Anime & Manga > Inazuma Eleven
Segui la storia  |       
Autore: 3lo_2ofi    23/08/2011    1 recensioni
...-Lexa!- sentii una voce famigliare chiamarmi, Callie, meno male, non ci siamo persi.
-Hey Callie.. Dove siete?- chiesi guardandomi attorno.
-Non lo so. Sono andata in bagno.. E non trovo più il tavolo..- disse sorridendo da ebete.
Vidi Nathan con la coda dell’occhio cadere all’indietro di botto.. Anche io le prime volte reagivo cosi, ma poi ci si fa l’abitudine.
-Tu, Sei un Mark al femminile..- disse lui alzandosi in piedi.
-Ahah!- fece Callie divertita.. Non so se dalla mia faccia, che descriveva quanta pena e quanto irritamento mi provava Callie in questi momenti… O per Nathan.. Che ancora non sapeva come reagire.
[Estratto dal capitolo 6]
Genere: Commedia, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Salve a tutti!!
Nuuu questo è il primo capitolo dell’ultimo! Ok, è un gioco di parole ma vi assicuriamo che è cosi.
L’ultimo capitolo è diviso in due parti: questo visto da Callie e l’altro visto da Lexa.
 
 
Vi auguriamo una buona letture e commentate!!
 
 
 
 
Ricordavo perfettamente le parole dell’allenatrice del giorno precedente:
“-Domani si parte.”- disse lei con fare serio e impenetrabile come al solito.”
Ero nel mio letto, e continuavo a rigirarmi. Era mattina, lo capivo dai sottili raggi del sole che filtravano dalle persiane.
La notte passata, avevo dormito beata come un angioletto, anche se questo giorno avrebbe diviso i nostri destini da quelli dei calciatori che avevamo conosciuto ed imparato ad amare.
Ero ancora sotto le coperte, e non avevo nessuna intenzione di alzarmi. Il motivo? Preparare le valige per la partenza.
Ma alla fine decisi che la cosa migliore da fare, era tenersi impegnati in qualcosa, pur di non pensarci.
Gettai con foga, le coperte a terra e mi alzai veloce come una saetta. Mi diressi verso il bagno, per fare una doccia rigeneratrice.
Mi tolsi il pigiama e filai sotto l’acqua bollente, mentre prendevo a fischiettare allegramente.
Lexa invece era solita a farsela ghiacciata la doccia, davvero una cosa fuori dal comune. Ma lei pensava la stessa cosa di me.
Mezz’ora dopo, ebbi finito e acchiappai il mio asciugamano legandolo stretto, e raggiunsi il mio armadio.
Lo apri con malinconia. Mi ripresi: non dovevo essere triste.
Scelsi degli shorts a palloncino bianchi, con una canotta verde e blu, intrecciata sul dietro e ci abbinai delle semplici scarpe di ginnastica, bianche.
Diedi una veloce pettinata, ma lasciai i capelli leggermente umidi. Erano cresciuti un sacco da quando li avevo tagliati. Ora potevo fare due minuscoli codini ai lati della testa.
Pronta e linda, presi la mia valigia, rimasta ad ammuffire per troppo poco tempo.
E con ordine, la riempi con gli abiti puliti e quelli sporchi. Lasciando in disparte, piegata con cura la divisa della Raimon.
Finito, rinchiusi la valigia lentamente, ripercorrendo i visi di tutti i giocatori che erano diventati miei amici, in quella fantastica avventura sportiva.
Non mi andava di scendere, pensai che sarebbe stato carino aspettare il risveglio di Lexa. Non dovetti attendere a lungo.
5 minuti dopo i suoi occhi rossi si aprirono, stanchi, ma lo fecero.
-Lexa, buongiorno …- sussurrai, sorridendole. Le contraccambiò debolmente, sedendosi sul bordo.
-GiorHnoooano …- mugugnò sbadigliando, e stropicciandosi gli occhi. Era buffa cosi.
Si alzò subito dopo, e prima che potessi andarle dietro, chiacchierando come mio solito disse qualcosa che mi sorprese moltissimo.
-Senti … preparami i vestiti, per favore …- cosi dicendo, chiuse la porta dietro di sé.  Mi s’illuminarono gli occhi.
Era la terza volta che me lo lasciava fare, senza obbiezioni.
Presi una canotta con spalline fini, di un bell’azzurro cielo dei pantaloni al ginocchio neri e delle scarpe alte.
Aspettai due minuti con le gambe incrociate sul letto, e poi apparve dal bagno con un viso più sveglio e pimpante.
E non come suo solito, serio e impenetrabile.
Dovevo avere un’espressione sorpresa, perché Lexa prese a ridere senza contegno.
-Perché fai quella faccia, dobe?- disse, asciugandosi una gocciolina che le colava dall’occhio destro.
-Mmm … hai un aspetto strano stamattina. Sembreresti … più felice.- commentai con occhio clinico. Lei sorrise.
-Sembro felice perché lo sono. E se faccio quello che voglio fare, lo sarò ancora di più.- disse, con gli occhi strani, quasi a cuore.
La fissavo sempre più confusa.
-Non comprendo fino in fondo. Cos’è sta storia?- domandai avvicinandomi, curiosa.
-Se ne avrò voglia te lo dirò quando sarà portata a termine.- e cosi dicendo, finito di vestirsi, usci dalla camera.
Siccome non avevo capito quasi nulla del suo ragionamento, preferii raggiungere gli altri a fare colazione. Magari con lo stomaco pieno avrei ragionato meglio.
 Scesi le scale, affamata, e trovai tutti. Che mangiucchiavano e chiacchieravano allegramente.
Decisi di sedermi accanto a Shawn, ed Axel. Era da un po’ che non comunicavo con loro.
Passando accanto al tavolo dove c’erano Susett e Victoria mi salutarono allegramente.
-Ciao Lili!!- gridarono assieme. Io le salutai, con meno entusiasmo. Cercai di passare oltre, senza far notare il nomignolo stupido che mi avevano attribuito.
Raggiunsi Shawn ed Axel, subito dopo. Mi sedetti accanto al grigio, mentre Axel non alzò nemmeno lo sguardo su di me.
-Ciao Callie.- salutò Shawn gentilmente, mangiando qualcosa di sconosciuto. Ma questo ragazzo lo trovavo sempre con qualcosa in bocca. (Non pensate maleee xD Nd2ofi)
-Ciau.- risposi io sorridendogli, vivace -Ciao Axel!-. aggiunsi ma lui non reagiva, anzi. Sembrava ancora più assorto nei suoi pensieri.
Mi voltai verso il primo.
-Ma che ha? È più silenzioso del solito.- commentai, segnandolo col pollice. Come se fosse a distanza di sicurezza. A Shawn comparve la solita gocciolona dietro alla nuca.
-Non lo so, anche quando mi sono seduto io, non si è mosso.- disse lui, fissandomi.
-Chissà cosa gli ronza per la testolina …- dissi silenziosamente.
-Come scusa?- chiese lui.
-Ninete, ninete …- sospirai, guardando il biondino giocare appena col caffè ancora nella tazza.
-Hei ciao ragazzi.- salutò improvvisamente Xavier, spaventandoci. Io caddi all’indietro con la sedia.
-Callie, tutto bene?- chiese il rosso allarmato, avvicinandosi a me e aiutandomi ad alzarmi.
-Si, solo che mi hai colto di sorpresa. Non credevo che saresti apparso cosi.- dissi ridendo.
-Impiastro!- gridò il solito Torch, in mia direzione. Mi alzai in piedi puntandogli il dito contro.
-Quando oggi partiremo, tu sarai l’unico a non mancarmi!- gridai fissandolo. Tutti si zittirono, guardandomi.
Negli occhi prepotenti di Torch, notai una nota amara che nascose subito. M’è l’ero solo immaginata?
-Non m’importa nulla di cosa pensi.- concluse lui, con astio. Io ci rimasi male. Avevamo sempre battibeccato amichevolmente, ma mai in questo modo. Tornai a sedermi, mentre le voci ripresero da dove ebbero finito. Appoggiai il viso sui gomiti, pensierosa.
-Che è quella faccia?- chiese Xavier sorridendomi, cordiale.
-Niente.- risposi leggermente brusca. Me ne accorsi. –Scusa, non volevo risponderti male.- dissi, fissandolo.
-Non c’è problema. Allora, vuoi dirci che succede?- chiese lui a quel punto. Io annui.
-Riguarda prima. Io non volevo offendere Torch in nessun modo.- dissi.
-Vai a dirglielo.- disse semplicemente guardandomi. Io sgranai gli occhi.
-Come?-chiesi, sperando di non aver capito.
-Vai da lui e diglielo. Torch sarà pure sbruffone, ma ci tiene agli amici.- disse il rosso. Accettai.
In fondo non avevo nulla da perdere, e avrei smesso di provare questo senso di colpa nei suoi confronti.
Dopo lui e Gazel, andarono di sotto. Finita la mia colazione, li raggiunsi.
Li trovai seduti sul divano, attenti a guardare la TV.
-Ciao ragazzi.- salutai debolmente. Non alzarono lo sguardo. Gazel lo faceva sempre, mentre il rosso solitamente mi fissava cercando di mettermi in imbarazzo. Ma non ci riusciva mai.
-Senti Torch, lo so che ho sbagliato a dire quella cosa.- cominciai ma non avevo ancora attirato la sua attenzione.
-In verità non la pensavo proprio.- confessai guardandolo. A quel punto i suoi occhi gialli s’impiantarono nei miei.
-E cosi tu pensi che mi abbia dato fastidio quello che mi hai detto?- disse lui, amaro. Io annuì convinta.
-Bè … non è così.- fini lui, voltando lo sguardo verso lo schermo. A quel punto lo sguardo disinteressato del bianco si voltò. Prima guardò me, e poi lui.
-Insomma Torch, smettila di fare l’idiota.- commentò aspro Gazel.
-Che diavolo vuoi tu?- urlò lui, fissandolo furioso.
-Dico solo che è la prima persona che ti chiede scusa, e tu rifiuti?- disse lui con le braccia incrociate.
Fece sfrecciare il suo sguardo sbruffone da me e il suo migliore amico, poi imbarazzato disse:
-Lasciaci soli un attimo.- disse con tono di voce bassissimo, arrossendo leggermente. Gazel alzò le spalle, sparendo un attimo dopo.
-Ti siedi o no?- chiese lui. Io feci come dice. Ci fissammo per qualche minuto in silenzio.
-Accetto.- mugugnò lui, appena.
-Come? Non ho capito.- feci io, guardandolo.
-Accetto le tue scuse.- disse ancora, arrossendo. Io sorrisi soddisfatta.
A quel punto, andò dalla stessa direzione del suo amico albino. Io allegra tornai di sopra, dove non trovai quasi nessuno.
C’erano solo le solite ragazze a lavare i piatti.
-Ciao! Dove sono gli altri?- domandai appoggiandomi al bancone, dondolando le gambe.
-Sono scesi a fare le valige. Anche Lexa.- rispose Nelly.
-Di certo Lexa non è scesa, ma salita.- ribeccai, acida.
-Scusa, ma infondo hai capito. No?- disse, presuntuosa. Io le sorrisi falsa.
Raggiunsi Lexa in camera nostra, la trovai che rifaceva le valige. Mi vide arrivare.
-Come mai hai lasciato fuori la divisa?- chiese continuando nel suo lavoro.
-Perché devo ridarla alla Raimon. Noi torneremo nei Dark Hydra.- commentai, leggermente triste. Senti la cerniera chiudersi, e la vidi voltarsi verso di me.
-Che ore sono?- domandò.
-Che noia …- dissi, subito dopo aver guardato l’orario sulla sveglia posta sul comodino. –È già quasi ora di pranzo.- sospirai, sedendomi per terra.
-Precisamente?- chiese ancora Lexa.
-Le 11.15.- risposi.
-Dai raduniamo un po’ di gente e andiamo a fare una passeggiata.- la sua idea mi piacque.
Alla fine quasi tutti vennero con noi, a fare due passi sulla spiaggia. Era una giornata di sole e faceva piuttosto caldo, ma nell’aria tirava qualcosa che faceva riflettere.
Tornammo in appartamento per il pranzo: pasta al pomodoro.
Forse per la fame o per quella occasione, il pranzo ebbe un gusto diverso dal solito.
-Che noia che oggi finisce tutto.- senti dire, da uno della Zeus.
-Già, però è stata un’esperienza davvero bella.- disse un altro. Sorrisero entrambi.
Mi concentrai nel cibo del mio piatto. Voltai lo sguardo verso tutti in quella stanza, tentando di impiantarmi i loro volti nella mia mente. Poi i miei occhi incontrarono quelli di Joe, e lì me ne resi davvero conto.
Il pomeriggio saremmo partiti, e per chissà quanto non ci saremmo più visti, magari addirittura per sempre.
Fini la pasta ed aspettai, che tutti se ne andassero dalla mensa. Preferii aiutare Silvia, Celia e Nelly a lavare i piatti. Almeno per l’ultima volta.
Lo facemmo in completo silenzio.
Finito il lavoro, andai di sopra.
-Grazie dell’aiuto Callie!- dissero in coro Celia e Silvia. Io le salutai.
Mi venne il nodo alla gola, di nuovo. Mi ero promessa di essere forte ma non ci riuscivo. Soprattutto ora che sentivo il peso della partenza sulle spalle.
Raggiunsi il mio letto, ormai sfatto senza lenzuola e altro e affondai la testa nel materasso, concentrandomi sul mio respiro.
Poi piansi. Le lacrime scendevano lente ed inesorabili senza che io potessi fare niente. Ma mi era stato insegnato che mai avrei dovuto trattenere le emozioni. Sia che esse fossero belle o brutte.
Fortunatamente fui sola per tutto il tempo. Dopo un po’ mi calmai ed a quel punto senti dei passi avvicinarsi.
-Callie, dobbiamo prendere le valige di te e Lexa.- disse il signor Veteran accompagnato da un gigantesco ragazzo della Diamond Dust.
-È ora?- chiesi, tornata in me. Ora sentivo di non essere più triste come prima.
-Si, scendi. Sono tutti in sala.- rispose il signor Veteran sparendo con le nostre valige.
Appena fui giù, gli sguardi di tutti si posizionarono su di me. Erano comprensivi, felici, tristi. Insomma un miscuglio di emozioni che mi fecero sentire ancora più vicino a loro.
Poi vidi Lexa, e mi avvicinai a lei.
-Ti senti meglio?- chiese lei, calma. Io annui. A quel punto si diresse verso il divano, e quando fu tornata, mi consegnò la mia divisa della Raymon. La fissasi seria, ed annuimmo contemporaneamente.
Andammo verso Marc, porgendo gli abiti.
-Prendi Marc, queste appartengono a voi.- disse subito Lexa, osservandolo insistente. Ma lui, scossa la testa.
-Volete dimenticarci davvero cosi in fretta?- commentò scherzoso, -Tenetele come ricordo.- Noi ne fummo assolutamente felici, le lanciammo in direzione del signor Veteran, che le infilò al volo nella valigia.
-Forza ragazzi, tutti al camioncino si va all’aeroporto!- disse l’allenatrice richiamandoci.
Tutti fissammo per l’ultima volta quell’appartamento, ormai cosi famigliare. Poi chiuse la porta con la chiave e salimmo sul camioncino. Parti in un attimo.
Il mare fuori dal finestrino man mano che proseguivamo, spariva per lasciare spazio ad un nuovo panorama.
Case, palazzi tutto grigio insomma. Raggiungemmo l’aeroporto: non c’ero mai stata. Era a dir poco immenso.
-Chiudi la bocca, altrimenti la lasci qui.- commento scherzoso Torch, come suo solito.
Io gli sorrisi, spingendolo amichevolmente.
Camminavamo lenti, cercando di sprecare tempo ma ormai eravamo qui e non potevamo fare altrimenti.
L’allenatrice ci aveva spiegato chi avrebbe preso l’aereo.
“-Jed, Callie e Lexa, voi prenderete il primo volo. Quelli dell’ex Alyus Academy, della Zeus, della Royal verranno con noi.- concluse sbrigativa.”
L’allenatrice si avvicinò con tre biglietti.
-È stato davvero un onore allenarvi, e questa specie di vacanza l’ho passata bene.- disse, cambiando leggermente carattere. –Buon ritorno a casa.- disse, stringendoci la mano ad un a uno, lasciandoci i biglietti del aereo, tra le mani. Noi le sorridemmo. Ma poi una domanda mi sorse spontanea, in merito a prima.
-Ma allenatrice, perché solo noi tre dobbiamo prendere l’aereo e non ci accompagnate voi col mitico Camioncino Inazuma?- domandai ingenua. Lexa e Jed, sia avvicinarono meglio, per sentire la risposta.
-Perché Tottori è molto lontano, e poi ci sono già pochi posti. Fatichiamo a farli stare tutti. Voi sareste di troppo.- si bloccò un attimo. Quel discorso non attaccava. Tre persone in più, non avrebbe cambiato nulla.
-Ok, ho pensato che fosse stato meglio cosi. Almeno non sarebbe diventato un addio drammatico come nei film.- sorrise di nuovo. Noi acconsentimmo.
Tutti i ragazzi che avevo conosciuto si erano avvicinati a noi.
-È stato un onore conoscervi ragazzi. Spero che un giorno ci incontreremo di nuovo, per affrontarci in una partita di calcio!- disse Marc, con un sorriso a trentadue denti.
-Lo so che il primo approccio è stato brutto, ma abbiamo cambiato idea. Ci mancherai Callie!- disse Susett abbracciandomi. Io sorrisi. Victoria fece altrettanto, con meno enfasi.
-A presto, e speriamo che non miglioriate ancora.- commentò scherzoso Shawn, accompagnato da Axel, Eric e tutti i giocatori della Raimon.
-Buon viaggio ragazzi.- dissero Xavier e Jordan con le loro rispettive squadre.
-Grazie mille di tutto! Siete stati fantastici.- risposi, in primo piano.
-Stai attenta che magari l’aereo cade!- disse Torch sghignazzando. Io risi, e mi avvicinai abbracciandolo. Era il mio nemico preferito. Lui arrossì e si spinse lontano da me, imprecando. Ma sapevo che in fondo non gli avevo dato cosi fastidio.
Poi fu il turno della Epsilon e della Diamond Dust.
-Anche se siete stati piuttosto silenziosi e imperturbabili, siete stati dei bravi compagni!- commentai. Loro si voltarono verso di me con sorriso beffardo.
-Altrettanto.- commentarono Gazel e Dvalin, all’unisono. Quando girai lo sguardo, incontrai quello di Byron.
-Ammetto che non mi sei mai stata troppo simpatica. Ma perché eri sempre stramba e troppo pazza per i miei gusti.- confessò imbronciato lui, distogliendo appena lo sguardo. Gli diedi una pacca amichevole sulla spalla sorridendogli. Infine fu il turno della Royal.
-Ragazzi, siete stati fantastici!- gridai verso tutti, annuirono sorridendo. Mi guardai in giro ma non lo vidi. Di Joseph nessuna traccia. Poi mi si avvicinò David.
-Callie, si è allontanato.- disse, segnando le vetrate. Lo vidi. –Ho sempre capito che eri la tipa giusta per Joe.- disse infine lui, mentre mi allontanavo da loro per raggiungere il mio cavaliere, dallo sguardo fiero.
Gli toccai una spalla affettuosamente, per farlo voltare.
Aveva uno strano sguardo, era triste ma dolcissimo, come non gli avevo mai visto fare.
Si avvicinò sempre più finché non fu appena sopra me. Occhi magenta in occhi blu.
Si abbassò alla mia altezza ed appoggiò le sue labbra sulle mie. Fu un tripudio di emozioni: malinconia, dolcezza, felicità. Poi ci dividemmo per mancanza di ossigeno. Arrossimmo entrambi notevolmente.
-Joe, credo, che tu, ecco … credo che mi piaci davvero tanto.- confessai fissandolo negli occhi.
-Anche tu mi piaci molto, Callie.- disse tenendomi le mani.
-Ma credo che siamo ancora piccoli per queste cose.- aggiunsi triste, ma lui non smise di guardami speranzoso.
-Lo capisco perfettamente. Sappi che ti aspetterò.- disse lui, attirandomi di nuovo a sé, per un nuovo bacio. Lo lasciai fare.
-Il primo volo del pomeriggio, per Tottori, sta partendo.- disse la voce di una donna, nel citofono.
Era ora: Jed, Lexa ed io raggiungemmo la porta che ci avrebbe allontanato da loro. Notai per caso lo sguardo di Lexa. Mi spaventai, era completamente rilassato come mai prima d’ora.
-Che è successo?- cercai di chiederle, toccandola dentro.
-Shlaidlangn …- disse incantata in un punto indecifrabile. Mi arresi, se avrebbe voluto raccontarmi la verità l’avrebbe fatto più tardi.
Ci voltammo un ultima volta, tutti gli sguardi erano puntati su di noi.
-Buon viaggio ragazzi!!- gridarono assieme sorridendo e salutandoci.
-A presto! E la prossima volta che ci scontreremo vinceremo noi, Marc!- dissi competitiva, voltandomi e correndo via verso l’aereo che ci attendeva.
In meno di due minuti fummo seduti su sedili comodi, e mentre prendevamo il volo, incontrai per l’ultima volta lo sguardo innamorato di Joe, e lessi le labbra.
-A presto.- fu l’ultima cosa che vidi prima di volare verso una nuova parte della nostra vita.

 
 
 
 
 

(Joeeeee *_* NdCallie *estasiata*)
Bene, possiamo solo dire di attendervi alla fine, ciauuu 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inazuma Eleven / Vai alla pagina dell'autore: 3lo_2ofi