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Autore: Miza    23/08/2011    39 recensioni
Scesero dalla carrozza in silenzio.
Poi, ben stretti nei mantelli, alzarono lentamente lo sguardo.
Hogwarts era lì, davanti a loro, ancora una volta.
Si stagliava maestosa contro il cielo trapuntato di stelle, del tutto ignara del forte vento che la sterzava.
Le finestre illuminate brillavano, quasi volessero dar loro il bentornato.
-Cara vecchia Hogwarts- mormorò Ron con affetto.
Non si dissero nulla, ma tutti avevano il cuore gonfio, ed erano sicuri che gli altri si sentissero nello stesso modo.
-------
-Alla luce di quanto è successo ultimamente- continuò la preside -Il Comitato per la cooperazione internazionale tra maghi e l'Ufficio per gli sport e i giochi magici hanno ritenuto una buona, ma che dico, un'ottima idea...-
Fece una pausa in cui tutti la fissarono, attoniti.
-...Proporre nuovamente il Torneo tre maghi!-
Il boato che tuonò dai tavoli fu molto simile ad un'esplosione.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista, Un po' tutti | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Capitolo Quattro:

Nightmares.






-Passando ora alla più dolorosa delle maledizioni, la Maledizione Cruciatus, possiamo senz'altro affermare...-
-Oh, Ronald, non posso credere che tu sia serio!-
Hermione Granger lanciò un'occhiata torva a Ron, seduto al banco accanto al proprio.
La professoressa Framboos quella mattina era intenta a spiegare come prevedere l'attacco nemico di una Maledizione Senza Perdono non verbale, e lei stava impazzendo per tentare di seguire la lezione e, al tempo stesso, di sibilare minacce a Ron.
-Non è affatto una buona idea!- bisbigliò -Potresti benissimo evitare, non vedo assolutamente per quale motivo...-
-Eddai Hermione, abbi un po' di fiducia in me!- mormorò lui in risposta, allungando il collo verso la pergamena di Harry per controllare che non avesse saltato nessun passaggio.
-...E' importante soffermarsi sull'espressione dell'avversario: esistono dei chiari segni rivelatori...-
-Non è questione di fiducia!- sibilò Hermione, scribacchiando i segni rivelatori di un attacco sulla propria pergamena -E' questione di prudenza! Prudenza, Ron!-
Mise un punto con tanta energia che la punta della piuma perforò il foglio.
Ginny Weasley, seduta accanto a lei, fece un piccolo sospiro.
-Avanti Hermione, lascialo provare! Poi insomma, dopo quello che abbiamo affrontato l'anno scorso, direi che la prudenza ci ha detto 'Ciao Ciao' per sempre!-
Ron ridacchiò, ma Hermione lanciò all'amica un'occhiata di rimprovero.
-Per l'amor del cielo Ginny! Adesso non ti ci mettere anche tu! Credi davvero che la sicurezza...-
-Sì, lo credo davvero- disse lei piano, con una scrollata di spalle -Ne sono talmente certa che tenterò anche io!-
Hermione lanciò un piccolo strillo, ma fortunatamente in quel momento la classe rise per una qualche battuta della Professoressa Framboos, e nessuno parve udirla.
-Voi... voi straparlate!- sbottò acida -Non potete mettere il vostro nome nel Calice di Fuoco!-
-E perchè mai?- domandò Ron con un'espressione di educato scetticismo.
Hermione serrò la mandibola, arrabbiata.
-Perchè è rischioso, Ron! Hai visto cosa hanno dovuto affrontare l'ultima volta?!-
Si sporse con foga oltre il limite del banco, sbirciando Harry.
-Harry, diglielo anche tu che...-
-...Ma sicuramente la signorina Granger e i due Weasley conoscono già la risposta, non è vero?-
Sentendo una morsa impadronirsi del suo stomaco, Hermione si voltò lentamente verso la cattedra.
L'intera classe si era voltata a guardarli, e l'insegnante sorrideva garbatamente, in attesa.
Hermione lanciò un'occhiata atterrita a Ginny e deglutì.
-Io...- pigolò -Io temo di non aver sentito l'ultima domanda, professoressa.-
La Framboos annuì senza smettere di sorridere.
-E' evidente di no, Hermione. Posso sapere quale argomento è tanto importante da distrarre ben tre dei miei studenti durante una mia lezione?-
Hermione arrossì, mortificata.
-Nulla professoressa. Ci scusi.- mormorò.
La Framboos sospirò e posò il mento su una mano.
-Va bene così. Ma spero non accada più, o dovrò togliere dei punti a Grifondoro, siamo intesi?-
Ginny, Ron ed Hermione annuirono in silenzio.
In quel momento il trillo della campanella risuonò fuori dall'aula.
-Bene, per la settimana prossima voglio un tema su come resistere alla maledizione Imperius!- disse l'insegnante mentre tutti si alzavano -Buona giornata, ragazzi!-
Desiderosi di abbandonare l'aula e lo sguardo di rimprovero della donna, Harry, Ron, Hermione e Ginny radunarono in fretta le proprie cose ed uscirono.
-Non posso credere che ci siamo beccati un rimprovero per parlare della sicurezza del Torneo Tre Maghi!- borbottò Ginny in corridoio.
Hermione inarcò le sopracciglia, punta sul vivo.
-A me invece sembra un'ottima motivazione!- ribattè -E, ripeto, non mi sembra davvero il caso...-
-Hermione- la interruppe Harry, spazientito -Non puoi impedir loro di iscriversi, è assurdo!-
-No!- sbottò lei, parandosi davanti ai tre ragazzi -E' assurdo che vogliate tentare! E' ridicolo, avete sentito la McGrannit, sono prove che vi faranno...-
-Hermione, abbiamo sconfitto Voldemort!- disse Ron quasi ridendo -Che cosa può esserci di peggiore?-
-Non avevamo scelta!- urlò lei esasperata, cancellando immediatamente i sorrisi che erano affiorato sul viso dei tre amici.
-Non potevamo scegliere! Non era un gioco! Adesso invece voi volete andare a giocare a fare gli eroi, a rischiare di ammazzarvi e...e...-
Lanciò loro uno sguardo supplicante, ma Harry, Ron e Ginny rimasero impassibili.
Hermione deglutì.
-Bene- disse con voce rotta -Se è questo che volete, fate pure. Ma poi non dite che non ve lo avevo detto.-
Si fece da parte e li lasciò passare, restando a qualche passo di distanza, cupa.
Un paio di volte Ron si voltò, ma lei finse di non vederlo.
Quando arrivarono davanti all'aula nella quale era stato collocato il Calice di Fuoco, Harry  restò indietro ad aspettarla.
-Non farmi la predica, Harry- borbottò lei -Perchè proprio non ho voglia di sentirne.-
Harry sorrise.
-Non voglio farti la predica. Voglio solo dirti di star tranquilla. E' un gioco, Hermione, l'hai detto tu stessa. Lo so che sei spaventata per Ron... e per Ginny- aggiunse in fretta, quando la vide arrossire e spalancare la bocca per ribattere -Ma lascialo provare. Lasciagli fare le sue scelte, se lo merita, non trovi?-
Lei fissò il pavimento di pietra per qualche istante, in silenzio.
-Ma l'ultima volta...- riprese poi, in un sussurro.
Harry la interruppe subito.
-L'ultima volta c'era Voldemort, Hermione. Altrimenti sarebbe filato tutto liscio. Adesso va tutto bene, andrà bene.-
Hermione gli lanciò uno sguardo angosciato, e nei suoi occhi castani Harry vide tutta la paura soffocata per mesi, forse anni.
Tutto ciò che era riuscita a tenere a bada fino a quel momento, adesso stava irrompendo fuori con violenza.
Harry pensò a quanto sapesse essere irrazionale, la paura.
Se ne stava assopita a lungo e poi saltava fuori per delle sciocchezze, trascinandosi dietro le angosce del passato.
Era talmente sicuro che Hermione, inconsciamente, stesse soffrendo per tutto ciò che avevano passato, che non potè fare a meno di stringerle un braccio con dolcezza.
-Dai- le disse con un sorriso -andiamo a compiere il nostro dovere di supporter!-
Lei gli fece un sorrisetto tirato e si lasciò trascinare nell'aula.

Il Calice di Fuoco crepitava piano, sul suo supporto, al centro della stanza.
La luce bluastra che emanavano le fiamme si rifletteva sulle pareti e sul soffitto, dando alla stanza un'aspetto vagamente spettrale.
C'era un'atmosfera quasi mistica.
Quando Harry ed Hermione si avvicinarono al capannello di persone videro una Beauxbatons, la ragazza che la sera prima aveva alcune ciocche di capelli nere, gettare il proprio nome all'intero del calice.
Sorrise alle fiamme e tornò dalle sue amiche ridacchianti e festose, ed Harry notò che quel giorno nei capelli biondi spuntava qualche ciuffo ramato.
Incuriosito si voltò per dirlo a Ron, ma l'amico osservava il centro del cerchio con espressione stupita.
Non fece in tempo ad allungare il collo che un applauso esplose nella sala, ed un ragazzo si diresse verso di loro, sorridente.
-Non posso crederci!- esclamò Ginny, colpita. -Neville!-
Grattandosi la nuca, imbarazzato, Neville si fermò davanti ai quattro amici e fece un gran sorriso.
-Sì, be', ho deciso di provare- spiegò con semplicità -Sarebbe forte, no?-
Ron ed Harry gli assestarono poderose pacche sulle spalle, e addirittura Hermione gli concesse un sorrisino.
Ginny lo abbracciò.
-Oh Neville, ti auguro davvero di farcela!- disse allegra. Poi lo mollò e parve riflettere per qualche istante.
-Be', naturalmente dopo di me. Se non devo essere io, spero proprio sia tu!-
-Grazie mille, eh!- protestò Ron mettendo il broncio.
Neville e Harry risero; Ginny scansò i lunghi capelli rossi dal viso e avanzò verso il centro del cerchio, decisa.
In un crepitio le fiamme divennero rosse, e il bigliettino 'Ginevra Weasley' sparì all'interno del Calice.
I Grifondoro presenti esplosero in un applauso assordante, e anche gli altri ragazzi applaudirono educatamente.
Ginny tornò al suo posto, euforica, e stampò un bacio sulle labbra di Harry.
Adesso i suoi occhi, quelli di Harry e quelli di Neville erano puntati su Ron.
Ma il ragazzo fissava soltanto Hermione, che teneva lo sguardo basso, a disagio.
-Dai Ron, fallo!- lo incoraggiò Harry con un sorriso.
Ron non si mosse e continuò a tenere gli occhi puntati su Hermione.
Dopo qualche istante la ragazza sollevò lentamente lo sguardo.
I suoi occhi castani incontrarono quelli azzurri di Ron, enormi nella luce bluastra.
Si fissarono in silenzio per un lungo momento.
E poi Hermione mosse la testa in maniera quasi impercettibile, un minuscolo cenno di assenso.
Le labbra di Ron si stirarono in un enorme sorriso di gratitudine e, finalmente, avanzò nel cerchio.
Giunto al centro dovette socchiudere gli occhi: da quella distanza la luce era quasi accecante.
Strinse forte il bigliettino appallottolato nel palmo della mano; sentiva i battiti del suo cuore accellerare in maniera folle.
Lanciò un'ultima occhiata veloce agli amici alle sue spalle e poi, trattenendo il respiro, lasciò cadere il foglietto.
Le fiamme divennero rosse e crepitarono forte.
Poi tornarono ad essere azzurre e tranquille.
L'aula rimbombò di applausi, e Ron sentì un sorriso salirgli alle labbra.
Euforico tornò nella folla.
-Ben fatto!- gli disse Neville con un sorriso.
Si lasciò strapazzare un po' da lui e da Harry, si lasciò assestare un pugnetto affettuoso da Ginny (che per essere affettuoso fu piuttosto violento), e finalmente riuscì a raggiungere Hermione.
-E' andata- le disse con un sorriso radioso.
Lei avrebbe voluto ancora tenere il broncio, ma osservando quel viso lentigginoso così felice, quegli occhi blu così luminosi, nonostante la preoccupazione non potè fare a meno di aprirsi in un ampio sorriso.
-Buona fortuna- gli disse piano.
Ron la avvolse con le braccia e la strinse forte, incurante degli occhi di qualche curioso puntati addosso.
-Andrà tutto bene- le sussurrò in un orecchio, affondando il viso nei suoi capelli profumati -Te lo prometto-.
Hermione si aggrappò alla sua schiena, sentendo una gran voglia di piangere.
-Se ci resti secco dopo essere sopravvissuto alla guerra- bofonchiò - Non ti rivolgerò mai più la parola, Ronald Weasley.-
Ron scoppiò a ridere, le sollevò il mento e la baciò sulle labbra.
Avvertendo la ormai famigliare sensazione dello stomaco in subbuglio, Hermione rispose con tanto entusiasmo che quasi si dimenticò di dove fossero, e fu molto tentata di schiudergli le labbra con la lingua quando, fortunatamente, sentì Ginny ridacchiare -Ma un po' di contegno!-
Si distaccò dal ragazzo, rossa sulle guance, e vide sul viso di Ron la stessa espressione di beato rimbambimento che doveva avere lei.
Rimasero per un po' a osservare gli altri aspiranti campioni che si facevano avanti, poi Ron si voltò a guardarla, con un sorriso.
-E comunque- esordì scompigliandole i capelli -Fossi in te non mi preoccuperei più di tanto. Figurarsi se vengo scelto! Campione Tre Maghi, io?- ridacchiò sottovoce.
-Le uniche cose in cui sono campione sono l'arte del sonno e dell'abbuffarsi!

Ginny, Harry e Neville risero.
Hermione fece un mezzo sorriso di rimprovero e si infilò di nuovo tra le sue braccia.
Non era giusto che Ron si sminuisse sempre così, e in cuor suo pensò che, malgrado tutto, sarebbe potuto essere un ottimo campione Tre Maghi.
Aveva solo bisogno di un po' più di fiducia in sé stesso.


*


I giorni seguenti trascorsero tranquilli nel castello.
Gli studenti furono molto impegnati nello studio e nel seguire le lezioni, tanto che incrociavano di rado i compagni di Beauxbatons e Durmstrang, con somma gioia di Ron.
Un giorno a pranzo quasi tagliò un dito ad Harry quando intercettò con lo sguardo Krum che, sulla soglia della Sala Grande, sfiorava il braccio di Hermione per lasciarla passare.
Non poteva farci niente: Vederlo parlare con lei, sorriderle o, peggio ancora, toccarla, gli mandava il sangue al cervello.
Si domandava spesso per quanto sarebbe riuscito a controllarsi.
E quel pomeriggio ebbe la prima occasione di saggiare il proprio scarso autocontrollo.

-Non posso credere che tu sia riuscita a trascinarmi in biblioteca!- borbottò Ron.
Posò la testa sul tavolo di legno scuro, soffocando uno sbadiglio, e scrutò torvo Hermione.
La ragazza si limitò ad inarcare le sopracciglia e a scrutare l'enorme libro che aveva davanti.
-Perchè non siamo andati anche noi da Hagrid, con Harry e Ginny?- insistette lui lamentoso.
Lanciò uno sguardo dall'alta finestra: la capanna di Hagrid risplendeva nella luce rossastra del tramonto, il comignolo fumante, l'orto delle zucche colorato.
Aprì la bocca per parlare di nuovo ed Hermione lo fulminò con lo sguardo.
-Ron, Harry e Ginny hanno già concluso la propria ricerca di Pozioni, ecco perchè sono da Hagrid.-
Ron sbuffò.
-Abbiamo ancora due giorni! Non possiamo farla domani? E poi perchè tu non l'hai ancora fatta? Avrei potuto copiare da te...-
La ragazza continuò a sfogliare febbrilmente le pagine.
-Ho avuto altro da fare- spiegò con una scrollata di spalle -Ho fatto molti altri compiti. E poi c'è 'qualcuno' che mi occupa un sacco di tempo.-
Ron sollevò le sopracciglia, lanciandole uno sguardo risentito.
-Be', se ti da così fastidio che io ti porti via tutto questo tempo basta dirlo, sai? Se preferisci...-
Hermione voltò pagina e fece una risatina.
-Rilassati Ronald, stavo scherzando. Dico soltanto che sei, ecco...- arrossì di botto -Sei una distrazione. Una bella distrazione.-
Ron parve riflettere per qualche istante, ma poi evidentemente decise di prenderlo come un complimento perchè fece un sorrisetto compiaciuto e le orecchie gli si tinsero di rosso.
Si avvicinò ad Hermione, speranzoso, e le sfiorò le labbra col pollice.
Lei trasalì.
-Oh Ron, per l'amor del cielo, non qui in biblioteca!- protestò.
Afferrò i bordi della sedia e si scansò dal ragazzo, risoluta.
-Non ho mai sopportato chi si sbaciucchia qui! Insomma, è un ambiente pubblico e di studio, non un...-
-E va bene, va bene, scusa!- sbuffò lui.
Poggiò il mento sulle mani e si mise in silenziosa contemplazione, mentre lei riprendeva a consultare il volume.
Stava giusto iniziando a perdersi nelle sue fantasticherie su quel suo nasino delizioso e su quelle labbra imbronciate quando vide una sagoma avanzare nella loro direzione.
Quando si fu avvicinata abbastanza sentì una fitta di fastidio partirgli dallo stomaco.
Krum.
-Oh, ti ho trofata, Herr-Mioni- proferì.
Hermione alzò la testa e lo osservò, confusa.
-Victor! Mi stavi cercando?!-
Quel tono agitato diede un gran fastidio a Ron, tanto che lanciò un'occhiataccia anche a lei prima di scrutare torvo il ragazzo.
Krum fece un mezzo sorriso e agitò un libretto che teneva in mano.
-Io folefa chiederti un aiuto perchè non afere capito una cosa.-
Ron non potè trattenere uno sbuffò sarcastico, che non passò inosservato ad Hermione.
-Certo Victor...-  disse lentamente fulminando Ron con lo sguardo -Di che cosa si tratta?-
Il ragazzo le sedette accanto senza troppe cerimonie e aprì il libro.
-Mi stafo chietento che cosa folesse dire...-
Ron assistette per un quarto d'ora ad un quadretto fatto di spiegazioni, risatine e battute sceme da parte di Krum.
Dovette invocare tutta la propria pazienza per restare calmo e tranquillo, e far finta di concentrarsi sulla propria pergamena fu tosta.
Ma quando vide Krum dare una pacchetta affabile sulla mano di Hermione non riuscì più a controllarsi e scattò in piedi.
Ci mise qualche istante per rendersi conto che il ragazzo ed Hermione lo fissavano perplessi.
-Stavo solo... Mi è venuto un crampo.- borbottò tornando a sedersi.
Krum inarcò le sopracciglia, tranquillo.
-Per chi cioca a Quidditch da tanti anni, krampi zono normalissimi, e sa benissimo come farli passare.- disse.
Gli occhi di Ron scintillarono.
-Che cosa stai insinuando?- sibilò -Anche io gioco da anni!-
Krum scrollò le spalle. -Non così bene, efidentemente.-
Ron strinse i pugni e si chinò in avanti per guardarlo bene negli occhi.
-Stammi bene a sentire, non so che cosa diamine...-
-Ronald!-
Il tono di rimprovero di Hermione lo costrinse a guardarla.
Aveva un'aria contrariata e vagamente nervosa.
-Bene- sbottò Ron raccogliendo le sue cose -Tieni giù le mani dalla mia ragazza, Krum.-
E uscì dalla biblioteca senza preoccuparsi di non far rumore.

Aveva quasi raggiunto il ritratto della Signora Grassa quando sentì dei passi veloci risuonare dietro di sé.
-Ronald, aspetta!-
Seppe che era Hermione ancor prima di voltarsi, ma quando la vide rimase vagamente sorpreso.
Anzichè mostrarsi dispiaciuta sembrava molto contrariata.
-Che cosa c'è?- disse Ron brusco, fissandola.
La ragazza incrociò le braccia e strinse gli occhi.
-Si può sapere che cosa ti prende?- sbottò -Andartene così! Ed essere così villano con Vic...-
-Non-chiamarlo-Victor!- disse Ron tra i denti.
Hermione inarcò le sopracciglia.
-Mi sembrava di aver capito che ti fidassi di me, Ron!- disse brusca.
Ron spalancò gli occhi, esasperato.
-Miseriaccia Hermione, ma vuoi capire che ci prova spudoratamente con te?! Non vedi come ti guarda?-
-Non è affatto vero!- rispose Hermione, anche se sembrava piuttosto a disagio -E' soltanto un amico.-
-Un amico innamorato di te!- sbottò Ron.
Il volto della ragazza si infiammò e serrò la mandibola, arrabbiata.
-Il tuo problema è che non vuoi che io abbia un amico, Ron! Vuoi l'esclusiva!- disse con voce acuta.
Ron spalancò le braccia.
-Come puoi pensare... con Harry siete amici! Non sono geloso...-
-Eri geloso anche di Harry!- sbottò Hermione.
Lo stomaco di Ron si contrasse. Quello era un colpo basso.
-Credo sia normale essere gelosi della propria ragazza.- disse piano.
-Non quando questa gelosia è infondata- replicò Hermione.
Ron si passò una mano tra i capelli, esasperato.
-Non è infondata!- urlò -Perchè fai finta che...-
-Allora, avete intenzione di entrare o cosa?!- sbottò la Signora Grassa.
Ron ed Hermione si lanciarono uno sguardo arrabbiato, poi lei borbottò - Mirtillo nero - e la cornice si aprì.
Non si salutarono quando salirono ognuno nel proprio dormitorio, e quando Hermione si infilò sotto le coperte si sentiva tanto stanca e tanto agitata.


Non capiva da dove provenisse tutta quella umidità.
Una umidità schiacciante, di quelle che ti comprimono i polmoni e ti penetrano nelle ossa.
Sentiva un gran freddo, Hermione.
Ma sapeva che non poteva restare lì. Lì dove, poi?
Che diavolo di posto era?
Somigliava vagamente alla Stamberga Strillante. Ma nella stamberga non c'erano mai state quelle maschere attaccate alle pareti.
Chi mai avrebbe potuto decorare delle pareti con maschere del genere?
Orribili. Raccapriccianti.
Volti bianchi e scheletrici, con sembianze quasi rettili.
Una delle cose più spaventose erano le orbite oculari vuote.
Due buchi all'altezza degli occhi.
Adesso iniziava ad avere paura. Perchè era lì?
Voleva andare via.
Iniziò a camminare, ma le gambe erano pesanti. Faticava, faticava al punto che presto iniziò a sudare.
Si accorse con orrore che si era mossa invano: Camminava in circolo, nient'altro.
La stanza era circolare e del tutto murata.
Fece correre gli occhi lungo i muri, angosciata.
E ad un tratto, uno spasmo di puro terrore si impadronì del suo stomaco.
Gli occhi di una delle maschere avevano preso a lampeggiare. Erano diventati di un rosso sanguineo e brillavano.
Spaventata, il primo impulso fu quello di indietreggiare; ma andò a sbattere contro la parete alle sue spalle.
Un'altra maschera prese vita, e oltre agli occhi rossi, vide un sorriso raccapricciante aprirsi sul viso bianco.
-L'amica di Potter è venuta a trovarmi?-
Quel sibillo mellifluo le fece salire un conato di vomito.
Non potendo fare altro prese a fissare la maschera, tremando da capo a piedi.
-Non è possibile- udì sussurrare la propria voce tremante -Tu... tu sei morto.-
Lord Voldemort spalancò la bocca e lasciò uscire una risata agghiacciante.
Lei dovette fare un immenso sforzo per non urlare di paura.
-Morto, interessante.- osservò la maschera -Ma temo non sia così, schifosa babbana. Piuttosto, ti interesserà sapere dove sono i tuoi amici, forse-
Lo stomaco di Hermione si contrasse.
-Amici?- domandò con voce tremante -Che cosa intendi?-
Voldemort fece un ghigno ed un corpo precipitò sul pavimento, come se fosse caduto dall'alto.
Sentì un gemito sfuggirle tra le labbra e non potè fare nulla per trattenerlo.
-Harry...- disse piano, terrorizzata.
Il ragazzo giaceva al suolo, a faccia in giù.
-Avvicinati, Mezzosangue- ridacchiò Voldemort -O non ne hai il coraggio?-
Sentiva le gambe molli, ma non poteva lasciare Harry lì per terra.
Si chinò accantò a lui, prese un respiro profondo e lo voltò.
E un urlo terrorizzato rimbombò nella stanza, mentre le viscere le si contorcevano.
Il viso di Harry era completamente coperto di sangue; la pelle era tesa sul viso come se non gli fosse rimasto null'altro sotto che non il teschio, e dietro agli occhiali tondi gli occhi non esistevano più: Come le maschere nella stanza aveva due buchi vuoti.
Hermione si ritrasse terrorizzata. Un panico indefinibile si era impadronito di lei.
Harry non poteva essere morto.
-Lui...lui non è morto- pigolò -Lui ti ha sconfitto-
Un'altra risata malvagia la fece tremare.
-Mi ha sconfitto, eh?- cantilenò Voldemort -E chi altri mi avrebbe sconfitto, secondo te? Il tuo piccolo, stupido Weasley?-
Un altro corpo precipitò al suolo.
Quando vide i capelli rossi, Hermione si sentì mancare.
Ma un'immensa ondata di sollievo la investì quando lo vide muoversi.
-Ron!- urlò correndogli incontro -Ron, mio dio, stai...?-
Non fece in tempo a concludere la frase che dovette fermarsi di colpo.
Era rimbalzata contro qualcosa di invisibile, che l'aveva scagliata all'indietro.
Ron la fissava, smarrito, oltre quel muro invisibile.
Il cuore di Hermione si strinse quando vide quegli occhi azzurri guardarsi intorno pieni di terrore.
Non può vedermi, pensò. Non può vedermi né sentirmi.
E nell'attimo stesso in cui pensò la frase, il corpo di Ron iniziò ad accasciarsi.
Hermione iniziò ad urlare come una pazza.
Era come se Ron si svuotasse, un pupazzo pieno di carne che marciva.
Tentò in tutti i modi di avvicinarsi a lui, ma ogni volta rimbalzava indietro, ed era obbligata a vederlo contorcersi e afflosciarsi.
Alla fine Ron non si mosse più.
Giaceva a terra, come un grosso guanto di gomma, in una poltiglia rossastra che una volta era stato lui.
Hermione corse lì da lui, in preda ai conati e ai singhiozzi.
Si inginocchiò e infilò le mani in quella poltiglia, in quella pozza informe senza senso, nel sangue e nella carne rovinata di Ron.
Nulla aveva più un significato, non sentiva più nulla se non il caldo nauseante della carne tra le sue mani e la risata terribile di Voldemort nella sua testa...

Hermione si svegliò di colpo.
Il primo impulso che provò fu quello di vomitare, ma in qualche modo riuscì a trattenersi.
Il panico che la investiva a ondate, però, non sembrava voler cessare.
Battè gli occhi nel buio pesto del dormitorio, e si rese conto che doveva essere ancora notte fonda.
Sentiva il cuore battere come impazzito e il respiro irregolare soffocarla.
Si tirò su a sedere nelle lenzuola madide di sudore, le immagini del sogno ancora stampate in testa.
Non poteva restare lì.
Doveva vedere Ron, Harry, assicurarsi che stessero bene.
Iniziava ad avere una paura incontrollabile, non era mai stata così terrorizzata in vita sua.
Balzò giù dal letto, tremando, attraversò di corsa la stanza e scese le scale a rotta di collo.
Arrivata in Sala Comune il cuore le balzò in gola: Qualcuno era accasciato sul tavolo.
Si avvicinò di corsa e quando vide che era Harry lanciò un urlo.
Trasalendo, il ragazzo aprì gli occhi e si tirò su di scatto.
-Hermione!- ansimò con una mano sul cuore -Che... che cosa ti prende? Mi hai fatto prendere un...-
-Harry!- strillò lei -Oh, Harry, Harry!-
Non sapendo bene cosa dire, sollevata, balzò al collo del ragazzo e lo strinse.
Interdetto, Harry si lasciò abbracciare, ma quando sentì le sue lacrime inzuppargli il collo la scansò per fissarla.
-Che cosa diamine è successo?- domandò preoccupato vedendo la sua espressione piena di terrore.
Singhiozzando, Hermione gli raccontò il sogno.
Harry la ascoltò in silenzio, stringendole le mani quando faticava ad andare avanti, e alla fine la abbracciò.
-Va tutto bene, è solo un sogno- le disse -E' stato solo un brutto sogno, stiamo tutti bene.-
-Ron!- esalò lei contro la spalla di Harry -Ron si è accasciato, ho tanta paura Harry, dov'è Ron? E se lui...-
-Lo chiamiamo, così vedrai che sta bene. Io ero rimasto giù per un compito, devo essermi addormentato, ma vedrai che lui è su che ronfa e...-
Hermione non sembrava in grado di smettere di piangere.
Harry la trascinò con dolcezza fino al dormitorio maschile e aprì la porta.
-Non urlare però- le disse -Non svegliarlo di colpo, si spaventerebbe, aspetta.-
Si chinò sull'amico e gli colpì la spalla con la mano.
-Ron, svegliati... Ehi Ron, coraggio, sveglia!-
Con un po' di fatica, Ron aprì gli occhi e si tirò su, scarmigliato.
-Che cosa succede?- domandò con voce impastata -Hermione? Che cosa ci fai qui? Harry, che sta...-
Non riuscendo più a trattenersi, la ragazza lanciò un ululato e si fiondò su Ron, rischiando di far cadere entrambi dal letto.
Pochi letti più in là, Neville si svegliò e lì guardò, spaventato.
-Dimmi che stai bene!- singhiozzò lei stringendolo -Oh Ron, Ron ti prego...-
Esterrefatto, il ragazzo fissò Harry.
-Un brutto sogno- spiegò l'amico.
Non del tutto soddisfatto della spiegazione, Ron strinse delicatamente Hermione e le baciò i capelli.
-Ehi, va tutto bene, sono qui- le sussurrò -Era un sogno, va tutto bene...-
Lei continuò a piangere a lungo, mentre Harry raccontava a Ron e a Neville, che si era alzato e avvicinato, il suo sogno.
Erano tutti e tre spaventati. Non avevano mai visto Hermione così sconvolta, nemmeno durante la guerra.
Mai.
Ma quando tentarono di staccarla delicatamente da Ron e lei prese ad urlare e si rifiutò di lasciarlo, Harry prese in mano la situazione.
-Vado a chiamare la McGrannit- disse -Credo che dovremmo darle qualcosa, lei saprà cosa fare...-

Quando tornò con la McGrannit, diversi minuti dopo, la trovò ancora incollata a Ron e in singhiozzi.
Ron fissò l'insegnante con espressione mortificata, le orecchie in fiamme.
-Molto bene- fece la preside, stringendosi nella vestaglia scozzese -Ho qui un calmante eccezionale, funzionerà. Signorina Granger?- chiamò poi con dolcezza.
Hermione la sbirciò dal suo rifugio tra le braccia di Ron, senza smettere di piangere.
-Signorina Granger, deve bere questo. E' evidente che è in preda ad un attacco di panico, e questo tonico le farebbe molto bene. Le va?-
Lentamente, Hermione annuì.
La McGrannit appellò una bottiglia color porpora ed un cucchiaio, poi lo riempì fino all'orlo.
Delicatamente lo avvicinò alle labbra di Hermione, che bevette con difficoltà.
-Dovrebbe fare effetto a breve- spiegò la McGrannit ad Harry, riponendo tutto quanto.
Harry annuì e le lanciò uno sguardo mortificato.
-Professoressa, mi dispiace di averla disturbata a quest'ora, ma proprio non sapevamo cosa fare. Non abbiamo mai visto Hermione così, e noi...-
-Non dirlo nemmeno, Potter- disse lei -Hai fatto benissimo. La povera signorina Granger ha sempre cercato di dimostrarsi molto più forte di quello che è.-
La donna si voltò a guardare Ron che carezzava i capelli di Hermione, e Harry vide sul suo viso un'espressione preoccupata.
-Forse dovremmo portarla in infermeria, per stanotte- riflettè la McGrannit -Non vorrei che si sentisse di nuovo male...-
-Professoressa- intervenne Ron -Non crede che... sì insomma, solo per stanotte, forse potremmo...-
Incapace di proseguire, Ron tacque e le orecchie si tinsero di rosso.
Le narici della McGrannit fremettero.
-In tutta la storia di questa scuola, Weasley, non è mai stato permesso ad uno studente ed una studentessa di dormire insieme.-
Ron chinò il capo, deluso.
-Ma temo che anche senza consenso, negli anni diversi di voi ci siano riusciti. Perciò temo che un mio no sarebbe del tutto inutile. Oltretutto, mi sembra la persona più in grado di tranquillizare la signorina Granger, in questo momento.-
Ron la osservò stupito, come se non si aspettasse di sentirsi dire veramente .
Poi le fece un grande sorriso riconoscente.
-Mi affido al suo buon senso, Weasley. Tornate tutti a letto, Potter, Paciock. Buonanotte!-
Si strinse nella vestaglia e uscì dalla stanza.
-Credo stia meglio- osservò Harry sottovoce.
Hermione in effetti aveva smesso di piangere, e adesso sembrava soltanto molto smarrita, forse anche per effetto del calmante.
Con dolcezza, Ron la afferrò per le spalle e la guardò negli occhi.
-Hermione, dormiamo, ti va? Puoi restare qui con me se vuoi.-
Lei annuì, mansueta, e senza dire una parola si sdraiò.
-Be', ehm... allora buonanotte!- disse Ron un po' a disagio a Harry e Neville.
I due ragazzi si raccomandarono di svegliarli se ci fosse stato qualche problema e poi tornarono nei loro letti.
Ron si sdraiò, e quando sentì Hermione rannicchiarsi contro di lui non potè soffocare una fitta di gioia.
Da quando aveva circa quattordici anni pensava a come sarebbe stato dormire con Hermione, nello stesso letto.
-Ti senti meglio?- le sussurrò voltandosi a guardarla.
Lei annuì piano, il viso stravolto e stanco, gli occhi già chiusi.
-Scusami, Ron- disse piano -Non litighiamo più.-
Ron le circondò la vita con un braccio e rise dentro di sé: Quando loro due avrebbero smesso di litigare, probabilmente sarebbe finito il mondo.









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Dobbiamo partire da un presupposto: Questa mia estate ha fatto uno schifo tremendo, e continua a fare schifo.
Ciò suscita in me uno sgradevolissimo stato d'animo che agisce su tutto ciò che faccio, e non mi rende più in grado di concludere nulla di buono:
Non riesco più ad essere carina con le persone, a divertirmi, a studiare e nemmeno a scrivere.
Perciò, se questo capitolo vi ha fatto schifo non vi biasimerò, ma per lo meno siete a conoscenza della ragione!
Detto ciò, spero che stiate tutti bene e che la vostra di estate sia fantasticosa, anche se ciò mi renderebbe un tantino invidiosa!
Vi ringrazio come sempre, siete meravigliosi, e vi sbaciucchio tutti!
See u soon!

Miza


   
 
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