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Autore: gaccia    22/08/2011    13 recensioni
Promemoria: mai scommettere contro Emmett alla WII, potresti ritrovarti come me, in un’altra scuola, per due mesi, con l’unico incentivo di conoscere Bella Swan. Certo! Peccato che sono vestito da donna!
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'i trasformisti'
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Grazie per l’attenzione che mi avete regalato ieri con il primo pezzo della storia.

Normalmente cerco di fare i capitoli della stessa lunghezza, questa storia, invece, andrà per conto suo. Se ci sarà tanto da scrivere il capitolo sarà lunghissimo, se ci sarà poco, beh, farete prima.

Adesso vi lascio al nuovo capitolo e vi auguro Buona Lettura …

 

 

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“Adesso che gli dico ai miei genitori?” mi chiedo mentre entro in casa.

Sono talmente stranito per quanto è successo, che non ho neanche risposto agli inviti, più che espliciti, della moretta del bagno e di una rossa.

A pensarci adesso, la rossa doveva essere tutto fuoco … sono uno scemo. Mi sono fatto fregare come un bambino ed ho scommesso una posta davvero stupida.

Ok. Ho deciso! Parlerò con mio padre e cercherò di farlo intercedere presso i miei “adorabili” cuginetti. Sono il suo figliolo! Non potrà negarmi questo favore. Baratterò questa penitenza cedendo per due mesi la Lamborghini. Ecco! Farò così.

Con questi pensieri rassicuranti, scivolo sotto il lenzuolo e mi addormento di botto, sognando la rossa che mi fa cose che dovrebbero essere vietate ai minori di 25 anni, perché a 18 si è troppo bambini.

 

È domenica mattina quando mi alzo, o forse dovrei dire mezzogiorno.

«Edward, caro. È pronto in tavola, su alzati» la mia adorata mammina Elisabeth, così dolce e amorevole che una zolletta di zucchero risulterebbe amara.

Lei letteralmente mi adora ed io adoro lei. Sono un mammone? E chi se ne frega! Nessuno ha una mamma amorevole come la mia e me ne vanto!

«Mi lavo e arrivo» urlo dal mio bagno.

La doccia è qualche cosa che ho imparato a fare alla velocità della luce, più volte al giorno (devo evitare segni e odori compromettenti, per i miei genitori sono ancora vergine ed in assoluto un bravo giovane)

«Allora ragazzo, come è andata ieri sera? Mi sembrava di aver capito che c’era una gara importante di qualche cosa» se mia madre è una chioccia, mio padre è il classico genitore che una volta svezzato il cucciolo lo lascia andare per la sua strada. I desideri sono esauditi, per il resto …

Distrattamente chiede le cose leggendo il giornale del mattino.

Edward Cullen senior è un avvocato di grido, impelagato anche con la politica, non ha tempo da perdere con un marmocchio che vuole giocare a baseball con suo padre, o un ragazzo che ha bisogno di spiegazioni quando si sveglia con il pisellino diritto e non sa il perché.

Ha bisogno di una famiglia felice e perfetta, per  la pubblica opinione e per farsi invidiare da suo fratello minore Carlisle Cullen, il padre di Emmett ed Alice.

Credo che punterò su questo per farmi togliere la penitenza.

«Papà, ho bisogno di parlarti un momento. È importante» annuncio sedendomi a tavola. Davanti a me c’è già la mia porzione abbondante di lasagne.

Colazione leggera devo dire!

«Dicci tutto caro» cara mamma, ma io ho bisogno di papà. Va beh, accontentiamoci, magari poi interviene anche lui.

«Ieri sera, oltre alla posta in palio del torneo, io ed Emmett abbiamo fatto una scommessa» comincio a raccontare

«C’era anche Emmett ed Alice?» interviene mia madre, io annuisco, poi punto di nuovo lo sguardo su papà

«Ed Emmett mi ha battuto» a questo punto lui abbassa il giornale e mi guarda interessato

«Ti ha battuto? E cosa avevate scommesso?» chiede curioso

«Beh, ecco … Io avevo proposto di cedergli la Lamborghini per due mesi, ma lui non ha accettato dicendo che voleva qualcosa di più … accattivante» mi stavo rendendo conto che quando avessi detto tutta la verità, come minimo mi sarei dovuto nascondere sotto il tavolo dalla vergogna.

Dovevo continuare a raccontare, mio padre pendeva dalle mie labbra e non era un avvenimento normale

«Allora? Cosa avete scommesso» mi guarda e stranamente sorride, ed io mi agito.

«Alice ha proposto di andare a scuola vestiti da donne per due mesi» bisbiglio guardando il piatto.

A quel punto sento solo la risata sguaiata di mio padre e quella più contenuta, ma sempre allegra, di mia madre: «Ahahahahahahahahahah» e mi sorge un dubbio

«VOI LO SAPEVATE?» urlo quasi sconvolto

«Calmati caro. Tuo zio Carlisle ci ha chiamati circa un’ora fa, credendo che tu avessi già confessato tutto» risponde mamma

«E?» sento che la storia non finisce qui, sto iniziando a sudare.

«Ha detto che la stanza per te è pronta e che ti aspettano domani mattina per iniziare la preparazione. Abbiamo anche parlato dei documenti per l’iscrizione. Mio fratello è davvero un fenomeno: un suo paziente è un falsario ed è disposto a fare dei documenti nuovi, sarai Edwardina, la tua gemella» mio padre ride come mai in vita sua e a me viene voglia di piangere.

Sono finito! A 18 anni la mia vita è finita! Dovrò andare a scuola fingendomi una ragazza! Sarò uno scorfano! E come faccio ad abbordare le donzelle? Io ho le mie necessità fisiche! IO SONO FIGO!

«Papà, io volevo chiederti di convincere Emmett a rinunciare alla scommessa» dico titubante, cercando di farmi capire tra i suoi singulti.

«Non ci penso neanche. È ora che ti dimostri uomo! Hai fatto una scommessa? La devi pagare! È una questione di onore» risponde.

Mi gioco la carta politica. È il mio jolly, sprecato questo, sono fritto.

«Ma se mi scoprono? Se finisco sul giornale come fai tu?» lancio il sasso e vedo che effetto fa.

Sono perplesso: lui mi guarda e sorride.

«Non attacca Edward. Se dovessi finire sui giornali, io rilascerò un’intervista evidenziando quanto sia orgoglioso di mio figlio che è disposto anche a questa umiliazione per onorare la parola data. Ti dipingerei come il mio eroe, tanto che ti eleggerebbero prossimo governatore dello Stato» risponde trionfante.

E’ ufficiale! Sono fottuto e mi è passato anche quel poco di appetito che potevo avere. Mia madre mi guarda con dolcezza ed io provo a puntare su di lei. 

«Mamma, come faccio con la scuola?» chiedo ancora speranzoso

«Carlisle ha pensato anche a questo, una volta terminato il periodo, racconteremo tutto al preside e quindi tu risulterai frequentante dall’inizio dell’anno» risponde cercando di sorridermi incoraggiante. Sbuffo.

«Addirittura, in quel modo, potrai scegliere se finire l’anno a Forks o tornare qui, ma non avrai perso neanche un giorno e nulla comparirà sul tuo curriculum scolastico» finisce di spiegare mio padre, a questo punto esplodo.

«Ma ci godete tanto? Mi volete proprio far andare via?» chiedo arrabbiato

Mio padre si alza e si posiziona di fronte a me, serio «Non voglio che vai a Forks ma penso che in questo frangente sia meglio. Se tu te la senti, puoi sempre frequentare qui a Seattle. Ho promesso a tuo zio di documentare con foto giornaliere la tua penitenza. La scelta è tua» e si allontana verso il suo studio.

Credo che per oggi abbiamo parlato abbastanza.

Hanno ragione loro. Devo pagare pegno ed è meglio per me andare a Forks.

Li sono poco conosciuto, non avrei problemi con i miei amici e una volta finita la pena, potrei lasciarmi tutto alle spalle e tornarmene alle mie attività cittadine.

Dubito che liberarsi sia così facile con Emmett di mezzo, ma lo metterò in chiaro con le condizioni prima della partenza.

«Edward, non essere arrabbiato con tuo padre o con me» sussurra implorando mia madre, mentre mi siedo nuovamente e finisco la mia pasta. Mi è tornata la fame.

«Non sono arrabbiato con voi. Al limite devo essere arrabbiato con me stesso e con la mia stupidità. Sono io che mi sono messo in questo guaio e non posso sempre pretendere che papà mi salvi» rispondo convinto. Wow che discorso profondo, quasi non ci credo di averlo fatto io.

«Bravo il mio bambino. Adesso mangia che poi dobbiamo preparare la valigia per  partire domani. Ti accompagniamo noi» annuncia felice

«Ehi! Io voglio portarmi la macchina. Almeno la volvo, dai!» protesto e lei sorride accondiscendente

«Va bene, ma noi ti seguiremo, così parleremo con gli zii» e finisce di servire il dolce, per il quale mio padre torna a tavola. Goloso.

 

Il pomeriggio passa tranquillamente tra valigie e progetti. Alle 5 passa Mark per andare al campetto di basket dietro il parco.

Dimenticavo di dirlo: sono davvero bravo in questo gioco, e non solo alla WII (beh, per quello caliamo un velo estremamente pietoso)

Quest’anno ho la possibilità di diventare capitano, visto che Jared, ha finito il liceo ed ora milita nella squadra universitaria.

Ecco un’altra cosa che mi perderò, non frequentando i primi due mesi di scuola, perderò l’elezione a capitano e probabilmente finirò i miei giorni di gloria in panchina. Esiste un Dio? Credo che in questo momento sia in ferie anche lui.

«Sei pronto per il ritorno a scuola? Ho sentito dire che arriveranno un paio di donzelle dalle tette grosse e dai costumi facili …» mi dice Mark tra un canestro e l’altro.

«No, quest’anno ho un problema. Devo andare a Forks per un paio di mesi e …» mi interrompe

«Come come come? Fammi capire! Salti due mesi di scuola? Ma così ti perderai l’elezione a capitano e rischierai la panchina se torni a preparazione iniziata» protesta Mark. È un vero amico che si preoccupa per me. Mi commuovo quasi.

«Purtroppo devo. Non ti posso spiegare meglio adesso. Forse un giorno …» lascio la frase in sospeso, con un effetto triste. Mi aspetto di essere compatito… invece …

«Eh vai! Quest’anno senza il grande Cullen, le migliori saranno mie!!!! Già mi immagino Misha, con quelle gambe … non ti spiace vero? Ma tanto tu non ci sei!» e continua felice il suo sproloquio.

Si dice morto un papa se ne fa un altro, ma io mica sono morto! Da come parla Mark però, credo di essere appena stato destituito. E meno male che non sa nulla della scommessa, se no ero retrocesso a giullare di corte.

Assottiglio lo sguardo vedendolo così giulivo. Tra due mesi, vedrai caro mio: ritornerò re e tu resterai con un palmo di naso, come è sempre stato. Parola di Edward Cullen Junior.

 

Torno a casa, cena e poi tv. Niente di interessante ovviamente. Dovrei uscire per divertirmi un po’, diciamo per un ultimo giro prima dell’astinenza forzata.

Magari riesco a trovare la rossa infuocata nel bar vicino alla sala giochi.

Niente, al solo pensiero neanche un fremito ai piani bassi. Sono troppo depresso.

Meglio dormire e prepararsi al plotone di esecuzione di domani.

Pensare che sono tutti miei famigliari e dovrebbero amarmi! Pensa se mi odiavano!

 

Siamo in macchina. Mi sento un condannato che va al patibolo, solo che invece di essere condotto dagli altri, conduco la mia volvo e vengo seguito a vista da una mercedes nera.

Ma cosa credono? Che scappi?

Ho appenda lasciato l’autostrada ed ho imboccato la via principale di Forks

Devo dire che è proprio una cittadina invitante …. Se non si fosse capito, la mia era una battuta ironica!

Credo che le immagini del far west con i paesini di una sola strada e niente vie secondarie abbiano avuto origine dalla pianta topografica di questo paese.

C’è solo una strada, abitano tutti qui. A parte che se sbagli il numero civico, il postino ti trova lo stesso: saranno mille anime contando anche i gatti.

In questo villaggio, a parte lo spaccio, la farmacia, il bar … no, caspita mi correggo, ce ne sono due di bar, cinema … ma che sei scemo? Che pretese Cullen.

Negozio di abbigliamento … per mia nonna, credo non ci sia altro.

Oh no! Si scorge in lontananza (due cento metri scarsi) un palazzotto a tre piani dove scintilla l’insegna “Clinica Privata Cullen” il regno di mio zio e poco più avanti… la maestosa villa Cullen di due piani con giardino curato in modo maniacale e verdissimo, e davanti … i miei aguzzini.

Alice si sta sbracciando, vieni più avanti che ti piallo con le mie ruote! Così sarai veramente tascabile.

Emmett sta ridendo sostenendosi alla spalla di suo padre. Credo che nella sua colazione troverà tracce di lassativo uno di questi giorni, almeno si piegherà per qualcosa d’altro che non siano le risate.

Carlisle e zia Esme sono la serenità fatta persona… esternamente. Dentro? Da valutare a questo punto. Non credevo che avrebbero accettato questo scherzo.

 

Parcheggio e scendo dall’auto, con mia cugina che mi salta al collo felice. Ma che ha da essere così contenta questa?

«Sono super extra mega felicissima che sei arrivato. Dobbiamo fare un sacco di cose per prepararti per la scuola ed abbiamo solo 7 giorni. Dobbiamo subito andare a comperare qualcosa e poi …»

«Ehi, piccola. Buona e frena! Prima mettiamo in chiaro i patti. Non voglio trovarmi fregato da voi due» dico indicando Emmett ed Alice che cercano di camuffare la faccia più ingenua che possono.

Credo che Hannibal Lecter del Silenzio degli Innocenti, avesse un viso più rassicurante, sai … con quella mascherina …

«Mettiamo in chiaro i patti e noi faremo da giudici e testimoni. Se tu sgarri ti troverai la reputazione rovinata, se sgarra Emmett» lo zio lo guarda con intenzione di ammonire e il ragazzo sbianca

«Credo che troverà davvero gustosa la brodaglia che si somministra per la castrazione chimica» adesso sta per svenire

«Anche se mi sembra di ricordare che il mio bambino non sia ancora attivo in quel campo» infierisce zia Esme con un sorriso angelico rivolta al suo bambino.

Ok. Credo che i nostri genitori facciano i finti tonti su questo argomento, stanno facendo troppe battute, mi puzza.

Guardo Emmett e rido. La minaccia mi piace, e fatta da suo padre avrà sicuramente effetto.

«Per la mia cara Alice, direi che la perdita delle sue preziosissime carte di credito, oltre che il sotterramento dell’intero guardaroba della camera, corridoio, solaio, cantina e sottoscala possa essere un incentivo sufficiente per fare la brava» Alice guarda suo padre con un sorrisino tirato ed annuisce convintissima.

Per i suoi vestiti, ninnoli, gioielli, borse, scarpe ed accessori vari e minuti, sarebbe disposta a ritornare a prima della rivoluzione copernicana.

«Per i gemelli Hale, ovviamente non posso nulla, se non impedirvi categoricamente di frequentarli e suggerire qualche parolina nelle orecchie del mio amico Sam» annuncia infine Carlisle. Certo, anche i gemelli sanno e potrebbero essere un problema per la segretezza.

«E chi sarebbe questo Sam?» chiede curioso mio padre che ci aveva raggiunti e stava ridendo.

«Il preside del liceo, ovviamente» certo. Qui abitano quattro gatti e tre scimmie, come potevano non conoscersi tutti. Secondo me organizzano anche le serate di bingo in parrocchia, per saldare i legami della comunità.

All’improvviso Alice inizia a saltellare, spaventandomi a morte e facendo tremare suo fratello, probabilmente lui ha già capito, io ci metto un pochino di più: «Bene, adesso che qualche cosa è stato chiarito, andiamo a fare Shopping!»

Ma ho tutto il tempo per imparare a quanto pare. Sbuffo e mi preparo moralmente. A quanto pare, noi ragazzi saremo accompagnati da mia madre e zia Esme, oltre che da Rosalie e Jasper che ci stanno già aspettando al centro commerciale di Port Angeles.

Credo che mia madre non veda l’ora di comperarmi qualche cosa di femminile: ha sempre desiderato una bambina.

Tutti sadici!

 

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Angolino mio:

Buon pomeriggio, spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Qui inizia l’avventura di Edwardina. Comincerò con i preparativi e gli acquisti.

Avete suggerimenti? Cosa starebbe bene al nostro Edward?

Un dubbio mi assilla: meglio una seconda o una terza per il reggiseno imbottito?

 

Rispondetemi numerose

Alla prossima (non domani)

Baciotti

 

  
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