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Autore: ChiaBBlack    24/08/2011    0 recensioni
Un rifacimento della famosa storia di Dickens
Genere: Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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“No. No,no,no.” La voce di Severus Piton echeggiò in tutto il suo studio.

“Ma Signore, la prego...è la Vigilia...” Arthur Weasley stava cercando di convincere il suo inflessibile e crudele capo a concedere a lui e agli altri impiegati, una giornata libera.

 

Ogni anno era sempre la stesse storia, ma forse quest'anno sarebbero riusciti a convincerlo. Dopotutto lui non aveva scelta. Non poteva perdere quel posto perché il suo stipendio era l'unico modo per procurarsi le medicine che servivano a suo figlio George.

 

Nel frattempo Severus, grande finanziere londinese, ribolliva di rabbia. Ogni anno questa perdita di tempo. E lui, con il suo olio di gomito era già riuscito a sbrigare tutte le sue pratiche. Mentre i suoi impiegati rimanevano lì a lamentarsi. D'improvviso s'alzò e uscì, senza dire niente a nessuno anche se, a dire la verità, tutti erano abituati ai suoi modi scontrosi.

 

Per strada c'era un'allegria insopportabile; tutti si urlavano gli auguri dai lati opposti del grande stradone, i bambini dell'orfanotrofio cantavano.

'Chissà perché cantano, se non hanno niente. E poi sono stonati, che fastidio.'

Egli camminava a testa tanto bassa, per non essere disturbato, che non si accorse che qualcuno gli stava venendo incontro. Così, si scontrarono.

L'uomo contro il quale si era scontrato si rivelò essere Draco, suo nipote. Il figlio della sua defunta sorella.

 

“Ehi zio Sev! Come stai? Stavo proprio venendo nel tuo ufficio per chiederti se volevi venire al nostro cenone di Natale! Astoria sarebbe davvero felice di rivederti.”

No.

“Devo lavorare. Chissà quanto mi verrà a costare questa vostra festa sdolcinata.”

 

Così, dopo questa spiacevole conversazione, Piton giunse finalmente a casa sua. Stava per infilare la chiave nella serratura del grande cancello, quando gli sembrò di vedere un'ombra.

Quasi fosse un fantasma, una nebbiolina prese la forma del suo collega Phineas Nigellus; ormai deceduto da qualche anno.

Era un collega insopportabile, quasi più avaro di lui e sempre scontento. Era certo che sarebbe finito all'inferno e le fiamme che lo circondavano, fecero pensare al finanziere di aver creduto giusto.

Per sua fortuna, Severus riuscì a infilare la sua snella e pallida figura nel varco che era riuscito ad aprirsi. Scappò in casa.

 

Quella fu la sera più brutta della sua vita.

 

Cercando di prepararsi la cena, il rumore di un gatto lo fece sobbalzare, cosicché rovesciò il pentolino. Poco dopo non riusciva nemmeno a leggere il giornale; era stato spaventato dalle campane di una chiesa vicina che suonarono a morto per un tempo lunghissimo.

Decise infine di andare a letto.

 

 

Si addormentò.

Si svegliò.

O almeno, così gli sembrò.

Si ritrovò di nuovo faccia a faccia con il suo ex collega, questa volta lo poté vedere meglio e scorse tutte le catene incandescenti che lo cingevano fin quasi a strangolarlo.

 

 

 

 

“Oh, sento la tua paura, Severus! Eppure anche tu farai la mia stessa fine, le tue catene ti aspettano.

Per farti capire quanto le meriti -perché le meriti più di me- questa notte arriveranno tre Fantasmi.

Il Fantasma dei Natali Passati;

il Fantasma del Natale Presente;

quello dei Natali Futuri.”

 

La paura paralizzò Piton ed egli si fece ancora più bianco in volto di quanto non fosse già abitualmente.

E si riaddormentò.

 

 

Il suono di campanelle natalizie si insinuò nei sogni del finanziere e lo costrinse suo malgrado e di cattivo umore, a svegliarsi di nuovo.

Quello che si trovò davanti lo lasciò abasito; una giovane donna molto bella, dai capelli rosa accesso che stonavano con il pallore del suo viso. Quella presenza galleggiava, sospesa nell'aria, e gli si avvicinava.

Quando ella gli fu abbastanza vicina da toccarlo, gli prese la mano e la stanza iniziò a vorticare, i colori a fondersi e la sua mente ad annebbiarsi.

Poi tutto si fermò.

Severus sentì la neve sotto di lui e si alzò di scatto, infreddolito.

 

“Chi sei?”

“Sono il Fantasma dei Natali Passati, e ti mostrerò i tuoi.”

“Non farlo....” Piton aveva capito dove si trovavano e il dolore gli aveva già stretto il cuore.

 

Il paesaggio gli era familiare, ma evidentemente si era sforzato di dimenticare.

Erano vicino al suo vecchio collegio.

La donna fantasma, i cui capelli erano ora biondo cenere, lo prese per mano e lo condusse all'interno della struttura.

 

Presto Piton si ritrovò in un'aula in cui sedeva un bambino che studiava da solo; mentre i suoi compagni erano fuori a giocare.

Quando il suo sguardo si spostò dal bambino alla stanza, notò un che anche un professore molto anziano lo stava osservando.

“Ecco, ho finito.” disse il bambino, più a sé stesso che al professore, che evidentemente non aveva visto.

 

L'aula si trasformò velocemente e presto Severus e il Fantasma si ritrovarono in un parchetto. Il bambino doveva essere cresciuto e assomigliava sempre di più al Piton adulto.

Era seduto su una panchina insieme ed una ragazza che lo stava osservando. I due avevano gli stessi capelli corvini e lisci e gli stessi occhi neri e profondi; anche se quelli del ragazzo era glaciali.

“Allora Sev, ho una bella notizia...”

La ragazza sorrise, ma lui no.

“Ho convinto la mamma, lei è malata.... e quindi ha accettato a farti tornare.”

Severus, evidentemente insofferente alla notizia della malattia della madre, sorrise. Questa notizia l'aveva reso davvero felice, non sarebbe più rimasto in quel collegio!

 

Alcune lacrime uscirono dagli occhi del Piton adulto al ricordo di quei bei e lontani momenti con la sorella. Ma senza lasciare tempo a quelle lacrime di raggiungere la sottile bocca dell'uomo; il Fantasma di quei Natali, lo portò in un altro posto.

 

Si trovavano in una casa molto spaziosa. Severus ricordò che era quella di Albus, il suo primo capo che l'aveva assunto da poco. Egli stava sistemando delle decorazioni per la festa di Natale.

 

Piton ricordò una discussione avuta molti anni prima con quell'uomo. Gli stava rimproverando la sua avarizia. Assurdo.

Ma lui aveva appena speso una fortuna per le medicine della madre.

“Ma non ti sto rimproverando l'avarizia che usi a casa tua, non mi permetterei mai. Sto solo dicendo che dovresti apprezzare il Natale.”

“Non è proprio la mia festa. Comunque deve promettermi che non rivelerà mai a nessuno quello che è avvenuto prima della morte di mia madre.”

“Non lo farò. Se vuoi nasconderò la parte più bella di te.”

 

Più tardi cominciò la festa.

Piton si vide ballare con una ragazza, la sua prima e unica ragazza. Lily.

Altre lacrime solcarono il suo viso. Questa volta le asciugò. Che stupido era stato a legarsi così tanto ad una persona.

 

“Ricordi?” disse il Fantasma, “Ricordi tutto o preferisci vedere di nuovo?”

Ricordo.

 

Certo, come poteva dimenticare?

Si sarebbero dovuti sposare, ma erano troppo poveri.

Quando poi lui era diventato ricco, non aveva più voluto sposarsi. Certo lui era ricco, ma lei no e non gli avrebbe portato alcuna dote. Avrebbe solo speso i SUOI soldi.

 

Però l'aveva amata. Quando erano poveri si amavano. Poi lui aveva amato solo i soldi.

 

Rivide il loro litigio. Le ultime parole che si erano detti.

 

No, no hai ragione. Non ti amo più-

 

Severus gridò alla sua versione più giovane di non lasciarla, era abbastanza ricco per entrambi.

“Non farlo! Non farlo!”

 

Disperato, Piton vide il giovane andarsene e cercò di afferrare la ragazza; ma il Fantasma glielò impedì.

Il Passato non si cambia.

 

E allora videro di nuovo Lily, nella sua nuova casa. Povera, ma sposata e felice.

 

Severus era distrutto e implorò il Fantasma di lasciarlo in pace.

 

Così si ritrovò sul suo letto, in lacrime; mentre l'eco delle voci della sorella, di Lily e del Fantasma si confondevano e sparivano.

  
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