Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: xXx Veleno Ipnotico xXx    24/08/2011    7 recensioni
Questa storia è nata puramente per caso, in seguito ad una scommessa con una mia amica! Chi ma avrebbe detto che sarebbe finita su EFP?!
La storia narra principalmente di due due personaggi: Fred Weasley e Elizabeth, un nuovo personaggio (che avrebbe la stessa età di Ginny, per intenderci ^^).
Si svolge brevemente in sei dei sette anni di scuola di Elizabeth, anche se più particolarmente nel suo quarto anno (Ordine della Fenice) e nel suo sesto (Doni della Morte).
Elizabeth è una ragazza silenziosa, di poche parole.. Ma presto conoscerà l'unica persona che sarà in grado di farla sorride, divertire e scherzare! L'unica peronsa che amerà con tutta se stessa. Dal primo momento, fino a l'ultimo. Ma il male, purtroppo, sta sorgendo nuovamente..
-Storia revisionata fino al capitolo 3-
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Fred Weasley, Nuovo personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

L’incontro dell’ES, quella sera, si protrasse fino a tardi. Avevamo imparato molti incantesimi di difesa, in quelle poche ore; Harry era davvero un’insegnate formidabile.

Una volta uscita dalla stanza delle necessita, tornai nella Sala Comune insieme a Luna. La mia determinazione, purtroppo, era sfumata pian piano, fino a diventare un sottile filamento di nuvola. E se Fred non ci fosse stato? E se una volta dichiarati i miei sentimenti, lui mi avesse riso in faccia? E se... Le parole più odiose del mondo! E se... E se... E se... Stano, ma sono due piccole parole che possono farti rimpiangere un’intera vita; e io non volevo rimpiangere nulla. Se fosse andata male... Non posso dire che non me ne sarebbe importato nulla, perché tenevo troppo a quel ragazzo, ma almeno non mi sarei ripetuta a vita: “E se... Se fossi scesa nelle cucine, cosa sarebbe successo?”

Circa verso mezzanotte mi alzai dal letto. Il lunghi capelli castano chiaro raccolti in una coda, i calzoncini e la canottiera leggermente sgualciti. Dimenticai addirittura di mettere le pantofole!

Cercai di eludere la sorveglianza della Squadra di Inquisizione parecchie volte, prima di raggiungere le cantine.

Era sorprendente come quegli odiosi Serpeverde prendessero sul serio quel loro sporco lavoro! Non si rendevano conto che interpretavano solo la parte delle marionette della Umbridge?!

Non fu molto difficile trovare la pera nell’arazzo, dato che era il solo frutto che si contorceva e agitava a più non posso, e non fu nemmeno difficile trovare il punto esatto da solleticare, così, in breve, fui dentro le cucine.

Le luci erano spente, evidente segno che Fred non era ancora arrivato.

Bene, sarebbe stato alquanto imbarazzante, poi, dover spiegare la mia presenza!

Mi sedetti sopra un mobile, lasciando dondolare la gambe a mezz’aria. Osservai per parecchi minuti l’atmosfera attorno a me: pentole di ogni dimensione erano appese scintillanti al soffitto, il pavimento era lustro e sui mobili di legno antico non c’era nemmeno una traccia di sudiciume. Piuttosto puliti questi elfi domestici!

Passarono parecchi minuti, dal momento del mio arrivo, ma di Fred nemmeno l’ombra. Dopo un po’ decisi di preparami qualcosa per rimanere sveglia, così iniziai a rovistare in cassetti e sportelli alla ricerca di un pentolino e qualche foglia di the.

<< Oh, che diamine! >> esclamai piegata con la testa all’interno di uno dei mobili di legno antico << Studiano queste maledette foglie di the tutti i giorni, a Divinazione, e ora non ne trovo nemmeno una! >>

<< Prova a cercare nel terzo cassetto a sinistra. >>

Una voce conosciuta mi fece irrigidire. Non avevo il coraggio di uscire fuori da quello sportello, eppure sarei sembrata ancora più stupida di quanto non stavo sembrando già in quel momento, se non lo avessi fatto.

Con una certa riluttanza ne uscii fuori e la persona che mi ritrovai davanti mi fece rabbrividire da capo a piedi. Era lui, bello come non mai: il pigiama blu stropicciato, i capelli rossi messi alla rinfusa, gli occhi ambrati dritti su di me.

<< Sta-stavo cercando qua-qualche foglia di-di the... >> mi giustificai, come se fossi entrata in un luogo di sua proprietà.

<< Terzo cassetto a sinistra. >> ripeté lui con un sorriso, ma io non riuscivo a muovermi, così lui mi si avvicinò, mi sorpassò, aprì il cassetto e iniziò a frugarci dentro << Ecco. >> disse porgendomi alcune foglie di the << Ti dispiacerebbe farne un po’ di più anche per me? >>

Scossi la testa sorpresa, poi senza aggiungere altro, mi misi a lavoro.

Le mani mi tremavano dall’agitazione. Non ero mai stata molto brava a preparare il the, ma questa volta dovevo superare me stessa.

<< Come mai qui tutta sola? >> mi chiese d’un tratto, mentre apriva la valigetta dei prodotti Weasley.

<< No-non avevo molto sonno... >>

In parte era vero. Non avevo sonno perché l’idea di dover parlare con lui mi aveva completamente inghiottito in un mondo dove le sensazioni al di fuori dell’agitazione erano poco percettibili.

<< Qualcosa ti turba? >> mi chiese lui, con un sorriso beffardo; come fosse stato già a conoscenza di quello che mi rendeva così agitata.

Mi voltai di scatto verso lui. Com’erano profondi i suoi occhi... Potevo perdermici dentro.

<< Forse... >> sussurrai, cercando di controllarmi.

Fred rise. Un sorriso ancora più beffardo. << Vuoi parlarmene? >> chiese avvicinandosi a me con aria innocente.

Io indietreggiai spaventata, ma allo stesso tempo sapevo che non avrei duto temere niente << Il... Il pentolino... >> mi voltai di scatto verso il fornello acceso, e in quel momento mi resi conto che era l’unica fonte di luce di tutto il locale. Afferrai agitata il piccolo manico scuro del pentolino e quasi in un unico gesto buttai nell’acqua calda le foglie di the.

Non aspettai nemmeno due minuti che versai il contenuto pallido del pentolino in due grosse tazze << Ci vuoi lo zucchero? >> chiesi senza voltarmi.

<< Due cucchiaini. >>

Le mani non smettevano di tremare e il cuore mi martellava il petto. Eravamo così vicini... Da soli...

Mi rivoltai per porgergli la sua tazza. Il liquido scottava, ma nonostante questo fu il tocco delle sua dita a farmi scostare la mano.

<< Grazie! >> disse lui in tono cordiale, mentre si sedeva comodo sul pavimento di pietra. Mi guardò per alcuni secondi, poi sussurrò << Non ti mangio mica, se ti siedi accanto a me! >>

Con aria imbarazzata lo raggiunsi titubante, sedendomi accanto a lui.

Ci furono alcuni secondi di silenzio, dove entrambi bevemmo dalle nostre tazze. Il the era forse la cosa peggiore che io avessi mai bevuto, ma lui non disse niente e continuò a bere in silenzio.

<< Buono! >> esclamò con un sorriso, a mezza tazza vuota.

Risi << Bugiardo. Faceva schifo. >>

Lui mi guardò per un momento dritto negli occhi, poi rispose << Hai ragione. >> rise << Faceva schifo. Ma in ogni caso sei comunque migliore di me. >>

<< Posso prenderlo come un complimento? >> chiesi ironica, poggiando la tazza sul pavimento,

<< Certo! >> esclamò lui senza smettere di sorridere.

Non volevo seguisse ancora una volta quel silenzio, così cercai di mantenere attiva la conversazione << Co-cosa stai sperimentando? >>

<< Pasticcetti Svenevoli. >> fece lui, alzandosi << Ma non so cosa ne verrà fuori. È George l’esperto, in questo campo. >>

<< E qual è il tuo, di campo? >> chiesi alzandomi anche io da terra. Era molto più alto di me, che la massimo raggiungevo le sue spalle da Battitore.

<< Io sono l’esperto del Torrone Sanguinolento. >> disse guardandomi profondamente negli occhi << Quello che ti piace tanto. >>

<< Io... A me... >>

<< Tranquilla, Liz! >> esclamò sorridendo << Rimarrai sempre la mia cliente preferita. >>

<< Guarda che a me piace sul serio! >> replicai, cercando di mostrarmi offesa.

<< Davvero?! >> chiese lui, abbastanza scettico << Allora aiutami a prepararne uno. >>

Lo guardai seria per alcuni secondi, poi esclamai << Va bene. E se sarò stata brava, ti dimostrerò che mi piacciono da impazzire. >>

Fred scoppiò a ridere come un matto << Sono merendine che ti fanno uscire il sangue dal naso per delle ore. Solo a un pazzo piacerebbe mangiarle solo per il gusto di faro! >>

<< Magari io lo sono. >> esclamai avvicinandomi a lui con aria di sfida << Un po’ pazza, intendo. >>

I nostri occhi si incontrarono per un breve istante, ma fu un momento davvero magico. Non avevo mia visto quello sguardo nei suoi occhi.

Lui mi si avvicinò ancora; ormai non c’era più nemmeno un filo di spazio che intercorreva tra i nostri corpi.

<< Quanto? >> sussurrò avvicinando il suo volto al mio.

Il mio cuore stava battendo a una velocità poco umana << Abbastanza... >> sussurrai.

Le sue mani calde scivolarono sul mio volto, con delicatezza e quasi istintivamente chiusi gli occhi, lasciandomi trasportare da quel tanto atteso bacio, come un petalo di fiore tra le acque di un fiume. Aveva la bocca così morbida...

Le sue mani sul mio volto erano così delicate, che avrei voluto non smettesse mai di accarezzarmi le guance con quel tocco.

Lasciai correre le mie braccia fin sopra il suo collo, le mani fra i suoi capelli... Quante volte avevo desiderato di poterli anche solo sfiorare... Sotto quel tocco il bacio iniziò a diventare più sentito, più voluto.

Sentii le sue mani scendere dalle mie guance fino ai miei fianchi, e cingerli. Sotto quel tocco non potei far altro che irrigidirmi, ma non mi fermai; non potevo e non ci sarei riuscita.

Sentii la sua stretta farsi più audace, fino a sollevarmi e poi farmi sedere sul mobile di legno antico dove era poggiata anche la valigetta dei prodotti Weasley. Ora eravamo della stessa altezza. Per un breve tratto aprii gli occhi e lo stesso fece lui: erano così vivi, splendenti... Mi guardò per qualche secondo, poi sorrise << Elizabeth... >>

Il suono del mio nome sembrava quasi musica sotto la sua pronuncia. No sapevo cosa fare, cosa dire... Non mi ero mai trovata in una situazione del genere; era sempre stato lui il solo ragazzo che avevo aspettato da quattro anni a quella parte.

<< Elizabeth... >> continuò, sempre sussurrando << Tu mi piaci. Mi sei sempre piaciuta... >>

Gli portai delicatamente una mano alla bocca << Anche tu mi sei sempre piaciuto. Dal primo momento in cui ti ho visto. Quando eri a Diagon Alley, a sparare dei fuochi d’artificio con il tuo amico, non sapevo nulla di te. Eri solo... Il ragazzo che sorrideva! >> Fred rise << Poi, però, quella piccola cotta è scoppiata, e tu sei diventato il mio pensiero fisso. Non c’è giorno in cui io non ti pensi, in cui non desideri di poterti anche solo sfiorare... >> lo guardai intensamente negli occhi << Io ti... >> questa volta fu lui a bloccarmi poggiandomi una mano sulla bocca. Sotto quel tocco, un forte brivido mi corse furtivo lungo la schiena. Anche lui se ne accorse e sorrise automaticamente.

È questo l’effetto che mi fai, avrei voluto dirgli, ma lui sembrava esserne già consapevole.

Avvicinò il suo volto al mio collo e iniziò a baciarmi fino al raggiungimento dell’orecchio sinistro, poi, con un sussurrò, confermò la sola cosa che in quel momente avrei voluto sentirmi dire << Anche io. >>

Due semplici parole erano bastate per suggellare il nostro legame. Da quel momento non sarebbe stato più “Elizabeth ama follemente Fred”, ma “Fred e Elizabeth si amano alla follia”.

Non potei trattenermi, così prendendo il suo volto tra le mani continuai  a baciarlo con passione. Eravamo uno parte dell’altra.

Con le mie gambe che dondolavano a mezz’aria attirai il suo corpo verso il mio, mentre le sue braccia correvano lungo la mia schiena, sotto la fina canotta del pigiama.

Finalmente, quel momento tanto atteso, era arrivato: io avevo esplicitato il mio amore per lui, e lui mi aveva sorpresa ricambiandolo.

Ora niente sarebbe potuto andare male. Eravamo uno parte dell’altra. Uniti fino la morte.

   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: xXx Veleno Ipnotico xXx