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Autore: Scarlett Rose    22/08/2011    4 recensioni
Restauro completato. Grazie per la pazienza!
Sequel di "Aspettami, non scappare!", anche se non è necessario averla letta per seguire questa fanfiction.
Siete convinti che il difficile sia dichiararsi a chi ci piace, ma che poi la strada sia tutta in discesa?
Ebbene, forse Marin ed Aiolia potrebbero non essere d'accordo! Una fanfiction dove l'Aquila ed il Leone dovranno affrontare i grattacapi di una relazione fra Saint e non solo. Ci saranno sorrisi, lacrime, combattimenti e ricongiungimenti. Se sei un Saint, puoi permetteri di amare?
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eagle Marin, Leo Aiolia, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di M.Kurumada; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

Eccomi qui con il seguito di “Aspettami, non scappare!”.
Non so ancora bene quanto lunga sarà questa fanfiction, ma mi auguro che sia di vostro gradimento.
Di sicuro, io mi sto divertendo molto a scriverla ed ho in mente grandi cose (Cioè?! N.d.Aiolia).
Buona lettura e vale sempre la richiesta di poter leggere i vostri commenti!

***



 

Marin ignorò le risatine del gruppetto di giovani allieve e si concentrò nuovamente sui suoi esercizi di meditazione. Cosa non facile per svariati motivi, tutti validissimi e tutti ugualmente irritanti.

Avrebbe potuto sceglierne uno a caso, magari la calura estiva che quell'anno sembrava appiccicarsi addosso impedendole di respirare, o l'aumento dei suoi incarichi all'interno del Santuario che decimavano il tempo da dedicare all'addestramento dei suoi allievi. Poteva addirittura accusare il suo ciclo in ritardo che le sballava tremendamente gli ormoni, ma la causa reale della sua distrazione era la ragnatela di occhiate curiose, bisbigli, e risatine di complicità o presunta tale che la circondava.
Aveva concesso una settimana agli abitanti del Santuario per abituarsi alla scioccante novità della sua relazione con Aiolia, convinta forse ingenuamente che per un popolo abituato a scontri fra divinità e ritorni dal regno dei morti, la nascita di una coppia non sarebbe stata poi una gran cosa. Forse sarebbero stati curiosi all'inizio, però ben presto tutto sarebbe tornato normale.

Che errore madornale era stato il solo pensarlo!

Lei ed Aiolia stavano insieme da due settimane, considerò cercando di mantenere la posizione del Loto ed ignorando il formicolio alle gambe, ed ancora erano oggetto di curiosità per tutti. Specialmente per le occupanti del campo di addestramento femminile!, si stizzì contraendo le labbra sotto la maschera di ceramica.
Poteva passare sopra al comportamento delle allieve più giovani, tutte le ragazzine di quell’età avevano la testa invasa di cuoricini e romanticherie varie, non importava se si addestravano per essere un giorni in grado di spaccare le ossa ai nemici, ma si era stupita non poco dell’interesse suscitato nelle sue colleghe parigrado.
“Insomma,” ragionò la sacerdotessa, spostando lievemente un piede “non sono la prima e non sarò l’ultima a frequentare un Gold Saint! A guardar loro sembra che io ed Aiolia abbiamo fatto chissà cosa.”.
Involontariamente, arrossì ripensando ai baci appassionati che lei e il Gold Saint si scambiavano non appena riuscivano a trovare un ritaglio di tempo per stare assieme. E agli abbracci, e le cene a due, le chiacchierate sotto le stelle...
Un sorriso le spuntò sul volto, tuttavia Marin cercò di soffocarlo: non voleva certo diventare una di quelle donne svenevoli tutte prese dal proprio uomo, senz’altri interessi che lui, lui, lui.
“Perché” la irrise una vocina nella sua testa “tu a chi stai pensando adesso, ieri e tutti gli altri giorni?”.
Marin sbuffò, non degnandola di una risposta.
Era sempre stata fiera della sua indipendenza e ci teneva a conservare uno spazio tutto suo. Anche se, ammise rinunciando definitivamente alla meditazione, era così piacevole avere accanto un uomo come Aiolia...

“Mente annebbiata dagli ormoni!” avrebbe sentenziato Shaina lapidaria, visto che lei stessa aveva passato quella fase qualche tempo prima.
*
I bisbigli si interruppero di colpo quando mi voltai nella direzione da cui provenivano.
I due apprendisti Saint chinarono gli occhi sul masso che teoricamente avrebbero dovuto frantumare con rinnovato interesse.
“Grazie a te ora comprendo l’espressione “fulminare con lo sguardo”!” rise una voce alle mie spalle.
“Milo!” esclamai, vedendolo avanzare, madido di sudore. Perché mai non si decideva a raccogliere i suoi fin troppo lunghi capelli in una coda?, mi domandai distrattamente per l’ennesima volta.
Il Saint dello Scorpione lanciò uno sguardo annoiato ai due ragazzi “Abbi pazienza, Aiolia.”
“Tu mi inciti alla pazienza?” risi, sarcastico. Scorpio ricambiò sfrontato il sorriso “Amico mio, se li avessi sorpresi a spettegolare su di me li avrei appesi a testa in giù da Capo Sunion, ma non ero io l’oggetto del loro interesse.”
“Non dirmelo.” sospirai, rabbuiandomi “Ancora non so come tutti siano venuti a saperlo. Non che volessi tenerlo nascosto” considerai, frizionandomi il volto umido con un telo “ma né io né Marin possiamo andare da qualche parte senza essere inseguiti da occhiate curiose. O bisbigli. O ammiccamenti di vario genere.”
“E’ ciò che accade quando ti metti insieme ad una delle donne più in vista del Santuario.” considerò Milo, improvvisandosi maestro Zen “Marin dell'Aquila si è distinta fra le schiere dei Silver in più di un'occasione, è un'eccellente combattente ed ha allevato il futuro Saggitarius, senza contare che mentre noi ballavamo secondo la musica di Arles lei aveva già capito che qualcosa non quadrava.”. Per un istante tacemmo entrambi, mentre il pensiero voleva agli anni passati sotto il comando di Saga. L'amarezza e il dolore erano diventati una cicatrice nei cuori di tutti noi e rievocare quei tempi non era facile, per quanto innegabile fosse che eravamo andati avanti. Forse non sarebbe stato mai semplice, troppi ricordi, troppo dolore, ma da parte mia andava meglio. Molto meglio di quanto non avessi mai osato sperare. Mio fratello era stato riabilitato, ora potevo pensare a lui con orgoglio senza sentirmi in colpa per il dolore che la sua assenza mi aveva causato tanto a lungo e il Santuario era in pace,con Athena a vegliare sulle sue genti. Avevo dei buoni amici e la vita mi si prospettava più rosea di quanto non avessi mai preventivato. Milo interruppe il filo dei miei pensieri, schiarendosi la voce “Senza contare che non ti ho visto fuggire via dalla tua Casa strillando, quindi suppongo che il volto della tua ragazza sia all'altezza del suo fisico!”.
“Milo.” lo redarguii, aumentando involontariamente il mio Cosmo. Meglio mettere le cose in chiaro, conoscevo benissimo la sua fama di rubacuori. Lui scoppiò a ridere “Innamorato e geloso come un gatto del suo gomitolo di lana!”

Come sei poetico.” lo sfottei con un sorriso sarcastico, per poi scrollare le spalle “Ciò che ora mi interessa è che ci lascino in pace. Non voglio che Marin si infastidisca per colpa di qualche pettegolo di troppo. Nè voglio essere infastidito da attenzioni non richieste.”
“Oh, ma che premuroso paladino!” esclamò Milo, prima che il mio pugno si abbattesse sulla sua cassa toracica. Come se nulla fosse, con una risata divertita, il guardiano dell’Ottava Casa si mise in posizione di difesa “Fatti sotto, gattaccio! Mi stavo giusto annoiando ad esercitarmi da solo!”.
Sorrisi, scattando all’attacco “Anch’io!”.

*
“Marin!Ehi, Marin aspetta.”.
Era Shaina.
L’Ofiuco si era tolta la maschera, conscia che nei campi femminili era al sicuro da sguardi inopportuni “Ti ho cercata dappertutto!”
“Bè, mi hai trovata.”. Marin aveva rinunciato al suo esercizio, decidendo che l'arena era fin troppo affollata. Il suo umore era in caduta libera, aumentato dal fatto che una sacerdotessa passandole accanto le aveva dato una pacca sulla spalla facendole l'occhiolino.

Pazzesco!
“Ehi, che c’è?”indagò la sacerdotessa, cercando di indovinare l’espressione del volto sotto la maschera. Marin ringhiò “C’è che me ne sto andando da questo posto con un mal di testa feroce. E’ tutto il santo giorno che vengo perseguitata da risate, bisbigli e nemmeno tanto velate allusioni alla mia vita privata.”.
“Ti capisco,” replicò Shaina, seriamente “visto che ci sono passata anche io. Non è stato molto diverso quando mi sono messa con Seiya. Ti ci abituerai. Alla gente di qui piacciono le storie romantiche a lieto fine. Gli dei sanno se in questo posto non ce ne siano sempre state troppo poche.”

“Non vale farmi sentire in colpa.” osservò Marin, fermandosi con le mani sui fianchi, ma il suo tono non era realmente arrabbiato. Vista secondo l'ottica prospettata da Shaina, la partecipazione generale a quella che doveva essere una faccenda privata assumeva un altro contorno. Più affettuoso interesse, che reale voglia di pettegolezzi. Una sorta di festeggiamento della vita, quella senza battaglie, morti e lacrime, quella che tutti si auguravano durasse il più a lungo possibile.
L’Aquila riprese a camminare “Lo so che non dovrei darci peso, ma… bè, suppongo di essere gelosa della mia sfera privata.”
“Oh bè, se stessi con un adone come Aiolia sarei gelosa anche io!” scherzò l'Ofiuco per alleggerire l'atmosfera.
“Shaina!” esclamò l'Aquila, sbigottita . La giovane donna scoppiò a ridere, risistemandosi la maschera sul viso “Marin, tutte qui hanno gli occhi e Aiolia può contare su una nutrita schiera di ammiratrici. Andiamo: occhioni azzurri, capelli ricci, fisico prestante, coraggioso, responsabile. Non c’è donna dotata di senno che non pensi che tu abbia vinto alla lotteria, mettendoti con lui.”.
Marin scosse la testa, ma non potè trattenere una risata “Per la mia autostima potrebbe essere deleterio che nessuno pensi che lui ha abbia vinto il primo premio a mettersi con me.”.
A lei piaceva tutto del Saint del Leone, ma non aveva considerato la possibilità che altri… anzi, altre, condividessero le sue considerazioni.
Come se avesse letto nei suoi pensieri, Shaina rise, socchiudendo gli occhi color smeraldo “Siamo donne emancipate, mia cara, ma sempre donne siamo!”.


 
  
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