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Autore: Yammi    21/08/2011    3 recensioni
Un amore un pò strano e forse non corrisposto. Un modo per conoscere un lato di Ami che difficilmente si mostra. Quel lato romantico, che tutti noi portiamo in una piega del nostro cuore.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ami/Amy, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
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Il secondo capitolo! Forse pochi lo leggeranno, ma poco importa. Ci tengo particolarmente e non voglio che
rimanga nascosta nel mio immaginario.
Spero che la trama non sia troppo scontata e che possa piacervi e che imparerete a conoscere i personaggi
a poco a poco.
Buona Lettura!

Clop, clop, clop clop...
Continuava a piovere, sempre più forte. Le strade erano completamente spoglie e deserte, tranne per una ragazza dai capelli blu che cercava di farsi strada tra vento e pioggia.
«Sono. In. Ritardo!»
Bizzarro sentir pronunciare queste parole dalla sua bocca, lei che aveva fondato un'intera carriera scolastica sulla puntualità.
«La puntualità è alla base di un buon rapporto» così pensava Ami «Se non mi sbrigo rischio di trovare Usagi già in classe...e questo sarebbe il segno cruciale dell'apocalisse!»
Da dove le veniva, tutto questo umorismo? Forse, stando quasi continuamente con le sue amiche in tutti questi anni l'ha un pò influenzata...e direi in meglio!
"Se penso ad Usagi...è grazie a lei che ho acquistato tanta fiducia in me stessa e non solo nello studio. E non solo lei, ma tutte le altre"
Si perdeva spesso nei suoi pensieri, inutile negarlo, anche mentre correva come una pazza per le strade di Tokyo per raggiungere la propria scuola.
Svoltando un angolo.
Un'altro ancora
Cos'è quella?
Una strana massa di capelli biondi, un ombrello rosa e l'aria di una che corre così tutte le mattine.
«Usagi!»
«Ami? Ma che cosa ci fai qui a quest'ooooOOOOOOOOOOOORAAAAAAAAAAA?!»
Bum.
Ami scoppiò a ridere, una risata così forte che quasi le cadeva l'ombrello dalle mani. Usagi era scivolata su una pozzanghera, girando su se stessa e sbattendo contro un palo
«Oi oi...non ci voleva proprio di prima mattina...»
«Tutto bene?»
«Secondo te? Già sto dormendo di mio...ci manca solo una botta in testa»
«Dai su, alzati o prenderai freddo» Ami la coprì con l'ombrello, per non farla bagnare uleriormente.
«Grazie...ma che cosa ci fai in giro così tardi? Vuoi rubarbi la parte o cosa?» disse Usagi mentre ripendeva l'ombrello che le era caduto e ricominciava a correre insieme ad Ami.
«Ho fatto tardi. Mi sono fermata ad un bar lungo la via e non mi sono accorta dell'orario» disse omettendo l'incontro con quello strano ragazzo, ci rimuginava ancora.
«Ricominci? Sono io quella che fa tardi nei bar per mangiare! Approposito...quasi quasi tiro fuori il mio pran...»
«Muoviti! Mangeremo in classe. Stanno per chiudere i cancelli! Non ho mai fatto così tardi in vita mia»
«Sta calma, prima di chiudersi il cancello rimane socchiuso per altri 34 secondi buoni»
«E tu come lo sai?»
«Ci passo all'ultimo momento tutte le mattine!»

                                                                                                          ...........................................

«Da quando in qua si entra così in ritardo in classe, signorina Mizuno?»
«Mi scusi, professoressa, è che...»
«Niente storie. Ti sei fatta troppo trascinare dalla signorina Tsukino. Le ho sempre consigliato di non lasciarsi influenzare da certe amicizie, ne va della sua carriera scol...»
«Aspetti! Non è colpa di Ami! La colpa è...»
«Non ho bisogno delle sue frottole, Tsukino. Non ci vuole un genio per capire che con la tua sbadataggine...»
«Non vada oltre.» disse Ami, con sguardo fiero.
«Come dice, prego?» rispose la professoressa di rimando, stupida da come Ami le ha interrotte
«Non è colpa di Usagi se ho fatto tardi! E' stata colpa mia, mi sono rintanata in un bar ed ho perso la cognizione del tempo. Usagi non centra nulla ed anzi, la sua influenza mi ha più che giovato. Altrimenti non difenderei le mie ragioni in questo modo, professoressa» per un attimo si pentì di quelle parole, aveva osato rispondere ad un insegnante. Quasi abbassò il capo.
«Di certo non le manca il carattere, signorina Mizuno. Beh, tornate a posto...e che non ricapiti più!»
Seguite da quelle parole Usagi ed Ami andarono a posizionarti in due banchi vuoti, vicino alle finestre, sotto lo sguardo di tutti i compagni tranne Makoto e Minako, che intanto stavano bisticciando per una gomma per cancellare con su raffigurata una fragola.
«Grazie Amichan» sussurrò Usagi alla compagna.
«Per cosa?»
«Per avermi difesa. Avresti potuto benissimo far ricadere la colpa su di me, tanto è un classico...»
«Non voglio che tu ti prenda colpe inesistenti, Usachan, sopratutto se la colpa è solo mia» sorrise di rimando e smisero di parlare, prima che la professoressa iniziasse a rispiegare la lezione del giorno precedente.

.........................................
Ding, Dong, Dang, Dong.
Dong, Dang, Dong, Ding....


«Aaaaaaah! Che scorpacciata, ci voleva proprio»
«Tu non aspetti altro che la pausa pranzo a scuola, eh Usagi? Attenta che così ti fai sempre più grassa!»
«Oh zitta Minachan, e lasciami ingrassare in pace!»
«La volete finire di bisticciare voi due? Vorre finire il mio pranzo»
«Waaaah Makochan! Fammi assaggiare!»
«Va bene, ma non finirmi tutto!»
In classe era sempre così, anche durante le lezioni. Questa volta, però, mancava un componente.
Ami era piegata sul suo banco, con il mento poggiato sul piano di legno spoglio e gli occhi persi nel vuoto. Stava ripensando agli eventi di questa mattina. La pioggia. Il Bar. L'essere arrivata in ritardo. Quel ragazzo.
D'un tratto, i suoi occhi che prima fissavano il vuoto incrociarono due grandi occhi azzurri scrutatori, spuntati da sotto il suo banco come due serpenti pronti a colpire
«Di un pò, come mai così pensierosa? A cosa pensi? A chi pensi?» la curiosità di Usagi era solo pari alla sua sbatataggine...forse....
Ami si mise subito a sedere, visibilmente arrossata.
«Io? Niente!»
«Mmm....»
«Dico sul serio, niente niente!»
Anche Minako e Makoto la guardavano scutratrici.
«Penso che ci voglia una bella vacanza, siamo troppo prese dallo studio» sospirò Minako
«Già, ma dove si potrebbe andare? Non c'è nulla di bello in città, nemmeno una manifestazione o altro....»
«CHE NE DITE DI UNA FIERA?!»
Quasi caddero all'indietro per l'entrata improvvisa di Rei, che era tutta indaffarata con dei volantini.
«Cosa ci fai qui, Rei? Non dovresti essere al tuo istituto?» chiese Ami un pò turbata.
«Infatti! Sono qui per questo. La nostra scuola sta organizzando una fiera per raccogliere dei fondi per finanziare dei nuovi laboratori, che ne dite di venire? Ci si diverte e ci sono tanti club diversi che preparano stand di tutti i tipi»
Iniziò a distribuire vari volantini colorati alle compagne.
«Ad esempio uno stand culinario, uno di medicina, uno di canto, uno di preveggenza del futuro e...» si mise a fissare Usagi per qualche secondo «Beh, per te penso vada bene il club dei poppanti che fanno il riposino, che ne dici?»
«Vipera!»
«E si può portare anche qualcun'altro con noi?»
Le altre quattro guardarono Ami un pò basite, prima di passare al terzo grado...
«E chi vorresti portare?»
«Cosa nascondi?»
«Non avrai conosciuto un ragazzo, vero?»
«E dì, è carino?»
«Parla donna!» urlò quasi Usagi, mettendosi in piedi sul suo banco, indicando Ami.
«Veramente io...era solo per dire» e fece una risatina per smorzare quelle insinuazioni "sono sempre le solite, pensano subito ai ragazzi. Anche se...". Non sapeva come, ma le erano venuti in mente quei profondi occhi verdi, quel carattere arrogante ma sicuro di se. "Ma cosa vado a pensare? Forse veramente Usagi mi sta influenzando troppo con i pensieri romantici". Sospirò, cercando di pensare a qualcun'altro da portare alla fiera, o se portare nessuno, che forse era meglio.
«Però non sarebbe una cattiva idea, ma...lo conosco così poco. Spero non si imbuchi sul serio a casa mia. Altrimenti può scordarsi altri favori nello studio»
«Cosa dici Ami?»
«No niente, pensavo ad altra voce...»
«Su ragazze silenzio, riprendiamo la lezione.»



   
 
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