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Autore: xenascully    20/08/2011    1 recensioni
Quando il loro intrepido Capo scompare, la squadra di Gibbs si impegna per trovarlo prima che il suo tempo giunga alla fine...
Genere: Generale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anthony DiNozzo, Leroy Jethro Gibbs
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Lunedì…

“Credi davvero che proverà a venire a lavoro oggi?” Chiese Ziva appollaiata sul bordo della scrivania di Tim.

“Non mi sorprenderebbe.” Replicò lui. “È tornato in anticipo anche quando ha avuto la peste.” McGee spostò lo sguardo sulla scrivania di Tony. La verità era che lui in un certo senso sperava di vederlo entrare in ufficio. Gli mancava. Il Tony sveglio, ecco. Per quanto potesse essere insopportabile la maggior parte del tempo, ogni volta che Tony se ne andava per un po’, Tim ne sentiva la mancanza.

Lo aveva visto sabato in ospedale, ansioso di andarsene nonostante si fosse svegliato solo da ventiquattro ore. Ma quello che McGee voleva vedere era l’Agente Molto Speciale Anthony DiNozzo; vestito con un completo firmato invece che con un camicione da ospedale completo di canula nasale. Voleva sentire le esagerate storie su un appuntamento appena terminato e le citazioni dai film, invece di quella voce debole e di quelle parole spezzate a causa della mancanza di fiato.

“Non sembra pronto.” Ziva lo riscosse dai suoi pensieri. “Quando li ho accompagnati a casa di Gibbs ieri sera, era molto…affaticato, solo per aver camminato dalla macchina al salotto.”

“Sì. Ducky ha detto che sarà così per un po’.” Le disse Tim. “Perciò dovrà fare lavoro d’ufficio finché i suoi polmoni non saranno pronti per il lavoro sul campo.”

Il familiare ding dell’ascensore risuonò, e Ziva ritornò al suo tavolo.

“Eppure, devo dire che sono sorpreso.” Disse Ducky quando lui e Gibbs uscirono dalle porte. “Pensavo che avrebbe insistito.”

“Aveva a malapena la forza di finire la colazione, Duck.” Replicò Gibbs. “Non credo fosse in grado di cominciare a discutere.”

“Indossa la maschera per l’ossigeno quando va a dormire, come gli ha ordinato il dottore?”

“Sì.”

“E sa che questa sera passerò da lui per la sua terapia?”

“Ho detto che era stanco, Ducky. Non che avesse un problema di memoria.”

“Hmm.” Il dottore borbottò leggermente. “Molto bene.” Si guardò attorno in ufficio.

“Terapia?” Chiese McGee, sopracciglia corrugate.

“Sì, Timothy.” Replicò Ducky avvicinandosi alla scrivania dell’Agente. “Mi sono preso la libertà di rispolverare le mie conoscenze sulle terapie respiratorie mentre Anthony stava recuperando dalla peste anni fa. Questa volta la cosa è un po’ diversa, ma sono a conoscenza di ciò che deve essere fatto. È come la fisioterapia, solo che ciò che alleneremo saranno i polmoni, invece di una gamba o un braccio.” Ducky gli si avvicinò ancora e abbassò la voce ad un sussurro. “Quale povera anima sfortunata aveva scommesso su oggi?”

“Solo io.” Fece una smorfia. Ducky ridacchiò e gli diede una pacca sulla spalla.

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“Respiri detergenti, Ducky? Sul serio?” Chiese Tony dopo essersi steso sulla schiena sul suo letto.

“I respiri superficiale che accompagnano il tuo sistema respiratorio indebolito, tendono ad utilizzare solo la parte superiore dei tuoi polmoni. Questo significa che non solo inspiri metà dell’aria necessaria, ma che l’aria stantia non viene espulsa efficacemente. Rimuovere prodotti di scarto metabolici attraverso il respiro è una parte importante del regolare equilibrio del corpo, e che quelle tossine si riproducano nei polmoni è pericoloso. I polmoni possono essere puliti e rafforzati attraverso lenti, profondi respiri che li riempiono e svuotano completamente.”

“Va bene, va bene.” Si lagnò Tony. “Rinforziamo un muscolo alla volta, okay? Niente lezioni di medicina per me, stasera.”

Ducky ridacchiò piano. “Incominciamo allora, va bene? Intreccia le dita alla base della tua cassa toracica. Concentrati su quest’area quando respiri, permettendo alla tua pancia di sollevarsi mentre il tuo diaframma si abbassa. Inspira fermamente e profondamente, ma non sforzarti.” Guardò come Tony seguì le istruzioni. “Ora, rilassa il diaframma; guarda come le tue dita si abbassano insieme alla pancia e alla cassa toracica, e espira, fermamente.”

“Così?” Chiese Tony, una volta finito.

“Sì. Molto bene, Anthony. Questa volta metterò un timer, e voglio che tu continui fino a che non suonerà. Capito?”

“Penso di potercela fare, Ducky.” Sogghignò lui.

“Molto bene, allora. Ti lascio ai tuoi esercizi, e vado a controllare come se la sta cavando Jethro con la cena.” Gli sorrise brevemente e lasciò la stanza.

Lasciato solo, Tony continuò a seguire il regime che Ducky gli aveva impartito. Era facile, pensò. Finalmente, qualcosa che poteva sopportare. Era già abbastanza un male, quella mattina, aver dovuto sopportare gli attenti, preoccupati occhi del suo capo mentre mangiava la colazione. A dire la verità, non aveva nemmeno voluto alzarsi così presto. Ma la parte testarda di lui lo aveva obbligato.

Aveva voluto poter tornare a lavoro. Ma la strada fino al tavolo lo aveva completamente esaurito, e nel mezzo della colazione, tutto quello a cui poteva pensare era tornare a letto. Una volta che Gibbs se ne era finalmente andato, Tony si era impegnato per arrivare fino al divano rimanendoci per la maggior parte del giorno.

Aveva speso l’ora prima che Gibbs tornasse a casa, tornando in camera sua, e mettendosi la maschera dell’ossigeno. Lo sforzo di salire le scale doveva fare bene per il suo recupero. L’ossigeno, pure. Se solo avesse potuto fare qualcos’altro oltre dormire, tipo camminare.

Anche solo a pensarci, Tony si sentì sprofondare nella stanchezza. Accanto a lui, sentì suonare l’allarme, ma non riuscì a sollevare il braccio per poterlo spegnere. E nonostante suonasse in maniera odiosa, si addormentò in fretta…

 

E ora comincia il lente recupero che per una persona sempre attiva come Tony rappresenta la punizione più crudele esistente!

  
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