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Autore: PotterWatch    22/08/2011    2 recensioni
Il caso DL-6 cessa di essere un incubo, e diventa un ricordo. Miles Edgeworth va avanti.
[Dedicata a Slan Soulblaze]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Miles Edgeworth
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nevermore

Una parete fredda lo sfiorò, aggrappandosi alla sua schiena nell'aria stantia ed umida.


Papà... cosa sta...”

Diversi secondi di oscurità si consumarono, in un breve velo d'incoscienza, prima che il bambino riaprisse gli occhi e si guardasse intorno. Nonostante ciò, purtroppo, gli servì ben poco tempo per ricordare – lui, suo padre e l'usciere erano lì, chiusi in quell'ascensore da un'eternità. Forse erano lì da ore, e nulla era cambiato.

Stai tranquillo. Andrà tutto bene, Miles.”

Non c'erano ancora stati problemi, ma lui, per qualche bizzarra ragione, sapeva. Al di là del suo silenzio, ne era assolutamente certo: sarebbe accaduta qualche disgrazia, e non restava che osservare i secondi consumarsi fino a quell'attimo. Immerso nel timore, immobile, il bambino iniziò a contare.

Non dovette proseguire per molto; ciò che si aspettava divenne presto concreto. Quando, intorno al cinquanta, i primi urli di Yanni Yogi percossero i suoi timpani, Miles perse del tutto la speranza e sgranò gli occhi, pronto a difendersi e a difendere suo padre.
Proprio in quel momento, invece, avvenne un miracolo.

Una giovane voce rimbombò da fuori; al di là del vetro smerigliato, con un ronzio violento, le luci si sprigionarono prepotenti dalle lampade e dai corridoi, invadendo il parallelepipedo metallico con tutta la loro energia. Gli occhi trafitti di Miles si volsero alle porte dell'ascensore, le quali scattarono, correndo sulle guide, a inondarli d'aria fresca e nuova.

L'ascensore...” rantolò Yogi. “L'ascensore ha ripreso... a funzionare.”

L'attonito sollievo nei loro sguardi svanì quasi immediatamente.

Dal bianco oceano di luce al neon, lungo le sale deserte, iniziò ad emergere un'alta sagoma nera – il volto era nascosto dal buio, ma terribilmente familiare, e il braccio sinistro puntava a Gregory. In uno sconvolto battito di cuore, Miles fece in tempo a riconoscere una pistola.


No!” gridò, impotente. “Papà!”

Quando la sua voce si spense, lo sparo si era già rarefatto e perduto nell'aria. Il ghigno gelido su quella maschera d'ombra, però, parlava di ben altro che trionfo – a dispetto del foro grondante sangue, infatti, il volto dell'avvocato difensore squadrava il suo assassino, fiero e vivo come mai il figlio l'aveva visto.

Il nemico arretrò di diversi passi, cadendo nel terrore più completo.

Non ti permetterò di fare del male a nessuno,” tuonò la voce di Gregory, echeggiando lungo i tutti i muri. “Mai più.”

Senza una parola, la sagoma nera si voltò e camminò nella luce. Un attimo dopo, ogni traccia dello sparo si era dissolta – il sangue, la ferita, l'acre odore della polvere da sparo erano ora soltanto tracce impigliate nei loro sensi.
Miles non capiva.
Era tutto finito. Doveva esserlo.

“Papà...” esalò, tremando di dolore in ogni fibra del suo essere. Il suo intero corpo era scosso da brividi incontrollabili, ancora accasciato contro la parete gelida.

Dopo un lungo sguardo, l'uomo gli si avvicinò con un quieto sorriso, posando teneramente una mano sulla spalla del figlio.

Miles,” rispose, osservando fiotti di calde lacrime scendere dal piccolo volto teso. “Sei stato davvero coraggioso. Ora... ora saremo tutti in pace.”

Prima che il bimbo potesse reagire in qualunque modo, il volto di Gregory svanì piano, nelle tenebre di qualcosa che sicuramente era uno svenimento. Il calore della sua mano, tuttavia, rimase.

Figlio mio.

Signore...”

Qualcosa, sulla sua spalla, era ancora caldo e tangibile. Riscosso da molte piccole pressioni a quell'altezza, Miles aprì faticosamente gli occhi.

Signor Edgeworth,” sussurrò il secondino, illuminato dai primi raggi dell'alba. “Si alzi e si prepari, prego. Mancano gli ultimi documenti e poi saremo pronti al suo rilascio”.

Le parole giunsero al suo cervello solo dopo qualche secondo. Dopo aver sbattuto le palpebre alcune volte, Miles si sedette sul letto, ricercando con lo sguardo il calendario appeso nel corridoio della prigione.

Quando, nella luce incerta, lo trovò e lo lesse, si portò le dita alla guancia, sfiorandosi con timido stupore il volto ancora bagnato.

29 dicembre 2016.


***
Ho scritto questa storia tra il 21 e il 22 agosto per un preciso motivo.
Il 21 agosto di quest'anno e dell'anno scorso ho concluso il quarto caso di Phoenix Wright: Ace Attorney, commuovendomi ugualmente entrambe le volte. Da qui il tema della one-shot.
Il 22 agosto, come gentilmente LJ mi ha informata, è il compleanno di Slan Soulblaze, e ci tenevo a dedicarle qualche cosa, specialmente conoscendo la nostra sua adorazione per questo personaggio. Per cui, mia cara Shari, tanti auguri, e spero che questo piccolo dono sia di tuo gradimento!
Un grazie sincero a tutti i miei lettori e recensori.
   
 
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