XX Capitolo
“Credo che … mmh … forse dovremmo spogliarla” la voce di Jared era
esitante
“Cosa?” lo guardai con
sguardo truce
“Hey, sta calmo. Dico solo che secondo me dovremmo toglierle i
vestiti. Sono completamente bagnati! Non vuoi che si ammali, vero?”
“No, certo che no!” risposi riflettendoci meglio “Tu però esci”
aggiunsi
Jared uscì in silenzio dalla stanza.
Non gli avrei permesso di vedere Soph nuda. Scostai la pesante
coperta che la copriva e cominciai a sbottonarle la leggera camicia. Riuscì a
togliergliela a fatica e non so quanto tempo dopo. Non volevo farle male, ero
lento e delicato. Non aveva ancora ripreso conoscenza e la cosa mi preoccupava
parecchio.
Le calze e le scarpe le aveva già tolte Jared, così mi accinsi a
sfilarle i jeans. Averla tra le braccia quasi nuda era strano.
Beh, mi ero
immaginato la scena diversamente … soprattutto con una Sophie cosciente e
consenziente!
Aprì la porta della camera e con un cenno del capo richiamai Jared
nella stanza.
“Mi devi aiutare”
Lui alzò entrambe le sopracciglia confuso.
“Non riesco a spogliarla … a levarle i jeans, intendo”
“Cosa? E come mai?” domandò con voce divertita
Jared si era portato una mano davanti alla bocca. Si stava
trattenendo dallo scoppiare a ridere, lo sapevo!
“I jeans sono fradici … e … devi aiutarmi!” continuai irritato
“Cioè, fammi capire ... mi stai dicendo che hai bisogno del mio
aiuto per togliere i vestiti ad una donna? Che tra l’altro è pure incosciente? Cazzo,
amico hai bisogno di rivedere un po’ le basi!”
Senza replicare mi limitai a lanciargli un’occhiataccia.
“Ed io che pensavo che in situazioni del genere te la sapessi
cavare da solo” aggiunse con un sorriso furbo
“Non fare l’idiota ed avvicinati!“
Ci accostammo entrambi al letto e con gesti delicati le scostai
nuovamente la coperta di dosso.
Jared proruppe in un fischio di ammirazione “Però… mica male la bambolina”
“Jared, falla finita!” ringhiai a denti stretti
“Perché? Che ho detto? Aspetta almeno che l’abbia toccata prima di
… abbaiare!” Imprecai ad alta voce e minacciai di castrarlo se non mi avesse
aiutato subito.
“Ok, ok. Hai chiarito il concetto. Come ci organizziamo? Chi sta
sopra? Chi la prende da sotto?” continuò con un ghigno
“Jared, maledetto idiota, vuoi farla finita? Concentrati! Dobbiamo
fare in fretta perché non voglio che si ammali!”
“Una sveltina … ottima idea! Mi piacciono i mordi e fuggi!”
Digrignai i denti e lo guardai con sguardo furioso.
“Giusto, scusa. Ok. Come ci disponiamo?”
“Io la tengo dalle braccia e tu le sfili i jeans. Sii delicato,
per cortesia”
“Sicuro, non ti preoccupare. E poi, fidati … nessuna donna si è
mai lamentata del sottoscritto. Ho le mani d’oro dicono!” continuò sorridendo
malizioso
Imprecai ancora a mezza voce ma mi accinsi a fare la mia parte.
“Le mutandine … gliele lascio?”
“Cristo Jared … ti giuro che se non la fai finita ti faccio male
davvero! E datti una mossa! Faccio sul serio!” intimai ormai al limite della
sopportazione
Cominciò a sfilarle i jeans molto lentamente. Erano incollati alle
cosce di Soph.
“Sai che se si svegliasse in questo momento … sarebbero cazzi,
vero?”
“Continua senza parlare ”
“Pensa, invece, se entrasse adesso il nonno … la frase non è come pensi non basterebbe a
salvarci sai? Soprattutto non ci eviterebbe una legnata sui denti col suo caro vecchio
bastone da passeggio!”
Jared finì di sfilarglieli, li appoggiò ad una sedia e li avvicinò
alla stufetta, presente in camera. Nel frattempo avevo lasciato il busto di
Sophie e l’avevo coperta.
“E’ proprio carina! Dove l’hai pescata?”
“E’ la figlia della migliore amica di mia madre e …”
Ma in quel momento lei aprì gli occhi e biascicò qualche parola.
Non riesco a
capire un accidenti!
Si agitò per qualche secondo nel letto e poi si addormentò.
Perlomeno ha
ripreso conoscenza … ora ha solo bisogno di riposare.
“Cosa ha detto?” chiese Jared
“Ha parlato in italiano, sicuramente”
“Italiana, eh? Questo spiega tutto”
“Non voglio nemmeno sapere a cosa stai pensando …”
“E fai bene caro mio. Perché non credo ti piacerebbe sapere quello
che mi passa per la testa, in questo momento!”
“Sei un idiota, Jared Leto! Ora devo chiamare mia madre e la sua
per avvisarle che sta bene”
“Tranquillo, fai con calma. Ci penso io a tenerla d’occhio!” dichiarò
ghignando
Scossi la testa. Era incorreggibile. Non sarebbe mai cambiato.
Ero alla porta quando si girò verso di me con un gran sorriso
stampato in faccia “Hey, Gerard … felice di rivederti amico!”