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Autore: Astrea_    20/08/2011    0 recensioni
Ali è una ragazza solare, allegra, vivace, fidanzata da una vita ed oltre con il suo primo grande vero amore, ma non disposta ancora a credere nei “per sempre”.
Cam, invece, è studiosa, diligente, seria, innamorata dell’amore che non ha mai conosciuto ma che aspetta e cerca con pazienza e devozione.
Poi c’è Mimi, quella bella, seducente, attraente, troppo convinta che l’amore sia soltanto una scusa per chi non ha il coraggio di affrontare la realtà.
Ed infine c’è Aria, intelligente, acida, perfezionista, troppo occupata a fuggire dall’amore stesso per essere davvero in grado di riconoscerlo.
Cosa lega queste quattro ragazze? Semplice, un’amicizia che di normale non ha proprio nulla, o forse tutto, ma è per questo che ve la racconterò…
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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WALL

-What A Lovely Life-

Capitolo 1: Autumn time

ALICE’s pov

3 ottobre 2011

Avevo sempre odiato l’autunno, si, l’autunno era in assoluto il periodo dell’anno che più odiavo. 
Il perché? C’era anche bisogno di chiederlo? La fine dell’estate, l’inizio della scuola, le foglie gialle e appassite che cadono dagli alberi, l’umida e bagnata pioggia, il freddo e gelido vento, tutte caratteristiche che io, Alice Coldare, potevo esattamente definire come a me diametralmente opposte. 
Per chi non lo sapesse, odiavo anche la matematica, in particolar modo la geometria, ecco perché utilizzavo questo linguaggio così attinente a quella materia per parlare di cose che sortissero lo stesso malsano effetto su di me.  Da tutto ciò l’equazione autunno=geometria era per me universalmente valida e riconosciuta, come i corollari. 
Un'altra cosa che il mio corpo e la mia mente si rifiutavano categoricamente di tollerare era il mio ragazzo quando citofonava con una frequenza di tre secondi per invitarmi a darmi una mossa e scendere giù, perché lui, poverino, non poteva certo aspettare cinque minuti in più: ecco, questa era una di quelle mattine in cui l’avrei volentieri arso vivo insieme ai libri di matematica e alle foglie secche.
“Arrivo”, urlai fiondandomi sulle scale del condominio, avendo notato il pallino rosso che segnalava l’impossibilità momentanea di utilizzare l’ascensore: qualcuno era stato più veloce di me e mi aveva fregato. 
Abitavo al quarto piano di un condominio nel bel mezzo della città e, nonostante certe volte fosse abbastanza difficile tornare a casa a causa del traffico, mi piaceva abitare qui.
“Finalmente!”, sospirò Chris vedendomi uscire dal portone principale.
“Buongiorno, eh!”, lo salutai io avvicinandomi, ma lasciando che fosse lui a colmare del tutto le distanze con un bacio.
“Allora, andiamo?”, disse non appena le nostre labbra si staccarono.
Salimmo sul suo motorino e ci avviammo verso il liceo, arrivando pochi minuti dopo: l’avevo detto io che abitavo in centro! Scesi frettolosamente restituendogli il casco, poi con un lieve bacio lo salutai.
“Ci vediamo dopo!”, gli dissi già a qualche metro di distanza.
“A dopo amore!”, mi salutò con un sorriso stampato in faccia.
Io e Chris stavamo insieme da due anni, praticamente una vita se considerate che l’unico pseudo-ragazzo antecedente a lui dovette sopportarmi per la bellezza di soli dieci giorni, poi lo mollai e indovinate per chi? Risposta ovvia, per il mio Chris. Da allora niente e nessuno ci ha più separati.
“Ehi bella!”, mi salutò Noemi spuntandomi alle spalle.
“Buongiorno Mi! Allora, com’è andato il fine settimana?”, le chiesi, continuando la nostra sfilata verso l’ingresso della scuola.
“Al solito. Certo mi sono divertita, ma nulla di serio.”, commentò senza perdersi in troppi particolari.
“E il tuo caro Leonardo che fine ha fatto?”, chiesi riferendomi a quello che per quindici giorni di fila era stato la sua fissa onnipresente.
“Carino, molto carino, ma niente.”, dichiarò annoiata.
Sorrisi, ormai ci ero abituata. Lei era fatta così: si prendeva una cotta per un ragazzo, ci usciva, magari si mettevano insieme e dieci giorni dopo era già finito tutto.
“Piuttosto, hai visto Arianna e Cami?”, mi chiese.
“No, ma stamattina dovevano venire insieme, strano che non si siano ancora viste in giro!”, commentai cercandole con lo sguardo.
“Eccole!”, mi fece notare Noemi puntando l’indice contro le due ragazze ferme alle scale. 
La nostra scuola era piuttosto grande. Nonostante l’edificio, per fortuna o sfortuna, fosse unico, racchiudeva numerosi indirizzi scolastici, quali il liceo scientifico, classico, linguistico, pedagogico e tecnologico. Ciò permetteva ai poveri disgraziati che si erano iscritti di poter mantenere i contatti anche con chi non aveva fatto la stessa scelta. Prendete noi, ad esempio: Cami al classico, io e Arianna allo scientifico e Mimi al linguistico, ma sempre insieme in ogni momento libero.
“Odio il latino, non è concepibile che ai giorni nostri ancora siamo obbligati a studiarlo! Ma se è una lingua morta, a me a cosa diamine serve? Tanto con i morti mica ci parlo io!”, si lamentò Arianna, non avendo ancora notato il nostro arrivo.
“Dai Aria, non dirmi che sei preoccupata per il compito!”, la canzonai con un buffo sorriso.
Io e Arianna eravamo nella stessa classe.
“Sono dieci minuti che provo a farla calmare ma non ne vuole sapere! Neppure gli esercizi di yoga sembrano sortire effetto su di lei!”, bofonchiò Camilla alzandosi.
“A che serve studiare? L’importante è che ci sia qualcuno che ti passi la versione!”, disse Mimi nel tentativo di rassicurarla.
“Si certo, hai dimenticato di dire che questo funziona solo se il tuo sex appeal è pari o superiore a quello di Noemi Acrirubi!”, sbuffò ironicamente Arianna.
“Ragazze, basta perdere tempo! Alzate e muovete quei culi lardosi verso le rispettive classi!”, dissi con tono minaccioso, nascondendo un sorriso sotto i baffi.
“Ci vediamo dopo!”
Ci salutammo frettolosamente, senza troppe smancerie, e con Arianna mi diressi verso la nostra classe.
“La smetti di tormentare quelle povere ed innocenti dita?”, la supplicai notando quella sottospecie di tranello del diavolo che aveva creato con le sue mani.
“È solo un test!”, aggiunsi nel vano ed estremo tentativo di calmarla.
“Sai quanto m’interessa del test di latino!”, borbottò ironicamente.
“E allora si può sapere cosa ti succede?”, chiesi non riuscendo più a seguirla.
“Credo che per il momento dovrai accontentarti di un nome: Matteo.”, disse varcando la soglia dell’aula.
Involontariamente feci roteare gli occhi, sorpresa e non sapendo minimamente cosa aspettarmi da quell’indizio che Arianna mi aveva appena lanciato.
Prendemmo posto nei banchi, dando il via a quella noiosissima routine che ormai si ripeteva già da qualche settimana. Si: l’autunno faceva davvero schifo.

5 ottobre 2011

Il mercoledì pomeriggio era l’unico giorno della settimana in cui nessuna di noi aveva impegni, per questo a inizio anno lo eleggemmo come giorno perfetto per passare del tempo insieme, così, come consuetudine, quel pomeriggio ci incontrammo. Eravamo solite fare shopping, andare al cinema o al parco, o magari organizzare una di quelle sedute casalinghe di bellezza, ma quello era un pomeriggio di confidenze, dunque il luogo appropriato era casa di Camilla, l’unica di noi a non avere fratelli o sorelle, per di più entrambi i suoi genitori lavoravano e ciò equivaleva a dire casa libera fino alle otto di sera.
Mi ero goffamente appollaiata sulla sedia vicino la scrivania, mentre tra le braccia stringevo il morbido cuscino rosso che solitamente era poggiato al centro del letto. Mimi, dall’alto della sua posizione, seduta sulla scrivania, teneva lo sguardo fisso su Arianna, seduta ai piedi del letto. Infine Camilla si era comodamente seduta sul letto, mentre distrattamente giocava con un peluche.
“Allora, si può sapere cos’altro è successo? Hai forse visto volare una pecora?”, chiesi ironicamente nel tentativo di interrompere quell’insopportabile silenzio.
“Beh, in un certo senso è addirittura peggio!”, cominciò Noemi come per introdurre il discorso.
Rimanemmo in silenzio, in attesa che riprendesse la parola, con gli occhi fissi su di lei.
“Allora, la questione è piuttosto semplice: alla fine io e Leo ci siamo messi insieme!”, annunciò con una tranquillità spaventosa ed inquietante.
“Che cosa?”, esclamammo in coro non appena realizzammo mentalmente ciò che aveva detto.
“Si. Cioè, pensavo non mi piacesse più ed in effetti era così, ma ieri è venuto sotto casa mia con un mazzo di rose rosse… cosa ci posso fare io? Mi è sembrato così carino e coccoloso che non ho saputo dirgli di no!”, confessò con il sorriso sulle labbra.
“Carino e coccoloso?”, replicai interdetta.
“Ok, diciamo che è anche un bonazzo da paura, che è un tipo popolare ed è simpaticissimo!”, aggiunse subito dopo come volendo rimediare a una mancanza.
“Hai dimenticato la cosa più importante!”, le fece notare Arianna.
“Cioè?”, domandò Mimi non riuscendo a capire a cosa si stesse riferendo.
“A te piace?”, chiese Arianna con fare inquisitorio.
Strabuzzò gli occhi, come se quella domanda fosse inopportuna e fuori luogo, poi ci rifletté un attimo.
“Si, oggi mi piace.”, confessò.
“E chissà domani…”, controbatté Cami in tono canzonatorio.
“Non farmi la predica Cam, non è colpa mia se un giorno uno mi piace e il giorno dopo no! Ora mi piace, poi si vedrà!”, si giustificò facendo spallucce.
“Mi sembra ancora strano.”, commentai guardando Noemi.
“Suvvia, non fatemi credere che siete veramente sorprese! Del resto lo sapevate che prima o poi sarebbe successo!”, dichiarò Mimi cercando di sembrare sicura di sé.
“Certo Mi, tu ne cambi uno al mese!”, la canzonò nuovamente Cami, di certo la più saggia e matura di noi.
“Dai Cam, è giovane, bella e simpatica, lasciale vivere la sua giovinezza!”, commentò Arianna nel tentativo di spezzare una lancia in favore dell’amica.
“E poi c’è la coppia che non scoppia che mantiene gli equilibri!”, aggiunse sarcastica poco dopo riferendosi palesemente a me e Chris.
Proprio in quell’istante sentì il cellulare vibrare. Lo estrassi dalla tasca e lessi il nome di colui che mi chiamava: Amore. Alzai il cellulare per far notare alle altre la chiamata, scuotendolo leggermente a destra e sinistra, poi alzandomi, mi spostai nell’angolo più lontano da loro della stanza.
“Ehi Chris!”, dissi accettando la chiamata.
“Amore, scusa, so che sei con le altre…”, iniziò.
Ma che carino, si ricordava perfino dei mercoledì pomeriggio!
“Tranquillo, non disturbi!”, lo rassicurai immediatamente.
E più o meno era davvero così.
“Domani sera viene mia cugina… sei dei nostri?”, chiese aspettandosi una risposta affermativa.
Ecco cosa ci voleva per finire male il pomeriggio: questa fantastica notizia.
“Certo amore mio!”, riposi con tono falsamente contento.
“Bene, allora ti lascio alle tue amiche! Salutami tutti!”
“Certo! Ciao Chris!”, lo salutai alla svelta.
“Ciao amore!”, ricambiò prima di chiudere la chiamata.
“Allora? Cos’è questa faccia?”, mi chiese Arianna mentre riprendevo posto sulla sedia.
“Domani viene sua cugina e staremo con lei”, bofonchiai annoiata e seccata.
“Certo che sembrate una di quelle coppiette sessantenni voi due! Dov’è finita la grinta?”, mi rimproverò scherzosamente Noemi, anche se, sotto sotto, aveva proprio ragione.
Possibile che con Chris ogni giorno fosse diventato uguale all’altro?
“Ma loro si amano!”, commentò Cami con gli occhi sognati per quell’amore che ancora non aveva avuto la fortuna di incontrare.
Si, noi ci amavamo, ci amavamo ogni giorno come se fosse l’altro.
Sospirai, riprendendomi dai miei pensieri, del resto non avrei neppure dovuto riflettere su una cosa del genere, non ce ne sarebbe dovuto essere il bisogno… ma allora perché c’era?
“Aria!”, la chiamò Mimi attirando la sua attenzione, ma facendo automaticamente voltare nella sua direzione anche me e Cami.
“Che fine ha fatto il tuo caro Matteo?”, domandò con un sorriso malizioso stampato sulle labbra.
Arianna sorrise, leggermente imbarazzata.
“Nessuna fine.”, rispose un po’ troppo evasiva per i nostri gusti.
“E allora perché le tue guance sono diventate improvvisamente rosso scarlatto?”, chiesi, notando il caratteristico colore che le sue goti assumevano in situazioni a lei poco gradite.
Di sottecchi vidi Cam e Mimi sorridere compiaciute, mentre io rimanevo con gli occhi puntati su Arianna.
“Uffa, non è che c’è molto da dire!”, sbuffò, celando un sorriso.
“Meglio, così potrai raccontarci tutto in poco tempo!”, dichiarò Camilla, incoraggiandola e inchiodandola al contempo.
“Questo fine settimana non si è fatto sentire, lunedì mattina l’ho intravisto da lontano, ma lui non mi ha salutata, parlava con l’amichetta di Luca e poi nel pomeriggio mi ha chiamata dandomi delle spiegazioni, ma questo già lo sapevate. Quello che non sapete è che martedì pomeriggio siamo usciti insieme.”, disse.
Sgranammo gli occhi. Silenzio. La soglia di attenzione era altissima, i nostri visi la imploravano di andare avanti.
“No, non ci siamo baciati. No, non stiamo insieme. No, non credo di amarlo.”, aggiunse poco dopo rispondendo alle domande che sapeva avremmo voluto farle, guardando prima Mimi, poi me ed infine Cam. Io mi lasciai andare ad un sospiro liberatorio, Cami sorrise come se in fondo sapesse già tutto, mentre Noemi torse il labbro delusa.
“Ma è successa una cosa…”
Tornammo a fissarla.
“Abbiamo incontrato Luca, con la sua ragazza!”, annunciò guardando me.
“Mio fratello?”, chiesi sorpresa, mentre una strana luce si accendeva nei miei occhi. “E da quando è fidanzato?”, aggiunsi poi, realizzando le sue parole.
“Non so se fosse la sua fidanzata, ma stavano praticamente pomiciando!”, mi disse Arianna.
“Ah, e allora stai sicura che non era la sua fidanzata!”, borbottai, decisamente non d’accordo con il comportamento che mio fratello aveva deciso di adottare con le persone del mio stesso sesso.
“Insomma, si è staccato dalla tipa bionda, si è avvicinato a noi e ha iniziato a squadrare Matteo, poi incenerendolo con gli occhi ha detto: “Stai attento a quello che fai!”. Io praticamente sono rimasta a bocca aperta e occhi sgranati. Matteo non sapeva assolutamente cosa fare. Luca si è voltato verso di me e ha continuato dicendo: “È ancora troppo piccola!”, ovviamente parlava ancora con Teo.” , terminò Arianna innervosita e ancora adirata con l’energumeno che mi ritrovavo per fratello.
Noemi scoppiò a ridere, contagiando anche Cam che cercava inutilmente di contenersi. Io sorrisi lievemente, in parte soddisfatta di ciò che Luca aveva fatto.
“Non so che dire.”, commentai, tentando di trattenere uno smagliante sorriso.
“Che tipaccio che è tuo fratello!”, sghignazzò Mimi. “Dai, vuole proteggerti!”, aggiunse sarcasticamente.
“No, io credo più che voglia soltanto prendermi in giro e rovinare la mia vita.”, borbottò a labbra serrate Arianna.
Si, l’autunno di Arianna esisteva ed aveva anche un nome: Luca.

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Angolo Autrice

Salve a tutti! 
Finalmente dopo tanto tempo mi sono decisa a pubblicare ciò che da anni custodisco segretamente nella mia cartella!XD
Non è la prima volta che mi trovo a scrivere storie, ma non l'avevo mai fatto in questa sezione.
Che dire, questo è solo il primo capitolo, un piccolo assaggio di ciò che a breve arriverà! ;)
Spero vi sia piaciuto, a presto!

                                                                                                            Astrea_

  
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