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Autore: KikiSuicide    23/08/2011    4 recensioni
Già è difficile essere adolescenti, aggiungici: un fratello impossibile, la sua band di metallari scalmanati e dei genitori che non ti conoscono = meglio che ti spari
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, The Rev, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1 mese dopo

Ero tornata a casa. Non di certo di mia spontanea volontà, ma ero tornata.
Vivevo la mia vita sotto il perenne sguardo dispiaciuto di mia madre e le continue minacce di mio padre. Vivevo una vita fatta di chiamate senza risposta. Una vita che non valeva la pena vivere.
 
Mi avevano promesso che sarei stata al primo posto, che nessuno, neanche il loro sogno, avrebbe intralciato il nostro rapporto.
Erano tutte bugie.
 
<< Jimmy!! >> non sentivo nessuno di loro da due settimane. Nessuno tranne Brian, che trovava sempre il tempo per chiamarmi, per rendermi un minimo partecipe della loro vita.
<< Suzi >> la sua voce era fiacca e stanca. Piena di nostalgia << Mi manchi, piccola >>
<< Mi manchi anche tu >> volevo stringerlo a me e fargli sentire tutto l’amore che provavo. Volevo dirgli di tornare, perché la casa senza di lui era vuota. Volevo sentire il suo respiro percorrere la mia pelle febbricitante. Volevo ma non potevo.
<< Devo andare ora >> ma la cosa che desideravo e agognavo di avere, erano almeno cinque minuti per noi.
<< Cosa?!? >> chiesi scioccata. Non capivo, mi chiamava e poi riattaccava sempre troppo presto. Eppure gli altri trovavano almeno un’ora per le proprie fidanzate.  
<< Sono impegnato lo sai >> disse scocciato.
Le lacrime avevano iniziato il percorso verso le guance, percorso che conoscevano a memoria. Ogni volta che una bagnava la mia pelle, mi sentivo morire dentro. Mi svuotavo sempre di più fino a diventare un contenitore privo di alcuna sostanza. Mi avvicinavo ogni giorno di più a diventare una scorza umana.
<< Lo so >> cercavo di far funzionare le cose, ma per mia sfortuna le relazioni non si costruiscono sulla base di niente. Ci volevano due persone capaci di amare e di essere amate, capaci dare e ricevere, capaci di essere soddisfatti e soddisfare.
<< Mi dispiace >> a me no. A me non dispiaceva. Mi uccideva letteralmente la situazione. Ma invece che parlare, dirgli come mi sentivo, ogni volta ricacciavo quei presagi di resa e andavo avanti a testa alta. Questa volta avrei tanto voluto dire di esserci riuscita.
<< Non è vero! >> urlai alla cornetta. Stringevo forte il telefono da far diventare la mano come neve. Bianca e fredda.
La rabbia repressa, la frustrazione e la tristezza si stavano facendo sentire, prendendo il controllo di me e della mia bocca.
<< Come? Scherzi vero?! >> vestivo una maschera di rabbia. Volevo sfogare l’impulso del momento, ma evidentemente non lo aveva capito.
<< Si! Se t’importasse qualcosa faresti di più per noi >> la parte del manico del coltello, nel nostro rapporto, era nella sua direzione. Io non potevo fare più di quello che stavo facendo.
Io chiamavo, ma era lui a dover rispondere, e non solo telefonicamente parlando. Ogni notte, distesa sul letto ripetevo a voce bassa il suo nome, in attesa di sentirlo di nuovo vicino a me, di sentire le sue mani stringermi da dietro.
<< E cosa dovrei fare? Dimmelo perché io non lo so >>  ci stavamo esasperando a vicenda. Soffrivamo per una serie di ragioni che formavano un problema.
<< Magari farti sentire di più. So che sei impegnato ma è incredibile che tutti trovino il tempo per me e tu no. Tu che sei il mio fidanzato!!! >> presi un respiro prima di continuare quello che forse sarebbe stato l’ultimo contatto con lui << Addirittura Brian, capisci! Io voglio che anche tu lo trovi il tempo >> rabbia dolore e lacrime
<< Brian? Cosa centra Brian? >> cioè no davvero? L’unica cosa che aveva sentito era quella?
<< Lui mi vuole nella sua vita, a differenza tua >> parole che uscivano come uno sputo. Veleno di vipera allo stato puro.
<< Mettiti con Brian allora! >> eravamo arrabbiati. Urlavamo e dicevamo cose che non pensavamo.
<< Penso che lo farò >> la frittata era fatta.
<< Allora è finita? >> disse più calmo. La rabbia si era smontata, lasciando un sapore amaro in bocca.
<< Non lo so >> avrei potuto dire no, ma io davvero non lo sapevo.
<< Devo andare >> forse non eravamo fatti per stare insieme.
 
Il telefono squillava. Brian.

 



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Note dell’autrice:
Ultimamente sono in alto mare, quindi già è tanto se sono riuscita a postare un capitolo flash xD
Ci sono problemi in paradiso a quanto pare e le cose non sembrano migliorare. Brian il diavoletto si metterà in mezzo? O si comporterà da amico?
Lo scopriremo presto.. spero
Ringrazio a tutti !!!
Spero vi sia piaciuto anche se è davvero mini…
Baci baci
Kiki 
   
 
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