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Autore: Eve Ell    24/08/2011    1 recensioni
Giorgia. 17 anni. Quarto liceo, immerso in una piccola città. I capelli rosso fuoco, la matita nera, gli skinny stretti nerissimi e la maglietta della sua band preferita. Lei e i suoi amici, gli "alternativi", nel loro mondo speciale, dove lei si può rifugiare sempre, fra una canzone malinconia, una risata aspettando l'auto e un amore che sembra impossibile, ma che magari può invece avverarsi. Questa storia, lontana dal narrare di ragazzi definibili "adolescenti comuni", immersa in un organizzazione sociale con norme e valori "particolari" per chi guarda da fuori, ma normalissimi per chi c'è dentro, vi parlerà della quotidianità adolescenziale, dei pensieri di un anima sensibile, e di una vita che sempre più spesso e con maggiore facilità sfiora la tragedia.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 5: Take One Last Breath

Quel pomeriggio riuscì a malapena a fare i compiti per il giorno dopo. Verso le 5 mi chiamò Emy per sapere se il giorno dopo potevo andare a pranzo da lei per finire di guardare un anime a cui ci eravamo appassionate durante le vacanze di Natale, così le raccontai della conversazione con Federico e lei ne fu molto soddisfatta, anche se mi esternò la sua preoccupazione circa il fatto che avrei sicuramente sofferto molto a correre dietro a Davide ancora una volta. A mamma serviva il telefono così la tranquillizzai e le promisi che ne avremmo parlato il giorno dopo e riattaccai. Quella sera non mangiai nulla e andai subito a letto. Mi girai e rigirai fra le coperte e alla fine mi addormentai. Ricordo solo che feci uno strano sogno: ero in una piazzetta mai vista e davanti a me c’èra una chiesa fatta di mattoni rossi. Io mi ero persa e stavo scappando da qualcosa, e mi nascondevo dietro dei muretti, ma non riuscivo a nascondermi bene e avevo paura. Mi svegliai nel panico, con il respiro accelerato e la sensazione di soffocare ancora addosso. Mi tranquillizzai quando mi resi conto che ero in camera mia nel mio letto, e davanti a me non c’èrano chiese, bensì solo l’acquario silenzioso con Taiga, Mattew e Tayler che sonnecchiavano. Tirai un sospiro di sollievo e cercai di riaddormentarmi, affondando la testa nel cuscino. Alle 6 mi alzai e iniziai a prepararmi, ancora un po’ sconvolta dal ritorno agli orario scolastici, dato che durante le vacanze dormivo anche fino alle 11. Alle 6.45, subito dopo colazione, mi infilai la felpa e scesi da casa per andare a prendere l’unico auto che mi avrebbe portato a scuola. Salita guardai l’ora, le 7,10 precise. Alle 8 arrivammo alla fermata, scesi e andai all’albero, dove mi aspettavano tutti. Notai subito Shawn che parlava con Federico. Dopo un saluto generale agli altri feci un cenno del capo per salutare anche lui, e andai da Claire a portarle un libro che mi aveva chiesto in prestito. Dopo aver finito di raccontare anche a lei tutto quello che avevo detto la sera prima ad Emy notai Camilla che arrivava da noi. La salutai e le chiesi come aveva passato le vacanze dato che il giorno prima non ci eravamo viste. Mi disse che le aveva passate quasi sempre con Federico, e che entrambi avevano dovuto spendere parecchio tempo sui libri dati i compiti per le vacanze che i professori non gli avevano risparmiato nemmeno per Natale. Alla fine Fede si avvicinò per baciarla e mi disse , guardando dietro le mie spalle “Sta arrivando!”, mettendoci tutta l’enfasi possibile. Capì subito a chi si riferiva e riflettei sul fatto che Federico era con noie quindi se lui non se ne voleva andare a scuola da solo 20 minuti prima che suonasse la campana, bhè, doveva venire da noi. Nel mentre arrivò anche Danny che si portò via l’attenzione di Kiki (e anche lei fisicamente) per baciarsela, senza curarsi minimamente di noi. Erano tutti molto allegri quella mattina, io invece me ne stavo lì a dormire in piedi. Mi voltai e fissai l’attenzione su una macchia nera che stava facendo inversione non lontano da noi. Si fermò un po’ prima del cancello dello scientifico e vidi lo sportello davanti aprirsi: ne uscì Davide con le sue cuffiette e la tracolla nera, in pandant con i capelli insomma. Subito mi nascosi dietro Emy e lo osservai: si guardò un po’ in giro, alla fine vide Federico e venne verso di noi, lentamente. Emy lo notò quasi subito, e girandomi verso di me che cercavo di confondermi con il paesaggio, mi guardò e disse di tranquillizzarmi, che sennò sembravo cretina. Intanto lui arrivò e salutò Fede, Cami e Shawn che stavano facendo un interessante conversazione circa il fatto che Tekken5 fosse stato più venduto rispetto a non so che altro. Shawn gli presentò Chris e Claire, e poi gli indicò Kiki e Danny che erano però troppo presi dal loro amore per poter badare a noi comuni mortali., e aggiunse “Emy e Giò già le conosci” indicandoci e sorridendo. Emy allora lo guardò e disse “Ciao!” e mi diede un calcio che significava “Saluta idiota” nella nostra lingua. Rimasi circa due secondi accigliata e poi mormorai “ciao” guardandolo di soppiatto. Lui ci guardò e disse “ciao” in tono molto gentile.

Mi aveva salutato! Era già un passo avanti no! Dopotutto forse stava per annunciarsi una buona giornata. Emy mi ricominciò a parlare come se nulla fosse, e io cercavo di seguirla per quel che potevo, anche se avendo davanti a pochi metri proprio lui che parlava con Shawn e Fede era difficile darle retta per più di un minuto senza perdermi. Alla fine comunque Camilla disse “Scusatemi ragazzi, ma dovremmo scendere! Sono le 8,15…”, Emy fece si con la testa, e ognuno di noi raccolse il proprio zaino da terra per poi dirigerci verso AlcatrazEmy e Shawn trottarono davanti a tutti mano nella mano da bravi innamorati, e io come al solito mi accordai. Intanto Federico si riavvicinò a Shawn per continuare la conversazione con Camilla al fianco, così mi ritrovai dietro di loro, con Davide affianco, dato che anche lui non sembrava capire quello che stavano dicendo ed era solo come me. Stava ascoltando qualche canzone di quelle abbastanza potenti, dato che la sentivo anche se non avevo le cuffie. Probabilmente era “Black Rose Dying” dei Blessthefall. Alla fine le tolse e infilò sia l’iPod che tutto il resto nella borsa. Intanto entrammo nel cancello e ci ritrovammo nel piazzale della scuola, aspettando che suonasse. Cercai di pensare a qualcosa da dire, ma non mi venne nulla in mente, e così ringrazia il cielo quando Emy disse “Ehi Davide! Ma quella spilla che hai sulla borsa è quella dei Bring? Del penultimo album?”. E lui “Si, è di Suicide Season, ma ho anche quella dell’ultimo album”. Emy sorrise e disse “Sai che è la band preferita di Giò? Mi ci rincoglionisce!”. Io allora dissi “Bhè, certo, sono bravissimi!” cercando di sembrare tranquilla. “Vero, anche se ultimamente stanno diventando un po’ commerciali.. sai che per promuovere l’album nuovo faranno tappa solo a Milano?”. Si lo sapevo bene, e la cosa mi rodeva non poco. “Si, lo so … che roba!”. Parlammo un altro po’, poi salutammo Camilla che entro in classe, e Shawn subito dopo. Salimmo al secondo piano e salutammo anche lui e Federico che salirono al terzo, e alla fine anche noi ci infilammo in classe. Emy mi rincoglionì per tutto il tempo dicendo che era andata bene e cose così, ma io non stavo più in me dalla gioia e quindi non facevo altro che sorridere come una cretina e dire cose non molto sensate. Finalmente ero riuscita a parlargli un po’, e per me era tantissimo. Mi sarei dovuta dare da fare, e non solo ne ero cosciente, ma avevo deciso: questa volta saremmo diventati almeno amici!

 

   
 
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