CAPITOLO 5: Take One Last Breath
Quel pomeriggio riuscì a
malapena a fare i compiti per il giorno dopo. Verso le 5 mi chiamò Emy per sapere se il giorno dopo potevo andare a
pranzo da lei per finire di guardare un anime a cui ci eravamo appassionate
durante le vacanze di Natale, così le raccontai della conversazione con
Federico e lei ne fu molto soddisfatta, anche se mi esternò la sua
preoccupazione circa il fatto che avrei sicuramente sofferto molto a correre
dietro a Davide ancora una volta. A mamma serviva il telefono così la
tranquillizzai e le promisi che ne avremmo parlato il giorno dopo e riattaccai.
Quella sera non mangiai nulla e andai subito a letto. Mi girai e rigirai fra le
coperte e alla fine mi addormentai. Ricordo solo che feci uno strano sogno: ero
in una piazzetta mai vista e davanti a me c’èra una chiesa fatta di mattoni
rossi. Io mi ero persa e stavo scappando da qualcosa, e mi nascondevo dietro
dei muretti, ma non riuscivo a nascondermi bene e avevo paura. Mi svegliai nel
panico, con il respiro accelerato e la sensazione di soffocare ancora addosso.
Mi tranquillizzai quando mi resi conto che ero in camera mia nel mio letto, e
davanti a me non c’èrano chiese, bensì solo l’acquario silenzioso con Taiga, Mattew e Tayler che
sonnecchiavano. Tirai un sospiro di sollievo e cercai di riaddormentarmi,
affondando la testa nel cuscino. Alle 6 mi alzai e iniziai a prepararmi, ancora
un po’ sconvolta dal ritorno agli orario scolastici, dato che durante le
vacanze dormivo anche fino alle 11. Alle 6.45, subito dopo colazione, mi
infilai la felpa e scesi da casa per andare a prendere l’unico auto che mi
avrebbe portato a scuola. Salita guardai l’ora, le 7,10 precise. Alle 8
arrivammo alla fermata, scesi e andai all’albero, dove mi aspettavano tutti.
Notai subito Shawn che parlava con
Federico. Dopo un saluto generale agli altri feci un cenno del capo per
salutare anche lui, e andai da Claire a portarle un libro che mi aveva
chiesto in prestito. Dopo aver finito di raccontare anche a lei tutto quello
che avevo detto la sera prima ad Emy notai
Camilla che arrivava da noi. La salutai e le chiesi come aveva passato le
vacanze dato che il giorno prima non ci eravamo viste. Mi disse che le aveva
passate quasi sempre con Federico, e che entrambi avevano dovuto spendere
parecchio tempo sui libri dati i compiti per le vacanze che i professori non
gli avevano risparmiato nemmeno per Natale. Alla fine Fede si avvicinò per
baciarla e mi disse , guardando dietro le mie spalle “Sta arrivando!”,
mettendoci tutta l’enfasi possibile. Capì subito a chi si riferiva e riflettei
sul fatto che Federico era con noie quindi se lui non se ne voleva andare a scuola
da solo 20 minuti prima che suonasse la campana, bhè,
doveva venire da noi. Nel mentre arrivò anche Danny che si portò via
l’attenzione di Kiki (e anche lei
fisicamente) per baciarsela, senza curarsi minimamente di noi. Erano tutti
molto allegri quella mattina, io invece me ne stavo lì a dormire in piedi. Mi
voltai e fissai l’attenzione su una macchia nera che stava facendo inversione
non lontano da noi. Si fermò un po’ prima del cancello dello scientifico e vidi
lo sportello davanti aprirsi: ne uscì Davide con le sue cuffiette e la tracolla
nera, in pandant con i capelli insomma. Subito mi nascosi dietro Emy e lo osservai: si guardò un po’ in giro, alla fine
vide Federico e venne verso di noi, lentamente. Emy lo
notò quasi subito, e girandomi verso di me che cercavo di confondermi con il
paesaggio, mi guardò e disse di tranquillizzarmi, che sennò sembravo cretina.
Intanto lui arrivò e salutò Fede, Cami e Shawn che
stavano facendo un interessante conversazione circa il fatto che Tekken5
fosse stato più venduto rispetto a non so che altro. Shawn gli
presentò Chris e Claire, e poi gli indicò Kiki e
Danny che erano però troppo presi dal loro amore per poter badare a noi comuni
mortali., e aggiunse “Emy e Giò già le
conosci” indicandoci e sorridendo. Emy allora
lo guardò e disse “Ciao!” e mi diede un calcio che significava “Saluta idiota”
nella nostra lingua. Rimasi circa due secondi accigliata e poi mormorai “ciao”
guardandolo di soppiatto. Lui ci guardò e disse “ciao” in tono molto gentile.
Mi aveva salutato! Era
già un passo avanti no! Dopotutto forse stava per annunciarsi una buona
giornata. Emy mi ricominciò a parlare come se
nulla fosse, e io cercavo di seguirla per quel che potevo, anche se avendo
davanti a pochi metri proprio lui che parlava con Shawn e
Fede era difficile darle retta per più di un minuto senza perdermi. Alla fine
comunque Camilla disse “Scusatemi ragazzi, ma dovremmo scendere! Sono le
8,15…”, Emy fece si con la testa, e ognuno
di noi raccolse il proprio zaino da terra per poi dirigerci verso Alcatraz. Emy e Shawn trottarono davanti a tutti mano nella mano da
bravi innamorati, e io come al solito mi accordai. Intanto Federico si
riavvicinò a Shawn per continuare la
conversazione con Camilla al fianco, così mi ritrovai dietro di loro, con Davide
affianco, dato che anche lui non sembrava capire quello che stavano dicendo ed
era solo come me. Stava ascoltando qualche canzone di quelle abbastanza
potenti, dato che la sentivo anche se non avevo le cuffie. Probabilmente era “Black Rose Dying” dei Blessthefall. Alla fine le tolse e infilò sia l’iPod che tutto il resto nella borsa. Intanto entrammo
nel cancello e ci ritrovammo nel piazzale della scuola, aspettando che
suonasse. Cercai di pensare a qualcosa da dire, ma non mi venne nulla in mente,
e così ringrazia il cielo quando Emy disse
“Ehi Davide! Ma quella spilla che hai sulla borsa è quella dei Bring? Del penultimo album?”. E lui “Si, è di Suicide Season, ma ho anche quella dell’ultimo album”. Emy sorrise e disse “Sai che è la band preferita di Giò?
Mi ci rincoglionisce!”. Io allora dissi “Bhè, certo,
sono bravissimi!” cercando di sembrare tranquilla. “Vero, anche se ultimamente
stanno diventando un po’ commerciali.. sai che per promuovere l’album nuovo
faranno tappa solo a Milano?”. Si lo sapevo bene, e la cosa mi rodeva non poco.
“Si, lo so … che roba!”. Parlammo un altro po’, poi salutammo Camilla che entro
in classe, e Shawn subito dopo. Salimmo al
secondo piano e salutammo anche lui e Federico che salirono al terzo, e alla
fine anche noi ci infilammo in classe. Emy mi
rincoglionì per tutto il tempo dicendo che era andata bene e cose così, ma io
non stavo più in me dalla gioia e quindi non facevo altro che sorridere come
una cretina e dire cose non molto sensate. Finalmente ero riuscita a parlargli
un po’, e per me era tantissimo. Mi sarei dovuta dare da fare, e non solo ne
ero cosciente, ma avevo deciso: questa volta saremmo diventati almeno amici!