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Autore: Ten chan    24/08/2011    2 recensioni
Dimenticate Amu, Ikuto, i guardian, la Easter.
Yume Hanazono è il "candido giglio" dell'accademia Saint Flower, dolce, gentile, educata, la perfetta Yamato Nadeshiko. Niente in lei sembra poter essere migliore.
Allora perchè ha uno shugo chara?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccomi qui per il secondo capitolo di questa fan fiction! grazie a Diamond_ che mi ha recensito! mi sono messa d'impegno e sono riuscita a scriverlo entro oggi!

Yume: se ti fossi messa d'impegno, saremmo già ad un capitolo in cui Ore-sama se ne sta felicemente sposata con un riccone!

Ten: Ci sto lavorando. U.U

Yume: se, certo...

Ten: non ti fidi della tua autrice? cattiva...*lacrimuccia*

Yume: non mi incanti.

Ten: su, passiamo alla storia.

«Yume! Potresti venire a darmi una mano?»

«Si, mamma!»

«Hime! Anche tu!»

«No! Sto giocando e non posso mettere in pausa!»

«Hime!»

«Tranquilla, mamma, basto io.»

Hime salvò e chiuse la console, affrettandosi a raggiungere la madre e la sorella.

Yume aveva raggiunto il suo scopo.

Questo era il tipico sabato mattina a casa Hanazono.

Ma i pensieri che affollavano la mente di Yume non erano i tipici.

Generalmente, mentre piegava i panni, pensava a come ottenere vantaggi da qualcuno. Le attività che occupavano solo le mani erano perfette per pensare senza che qualcuno, vedendoti sfaccendata, tentasse si fare conversazione con te.

Oggi i pensieri eran rivolti all’insignificanza fatta persona, e all’esserino.

A quanto aveva capito, solo coloro che possedevano uno shugo chara potevano vederli. Perciò aveva lasciato che Sui la accompagnasse a scuola. Era convinta che NESSUNO di quegli idioti potesse averne uno.

E invece…

La sua reputazione a scuola era in pericolo. Doveva convincere Sui a restarsene a casa.

«Yume! Mi annoio! Sbrigati o….»

«Ehi, Aneki!» la interruppe Hime «Tocca a te fare la spesa oggi, vero? Comprami il gelato!»

«Hime! Non dare ordini a tua sorella! E chiamala Onee-san!»

«Non preoccuparti, mamma. Non mi dà fastidio.»

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Yume accartocciò la lista della spesa. Aveva preso tutto, e aggiunto una scatola di biscotti alla crema per Sui, che al momento le gravitava attorno alla testa. Li avrebbe utilizzati per farla rimanere a casa.

Si incamminò. Se riusciva nelle trattative (cosa di cui era certa) il problema Hotogi era definitiv…

In quel preciso, identico, maledetto istante, Sosuke Hotogi voltò l’angolo e si ritrovò faccia a faccia con Yume.

Tutti e tre si bloccarono. Hotogi balbettò un «Ha…Han….» prima che il suo shugo chara spuntasse da dietro di lui e si fiondasse su Sui «Mi  piacerebbe fare la sua conosc...» cominciò l’esserino, inginocchiandosi a mezzaria, ma fu bloccato dal calcio in faccia di Sui, che lo mandò a scontrarsi con la faccia del proprietario.

«Hanazono…san?» balbettò finalmente L’idiota supremo.

«Yume! Andiamocene! Non possiamo rischiare di scongelare i gelati per colpa di ‘sto nanetto idiota!» strillò Sui, ignorando volutamente il fatto che gli shugo chara fossero tutti alti uguali e allontanandosi in fretta.

«Temo di dover andare… Arrivederci…» sussurrò Yume, chinando la testa, poi si mise ad inseguire Sui lasciandosi dietro un sempre più impietrito Hotogi.

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Yume uscì di casa sospirando. Dopo una domenica in cui aveva fatto un salto di 5 metri ogni volta che qualcuno suonava il campanello (e quell’idiota di Hime se n’era accorta, e si era messa a suonarlo ogni 10 minuti), le toccava andare a scuola. Con Sui addormentata sulla sua testa.

Si incamminò. Era inutile starsene a…

«Buongiorno, Hanazono-san!» disse Hotogi, spuntando alle spalle della ragazza.

Yume urlò. Sui si svegliò e cadde.

L’altro shugo chara tentò di fiondarsi su di lei, ma Hotogi lo bloccò. «Su, Neru, lasciala tranquilla.»

«Ah… Senpai… È lei… Perché è qua?» mormorò Yume, mentre imprecava

mentalmente.

«Io volevo parlarti, Hanazono-san.» Hotogi sorrise angelico.

Yume stava per vomitare, ma strinse i denti e resistette. «Non vorrei arrivare in ritardo a scuola…» balbettò.

Hotogi guardò l’orologio. «È presto. Camminando tranquillamente, noi potremo parlare e arriveremo in perfetto orario.»

Yume sentì la terra aprirsi sotto i suoi piedi.

Non voleva parlare con Hotogi. Non voleva andare a scuola con lui. Non voleva respirare la sua aria. Non voleva farsi vedere con Lui. Non voleva scatenare chiacchere che la vedevano come sua fidanzata.

Per un attimo, Yume pensò di buttare la maschera che portava da 11 anni.

Fortunatamente, Yume riprese il senno in tempo, strinse i denti e si avviò verso scuola.

Hotogi cominciò a chiacchierare dopo pochi secondi.

«Tu non hai uno shugo chara da molto, vero?» cominciò.

«Solo qualche giorno.» Yume gettò un’occhiata alla borsa, nella quale si era rifugiata Sui e attorno alla quale Neru ronzava come una mosca. Yume immaginò di lanciarlo via con una paletta schiacciamosche.

«Io da quasi un anno.» disse Hotogi «I primi giorni io ho dato di matto. Tu la stai prendendo molto tranquillamente.»

«Davvero?» Yume sbiancò mentalmente. «È così strano?»

«E chi lo sa? Io conosco solo due possessori di Shugo Chara. Noi due.»

Yume rabbrividì per il “noi due” «Quindi… non ci sono altri con shugo chara, nella nostra scuola?» Mai e poi mai avrebbe unito sé stessa e Hotogi nello stesso complemento.

Hotogi annuì. «Durante le assemblee io vedo tutti, essendo sul palco in qualità di segretario del consiglio studentesco.»

Lo sapevo già che eri nel consiglio studentesco, baka.

«comunque, io non ho mai visto nessun’altro shugo chara. Fino a ieri.» Hotogi la guardò di sottecchi.

Yume, istintivamente, fece in modo di arrossire leggermente e si voltò dalla parte opposta.

Appena finì, ebbe la sensazione che se ne sarebbe pentita.

----------

«Hai visto? Hotogi senpai e Hanazono-sama sono venuti a scuola insieme!»

«Si, si! Per me stanno insieme!»

«Io non li avevo mai visti insieme, prima di oggi…»

«L’ho vista un paio di giorni fa in corridoio, fra le fan di Hotogi senpai, aspettandolo.»

«Davvero? Allora è vero! Se a un angelo come Hanazono-san piace qualcuno, non c’è niente da fare.»

«Già… in fondo, loro due sono la coppia perfetta.»

«Non credo che i maschi saranno molto contenti, però!»

«si, i suoi fan sono un po’…»

Yume sospirò. Certa gente avrebbe dovuto imparare a guardarsi attorno mentre spettegolava.

La maggior parte delle persone avrebbe pensato “avrebbe dovuto imparare a non spettegolare” ma Yume aveva una visione tutta sua.

I pettegolezzi erano il lato oscuro della parola, impossibili da eliminare ma addomesticabili.

Il trucco era non mostrare preferenze. In tutto, compreso il cibo (la gente pensava che affinità di gusti culinari bastassero a creare un saldo rapporto in una coppia). E Yume era generalmente una maestra in questo. Ma quel tizio non si sarebbe scollato manco con una testata nucleare.

Avrebbe sfidato chiunque a non mostrare preferenze con lui così appiccicato.

Avrebbe dovuto liberarsene il più in fretta possibile,  per far crollare le chiacchere su se stesse. Doveva escogitare qualcos…

Il cretino le spuntò di fronte al naso. «Hanazono-san, noi due torniamo a casa insieme?»

Si, escogitare qualcosa, o morire di infarto «In realtà, dovrei comprare qualcosa…»

«Io ti accompagno.»

Yume temette che il suo genio malefico si fosse prosciugato.

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Yume uscì dal combini, seguita a ruota dal fedele cagnolino Hotogi.

La ragazza era “leggermente” seccata. I cani non le erano mai piaciuti.

Naturalmente, tutti credevano che li adorasse. Come tutti gli animali che perdevano pelo, mordevano, sbavavano, lasciavano enormi e puzzolenti ricordini ovunque, venivano infestati un giorno si è l’altro pure, ma erano adorabili.

Lanciò un’occhiata verso la busta della spesa (in plastica riciclabile: la ragazza adorabile rispetta la natura!) e il piccolo bozzo grigio che indicava la posizione di Sui. La nanetta non sapeva mai quando effettuare un chara change che la togliesse dai guai.

«Cosa stai guardando?» chiese Hotogi.

Yume, in un istante, focalizzò la sua attenzione su Neru, che volava –ronzava era più corretto- attorno al bozzo creato da Sui.

Il genio malefico partì.

«Bè… Mi chiedevo… Come mai….» Yume si mordicchiò leggermente il labbro inferiore «uno come lei… così intelligente e perfetto… avesse uno shugo chara che non è molto…» Yume si zitti. Pause, mordicchiamenti, zittimento erano perfettamente calcolati per dare l’impressione di “ragazza che non si farebbe mai gli affari degli altri ma è curiosa” e non “ragazza a cui non gliene f§§§e un tubo e vuole fuggire” «ma in fondo non sono affari miei.» il tocco finale era lievemente accelerato, perfetto per far cadere all’amo Hotogi.

No, il suo Genio era intatto.

«È una curiosità più che lecita, invece. Anche io sono curioso per lo stesso motivo. Il tuo carattere non potrebbe essere migliorato, quindi… Perché tu hai uno shugo chara?».

Si, lo so che il mio carattere è perfetto, ma non credo che tu la penseresti allo stesso modo. Fortunatamente, il suo genio malefico era anche previdente, perciò aveva la scusa pronta. «A volte… temo… temo di essere un po’… troppo tenera e di piegarmi un po’… troppo alle esigenze degli altri. Se  fossi più forte, io…» Yume chinò la testa e arrossì.

Arrossire volontariamente era uno dei tanti talenti di Yume, insieme alla capacità di aumentare il battito cardiaco a suo piacimento e di mentire senza alcun tic strano e senza premeditazione, se necessario. Sin dall’infanzia Yume li aveva scoperti e coltivati, e nessuno credeva che non fosse la ragazza perfetta. Tranne Hime, ma la sua era invidia.

«Tu sta tranquilla, Hanazono-san! Nessuno potrebbe mai approfittarsi della tua gentilezza!» strillò Hotogi, afferrando le mai di Yume.

La ragazza storse il naso (mentale).«Grazie, Hotogi senpai, per il supporto, ma…» chinò la testa imbarazzata «Così mi sento in imbarazzo…»

Hotogi si staccò. Yume si  appuntò mentalmente di lavarsi le mai cinque volte prima si fare qualsiasi altra cosa. Si sentiva come se un’ameba gigante avesse tentato di fagocitarle.

«Io credo che sia mio dovere dirti come è nato Neru. Tu sai che ho un fratello? Lui è più vecchio di me di tre anni.»

«Non deve per forza dirmi com’è andata….»

«Sta tranquilla, Hanazono-san. Raccontarti non è un problema per me. Mio fratello si impegna pochissimo all’università, non è granché negli sport e, sinceramente, lui è un gran donnaiolo. Eppure, lui è sempre circondato da amici.» Hotogi guardò il piccolo esserino svolazzante.

«Hotogi senpai…»

«Io mi sono sempre impegnato in tutto ciò che facevo per avere ottimi risultati in tutto, ho fatto in modo di essere un’ottima persona ammirata da tutti, eppure… mi ritrovo sempre solo. Come se ci fosse un muro fra me e gli altri.» Hotogi sospirò teatralmente «Ho pensato “se fossi come mio fratello, magari…” ed eccoci qua.»

 Baka. Essere adorati significa avere l’aura da intoccabili. Sei davvero un’ameba. Mentre pensava ciò, curvò la testa e disse «Sono certa che qualcuno supererà quel muro» con un sorriso luminoso.

Hotogi arrossì vistosamente.

Oh-oh. È così cretino che non si accorge dell’aura intoccabile.

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Yume si distese nel letto.

A questo punto, una ragazza shojo doveva essere intenerita dalla storia di Hotogi. Tanto da innamorarsene.

Yume non provava niente. Solo fastidio. Ma neanche tanto.

Per questo odiava gli shojo.

Fine secondo capitolo – Il giglio carnivoro e l’ameba vanesia.

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Ten: Yume... che stai facendo?

Yume: *spargendo ovatta* non lo vedi? sto distruggendo un pupazzo con le sembianze di Hotogi! *mostra peluche a forma di ameba semidistrutta*

Ten: in effetti è molto somigliante! ^^

Yume: lo so! ^^

Ten: mmm... però dovremmo fare qualcos'altro, oltre a distruggere chibi-Hotogi, ne? *calpesta il pupazzo*

Yume: temo proprio... *calpesta* però smetti di usare il ne, non sei piemontese.

Ten: info varie... mmm... il cognome di Yume è una citazione del mio adorato Kamichama Karin, mentre il nome l'ho scelto, insieme a quello di Hime, perchè sono i tipici nomi che i loro genitori userebbero ("sogno" e "principessa"). Hotogi invece prende nome e cognome da due dei personaggi che odio di più in tutti gli anime, cioè Aizen di bleach e Shirayuki di Hidan no Aria. *porge lanciafiamme a Yume*

Yume: *prende lanciafiamme* mmm... ci stiamo scordando qualcosa. 

Ten: il disegno di Sui, è vero! eccolo qua, disegnato dalla mia adorata, glorificata, santificata... *mette il pelucche in posizione*

Yume: finiscila. *spara col lanciafiamme contro il pelucche*

Ten: disegnato da Ciss. *prende le ceneri*

http://i52.tinypic.com/142vt3q.jpg

Ten: al prossimo capitolo! *butta le ceneri nella fogna*

prossimo capitolo: il giglio carnivoro e la strega

  
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