WALL
-What A Lovely Life-
Capitolo 1: Autumn
time
ALICE’s pov
Avevo
sempre odiato l’autunno, si, l’autunno era in
assoluto il periodo dell’anno che più odiavo.
Il perché? C’era anche bisogno di chiederlo? La
fine dell’estate, l’inizio della scuola, le foglie
gialle e appassite che cadono dagli alberi, l’umida e bagnata
pioggia, il freddo e gelido vento, tutte caratteristiche che io, Alice
Coldare, potevo esattamente definire come a me diametralmente opposte.
Per chi non lo sapesse, odiavo anche la matematica, in particolar modo
la geometria, ecco perché utilizzavo questo linguaggio
così attinente a quella materia per parlare di cose che
sortissero lo stesso malsano effetto su di me. Da
tutto ciò l’equazione autunno=geometria era per me
universalmente valida e riconosciuta, come i corollari.
Un'altra cosa che il mio corpo e la mia mente si rifiutavano
categoricamente di tollerare era il mio ragazzo quando citofonava con
una frequenza di tre secondi per invitarmi a darmi una mossa e scendere
giù, perché lui, poverino, non poteva certo
aspettare cinque minuti in più: ecco, questa era una di
quelle mattine in cui l’avrei volentieri arso vivo insieme ai
libri di matematica e alle foglie secche.
“Arrivo”, urlai fiondandomi sulle scale del
condominio, avendo notato il pallino rosso che segnalava
l’impossibilità momentanea di utilizzare
l’ascensore: qualcuno era stato più veloce di me e
mi aveva fregato.
Abitavo al quarto piano di un condominio nel bel mezzo della
città e, nonostante certe volte fosse abbastanza difficile
tornare a casa a causa del traffico, mi piaceva abitare qui.
“Finalmente!”, sospirò Chris vedendomi
uscire dal portone principale.
“Buongiorno, eh!”, lo salutai io avvicinandomi, ma
lasciando che fosse lui a colmare del tutto le distanze con un bacio.
“Allora, andiamo?”, disse non appena le nostre
labbra si staccarono.
Salimmo sul suo motorino e ci avviammo verso il liceo, arrivando pochi
minuti dopo: l’avevo detto io che abitavo in centro! Scesi
frettolosamente restituendogli il casco, poi con un lieve bacio lo
salutai.
“Ci vediamo dopo!”, gli dissi già a
qualche metro di distanza.
“A dopo amore!”, mi salutò con un
sorriso stampato in faccia.
Io e Chris stavamo insieme da due anni, praticamente una vita se
considerate che l’unico pseudo-ragazzo antecedente a lui
dovette sopportarmi per la bellezza di soli dieci giorni, poi lo mollai
e indovinate per chi? Risposta ovvia, per il mio Chris. Da allora
niente e nessuno ci ha più separati.
“Ehi bella!”, mi salutò Noemi
spuntandomi alle spalle.
“Buongiorno Mi! Allora, com’è andato il
fine settimana?”, le chiesi, continuando la nostra sfilata
verso l’ingresso della scuola.
“Al solito. Certo mi sono divertita, ma nulla di
serio.”, commentò senza perdersi in troppi
particolari.
“E il tuo caro Leonardo che fine ha fatto?”, chiesi
riferendomi a quello che per quindici giorni di fila era stato la sua
fissa onnipresente.
“Carino, molto carino, ma niente.”,
dichiarò annoiata.
Sorrisi, ormai ci ero abituata. Lei era fatta così: si
prendeva una cotta per un ragazzo, ci usciva, magari si mettevano
insieme e dieci giorni dopo era già finito tutto.
“Piuttosto, hai visto Arianna e Cami?”, mi chiese.
“No, ma stamattina dovevano venire insieme, strano che non si
siano ancora viste in giro!”, commentai cercandole con lo
sguardo.
“Eccole!”, mi fece notare Noemi puntando
l’indice contro le due ragazze ferme alle scale.
La nostra scuola era piuttosto grande. Nonostante l’edificio,
per fortuna o sfortuna, fosse unico, racchiudeva numerosi indirizzi
scolastici, quali il liceo scientifico, classico, linguistico,
pedagogico e tecnologico. Ciò permetteva ai poveri
disgraziati che si erano iscritti di poter mantenere i contatti anche
con chi non aveva fatto la stessa scelta. Prendete noi, ad esempio:
Cami al classico, io e Arianna allo scientifico e Mimi al linguistico,
ma sempre insieme in ogni momento libero.
“Odio il latino, non è concepibile che ai giorni
nostri ancora siamo obbligati a studiarlo! Ma se è una
lingua morta, a me a cosa diamine serve? Tanto con i morti mica ci
parlo io!”, si lamentò Arianna, non avendo ancora
notato il nostro arrivo.
“Dai Aria, non dirmi che sei preoccupata per il
compito!”, la canzonai con un buffo sorriso.
Io e Arianna eravamo nella stessa classe.
“Sono dieci minuti che provo a farla calmare ma non ne vuole
sapere! Neppure gli esercizi di yoga sembrano sortire effetto su di
lei!”, bofonchiò Camilla alzandosi.
“A che serve studiare? L’importante è
che ci sia qualcuno che ti passi la versione!”, disse Mimi
nel tentativo di rassicurarla.
“Si certo, hai dimenticato di dire che questo funziona solo
se il tuo sex appeal è pari o superiore a quello di Noemi
Acrirubi!”, sbuffò ironicamente Arianna.
“Ragazze, basta perdere tempo! Alzate e muovete quei culi
lardosi verso le rispettive classi!”, dissi con tono
minaccioso, nascondendo un sorriso sotto i baffi.
“Ci vediamo dopo!”
Ci salutammo frettolosamente, senza troppe smancerie, e con Arianna mi
diressi verso la nostra classe.
“La smetti di tormentare quelle povere ed innocenti
dita?”, la supplicai notando quella sottospecie di tranello
del diavolo che aveva creato con le sue mani.
“È solo un test!”, aggiunsi nel vano ed
estremo tentativo di calmarla.
“Sai quanto m’interessa del test di
latino!”, borbottò ironicamente.
“E allora si può sapere cosa ti
succede?”, chiesi non riuscendo più a seguirla.
“Credo che per il momento dovrai accontentarti di un nome:
Matteo.”, disse varcando la soglia dell’aula.
Involontariamente feci roteare gli occhi, sorpresa e non sapendo
minimamente cosa aspettarmi da quell’indizio che Arianna mi
aveva appena lanciato.
Prendemmo posto nei banchi, dando il via a quella noiosissima routine
che ormai si ripeteva già da qualche settimana. Si:
l’autunno faceva davvero schifo.
Il
mercoledì pomeriggio era l’unico giorno della
settimana in cui nessuna di noi aveva impegni, per questo a inizio anno
lo eleggemmo come giorno perfetto per passare del tempo insieme,
così, come consuetudine, quel pomeriggio ci incontrammo.
Eravamo solite fare shopping, andare al cinema o al parco, o magari
organizzare una di quelle sedute casalinghe di bellezza, ma quello era
un pomeriggio di confidenze, dunque il luogo appropriato era casa di
Camilla, l’unica di noi a non avere fratelli o sorelle, per
di più entrambi i suoi genitori lavoravano e ciò
equivaleva a dire casa libera fino alle otto di sera.
Mi ero goffamente appollaiata sulla sedia vicino la scrivania, mentre
tra le braccia stringevo il morbido cuscino rosso che solitamente era
poggiato al centro del letto. Mimi, dall’alto della sua
posizione, seduta sulla scrivania, teneva lo sguardo fisso su Arianna,
seduta ai piedi del letto. Infine Camilla si era comodamente seduta sul
letto, mentre distrattamente giocava con un peluche.
“Allora, si può sapere cos’altro
è successo? Hai forse visto volare una pecora?”,
chiesi ironicamente nel tentativo di interrompere
quell’insopportabile silenzio.
“Beh, in un certo senso è addirittura
peggio!”, cominciò Noemi come per introdurre il
discorso.
Rimanemmo in silenzio, in attesa che riprendesse la parola, con gli
occhi fissi su di lei.
“Allora, la questione è piuttosto semplice: alla
fine io e Leo ci siamo messi insieme!”, annunciò
con una tranquillità spaventosa ed inquietante.
“Che cosa?”, esclamammo in coro non appena
realizzammo mentalmente ciò che aveva detto.
“Si. Cioè, pensavo non mi piacesse più
ed in effetti era così, ma ieri è venuto sotto
casa mia con un mazzo di rose rosse… cosa ci posso fare io?
Mi è sembrato così carino e coccoloso che non ho
saputo dirgli di no!”, confessò con il sorriso
sulle labbra.
“Carino e coccoloso?”, replicai interdetta.
“Ok, diciamo che è anche un bonazzo da paura, che
è un tipo popolare ed è
simpaticissimo!”, aggiunse subito dopo come volendo rimediare
a una mancanza.
“Hai dimenticato la cosa più
importante!”, le fece notare Arianna.
“Cioè?”, domandò Mimi non
riuscendo a capire a cosa si stesse riferendo.
“A te piace?”, chiese Arianna con fare inquisitorio.
Strabuzzò gli occhi, come se quella domanda fosse
inopportuna e fuori luogo, poi ci rifletté un attimo.
“Si, oggi mi piace.”, confessò.
“E chissà domani…”,
controbatté Cami in tono canzonatorio.
“Non farmi la predica Cam, non è colpa mia se un
giorno uno mi piace e il giorno dopo no! Ora mi piace, poi si
vedrà!”, si giustificò facendo
spallucce.
“Mi sembra ancora strano.”, commentai guardando
Noemi.
“Suvvia, non fatemi credere che
siete veramente sorprese! Del resto lo sapevate che prima o poi sarebbe
successo!”, dichiarò Mimi cercando di sembrare
sicura di sé.
“Certo Mi, tu ne cambi uno al mese!”, la
canzonò nuovamente Cami, di certo la più saggia e
matura di noi.
“Dai Cam, è giovane, bella e simpatica, lasciale
vivere la sua giovinezza!”, commentò Arianna nel
tentativo di spezzare una lancia in favore dell’amica.
“E poi c’è la coppia che non scoppia che
mantiene gli equilibri!”, aggiunse sarcastica poco dopo
riferendosi palesemente a me e Chris.
Proprio in quell’istante sentì il cellulare
vibrare. Lo estrassi dalla tasca e lessi il nome di colui che mi
chiamava: Amore. Alzai il cellulare per far notare alle altre la
chiamata, scuotendolo leggermente a destra e sinistra, poi alzandomi,
mi spostai nell’angolo più lontano da loro della
stanza.
“Ehi Chris!”, dissi accettando la chiamata.
“Amore, scusa, so che sei con le
altre…”, iniziò.
Ma che carino, si ricordava perfino dei mercoledì pomeriggio!
“Tranquillo, non disturbi!”, lo rassicurai
immediatamente.
E più o meno era davvero così.
“Domani sera viene mia cugina… sei dei
nostri?”, chiese aspettandosi una risposta affermativa.
Ecco cosa ci voleva per finire male il pomeriggio: questa fantastica
notizia.
“Certo amore mio!”, riposi con tono falsamente
contento.
“Bene, allora ti lascio alle tue amiche! Salutami
tutti!”
“Certo! Ciao Chris!”, lo salutai alla svelta.
“Ciao amore!”, ricambiò prima di
chiudere la chiamata.
“Allora? Cos’è questa
faccia?”, mi chiese Arianna mentre riprendevo posto sulla
sedia.
“Domani viene sua cugina e staremo con lei”,
bofonchiai annoiata e seccata.
“Certo che sembrate una di quelle coppiette sessantenni voi
due! Dov’è finita la grinta?”, mi
rimproverò scherzosamente Noemi, anche se, sotto sotto,
aveva proprio ragione.
Possibile che con Chris ogni giorno fosse diventato uguale
all’altro?
“Ma loro si amano!”, commentò Cami con
gli occhi sognati per quell’amore che ancora non aveva avuto
la fortuna di incontrare.
Si, noi ci amavamo, ci amavamo ogni giorno come se fosse
l’altro.
Sospirai, riprendendomi dai miei pensieri, del resto non avrei neppure
dovuto riflettere su una cosa del genere, non ce ne sarebbe dovuto
essere il bisogno… ma allora perché
c’era?
“Aria!”, la chiamò Mimi attirando la sua
attenzione, ma facendo automaticamente voltare nella sua direzione
anche me e Cami.
“Che fine ha fatto il tuo caro Matteo?”,
domandò con un sorriso malizioso stampato sulle labbra.
Arianna sorrise, leggermente imbarazzata.
“Nessuna fine.”, rispose un po’ troppo
evasiva per i nostri gusti.
“E allora perché le tue guance sono diventate
improvvisamente rosso scarlatto?”, chiesi, notando il
caratteristico colore che le sue goti assumevano in situazioni a lei
poco gradite.
Di sottecchi vidi Cam e Mimi sorridere compiaciute, mentre io rimanevo
con gli occhi puntati su Arianna.
“Uffa, non è che c’è molto da
dire!”, sbuffò, celando un sorriso.
“Meglio, così potrai raccontarci tutto in poco
tempo!”, dichiarò Camilla, incoraggiandola e
inchiodandola al contempo.
“Questo fine settimana non si è fatto sentire,
lunedì mattina l’ho intravisto da lontano, ma lui
non mi ha salutata, parlava con l’amichetta di Luca e poi nel
pomeriggio mi ha chiamata dandomi delle spiegazioni, ma questo
già lo sapevate. Quello che non sapete è che
martedì pomeriggio siamo usciti insieme.”, disse.
Sgranammo gli occhi. Silenzio. La soglia di attenzione era altissima, i
nostri visi la imploravano di andare avanti.
“No, non ci siamo baciati. No, non stiamo insieme. No, non
credo di amarlo.”, aggiunse poco dopo rispondendo alle
domande che sapeva avremmo voluto farle, guardando prima Mimi, poi me
ed infine Cam. Io mi lasciai andare ad un sospiro liberatorio, Cami
sorrise come se in fondo sapesse già tutto, mentre Noemi
torse il labbro delusa.
“Ma è successa una cosa…”
Tornammo a fissarla.
“Abbiamo incontrato Luca, con la sua ragazza!”,
annunciò guardando me.
“Mio fratello?”, chiesi sorpresa, mentre una strana
luce si accendeva nei miei occhi. “E da quando è
fidanzato?”, aggiunsi poi, realizzando le sue parole.
“Non so se fosse la sua fidanzata, ma stavano praticamente
pomiciando!”, mi disse Arianna.
“Ah, e allora stai sicura che non era la sua
fidanzata!”, borbottai, decisamente non d’accordo
con il comportamento che mio fratello aveva deciso di adottare con le
persone del mio stesso sesso.
“Insomma, si è staccato dalla tipa bionda, si
è avvicinato a noi e ha iniziato a squadrare Matteo, poi
incenerendolo con gli occhi ha detto: “Stai attento a quello
che fai!”. Io praticamente sono rimasta a bocca aperta e
occhi sgranati. Matteo non sapeva assolutamente cosa fare. Luca si
è voltato verso di me e ha continuato dicendo:
“È ancora troppo piccola!”, ovviamente
parlava ancora con Teo.” , terminò Arianna
innervosita e ancora adirata con l’energumeno che mi
ritrovavo per fratello.
Noemi scoppiò a ridere, contagiando anche Cam che cercava
inutilmente di contenersi. Io sorrisi lievemente, in parte soddisfatta
di ciò che Luca aveva fatto.
“Non so che dire.”, commentai, tentando di
trattenere uno smagliante sorriso.
“Che tipaccio che è tuo fratello!”,
sghignazzò Mimi. “Dai, vuole
proteggerti!”, aggiunse sarcasticamente.
“No, io credo più che voglia soltanto prendermi in
giro e rovinare la mia vita.”, borbottò a labbra
serrate Arianna.
Si, l’autunno di Arianna esisteva ed aveva anche un nome:
Luca.
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Angolo Autrice
Salve a tutti!
Finalmente dopo tanto tempo mi sono decisa a pubblicare ciò
che da anni custodisco segretamente nella mia cartella!XD
Non è la prima volta che mi trovo a scrivere storie, ma non
l'avevo mai fatto in questa sezione.
Che dire, questo è solo il primo capitolo, un piccolo
assaggio di ciò che a breve arriverà! ;)
Spero vi sia piaciuto, a presto!
Astrea_