“Il passato e
il presente…
Due entità
così diverse ma che dovrebbero rimanere separate.
Il passato
lasciato al presente che fu mentre…
Il presente
lasciato al presente che è…
Ma se queste
due entità si incontrassero e qualcuno ci giocasse, cosa accadrebbe?...”
La corvina
era appoggiata con le braccia al muro mentre, Sebastian, tirava sempre di più i
lacci del corsetto.
Ogni volta
che l’uomo li stringeva più forte, si sentiva mancare l’aria.
-Non… respiro…
-Ormai ho
finito, poi, più è stretto, meglio è.
E nel dire
ciò, fece un perfetto fiocco.
-Non capisco perché
di questa tua scelta ma, penso che per un ballo sia perfetta.
Non approvava
il fatto che la ragazza aveva scelto il colore viola e non il bianco ma, per
quella sera poteva passarci sopra.
Candid si
guardò allo specchio e si osservò bene.
La stoffa del
corsetto era viola, quasi metallico.
Il pizzo era
un po’ trasparente e un po’ nero, ornato con fiocchetti, anch’essi neri.
La gonna era
lunga e leggermente “gonfia” con la stoffa esterna viola che lasciava una
spaccatura sul d’avanti per mostrare quella drappeggiata e in pizzo che era
tutta nera.
La ragazza si
sedette su una sedia portandosi i lunghi capelli all’indietro.
-Preferisci i
capelli lisci o un po’ ricci?
Chiese
Sebastian avvicinandosi a un cassetto in attesa di risposta per scegliere lo
strumento.
-Decidi tu.
A quella
risposta, aprì il cassetto per prendere dei fermagli viola da metterle ai lati
dei capelli, per non farglieli cadere sul volto.
Estrasse
anche una spazzola e si avvicinò minaccioso alla ragazza.
Candid si
voltò appena e sorrise per poi tornare ad ammirare la sua immagine allo
specchio.
Il demone
iniziò a spazzolarle con cura i capelli, facendo molta attenzione a non
strapparne per colpa di qualche nodo imprevisto.
Prese uno dei
fermagli e le tirò indietro una ciocca, sistemandola con cura dietro l’orecchio.
Così ripeté l’operazione
anche dall’altro lato.
La ragazza si
portò una mano al collo per sentire la morbidezza di quel nastrino di raso
nero.
Sorrise
soddisfatta del risultato.
-Ora sono
pronta. Senti Sebastian, balliamo solo il primo pezzo e l’ultimo?
Si alzò e,
accolse il braccio che il corvino le aveva allungato.
In silenzio,
scesero le scale per poi esser inondati dai presenti.
La musica era
già iniziata da un po’.
-Se… Seba…
Candy tossì
appena per riportare l’attenzione di Seb su di lei.
La lasciò
andare e fece un’elegante inchino.
-Mi concede
questo ballo?
Le chiese con
un finto sorriso sulle labbra.
Lei annuii e
gli prese la mano guantata per poi avvicinarsi.
Il valzer era
abbastanza pieno di giravolte, quindi si dovettero adattare subito.
-Ah, che
piacere vedervi. Signorina Candid posso rubarla a questo gentiluomo?
Chiese una
donna avvicinandosi ai due che, nel sentire la sua voce, si fermarono.
Aveva una
quarantina di anni o poco più ma, se li portava bene.
I lunghi
capelli biondi erano racchiusi in una treccia e, i verdi occhi, si fermarono sulla
ragazza.
-Certamente.
Mi scusi signor.
Candy lasciò
la mano si Sebastian facendo un leggero inchino principesco.
Si avvicinò
alla donna e uscì con lei per poter parlare senza esser sentite.
-Mi scusi,
chi è?
Chiese la
corvina alla donna.
-Ma come? Ti
sei già scordata di me?
Chiese la
bionda con una finta tristezza.
Candid
osservò bene il volto di quella donna così misterioso.
-Mi sembra di…
di… conoscervi già.
-Certo che mi
conosci, piccola mia…
La ragazza la
fissò con gli occhi sgranati e increduli.
Non poteva
esser possibile.
-Quell’uomo
così gentile, non è poi così come sembra. Ma questo già lo sai, o almeno in
parte.
Prese a
braccetto Candid e si incamminò verso un angolo buio.
Si lasciò
guidare ma stando ben in allerta.
-Sai, infondo
è grazie a lui che ora non hai adempiuto al tuo destino.
La donna la
lasciò andare per sorriderle.
-è lui che mi
ha uccisa e… Ha ucciso anche te.
Sollevò gli
occhi al cielo sperando che la figlia la capisse solo che, Candid, non ci stava
capendo nulla.
-Ti ha uccisa
per renderti come lui, un essere malvagio capace di togliere l’anima alle
persone. Ma tu, piccola mia, non sei così…
Ora era
riuscita ad attirare l’attenzione della corvina.
La più giovane
non ci stava capendo, anzi, era molto confusa e un po’ triste.
Era come se
le parole di quella più anziana, fossero vere.
-… c’è ancora
una speranza per farti tornare quel che sei.
-Cosa sono?
Chiese Candid
quasi in trance.
-Sei un’
angelo… Ti saresti comunque salvata. Non sei ancora una bestia.
-Ma come? TU
ERI MORTA! TI HO VISTA, HO VISTO IL TUO SANGUE!
Scattò la
ragazza.
-Sì, ma era
morto il mio corpo umano… Non quello vero. Ora sei intrappolata, se vuoi…
-Se voglio
cosa?
-Posso farti
diventare di nuovo quel che sei e staremo insieme…
La bionda abbracciò
forte la figlia nella speranza di riuscire a riportarla alla “ragione”.
-Insieme… Ora
sai chi ci ha fatte male… Non vuoi punirlo?
-Non ci credo…
è sempre…
-Rimasto con
te per tutto il tempo? Perché voleva che tu fossi completamente un demone… Sei
solo una metà dell’uno e dell’altro.
La donna
sorrise, stava riuscendo a farla ragionare…
“…Il caos.
Se tutto ciò è inevitabile, sarà il tormento più grande di tutta la
propria vita…
Per questo alcune cose è meglio che rimangano sepolte…
…Nel passato…”