A Ercolino (10/8/11-19/8/11),
che non ha potuto mai vedere il mondo.
che non ha potuto mai vedere il mondo.
Caldo e panciuto, l’aria squarci
con silenzi sofferti.
Di te è stanca
la fame. Il peso ti spinge
al niente.
Tre o quattro mamme
t’implorano, ma tu
sussulti inerte.
Ti sei
visto mai
camminare?
Cosa sognavi
mugugnando?
Di che colore i tuoi
occhi?
Sarai tra l’erbe
scolorite dal vento, come cenere
spargerò il tuo
latte in polvere, affonderò nel mare
di ovatta avanzata
e nelle orecchie col tuo miagolio
riemergerò
e mai nulla basterà a spiegare
quel tuo piccolo corpicino nella scatola,
quel tuo forte corpicino così debole
che meritava più di una farfalla.
Ti chiamammo Ercole,
ma la tua casa echeggiava: “Fragile”
***
DOLORE