gelidi.
Occhi fissi, totalmente privi del calore che amava.
-Remus...- riuscì a mormorare. Si chinò ancora di più verso di lui, osservò attentamente gli occhi.
Pozze scure.
Neanche un barlume di vita in quel marrone spento.
Vuota.
Fu così che si sentì.
Come se il suo cuore e il suo corpo fossero improvvisamente sprofondati, come se le mancasse aria, nonostante stesse respirando benissimo.
Un vuoto gelido.
Si sentì mancare. Precipitava nell'invisibile, pur rimanendo inginocchiata a terra, china sul cadavere del suo Remus.
No.
Quasi sorrise amaramente, perché sicuramente stava sognando, giusto?
Remus Lupin, il suo amatissimo marito, non poteva essere morto.
-Remus, svegliati!
Ma sapeva benissimo che non era così.
Fissò ancora quegli occhi. C'era forse dubbio? Lui era là, pelle gelida e occhi spenti sui quali la luce delle stelle non si rifletteva neanche, le labbra serrate, nessuna reazione.
Morto.
-Remus...
Perché non riusciva a dire altro?
Quegli occhi la stavano quasi spaventando. Erano così... vuoti. Nessuna traccia del loro calore, della loro scintilla che si accendeva ogniqualvolta Remus la guardava.
Realizzò tutto.
Remus Lupin si era ridotto a un involucro privo di coscienza. Mai più avrebbe riso, mai più l'avrebbe guardata o baciata, mai più si sarebbe rivolto a qualcuno con gentilezza, mai più avrebbe scosso la testa con aria esausta.
Perduto.
Morto.
Inesistente.
-Remus!
Non si curò dei rapidi sguardi che il suo grido aveva attirato.
Il magone in gola era ormai diventato una stretta quasi insostenibile, pulsante, dolorosa. E lei stava sprofondando nel buio, nella disperazione.
-Remus!
Una vita senza di lui.
Finalmente pianse. Si lasciò cadere sul corpo e pianse senza ritegno, come se fosse sola, scossa dai singhiozzi e dalle urla.
C'erano i lampi di luce, intorno a lei, lo sfavillio della luna. Ma non li vedeva. Era come se il mondo si fosse ridotto al buio e ai freddi occhi di Remus.
Niente più.
Lei era persa e sola, in quel mondo dove la persona che amava era morta e gli occhi che erano stati per lei una fonte di sicurezza si erano ridotti a specchi freddi e senz'anima.
Come se ormai null'altro contasse e il resto delle persone a cui era legata non esistessero.
-Guarda, la povera, piccola Ninfadora che piange per il suo caro maritino...
Quella voce sembrò riportarla alla realtà.
Tremante, sia di dolore che di rabbia, Dora drizzò la schiena e allungò una mano verso la bacchetta.
Impugnandola, si alzò lentamente.
Il dolore si tramutò in rabbia cieca.
Bellatrix era davanti a lei: ghignava e la riccia chioma spettinata e gli occhi sfavillanti di follia contribuivano ad accrescere il suo aspetto spaventoso.
Eppure lei non si lasciò intimidire.
-L'hai ucciso tu?
Non si sarebbe mai aspettata di avere un tono così fermo.
-Oh, no, ma mi sarebbe tanto piaciuto farlo. Questi Traditori di Sangue...
Bellatrix si interruppe per evitare, con uno scarto elegante, un lampo di luce rossastra. Scoppiò nella più agghiacciante delle sue risate, prima di puntare la bacchetta contro Dora.
-Crucio.
Fece appena in tempo ad evitare la maledizione. Inciampò, per poco non cadde sull'erba. Mentre levava la bacchetta, il suo sguardo s'incatenò nuovamente agli occhi vuoti di Remus.
E, per un attimo, rimase ferma a scrutarli, con inaccettabile dolore.
Quell'esitazione le fu fatale.
-Avada Kedavra!
Fece appena in tempo a muovere il braccio: la luce verde la investì in pieno, poi cadde.
Non era doloroso come poteva aspettarsi. Fu una caduta lenta, quasi dolce e surreale. La sua vista si sfocò, i suoi sensi scivolarono via, come se una coltre scura stesse calando su di lei, impedendole di udire con chiarezza i rumori e gli schianti della battaglia.
Rovinò a terra, il suo braccio cadde proprio su quello di Remus mentre, per una coincidenza forse miracolosa, le loro dita si sfioravano, quasi come se fossero intrecciate.
Non avvertiva quasi il gelo di quella carne. Non udiva la risata soddisfatta di Bellatrix, le urla degli altri combattenti, i rumori degli incantesimi. Non provava neanche ad emettere un suono dalla gola. Vedeva solamente: gli occhi di Remus.
E ricordò il loro calore. Li confrontò con quello sguardo vacuo e fermo.
Ma, tutto sommato, era contenta. Stava morendo per un mondo migliore, più libero, giusto?
Gli occhi di Remus erano proprio l'ultima cosa che desiderava vedere, prima di avventurarsi nell'ignoto a cui tutti gli uomini e le donne erano destinati.
Lei e Remus erano davvero stati insieme, fino in fondo.
Fino alla fine.

*

Oddio, è arrivata prima. Questa è la prima, primissima volta, in cui arrivo prima a un contest. Il tuffo al cuore che si prova... solo chi è stato nella mia stessa situazione può capire.** (Ne parlo come se avessi avuto un infarto.ò.ò)
Ma... chi se lo aspettava? Questa cosetta banale... *Prende ago e se lo preme sul braccio, per un'iniezione di autostima.*
Riporto qui il giudizio di Blackhole95, che non smetterò mai di ringraziare.*w* (E che ha fumato qualcos... ehm ehm, niente.)

Grammatica e lessico: 9,65/10 
Qui hai fatto due errori. Nella frase: “in quel mondo dove la persona che amava era morta, e gli occhi che erano stati per lei una fonte di sicurezza si erano ridotti a specchi freddi e senz'anima.” Non andava la virgola prima della “e”. (-0,15) 
Poi, nella frase: “ghignava, e la riccia chioma spettinata e gli occhi sfavillanti di follia” Quella “e” dopo la virgola è superflua! (-0,20) 

Stile e lessico: 10/10 
Per le mutande di Merlino, quanto mi piace il tuo stile! Adoro come scrivi, il testo mi scorre tra le mani perfettamente, ogni frase si unisce all’altra. 
Stupenda, stupenda, stupenda! 
Ok, Black, ricomponiti, sembri una ragazza con il ciclo . =_= 
Allora, sei veramente brava, complimenti. Nonostante la tua FF fosse di circa tre pagine non mi ha per niente annoiata, anzi, non vedevo l’ora di continuare, di andare avanti. Invogli a leggere mentre scrivi, non annoi nessuno e riesci a rendere ogni frase perfetta nell’insieme. Mi piace come inizi, usi la parola del titolo ovvero occhi. 
E’ un modo molto bello per iniziare, come se dessi un avvio perfetto per una cosa che si conclude perfettamente e con una delicatezza rara. Il tuo lessico è forbito, usi parole giuste al momento giusto rendendo la lettura molto scorrevole e piacevole. 
Ti adoro. Complimenti. 

Caratterizzazione: 10/10 
Premettendo che adoro sia Remus che Ninfadora, sei stata bravissima a caratterizzarli. 
Il dolore di Ninfadora, la preoccupazione di Ninfadora, la forza di Ninfadora, tutto così perfetto e reale. Molto IC, complimenti. La speranza di Ninfadora di scorgere ancora gli occhi di Remus, di vederli brillare, la speranza che sia tutto finto, che questo mondo di dolore e odio le conceda comunque la vita dell’uomo che ha sempre amato. 
Ma la vita gliel’ha strappato via con forza, non le ha lasciato il tempo di avvicinarsi, di salutarlo. 
“Una vita senza di lui” 
Una vita senza i suoi occhi. Sei molto brava, complimenti. 

Originalità: 9.5/10 
Ahia, qui sei caduta. Il tema della morte di Remus e Dora è molto trattato purtroppo, sia bene che male e quindi non ti posso dare il punteggio pieno però posso dirti che l’idea degli occhi non l’aveva mai vista. Cioè, tutti parlavano di Remus nelle FF, ma non hanno mai fatto notare il particolare, anzi la bellezza, di un paio di semplici occhi marroni. Diciamo che hai rialzato il livello di quel colore. Di solito tutti dicono che gli occhi marroni non sono speciali e si presta più attenzione ad un paio di occhi verdi o azzurri, invece tu sei riuscita a far apprezzare a tutti dei semplici occhi marroni. 
Nulla da rimproverare. 

Gradimento personale: 10/10 
La tua storia è favolosa. La prima volta che l’ho letta era sera, ero terribilmente stanca e nemmeno molto attenta quindi ci ho dato una rapida letta senza farci neanche troppo caso. Poi quando è arrivato il momento di valutarla e l’ho riletta sono rimasta incantata. Ogni parola al punto giusto, ogni frase completa, un inizio e una fine. Nulla fuori posto. Paradiso. *-* 
Il finale è stato un colpo. “Fino alla fine.” 
Brividi, brividi, brividi. Dio, sono rimasta. *-----* 

Attinenza al prompt:5/5 

Voto: 54,15/55 
   
 
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