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Autore: Lady Guinever    26/04/2006    2 recensioni
La mia personale visione degli ultimi anni di permanenza ad Hogwarts di Remus Lupin, scanditi da un amore segreto che consumerà mandando lettere anonime alla sua amata, che incontrerà nuovamente faccia a faccia in una situazione alquanto sgradevole, in cui sarà costretto a prendere una scelta importante.
I capitoli sono introdotti da versi di Byron, e scoprirete il motivo per cui Minus ha tradito i suoi amici. Ma basta dilungarmi, poiché non sono brava nelle introduzioni: leggete, e se pensate che io sia degna di rubare un minuto del vostro tempo lasciate una piccola recensione.
Genere: Romantico, Malinconico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, James Potter, Narcissa Malfoy, Peter Minus, Remus Lupin, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2. She Walks In Beauty


Ella passa radiosa, come la notte
Di climi tersi e cieli stellati;
Tutto il meglio del buio e del fulgore
S'incontra nel suo sguardo e nei suoi occhi
Così addolciti a quella luce tenera
Che allo sfarzo del giorno nega il cielo

George Byron




La sorte volle che i quattro ragazzi capitassero tutti a Grifondoro, e in breve tempo James, Sirius, Peter e Remus diventarono inseparabili.
Le loro giornate erano sempre divertenti, qualunque cosa facessero riuscivano a farla con un'allegria quasi sovrumana, ed erano sempre i primi a fare baldoria ogni qual volta se ne presentasse l'occasione.
A 11 anni non si hanno molte cose a cui pensare, e i quattro amici erano bravissimi a non pensare a nulla. Non che fossero stupidi, ovviamente: oltre al divertimento si occupavano anche dello studio, e soprattutto Remus prendeva la scuola molto sul serio.
Il quartetto si godevano la vita, e fra scherzi, avventure spericolate e serate passate a parlare, il primo anno ad Hogwarts passò più in fretta che mai.

L'anno successivo, sull'espresso per Hogwarts…

-Hei Remus! Vieni, Sirius ha occupato una cabina, Peter è già con lui, spicciati!-
James aveva visto Remus che si aggirava con aria smarrita per il corridoio del treno. -ah, eccoti! Andiamo allora, il baule è pesantissimo-
I due entrarono nella cabina e iniziarono a parlare dell'estate e di ciò che avevano fatto, ridendo e scherzando come si fa tra amici.
Remus era silenzioso, e aveva la testa poggiata al finestrino: la notte prima c'era stata la luna piena, e si sentiva stanco come non mai. Era perso nei suoi pensieri, quando ad un tratto scorse fuori dal finestrino la creatura più meravigliosa che avesse mai visto. Era una ragazzina che aveva suppergiù un anno meno di lui, era snella e delicata, il suo viso aveva dei tratti a dir poco angelici e portava un bellissimo abito rosa che la faceva somigliare ad una specie di bambola umana. Stava salutando compostamente una ragazza di un paio d'anno più grande che si apprestava a salire sul treno. Quando quest'ultima fu scomparsa dentro l'espresso per Hogwarts, quell'essere divino alzò gli occhi verso la cabina di Remus, e sembrava che avesse visto qualcuno che conosceva, poiché stava alzando la mano per salutare, ma la madre la fulminò con lo sguardo ed ella ritrasse il braccio timorosa, come se si fosse improvvisamente ricordata che stava facendo qualcosa che le era stato vietato.
In quel momento l'espresso partì.

L'anno dopo Remus ebbe un tuffo al cuore quando vide che la ragazzina questa volta era salita sul treno insieme a quella che sembrava essere la sorella, e il suo cuore batté ancora più forte quando constatò che nel giro di un anno era diventata ancora più bella.
Lupin era oltremodo felice, perché finalmente avrebbe scoperto come si chiamava l'oggetto dei suoi desideri, ma il fato volle che egli non riuscì ad essere presente durante lo smistamento dei nuovi studenti a causa di Silente, che lo aveva chiamato nel suo studio per parlargli di alcune cose importanti, e quindi perse l'occasione di sapere il nome dell'incantevole creatura che riusciva a togliergli il sonno più della luna piena.
Con suo disappunto scoprì anche che non era stata smistata nella sua stessa casa, e la possibilità di parlarle si fece per lui ancora più lontana.
A causa della sua dannata sete di sapere, Remus quell'anno si iscrisse a quasi tutte le classi delle nuove materie che la scuola offriva, per cui fu così impegnato nello studio che non riuscì a vedere molto la sua amata, pur frequentandone la stessa scuola.
I minuti trascorsi durante i pasti nella sala comune, sembravano passare in un baleno, e i pochi sguardi rubati alla ragazza valevano per lui più del sangue di unicorno.
Non aveva detto a nessuno di questo suo amore segreto, non ne sapeva neanche il motivo a dir la verità. James era troppo occupato a farsi notare dalla Evans per poter capire i suoi sentimenti, Peter non gli era mai particolarmente sembrato un buon confidente, e aveva il recondito timore che Sirius si sarebbe potuto in qualche modo beffare di ciò che provava per quella ragazza di cui non sapeva neppure il nome, poiché lui era più un tipo d'azione, e non avrebbe compreso la sua timidezza e il suo timore.

Era il suo quarto anno ad Hogwarts ormai, e Remus aveva coltivato il suo amore per la ragazza senza nome con la stessa cura con cui un contadino coltiva il suo campo. Si era nutrito dei suoi stessi sentimenti, e nella sua mente aveva scritto mille storie diverse con Lei come protagonista. Cento variazioni sul tema del loro incontro, altre cento sul loro primo ballo, poi sul loro primo bacio, poi altre cento in cui litigavano e cento in cui facevano pace, cento variazioni sulla loro prima volta, cento piccoli momenti trascorsi insieme, altre ancora sul loro matrimonio, poi sulle loro vacanze insieme, e infine cento ulteriori variazioni sul loro ultimo bacio. Queste erano le sue preferite, poiché pensandole poteva scatenare tutta la sua vena romantica e la sua fantasia devastatrice, ideando cento diverse situazioni in cui il fato lo divideva per sempre dalla sua amata.

Poi un giorno accadde. Remus ricordava quel momento come se fosse stato marchiato a fuoco nella sua mente.
Era sulle sponde del lago, Sirius e James stavano facendo commenti sulle ragazze che passavano, Peter giocava con una piuma facendola volare in aria, e lui era chino come al solito su di un libro pesante.
-Sirius… quella lì è una da dieci e lode. Anzi, da cento e lode!- aveva detto James. Sirius non aveva risposto.
Remus alzò gli occhi per vedere di chi stessero parlando, perché James si sbilanciava così tanto solo quando parlava di Lily Evans, ed era proprio curioso di vedere chi fosse l'oggetto delle sue lodi.
Una fitta al petto.
Come una martellata improvvisa sul cuore.
Era di Lei che stava parlando. Gli venne un moto di gelosia improvvisa, avrebbe quasi ucciso James per aver profanato l'aura divina della sua amata con un commento stupido e privo di qualsiasi poesia. Si sentì in dovere di difendere l'onore della sua musa, e per la prima volta prese parte alle "pagelle" (come le chiamavano loro) di James e Sirius.
-e la Evans? L'hai già dimenticata?- domandò
-bè… mi pare ovvio di no! La Evans e sempre la Evans. L'unica donna che amo e che amerò per sempre- rispose Potter sorridendo e cercando Lily tra la folla.
Sembrò quasi che l'angelo custode della ragazza senza nome avesse deciso di ricompensare finalmente Lupin di quei due anni passati a bruciare di un amore impossibile, poiché una delle amiche della giovane la chiamò per nome, facendo finalmente scoprire a Remus come si chiamasse la sua dea personale.
Ella era rimasta un po' indietro a cogliere una margherita sul prato, e una brunetta la chiamò per attirare la sua attenzione.
-Narcissa… dai vieni!-
lei si alzò e si girò verso l'amica, i suoi capelli biondi si mossero delicatamente sulle sue spalle, imprigionando mille raggi di sole e mille cinguettii di usignoli, i suoi occhi azzurri e limpidi come il cielo si spalancarono, e la sua bocca fatta di petali di rose si aprì, per rispondere all'amica
-un secondo, aspettatemi- disse con voce più ammaliante di quella delle sirene, poi si affrettò a raggiungere le sue compagne, e mentre camminava pareva che stesse volando.

Narcissa. Remus era sicuro che ella non avrebbe potuto avere nome più bello.




  
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