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Autore: V a m p i r e    24/08/2011    4 recensioni
[Ex "Make Me Wanna Die"] Durante una ronda al cimitero, Buffy segue con un tranello Spike nella sua cripta. Cosa succederà tra i due? Ora che ha il chip in testa, il sexy vampiro biondo riuscirà a diventare buono?
Genere: Azione, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Buffy Anne Summers, William Spike
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DISCLAIMER: I personaggi di Buffy non mi appartengono, ahimè, io ci gioco soltanto. In caso contrario, Spike sarebbe già incatenato nella mia cantina.
NOTE DELL’AUTRICE: Sono Spuffy convinta, soprattutto della parte Sp-, quindi non aspettatevi altro da me. Forse lo Spawn, ma non certo in questa FF. Oh, questa è la mia prima fanfiction su Buffy, quindi siate gentili con me per favore!!
FEEDBACK: Gradito!!






 1 – In trappola.
 
 



 
La caccia era magra, quella sera. Sembrava che tutti i vampiri della città avessero deciso di fare sciopero, e Buffy aveva avuto la possibilità di ucciderne solo due.
Non che questo fosse un male, meno lavoro per lei, ma quando i non-morti  si comportavano in un modo così calmo non c’era da stare tranquilli. Molto spesso organizzavano qualcosa, e per una città come Sunnydale poteva rivelarsi letale un piano ben congeniato. L’ultima volta quasi non avevano rischiato l’Apocalisse, ma d’altronde, ormai quella non era più una novità.
Faceva parte del suo lavoro, della sua missione rischiare la vita per un bene più grande, senza lamentarsi. E senza pretendere niente dalla sua vita, neanche la vita stessa. Erano passati i giorni in cui si illudeva che se avesse fatto finta di non vedere, un giorno avrebbe potuto smettere, sposarsi, magari fare anche una famiglia con tre bambini e un cane. Nessuna cacciatrice era arrivata viva ai venticinque anni, non c’erano possibilità. Le apocalissi, i cattivi delle storie erano lì, sempre pronti a stravolgere la realtà, a far vincere il male. Era nata per questo, per salvare l’umanità.  E alla sua, di umanità, non ci poteva pensare.
La Cacciatrice scosse la testa, riavviandosi i capelli. Non doveva pensare sempre al peggio, altrimenti sarebbe morta a causa dell’ansia. E tra tutte le cose per le quali aveva rischiato di morire, l’ansia era proprio quella più stupida.
Le lapidi risplendevano alla luce della luna e del misero lampione presente nel cimitero, i fiori che i proprio cari avevano portato ai defunti, facevano sembrare quel luogo di morte quasi rilassante. Un posto dove trovare la pace eterna, il luogo che avrebbe dovuto essere. Se non ci fossero stati i vampiri, i fantasmi e tutte le altre cose soprannaturali, sarebbe stato bello andare lì a piangere i propri cari.
Ma cosa stai dicendo? Se ti rilassi qui, perdi la vita. Lo hai imparato a tue spese, Buffy, quando hai permesso ad un vampiro di entrare nella tua vita, e per poco non ce la rimettevi. Una persona però è morta, da quell'incontro letale, la Professoressa Calendar.
Non era stata colpa di Angel. Lui, il vampiro con l’anima, il miracolato, il dannato. Voleva solo aiutarla, all’inizio, indirizzarla, farle capire che il male si può combattere, se si hanno degli alleati. Era stato avvisato di quanto fosse restia ad accettare la sua sorte, quella sedicenne impertinente con la parlantina troppo sviluppata e i tacchi troppo alti per combattere i non-morti. Lei però era piccola, giovane, inesperta, ed era rimasta affascinata da quel comportamento protettivo e dai suoi occhi penetranti. Il principe azzurro, doveva aver pensato, lo sposerò e vivremo per sempre felici e contenti. Un bel tenebroso sempre gentile da capire, da salvare, e così affascinante in quel completo scuro... era inevitabile che fosse finita in tragedia. Non era stata colpa di nessuno dei due, solo... solo del destino.
«Dannato destino.»
Senza accorgersene, lo aveva detto ad alta voce. Le accadeva troppo spesso ultimamente, di parlare da sola, di immaginarsi le cose... forse stava diventando pazza. Che bella cosa. Lanciò un’occhiata alla cripta scura verso la quale si stava dirigendo, senza rendersene neanche conto. Se stai con i pazzi...
Il rapporto con Spike si era trasformato, fino a diventare una sorta di tacito accordo per evitarsi il più possibile, anche se ogni tanto lo sorprendeva a fissarla con brama omicida. Con il chip in testa, il vampiro ossigenato non era in grado di fare del male a nessuno, e questo, se possibile, lo rendeva ancora più rabbioso e imprevedibile, dato che non poteva sfogare le sue frustrazioni su poveri innocenti.
William il Sanguinario con un chip che gli impediva qualsiasi omicidio, praticamente una bomba ad orologeria. Meglio evitarlo che ucciderlo, provava a pensare ogni volta, dopotutto poteva rivelarsi utile. Come diceva lui stesso, “basta combattere”, e da poco tempo aveva accettato di aiutare la Scooby Gang con le lotte in cambio di un po’ di sangue di maiale. Non si fidavano di Spike, naturalmente, e sapevano che per pochi soldi avrebbe potuto venderli al peggior nemico, ma un aiuto in più non faceva mai male, durante una battaglia. Anche se, come spesso notava Xander, se mai fosse stato liberato da quella maledizione non avrebbe esitato ad ucciderli uno per uno.
Dovette interrompere un momento i suoi pensieri, perché un vampiro le si era avventato addosso e cercava, inutilmente, di morderla. Era grosso, molto grosso, aveva i capelli mossi e uno sguardo gelido, ma era anche molto stupido.
 Mentre sganciava il paletto dalla cintura e lo trasformava in polvere, urlò all’ormai defunto. Tanto ormai era diventata pazza, no?
«Ma non imparate mai? Cacciatrice uguale morte! Non avete speranza!»
«Veramente non hai mai battuto me, ma io non valgo, vero? Sono una spanna sopra a tutti gli altri.»
Con il suo solito charme inglese e lo spolverino, inscindibile, Spike era apparso fuori dalla sua cripta. I capelli ossigenati risplendevano alla luce della luna, gli occhi guizzavano di qua e di là. La guardava con un ghigno stampato in faccia, facendo passare lo sguardo attraverso tutta la sua figura. Alla fine, alzò un sopracciglio e tornò dentro.
Se mi ha parlato, vuole che io lo segua, pensò Buffy, alzando gli occhi al cielo. Speriamo abbia qualcosa di buono in serbo per me... cioè, per una missione., si corresse immediatamente. Spike non aveva niente di buono per lei, e mai lo avrebbe avuto.
Entrò nella cripta arredata in stile minimal, ma veramente tanto minimal, e immediatamente sentì che qualcosa non andava bene. La televisione e il frigo erano allo stesso posto, ma da quando quelle catene erano appese al muro? ...E perché Spike non diceva una parola, restando immobile nell’ombra? Non avrebbe dovuto punzecchiarla col il suo solito –e insopportabile– sarcasmo?
«Se non mi vuoi parlare, tanto vale che me ne vada.»
Fece per uscire, ma quando si girò, la porta si chiuse di scatto, come se l’avesse sentita.
Fantastico, sono in trappola.
   
 
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