CAPITOLO 9°
Yamato si sedette per primo nella grande limousine che gli era stata prestata ( non si sa da chi, si era rifiutato di dirne il nome…), seguito a ruota da tutti gli altri ragazzi e adulti.
- Dove devo
portare i signori passeggeri?-
L’autista si
fece sentire attraverso un piccolo interfono, posizionato vicino al sedile di
Yamato.
- Direi a casa
del signor Taichi Yagami… Daisuke hai l’indirizzo?-
L’uomo annuì e
lo comunicò all’autista sempre attraverso l’interfono.
Quella fu
l’ultima parola pronunciata per ben dieci minuti…
Sora guardava
nervosamente Ishida, preoccupata per lui… Avrebbe mostrato suo fratello ad
altre persone, dopo vent’anni che lo proteggeva… Probabilmente era il più
agitato di tutti dentro quell’auto, anche se non lo dava a vedere. Era immobile
e con il viso privo di espressione, non pronunciava una parola… Sembrava
tranquillo, ma Sora aveva imparato a interpretare i suoi comportamenti. Certo
erano passati vent’anni… ma una persona non cambia mai del tutto.
Koji, seduto fra
Sora e Lucas, stava in silenzio e guardava per terra… Era la prima volta che in
una missione si separava da Reika… E per di più si ritrovava in una situazione
estremamente complicata. Cosa avrebbe detto una volta incontrato Takeru? Quale
sarebbe stata la sua reazione? Sarebbe stato in grado di affrontare la
situazione?
Lucas fissava di
nascosto Ishida… Si sentiva legato a quell’uomo, e saperlo in quella situazione
difficile lo rattristava… Avrebbe potuto fare qualcosa per lui?
Leonor si
guardava attorno e studiava gli sguardi degli altri… Non proprio allegri. La
mente cominciò a pensare freneticamente a qualcosa per rompere il silenzio, far
dimenticare la tensione, ma non era affatto semplice… Ma per fortuna ci pensò
Eric.
- Grande,
finalmente conoscerò il mio predecessore!-
Tutti si
voltarono verso di lui.
Sora sorrise,
ricordando il suo amico d’infanzia… Desiderava anche lei rivederlo… Ma non ci
era riuscita… Il motivo era probabilmente lo stesso che anche gli altri
digiprescelti avevano…
- Sai Eric, da
giovane Taichi era il mio idolo! Lo seguivo qualunque cosa facesse, lo ammiravo
come un fratello maggiore! Per me non esisteva persona migliore al mondo… Lui,
il fratello maggiore di Hikari…-
Il suo viso si
intristì. Parlare di lei era sempre un tuffo nei ricordi più felici della sua
vita. E pensare a Taichi, vedere Taichi… era un po’ come rivedere lei. Lo
stesso sorriso, lo stesso sguardo, lo stesso modo di parlare… Anche se nessuno
lo ammetteva, i due Yagami si somigliavano parecchio. Era semplice il motivo
per cui nessuno aveva risposto agli appelli del loro ex leader.
- Daisuke…-
L’uomo si
risvegliò dai suoi pensieri. Si era bloccato nel bel mezzo del suo discorso
senza accorgersene…
- Ah, sì..
scusate.. -
Yamato e Sora
chinarono il capo… potevano capire i sentimenti che correvano in testa al loro
compagno…
- Dicevo… Avrei
dato qualsiasi cosa per essere come lui!-
Finito il
discorso Eric si voltò verso Sora e Yamato, desideroso di un loro parere.
- Taichi, Yamato
ed io formavamo un trio memorabile da giovani… Lui è stato il mio migliore
amico fino a quando non ci separammo… Mi ha sempre aiutato in momenti
difficili, e per di più ci conoscevamo da quando eravamo piccoli! E’ una
persona meravigliosa…Ed era il leader nato del nostro gruppo! Tutti lo
ammiravano!-
E in cuor suo,
Sora sperava che lo fosse ancora.
- Era il mio
migliore amico…-
Le uniche parole
espresse da Yamato. Ma dette da lui, tutti capirono quanto fosse importante il
legame che gli univa… Sora però ci tenette ad approfondire.
- La loro era
un’amicizia particolare, fatta di litigate, risse e continui scontri e
confronti… Ma c’erano sempre l’uno per l’altro!-
Eric era
orgoglioso di quella descrizione. Il portatore della sua digipietra era stato
un grande, un leader ammirato da tutti… Di sicuro anche a lui sarebbe stato
riservato lo stesso futuro.
- Posso
chiederle una cosa?-
- Dimmi Leonor…-
- Se non sono
indiscreta, signor Motomiya… Come ha preso Taichi la morte della sorella?
Abbiamo conosciuto sua madre e… non sembrava.. come dire…-
- Normale?-
Completò Daisuke
la frase per la bionda.
- Beh, sì… era
ancora scossa e ossessionata da Hikari -
Il moro rimase in silenzio per qualche
secondo, passandosi una mano sul volto abbronzato.
- Umh… Non l’ha
affatto presa bene. Hikari era la sua sorellina… una delle cose più preziose
che aveva al mondo. Qualche giorno prima… del fatto… Taichi e Hikari avevano
avuto una discussione. Lei diceva che suo fratello era eccessivamente
protettivo nei suoi confronti… e in parte era vero. Così lui aveva ceduto, e le
aveva lasciato più libertà.. ma qualche giorno dopo lei… avete capito. Questo
lo distrusse… e anche la sua famiglia non lo aiutò per niente. Lo
colpevolizzavano, non sapendo niente del mondo in cui Hikari era sparita.
Furono anni molto difficili per lui… Seppimo che si trasferì da solo in un
altro quartiere, fuori Odaiba, per stare lontano da quella casa. Poi più nulla.
Tentò due volte di ricostruire il gruppo… ma risposi solo io, e solo la seconda
volta. Lui mi raccontò queste cose… Poi persi anche io i contatti.
I ragazzi
tacquero. Era tremendo come la morte di una persona potesse distruggere le vite
degli altri.
- Quindi…
possiamo aspettarci qualsiasi reazione col nostro arrivo -
Lucas non aveva
voglia di rientrare in una casa come quella della signora Yagami… Non era bravo
a trattare con le persone, se poi erano anche pazze…
- Taichi è una
persona straordinaria… Non vi caccerà via urlando!-
Sora ci sperava
in quelle parole… Ma non ne era convinta neanche lei.
I ragazzi
tirarono un sospiro di sollievo… Sperando di non dover risolvere situazioni
come quelle di Yamato e Sora… o dover scappare dalla casa di una pazza…
Sosuke e
Koushiro si erano appena seduti al tavolino di un bar vicino alla piazza dove
si trovavano prima.
- Posso portarvi
qualcosa?-
L’arrivo del
cameriere interruppe il racconto di Sosuke. I due lo guardarono sorpresi, presi
com’erano dalla storia.
- Un succo al
pompelmo per favore -
I due si
guardarono stupiti. Avevano ordinato la stessa cosa, per di più pronunciando la
frase all’unisono.
- Ok, due pompelmi…
Arrivo subito-
E il ragazzo col
grembiule si allontanò.
- Sembra che
siamo più simili di quanto non sembra…-
- E’ ancora
presto per dirlo signor Izumi -
L’uomo sorrise.
Mai una volta che quel ragazzo concordasse con lui, anzi ribatteva sempre
l’opposto.
- Mi stavi
dicendo di queste Jail Stones… Tentomon è chiuso lì dentro da vent’anni?!-
- Sì, in pratica
è così… Anche se parlando di un mondo composto di dati, possiamo dire che loro
sono come in stand-by, quindi non si accorgono del tempo che passa… Sono ancora
convinti di trovarsi nella stessa situazione di vent’anni fa…-
Un attimo di
pausa… Koushiro si tranquillizzò per la sorte di Tentomon… Almeno non si era
accorto del tempo che passava. Un lampo però gli passò nella mente.
‘ Gatomon non sa
ancora della morte di Hikari…’
- Mi chiedo
anche… come voi, tanto amanti dei digimon, abbiate abbandonato così i vostri…-
Izumi lo fissò
serio. Neanche lui sapeva bene cosa avesse spinto loro a quella scelta…
- E’ stato
difficile… Ma a causa della morte di Hikari, ognuno di noi ha voluto
dimenticare, cancellare completamente dalla nostra memoria ogni avvenimento
legato a Digiworld… e con questo anche loro-
- E’ stato un
pensiero molto egoistico da parte vostra. Non avete pensato nemmeno un momento
al loro destino?-
Quel tono di
sfida fece accendere Koushiro.
- Certo che ci
abbiamo pensato! Credi che ce ne fossimo dimenticati? Ma in quei secondi…
L’unica immagine che avevamo in mente era una Hikari morente, senza neanche
saperne il motivo, e dei Digimon che
non erano intervenuti al nostro fianco, nonostante il pericolo a cui eravamo
sottoposti! Cosa avresti fatto tu al posto nostro?! Non ti saresti forse
arrabbiato con l’intero mondo che ti circondava, maledicendo il momento in cui
avevi accettato di salvarlo?! Non avresti forse deciso di dimenticare tutto,
pure quei digimon che ti avevano tradito nel momento del bisogno?!-
Izumi aveva
cominciato ad alzare la voce, senza badare alle persone che aveva intorno,
incuriosite da quel discorso così strano, pronunciato da un uomo verso un
ragazzino di sedici anni.
- Abbassi la
voce, mi sento osservato-
Frase fredda e
tagliente.
Koushiro si
guardò attorno ed arrossì. Qualcuno lo aveva anche riconosciuto, e aveva anche
cominciato a bisbigliare, osservandolo.
Si calmò
pensando alla cattiva pubblicità che stava facendo al suo telegiornale.
- Sono curioso
di sapere quello che pensi in proposito-
Sul viso di
Sosuke comparve un sorrisetto di sfida.
- Glielo dico
subito… So perfettamente quanto la morte di una persona cara può essere distruttiva…
Ma trovo vergognoso il fatto che essa posso aver distrutto legami di amicizia
così profondi, come quelli che legavano voi bambini prescelti, e i vostri
digimon a voi… La paura è tanta, il dolore pure… Ma non si ci abbandona così.
Altra cosa altrettanto orribile… Come avete potuto pensare che i vostri digimon
vi avessero traditi? Il fatto che Gennai non vi abbia specificato dove fossero,
probabilmente sottintendeva che erano impegnati in qualche compito segreto! A
nessuno di voi è venuto in mente che si
potessero trovare in una situazione peggiore della vostra? Da quel che ho
sentito è proprio così..
- Come ti
permetti di giudicare quello che abbiamo fatto in passato?! Se ci hanno scelto
come digiprescelti vuol dire che non siamo persone inutili e senza sentimenti!-
- Infatti adesso
non lo siete più… Se non sbaglio la digipietra della conoscenza ce l’ho io, non tu.. E anche il digivice se
non sbaglio…-
- Ma Tentomon
rimane mio…-
I due si
guardarono con poca simpatia.
Il loro duello
fu interrotto dall’arrivo del cameriere con le loro bevande, da cui presero un
solo sorso a testa.
- Mi sembra
inutile stare a discutere in questo momento… Tu non capirai mai quello che ho
provato io, sei troppo razionale, non sai cosa vuol dire essere travolto dalle
emozioni…-
Izumi tornò a
sorseggiare il liquido giallo chiaro del suo bicchiere.
Sosuke gli
lanciò un’occhiata strana da dietro gli occhiali.
- La immaginavo
una persona più intelligente…-
Per poco il
succo non andò di traverso a Koushiro.
Sosuke sorrise e
tirò fuori il computer portatile dallo zaino.
- Sa, facendo
una ricerca in rete su di lei, avevo scoperto che lei era diventato direttore
di un telegiornale molto famoso senza mai neanche toccare un computer… Una cosa
incredibile a mio parere…-
Ma Izumi non lo
stava ascoltando. Quando Sosuke aveva tirato fuori l’oggetto, il suo sguardo si
era concentrato sull’apparecchio nero e verde, rapito da tutto quello che un
semplice assembramento di chip gli riusciva a comunicare.
- Lo sapevo… Lei
non tocca un computer per un motivo ben preciso…-
L’uomo lo
guardò. Il ragazzo rimaneva impassibile. Si massaggiò le tempie con la mano
sinistra… Avrebbe dovuto confidarsi con quel ragazzo? Era un digiprescelto,
doveva fare squadra con lui, non poteva continuare a serbargli rancore… Ma era
così imprevedibile, cosa gli avrebbe risposto? Lo avrebbe ancora umiliato come
prima?
Poco importava…
- Quando ero un
digiprescelto… Nessuno mi eguagliava in quanto maestria nell’uso dei computer.
Conoscevo ogni minimo segreto della rete informatica, e spesso grazie alle mie
conoscenze avevo tirato fuori d’impiccio i miei compagni… Quando arrivai a
Digiworld, anche se ero ancora piccolo, avevo un cervello fuori dal comune, e
mi sembrò di entrare in un sogno… Cavolo, ero praticamente entrato in un mondo
fatto di dati, in un gigantesco computer!! La mia vita girava intorno a
quell’affare giallo e bianco… Solo quando mangiavo a tavola non me lo portavo
dietro. Ma conoscendo gli altri ragazzi… Capii presto che il mondo reale non
era fatto di dati, link o dowland… Erano molto più importanti i sentimenti, i
rapporti reali con le persone, o con i digimon che mi stavano accanto…-
Sosuke lo
ascoltava rapito. Aveva ragione il signor Izumi… Loro due non erano molto
diversi… Ma lui era rimasto ancora allo stato precedente… Ovvero ‘il computer è
la mia vita’…
- Quando a causa
del mondo digitale che io avevo tanto ammirato, la mia amica Hikari morì… Non
capii più niente. Come quel mondo mi aveva insegnato ad amare le persone
accanto a me, quello me le aveva tolte.
Non potevo perdonare tutto quello che era composto di dati… Crollarono
tutte le mie consapevolezze. Il digitale mi aveva sempre aiutato e protetto, io
stesso potevo definirmi in un certo senso un essere digitale.. Ma avevo
conosciuto il suo lato oscuro… E mi parve ben più terribile di quello che di
positivo poteva offrirmi. Sembra un paradosso, ma Digiworld mi aveva insegnato
a vivere nel mondo reale… Così vent’anni fa presi la mia decisione. Abbandonai
Digiworld e tutti i suoi abitanti. E spensi il mio computer definitivamente-
Sosuke non
commentò… Non riusciva a capire come facesse ora Koushiro a resistere alla
lontananza del computer.. Lui sapeva cosa voleva dire legare la propria mente
ad esso… E non avrebbe resistito più di un giorno senza usarlo.
- Complimenti ha
preso proprio una bella decisione… Il motivo non lo condivido, ma apprezzo la
forza di volontà-
Izumi sorrise.
- Almeno questo…
Vedo che anche tu però sei molto legato al tuo portatile-
- In un’era come
la nostra, dove tutto è computerizzato, non mi sembra poi tanto strano… E con
un cervello come il mio, l’unico che veramente mi comprende è lui…-
Ma cosa gli era
saltato in mente di dire? Si stava confidando con un uomo che non sopportava e
che conosceva da solo mezz’ora !
- Mi sa tanto una
confidenza questa…-
Sosuke distolse
lo sguardo da Izumi, che prima gli teneva sempre rivolto negli occhi per
mostrare la sua sicurezza.
- Non intendevo
dire questo… E comunque si sbaglia…-
Koushiro
sorrise.
- Non te ne devi
vergognare… Ma la devi smettere di considerarti come un dio in terra. L’ho
capito subito che non avevi molti amici in giro… Ti consiglio di tirare fuori
un po’ di modestia, il calore che un amico può donarti non lo troverai in
formato dati… A parte quello di un digimon… Che però tu ancora non hai…-
- Gli altri sono
troppo stupidi per capirmi… Nessuno riuscirà mai a eguagliarmi… Ed è inutile
che io ci provi…-
Come era
testardo quel ragazzo… Impossibile!
- Lasciati
consigliare da uno che è intelligente come te, ma ha il doppio dei tuoi anni…
Fatti qualche vero amico… Lasciati capire per una volta, invece di barricarti
dietro a una muraglia! Il resto verrà da se… L’amicizia è contagiosa!-
Sosuke fece
finta di ignorare quel discorso… Ma in realtà l’aveva toccato. E anche
profondamente, anche se non lo voleva ammettere.
Chissà cosa
avrebbe scoperto degli altri membri del suo gruppo, se si fosse confidato con
uno di loro…
La limousine si
fermò davanti ad un vecchio condominio.
Gli unici tre passeggeri rimasti scesero, e l’uomo chiese all’autista di
aspettarlo.
Sora e Koji
guardarono il luogo in cui si trovavano, nemmeno paragonabile all’appartamento
in cui viveva Yamato. Non era il massimo dello splendore, ma raggiungeva le
aspettative medie di una persona che cerca casa.
Ishida tirò
fuori dalla tasca dei pantaloni un mazzo di chiavi, e si avviò verso un
ascensore che si trovava nell’ingresso, senza neanche voltarsi per assicurarsi
di essere seguito.
Prenotò
l’ascensore, e quando si aprirono le porte salirono tutti e tre.
Poco dopo si
trovavano davanti all’appartamento 193/a.
- Allora vive
qui Takeru…-
Disse Sora, più
per spezzare il silenzio che per la sorpresa.
Koji guardò
nervoso la porta in legno. Ora era il suo momento. Doveva farcela. Senza Reika.
Yamato rimase
immobile davanti a quella porta.
La donna lo
guardò, e gli accarezzò il braccio. Lui non si mosse.
- Scusatemi..-
E si allontanò.
Koji rimase
immobile per lo stupore… Non conosceva ancora l’imprevedibilità di Yamato.
Sora si
preoccupò per la reazione del compagno, indecisa se seguirlo o meno. Ma poi
fissò il ragazzino di fianco a lei. Meglio restare con lui, aveva
un’espressione terrorizzata.
Yamato aveva
cominciato a camminare. Ma perché non aveva neanche il coraggio di bussare ad
una porta?! Che cosa gli stava passando per la testa?! Davanti a Sora poi… Non
doveva mostrarsi così debole. Takeru era una persona normale, non qualcosa di
cui vergognarsi e continuare a nascondere… Perché continuava a reagire così?!
Era giunto il
momento del confronto fra lui e il mondo esterno… Per anni aveva aspettato
questo momento, il momento in cui forse suo fratello sarebbe cambiato. Farlo
incontrare con Sora, farlo parlare con Koji…
Era questo che ora gli serviva. Non doveva scappare… Forse quello sarebbe
diventato il giorno più bello della sua vita…
Sora stava
appoggiata alla parete giallognola di fianco alla porta dell’appartamento.
Guardava Koji in silenzio. Il ragazzino invece era appoggiato alla ringhiera
delle scale, guardava in basso, senza un motivo, pensando. Il cuore batteva a
mille, non sapeva cosa sarebbe accaduto.
Il silenzio fu
interrotto dal rumore delle porte dell’ascensore che si aprivano. Yamato
comparì davanti ai due, senza guardarli in faccia. Si diresse verso la porta
dell’appartamento e bussò. Sora si concentrò sulla porta, aspettando che si
aprisse. Il cuore di Koji perse un battito.
- Yamato, non ho
voglia di parlare!-
La voce di un
uomo, leggermente sbiascicata, si levò da dietro alla porta.
- Neanche io
Takeru, ma ci sono delle altre persone che vogliono farlo-
Silenzio.
- Chi sono,
altri datori di lavoro per caso? Non ho intenzione di lavorare Yamato, sono uno
squilibrato mentale…-
Yamato strinse
un pugno.
- Oppure i
padroni del condominio, che tu hai pagato per far finta di sfrattarmi? Non ci
casco fratello… E comunque non
servirebbe a niente-
Sora si portò
una mano alla bocca.
- O magari la
polizia? Dopo vent’anni hanno deciso che sono io l’assassino di Hikari! Ma
certo, contando che il caso è ancora aperto…-
- ORA BASTA!-
Yamato battè
forte un pugno sopra la porta.
Sora lo guardò
sconcertata, trattenendo le lacrime… Koji era ancora più spaventato di prima.
- APRI QUESTA
CAZZO DI PORTA!-
Dall’altra parte
solo silenzio. Poi Takeru reagì…
- Hai le chiavi,
entra-
Yamato si calmò,
un minimo, solo per calmare il tremore alle mani per permettergli di girare la
chiave nella toppa.
Entrò, e fece
segno a Koji e Sora di seguirlo.
Nell’appartamento
regnava il solito disordine, solo che due bottiglie vuote di uno scadente
superalcolico troneggiavano sul tavolino in salotto. Un uomo tutto spettinato,
con una mano sugli occhi, stava sdraiato sul divano color panna.
- Tk…-
Il biondo tolse
la mano dagli occhi e guardò in direzione della voce. Vide una bella donna dai
capelli rossi, vestita in nero, con gli occhi lucidi, che lo fissava.
- Io non sono
più Tk…-
Sora non riuscì
più a frenare le lacrime.
- Yamato, cosa
ci fa Sora qui?-
Ishida lo guardò
duro.
- Ti sembra il
modo di comportarti?! Lei desidera vederti dopo vent’anni, e tu la cacci via?!
Nessuno rispetto per una vecchia amicizia?!-
- Se era davvero
un’amicizia sarebbe arrivata prima… -
Yamato distolse
lo sguardo. Abbracciò Sora, senza dire una parola.
- Oh, siete
tornati insieme? Che carini… Finalmente anche mio fratello vivrà una vita
felice, lasciandomi finalmente al mio destino… Magari vi sposerete, avrete dei
figli… E io resto sempre qua, solo soletto, con la mia bottiglia di Jack… Che
bella vita! Il fratello rompicoglioni finalmente mi lascerà in pace…-
- Perché ogni
volta che vengo qui ti trovo mezzo ubriaco?! Ma non ti vergogni di sprecare
così la tua vita?! Te l’avrò ripetuto un sacco di volte, ma non te ne accorgi
del tempo che passa?!-
Takeru continuò
a guardare il soffitto.
- Cosa importa a
me del tempo? Io sono qui… tranquillo… aspetto solo che finisca..-
Sciaff!
- Non ti
permetto di parlare così…-
Takeru rimase
impassibile, anche dopo lo schiaffo del fratello.
- Vattene
allora… Così non mi senti più…-
- Ho capito che
oggi non è il momento… Tornerò domani pomeriggio. E fatti trovare lucido…
Questo ragazzino ti deve parlare-
L’uomo fissò il
ragazzino dai capelli neri, che in quel momento aveva gli occhi spalancati dal
terrore.
- Ok, ci sto-
Il silenzio
scese di nuovo nell’appartamento.
- Ora
andatevene. Ho molte cose da fare…-
Yamato ignorò
l’ultima frase e se andò seguito da Koji e Sora.
Scesero le scale
e salirono sull’automobile.
- A casa del
signor Taichi Yagami…-
E la limousine
partì.
COSA PASSA NELLA
MENTE DELL’AUTRICE?!
Signori e signore, colpo di scena amici, sono tornata fra voi!!! Nonostante io abbia passato più tempo in un studio medico che davanti al computer, sono riuscita a portare a termine questo capitolo! Di cui devo dire, sono particolarmente orgogliosa… Era da un po’ che non scrivevo un capitolo con argomenti seri…
Ora che finalmente ho ricominciato la mia attività fisica, mi sento più in forma che mai, e piena di idee!! Ma la stessa cosa lo hanno pensato i miei prof… E’ da due settimane che non tiro un attimo di respiro!! Anche oggi dopo la pubblicazione devo tornare su latino e studiare Shakespeare… Ma non perdiamoci in chiacchiere!!!
E’ ora delle recensioni!!
Francesca Akira: Partiamo da te oggi!! Sai, stavo pensando a chi potesse assomigliare Yamato in forma adulta… E farei un bel mix fra Jon Bon Jovi, Brad Pitt ed Heath Leadger!! Ti assicuro che il risultato è meritevole!! Non ti preoccupare con Ken sarò gentile! … Fai teatro?!
Miya: ecco soddisfatta la tua curiosità!! Sto leggendo tutte le tue fic, mi raccomando continuale… E continua anche a recensire questa!!
Topomouse: sono d’accordo con te, in tutto quello che mi hai scritto!! E comunque sei molto apprezzato anche solo come commentatore!! L’ispirazione non viene a comando, ma a forza di leggere storie l’idea in testa si crea… Almeno, a me è successo così!!
HikariKanna: Una grandissimo salutone anche a te, visto che abbiamo cominciato a sentirci via email!!! Grazie per continuare a recensire le mie fic, e… beh… Takeru come hai potuto vedere non sta benissimo… -_-°°
Memole: Non sono come ringraziarti dell’assiduità con cui commenti! Non ti fai scappare un capitolo!! Spero di riuscire a mantenere viva la tua curiosità!!
Imi: grazie per essere tornata a recensire!! Mi fa sempre piacere, soprattutto da una scrittrice che apprezzo come te!! In questo periodo di pausa di Efp sono andata su Manganet… E purtroppo mi sono letta in due giorni la fic che hai appena cominciato a pubblicare qui!! Ti faccio i miei complimenti perché è veramente bellissima!!! Poi per una sfegatata Sorato come me… ^_- Al proximo capitolo!
Miyu_Chan: Grazie di esserti rifatta sentire!! Mi recensisci con tanta ammirazione che arrossisco ogni volta che leggo un tuo commento… Ma se fossi così brava la Mondatori mi avrebbe già cercata!!! Mi raccomando, una recensione anche per il prossimo capitolo!!
Mamma mia quante recensioni a questo chappy…
Sono super felice!!! ^-^!!
Saluti particolari a Memi ( che dopo tanto tempo è tornata nella mia casella postale!!), ad Heater che continuo a sentire via MSN, e ad HikariKanna ancora una volta…
Poiché con queste tre autrici sto programmando tre storie a due mani… chissà cosa salterà fuori!!
Al prossimo capitolo!!
Besos!!
Sora89