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Autore: Lady Guinever    25/04/2006    0 recensioni
La mia personale visione degli ultimi anni di permanenza ad Hogwarts di Remus Lupin, scanditi da un amore segreto che consumerà mandando lettere anonime alla sua amata, che incontrerà nuovamente faccia a faccia in una situazione alquanto sgradevole, in cui sarà costretto a prendere una scelta importante.
I capitoli sono introdotti da versi di Byron, e scoprirete il motivo per cui Minus ha tradito i suoi amici. Ma basta dilungarmi, poiché non sono brava nelle introduzioni: leggete, e se pensate che io sia degna di rubare un minuto del vostro tempo lasciate una piccola recensione.
Genere: Romantico, Malinconico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, James Potter, Narcissa Malfoy, Peter Minus, Remus Lupin, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1. Jephtha's Daughter


Spenta è la voce del mio lamento,
I monti più non mi vedranno;
Se la mano che amo mi atterra
Non vi può essere dolore nel colpo.

George Byron



L'aria quella notte era particolarmente pesante. Era greve, calda, era come se il cielo si fosse abbassato e stesse per sommergere il mondo. Anche le stelle sembravano più vicine e più luminose. La luna non c'era. Era una notte senza luna, quella.
Remus Lupin camminava a passo svelto per il bosco, la fitta vegetazione gli impediva di pensare a qualunque altra cosa che non fosse il modo migliore per schivare i rami e le fronde che gli si paravano davanti ogni tre passi, rendendo il suo cammino ostacolato e difficoltoso.
A fargli compagnia c'erano solo i mille rumori della notte: il frinire delle cicale, il canto dei gufi, e qualche ululato in lontananza. Era completamente solo, ma non provava paura poiché a causa della sua licantropia conosceva benissimo tutti gli abitanti e le insidie dei boschi, che ormai non sembravano più un qualcosa di pericoloso.
Solo, il respiro affaticato e il passo svelto, la mente per una volta sgombra da tutti i fantasmi che assillavano i suoi sogni, da tutti i rimorsi, da tutti i rimpianti della sua vita.
Solo.
Una volta gli era stato chiesto se per lui fosse peggio il rimpianto o il rimorso. Per uno che conviveva abitualmente con entrambe le sensazioni, sarebbe dovuto essere facile scegliere quale fosse la peggiore, eppure lui non era riuscito a dare una risposta.
Era meglio il rimpianto per qualcosa che non si è fatto, o il rimorso per qualcosa che si è fatto?
Difficile dare una risposta ad una domanda così complicata.
Difficile anche per lui, Remus Lupin, che camminava per il bosco da solo.

Finalmente l'uomo vide una casa in lontananza, maestosa e scura, con la fioca luce di una candela che si intravedeva da una delle finestre.
Casa Riddle: era lì che si trovava ciò che lui stava cercando, se le informazioni che gli erano state date non erano errate.
Il sesto horcrux, la coppa di Tassorosso.
Remus era alquanto stupito che non si fosse già imbattuto in qualcuno degli incantesimi che Voldemort aveva sicuramente creato per difendere l'horcrux, ma forse il Signore Oscuro aveva riservato il suo sapere magico per la casa stessa, senza dare troppo peso all'ambiente circostante.
Lupin estrasse la bacchetta, e iniziò a camminare con ancora più cautela, cercando di non fare alcun rumore. Pian piano si avvicinava sempre più alla casa, ed era quasi uscito dall'oscurità del bosco, quando la vide.
Lei, l'unica donna che aveva mai amato.
Non c'era bisogno di avvicinarsi troppo per riconoscerla, il suo incedere che pur se tradiva un certo timore era comunque oltremodo regale ed elegante, il modo in cui reggeva la bacchetta come se fosse uno scettro prezioso, un morbido ciuffo di capelli che usciva dal cappuccio scuro del mantello, una fugace visione del suo profilo avuta un momento in cui era stata rischiarata dalla luce di una fiaccola accesa davanti alla casa… era Lei, non v'era alcun dubbio.
Ma perché era lì? Cosa c'entrava Lei in tutto questo?
Remus non riusciva a spiegarselo. Era come immobilizzato, non osava fare un passo, poiché se l'avesse fatto era certo che sarebbe stato ucciso dall'unica creatura che per lui era degna di portare il nome di "amore".
Ma Lei avrebbe veramente ucciso qualcuno? Ne sarebbe stata capace? Lupin pensava di no. Lei era perfetta, e non si sarebbe mai macchiata di un peccato così doloroso e così turpe, mai avrebbe mai macchiato le sue mani angeliche con un'azione simile… ma a dir la verità, ora che l'aveva vista in quel posto, egli stava cominciando a pensare che forse sarebbe stata capace di tutto.
No, sicuramente si sbagliava. Lei non avrebbe mai potuto fare una cosa del genere. Si trovava lì solo per sbaglio, per un semplice, stupido errore del fato. Lei non c'entrava nulla nulla, lei era una creatura del bello, della luce, lei era una figlia degli dei immortali, la figlia di Afrodite, oppure era Afrodite stessa, Remus non sapeva darsi una risposta a quest'ultimo quesito, e non sarebbe mai potuta cadere così in basso da essere la serva del Signore Oscuro, di un uomo che era tutto l'opposto di lei, sotto ogni aspetto.
Lei era pura e innocente, risplendente e viva grazie alla sua bellezza e alla sua grazia, e nell'oscurità della notte risplendeva come una torcia fatta di stelle, immensa e padrona della sua stessa luce.

Remus si riscosse dai suoi pensieri pieni d'amore, e ritornò a ragionare con quella stessa mente razionale che aveva portato la Donna lontano da lui.
Se fosse stata una trappola? Se avessero messo Lei lì proprio perché sapevano tutto e volevano metterlo di fronte alla scelta di morire lui, o di uccidere la donna che amava?
Tutto ciò era impossibile… lui era sicurissimo di essere stato completamente muto riguardo al suo amore per Lei. Non l'aveva detto a nessuno, neanche a James, o a Sirius, o a Peter…
Era solo uno scherzo del fato. Un semplice, stupido errore del destino.



  
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