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Autore: Sora89    27/04/2006    8 recensioni
Sono passati 20 anni dall'ultima avventura dei digiprescelti, e un evento drammatico gli ha divisi... Un nuovo gruppo è entrato in azione... Ma per vincere i loro nemici devono ricomporre il passato del vecchio gruppo, e convincerli a riunirsi...
Genere: Triste, Malinconico, Azione, Avventura, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 9°

CAPITOLO 9°

 

 

Yamato si sedette per primo nella grande limousine che gli era stata prestata ( non si sa da chi, si era rifiutato di dirne il nome…), seguito a ruota da tutti gli altri ragazzi e adulti.

- Dove devo portare i signori passeggeri?-

L’autista si fece sentire attraverso un piccolo interfono, posizionato vicino al sedile di Yamato.

- Direi a casa del signor Taichi Yagami… Daisuke hai l’indirizzo?-

L’uomo annuì e lo comunicò all’autista sempre attraverso l’interfono.

Quella fu l’ultima parola pronunciata per ben dieci minuti…

Sora guardava nervosamente Ishida, preoccupata per lui… Avrebbe mostrato suo fratello ad altre persone, dopo vent’anni che lo proteggeva… Probabilmente era il più agitato di tutti dentro quell’auto, anche se non lo dava a vedere. Era immobile e con il viso privo di espressione, non pronunciava una parola… Sembrava tranquillo, ma Sora aveva imparato a interpretare i suoi comportamenti. Certo erano passati vent’anni… ma una persona non cambia mai del tutto.

Koji, seduto fra Sora e Lucas, stava in silenzio e guardava per terra… Era la prima volta che in una missione si separava da Reika… E per di più si ritrovava in una situazione estremamente complicata. Cosa avrebbe detto una volta incontrato Takeru? Quale sarebbe stata la sua reazione? Sarebbe stato in grado di affrontare la situazione?

Lucas fissava di nascosto Ishida… Si sentiva legato a quell’uomo, e saperlo in quella situazione difficile lo rattristava… Avrebbe potuto fare qualcosa per lui?

Leonor si guardava attorno e studiava gli sguardi degli altri… Non proprio allegri. La mente cominciò a pensare freneticamente a qualcosa per rompere il silenzio, far dimenticare la tensione, ma non era affatto semplice… Ma per fortuna ci pensò Eric.

- Grande, finalmente conoscerò il mio predecessore!-

Tutti si voltarono verso di lui.

Sora sorrise, ricordando il suo amico d’infanzia… Desiderava anche lei rivederlo… Ma non ci era riuscita… Il motivo era probabilmente lo stesso che anche gli altri digiprescelti avevano…

- Sai Eric, da giovane Taichi era il mio idolo! Lo seguivo qualunque cosa facesse, lo ammiravo come un fratello maggiore! Per me non esisteva persona migliore al mondo… Lui, il fratello maggiore di Hikari…-

Il suo viso si intristì. Parlare di lei era sempre un tuffo nei ricordi più felici della sua vita. E pensare a Taichi, vedere Taichi… era un po’ come rivedere lei. Lo stesso sorriso, lo stesso sguardo, lo stesso modo di parlare… Anche se nessuno lo ammetteva, i due Yagami si somigliavano parecchio. Era semplice il motivo per cui nessuno aveva risposto agli appelli del loro ex leader.

- Daisuke…-

L’uomo si risvegliò dai suoi pensieri. Si era bloccato nel bel mezzo del suo discorso senza accorgersene…

- Ah, sì.. scusate.. -

Yamato e Sora chinarono il capo… potevano capire i sentimenti che correvano in testa al loro compagno…

- Dicevo… Avrei dato qualsiasi cosa per essere come lui!-

Finito il discorso Eric si voltò verso Sora e Yamato, desideroso di un loro parere.

- Taichi, Yamato ed io formavamo un trio memorabile da giovani… Lui è stato il mio migliore amico fino a quando non ci separammo… Mi ha sempre aiutato in momenti difficili, e per di più ci conoscevamo da quando eravamo piccoli! E’ una persona meravigliosa…Ed era il leader nato del nostro gruppo! Tutti lo ammiravano!-

E in cuor suo, Sora sperava che lo fosse ancora.

- Era il mio migliore amico…-

Le uniche parole espresse da Yamato. Ma dette da lui, tutti capirono quanto fosse importante il legame che gli univa… Sora però ci tenette ad approfondire.

- La loro era un’amicizia particolare, fatta di litigate, risse e continui scontri e confronti… Ma c’erano sempre l’uno per l’altro!-

Eric era orgoglioso di quella descrizione. Il portatore della sua digipietra era stato un grande, un leader ammirato da tutti… Di sicuro anche a lui sarebbe stato riservato lo stesso futuro.

- Posso chiederle una cosa?-

- Dimmi Leonor…-

- Se non sono indiscreta, signor Motomiya… Come ha preso Taichi la morte della sorella? Abbiamo conosciuto sua madre e… non sembrava.. come dire…-

- Normale?-

Completò Daisuke la frase per la bionda.

- Beh, sì… era ancora scossa e ossessionata da Hikari -

 Il moro rimase in silenzio per qualche secondo, passandosi una mano sul volto abbronzato.

- Umh… Non l’ha affatto presa bene. Hikari era la sua sorellina… una delle cose più preziose che aveva al mondo. Qualche giorno prima… del fatto… Taichi e Hikari avevano avuto una discussione. Lei diceva che suo fratello era eccessivamente protettivo nei suoi confronti… e in parte era vero. Così lui aveva ceduto, e le aveva lasciato più libertà.. ma qualche giorno dopo lei… avete capito. Questo lo distrusse… e anche la sua famiglia non lo aiutò per niente. Lo colpevolizzavano, non sapendo niente del mondo in cui Hikari era sparita. Furono anni molto difficili per lui… Seppimo che si trasferì da solo in un altro quartiere, fuori Odaiba, per stare lontano da quella casa. Poi più nulla. Tentò due volte di ricostruire il gruppo… ma risposi solo io, e solo la seconda volta. Lui mi raccontò queste cose… Poi persi anche io i contatti.

I ragazzi tacquero. Era tremendo come la morte di una persona potesse distruggere le vite degli altri.

- Quindi… possiamo aspettarci qualsiasi reazione col nostro arrivo -

Lucas non aveva voglia di rientrare in una casa come quella della signora Yagami… Non era bravo a trattare con le persone, se poi erano anche pazze…

- Taichi è una persona straordinaria… Non vi caccerà via urlando!-

Sora ci sperava in quelle parole… Ma non ne era convinta neanche lei.

I ragazzi tirarono un sospiro di sollievo… Sperando di non dover risolvere situazioni come quelle di Yamato e Sora… o dover scappare dalla casa di una pazza…

 

 

Sosuke e Koushiro si erano appena seduti al tavolino di un bar vicino alla piazza dove si trovavano prima.

- Posso portarvi qualcosa?-

L’arrivo del cameriere interruppe il racconto di Sosuke. I due lo guardarono sorpresi, presi com’erano dalla storia.

- Un succo al pompelmo per favore -

I due si guardarono stupiti. Avevano ordinato la stessa cosa, per di più pronunciando la frase all’unisono.

- Ok, due pompelmi… Arrivo subito-

E il ragazzo col grembiule si allontanò.

- Sembra che siamo più simili di quanto non sembra…-

- E’ ancora presto per dirlo signor Izumi -

L’uomo sorrise. Mai una volta che quel ragazzo concordasse con lui, anzi ribatteva sempre l’opposto.

- Mi stavi dicendo di queste Jail Stones… Tentomon è chiuso lì dentro da vent’anni?!-

- Sì, in pratica è così… Anche se parlando di un mondo composto di dati, possiamo dire che loro sono come in stand-by, quindi non si accorgono del tempo che passa… Sono ancora convinti di trovarsi nella stessa situazione di vent’anni fa…-

Un attimo di pausa… Koushiro si tranquillizzò per la sorte di Tentomon… Almeno non si era accorto del tempo che passava. Un lampo però gli passò nella mente.

‘ Gatomon non sa ancora della morte di Hikari…’

- Mi chiedo anche… come voi, tanto amanti dei digimon, abbiate abbandonato così i vostri…-

Izumi lo fissò serio. Neanche lui sapeva bene cosa avesse spinto loro a quella scelta…

- E’ stato difficile… Ma a causa della morte di Hikari, ognuno di noi ha voluto dimenticare, cancellare completamente dalla nostra memoria ogni avvenimento legato a Digiworld… e con questo anche loro-

- E’ stato un pensiero molto egoistico da parte vostra. Non avete pensato nemmeno un momento al loro destino?-

Quel tono di sfida fece accendere Koushiro.

- Certo che ci abbiamo pensato! Credi che ce ne fossimo dimenticati? Ma in quei secondi… L’unica immagine che avevamo in mente era una Hikari morente, senza neanche saperne il  motivo, e dei Digimon che non erano intervenuti al nostro fianco, nonostante il pericolo a cui eravamo sottoposti! Cosa avresti fatto tu al posto nostro?! Non ti saresti forse arrabbiato con l’intero mondo che ti circondava, maledicendo il momento in cui avevi accettato di salvarlo?! Non avresti forse deciso di dimenticare tutto, pure quei digimon che ti avevano tradito nel momento del bisogno?!-

Izumi aveva cominciato ad alzare la voce, senza badare alle persone che aveva intorno, incuriosite da quel discorso così strano, pronunciato da un uomo verso un ragazzino di sedici anni.

- Abbassi la voce, mi sento osservato-

Frase fredda e tagliente.

Koushiro si guardò attorno ed arrossì. Qualcuno lo aveva anche riconosciuto, e aveva anche cominciato a bisbigliare, osservandolo.

Si calmò pensando alla cattiva pubblicità che stava facendo al suo telegiornale.

- Sono curioso di sapere quello che pensi in proposito-

Sul viso di Sosuke comparve un sorrisetto di sfida.

- Glielo dico subito… So perfettamente quanto la morte di una persona cara può essere distruttiva… Ma trovo vergognoso il fatto che essa posso aver distrutto legami di amicizia così profondi, come quelli che legavano voi bambini prescelti, e i vostri digimon a voi… La paura è tanta, il dolore pure… Ma non si ci abbandona così. Altra cosa altrettanto orribile… Come avete potuto pensare che i vostri digimon vi avessero traditi? Il fatto che Gennai non vi abbia specificato dove fossero, probabilmente sottintendeva che erano impegnati in qualche compito segreto! A nessuno di voi  è venuto in mente che si potessero trovare in una situazione peggiore della vostra? Da quel che ho sentito è proprio così..

- Come ti permetti di giudicare quello che abbiamo fatto in passato?! Se ci hanno scelto come digiprescelti vuol dire che non siamo persone inutili e senza sentimenti!-

- Infatti adesso non lo siete più… Se non sbaglio la digipietra della conoscenza  ce l’ho io, non tu.. E anche il digivice se non sbaglio…-

- Ma Tentomon rimane mio…-

I due si guardarono con poca simpatia.

Il loro duello fu interrotto dall’arrivo del cameriere con le loro bevande, da cui presero un solo sorso a testa.

- Mi sembra inutile stare a discutere in questo momento… Tu non capirai mai quello che ho provato io, sei troppo razionale, non sai cosa vuol dire essere travolto dalle emozioni…-

Izumi tornò a sorseggiare il liquido giallo chiaro del suo bicchiere.

Sosuke gli lanciò un’occhiata strana da dietro gli occhiali.

- La immaginavo una persona più intelligente…-

Per poco il succo non andò di traverso a Koushiro.

Sosuke sorrise e tirò fuori il computer portatile dallo zaino.

- Sa, facendo una ricerca in rete su di lei, avevo scoperto che lei era diventato direttore di un telegiornale molto famoso senza mai neanche toccare un computer… Una cosa incredibile a mio parere…-

Ma Izumi non lo stava ascoltando. Quando Sosuke aveva tirato fuori l’oggetto, il suo sguardo si era concentrato sull’apparecchio nero e verde, rapito da tutto quello che un semplice assembramento di chip gli riusciva a comunicare.

- Lo sapevo… Lei non tocca un computer per un motivo ben preciso…-

L’uomo lo guardò. Il ragazzo rimaneva impassibile. Si massaggiò le tempie con la mano sinistra… Avrebbe dovuto confidarsi con quel ragazzo? Era un digiprescelto, doveva fare squadra con lui, non poteva continuare a serbargli rancore… Ma era così imprevedibile, cosa gli avrebbe risposto? Lo avrebbe ancora umiliato come prima?

Poco importava…

- Quando ero un digiprescelto… Nessuno mi eguagliava in quanto maestria nell’uso dei computer. Conoscevo ogni minimo segreto della rete informatica, e spesso grazie alle mie conoscenze avevo tirato fuori d’impiccio i miei compagni… Quando arrivai a Digiworld, anche se ero ancora piccolo, avevo un cervello fuori dal comune, e mi sembrò di entrare in un sogno… Cavolo, ero praticamente entrato in un mondo fatto di dati, in un gigantesco computer!! La mia vita girava intorno a quell’affare giallo e bianco… Solo quando mangiavo a tavola non me lo portavo dietro. Ma conoscendo gli altri ragazzi… Capii presto che il mondo reale non era fatto di dati, link o dowland… Erano molto più importanti i sentimenti, i rapporti reali con le persone, o con i digimon che mi stavano accanto…-

Sosuke lo ascoltava rapito. Aveva ragione il signor Izumi… Loro due non erano molto diversi… Ma lui era rimasto ancora allo stato precedente… Ovvero ‘il computer è la mia vita’…

- Quando a causa del mondo digitale che io avevo tanto ammirato, la mia amica Hikari morì… Non capii più niente. Come quel mondo mi aveva insegnato ad amare le persone accanto a me, quello me le aveva tolte.  Non potevo perdonare tutto quello che era composto di dati… Crollarono tutte le mie consapevolezze. Il digitale mi aveva sempre aiutato e protetto, io stesso potevo definirmi in un certo senso un essere digitale.. Ma avevo conosciuto il suo lato oscuro… E mi parve ben più terribile di quello che di positivo poteva offrirmi. Sembra un paradosso, ma Digiworld mi aveva insegnato a vivere nel mondo reale… Così vent’anni fa presi la mia decisione. Abbandonai Digiworld e tutti i suoi abitanti. E spensi il mio computer definitivamente-

Sosuke non commentò… Non riusciva a capire come facesse ora Koushiro a resistere alla lontananza del computer.. Lui sapeva cosa voleva dire legare la propria mente ad esso… E non avrebbe resistito più di un giorno senza usarlo.

- Complimenti ha preso proprio una bella decisione… Il motivo non lo condivido, ma apprezzo la forza di volontà-

Izumi sorrise.

- Almeno questo… Vedo che anche tu però sei molto legato al tuo portatile-

- In un’era come la nostra, dove tutto è computerizzato, non mi sembra poi tanto strano… E con un cervello come il mio, l’unico che veramente mi comprende è lui…-

Ma cosa gli era saltato in mente di dire? Si stava confidando con un uomo che non sopportava e che conosceva da solo mezz’ora !

- Mi sa tanto una confidenza questa…-

Sosuke distolse lo sguardo da Izumi, che prima gli teneva sempre rivolto negli occhi per mostrare la sua sicurezza.

- Non intendevo dire questo… E comunque si sbaglia…-

Koushiro sorrise.

- Non te ne devi vergognare… Ma la devi smettere di considerarti come un dio in terra. L’ho capito subito che non avevi molti amici in giro… Ti consiglio di tirare fuori un po’ di modestia, il calore che un amico può donarti non lo troverai in formato dati… A parte quello di un digimon… Che però tu ancora non hai…-

- Gli altri sono troppo stupidi per capirmi… Nessuno riuscirà mai a eguagliarmi… Ed è inutile che io ci provi…-

Come era testardo quel ragazzo… Impossibile!

- Lasciati consigliare da uno che è intelligente come te, ma ha il doppio dei tuoi anni… Fatti qualche vero amico… Lasciati capire per una volta, invece di barricarti dietro a una muraglia! Il resto verrà da se… L’amicizia è contagiosa!-

Sosuke fece finta di ignorare quel discorso… Ma in realtà l’aveva toccato. E anche profondamente, anche se non lo voleva ammettere.

Chissà cosa avrebbe scoperto degli altri membri del suo gruppo, se si fosse confidato con uno di loro…

 

 

 

La limousine si fermò davanti ad un vecchio condominio.  Gli unici tre passeggeri rimasti scesero, e l’uomo chiese all’autista di aspettarlo.

Sora e Koji guardarono il luogo in cui si trovavano, nemmeno paragonabile all’appartamento in cui viveva Yamato. Non era il massimo dello splendore, ma raggiungeva le aspettative medie di una persona che cerca casa.

Ishida tirò fuori dalla tasca dei pantaloni un mazzo di chiavi, e si avviò verso un ascensore che si trovava nell’ingresso, senza neanche voltarsi per assicurarsi di essere seguito.

Prenotò l’ascensore, e quando si aprirono le porte salirono tutti e tre.

Poco dopo si trovavano davanti all’appartamento 193/a.

- Allora vive qui Takeru…-

Disse Sora, più per spezzare il silenzio che per la sorpresa.

Koji guardò nervoso la porta in legno. Ora era il suo momento. Doveva farcela. Senza Reika.

Yamato rimase immobile davanti a quella porta.

La donna lo guardò, e gli accarezzò il braccio. Lui non si mosse.

- Scusatemi..-

E si allontanò.

Koji rimase immobile per lo stupore… Non conosceva ancora l’imprevedibilità di Yamato.

Sora si preoccupò per la reazione del compagno, indecisa se seguirlo o meno. Ma poi fissò il ragazzino di fianco a lei. Meglio restare con lui, aveva un’espressione terrorizzata.

 

Yamato aveva cominciato a camminare. Ma perché non aveva neanche il coraggio di bussare ad una porta?! Che cosa gli stava passando per la testa?! Davanti a Sora poi… Non doveva mostrarsi così debole. Takeru era una persona normale, non qualcosa di cui vergognarsi e continuare a nascondere… Perché continuava a reagire così?!

Era giunto il momento del confronto fra lui e il mondo esterno… Per anni aveva aspettato questo momento, il momento in cui forse suo fratello sarebbe cambiato. Farlo incontrare con Sora, farlo parlare con Koji…  Era questo che ora gli serviva. Non doveva scappare… Forse quello sarebbe diventato il giorno più bello della sua vita…

 

 

Sora stava appoggiata alla parete giallognola di fianco alla porta dell’appartamento. Guardava Koji in silenzio. Il ragazzino invece era appoggiato alla ringhiera delle scale, guardava in basso, senza un motivo, pensando. Il cuore batteva a mille, non sapeva cosa sarebbe accaduto.

Il silenzio fu interrotto dal rumore delle porte dell’ascensore che si aprivano. Yamato comparì davanti ai due, senza guardarli in faccia. Si diresse verso la porta dell’appartamento e bussò. Sora si concentrò sulla porta, aspettando che si aprisse. Il cuore di Koji perse un battito.

- Yamato, non ho voglia di parlare!-

La voce di un uomo, leggermente sbiascicata, si levò da dietro alla porta.

- Neanche io Takeru, ma ci sono delle altre persone che vogliono farlo-

Silenzio.

- Chi sono, altri datori di lavoro per caso? Non ho intenzione di lavorare Yamato, sono uno squilibrato mentale…-

Yamato strinse un pugno.

- Oppure i padroni del condominio, che tu hai pagato per far finta di sfrattarmi? Non ci casco fratello…  E comunque non servirebbe a niente-

Sora si portò una mano alla bocca.

- O magari la polizia? Dopo vent’anni hanno deciso che sono io l’assassino di Hikari! Ma certo, contando che il caso è ancora aperto…-

- ORA BASTA!-

Yamato battè forte un pugno sopra la porta.

Sora lo guardò sconcertata, trattenendo le lacrime… Koji era ancora più spaventato di prima.

- APRI QUESTA CAZZO DI PORTA!-

Dall’altra parte solo silenzio. Poi Takeru reagì…

- Hai le chiavi, entra-

Yamato si calmò, un minimo, solo per calmare il tremore alle mani per permettergli di girare la chiave nella toppa.

Entrò, e fece segno a Koji e Sora di seguirlo.

Nell’appartamento regnava il solito disordine, solo che due bottiglie vuote di uno scadente superalcolico troneggiavano sul tavolino in salotto. Un uomo tutto spettinato, con una mano sugli occhi, stava sdraiato sul divano color panna.

- Tk…-

Il biondo tolse la mano dagli occhi e guardò in direzione della voce. Vide una bella donna dai capelli rossi, vestita in nero, con gli occhi lucidi, che lo fissava.

- Io non sono più Tk…-

Sora non riuscì più a frenare le lacrime.

- Yamato, cosa ci fa Sora qui?-

Ishida lo guardò duro.

- Ti sembra il modo di comportarti?! Lei desidera vederti dopo vent’anni, e tu la cacci via?! Nessuno rispetto per una vecchia amicizia?!-

- Se era davvero un’amicizia sarebbe arrivata prima… -

Yamato distolse lo sguardo. Abbracciò Sora, senza dire una parola.

- Oh, siete tornati insieme? Che carini… Finalmente anche mio fratello vivrà una vita felice, lasciandomi finalmente al mio destino… Magari vi sposerete, avrete dei figli… E io resto sempre qua, solo soletto, con la mia bottiglia di Jack… Che bella vita! Il fratello rompicoglioni finalmente mi lascerà in pace…-

- Perché ogni volta che vengo qui ti trovo mezzo ubriaco?! Ma non ti vergogni di sprecare così la tua vita?! Te l’avrò ripetuto un sacco di volte, ma non te ne accorgi del tempo che passa?!-

Takeru continuò a guardare il soffitto.

- Cosa importa a me del tempo? Io sono qui… tranquillo… aspetto solo che finisca..-

Sciaff!

- Non ti permetto di parlare così…-

Takeru rimase impassibile, anche dopo lo schiaffo del fratello.

- Vattene allora… Così non mi senti più…-

- Ho capito che oggi non è il momento… Tornerò domani pomeriggio. E fatti trovare lucido… Questo ragazzino ti deve parlare-

L’uomo fissò il ragazzino dai capelli neri, che in quel momento aveva gli occhi spalancati dal terrore.

- Ok, ci sto-

Il silenzio scese di nuovo nell’appartamento.

- Ora andatevene. Ho molte cose da fare…-

Yamato ignorò l’ultima frase e se andò seguito da Koji e Sora.

Scesero le scale e salirono sull’automobile.

- A casa del signor Taichi Yagami…-

E la limousine partì.

 

 

 

 

 

COSA PASSA NELLA MENTE DELL’AUTRICE?!

Signori e signore, colpo di scena amici, sono tornata fra voi!!! Nonostante io abbia passato più tempo in un studio medico che davanti al computer, sono riuscita a portare a termine questo capitolo! Di cui devo dire, sono particolarmente orgogliosa… Era da un po’ che non scrivevo un capitolo con argomenti seri…

Ora che finalmente ho ricominciato la mia attività fisica, mi sento più in forma che mai, e piena di idee!! Ma la stessa cosa lo hanno pensato i miei prof… E’ da due settimane che non tiro un attimo di respiro!! Anche oggi dopo la pubblicazione devo tornare su latino e studiare Shakespeare… Ma non perdiamoci in chiacchiere!!!

E’ ora delle recensioni!!

Francesca Akira: Partiamo da te oggi!! Sai, stavo pensando a chi potesse assomigliare Yamato in forma adulta… E farei un bel mix fra Jon Bon Jovi, Brad Pitt ed Heath Leadger!! Ti assicuro che il risultato è meritevole!! Non ti preoccupare con Ken sarò gentile! … Fai teatro?!

Miya: ecco soddisfatta la tua curiosità!! Sto leggendo tutte le tue fic, mi raccomando continuale… E continua anche a recensire questa!!

Topomouse: sono d’accordo con te, in tutto quello che mi hai scritto!! E comunque sei molto apprezzato anche solo come commentatore!! L’ispirazione non viene a comando, ma a forza di leggere storie l’idea in testa si crea… Almeno, a me è successo così!!

HikariKanna: Una grandissimo salutone anche a te, visto che abbiamo cominciato a sentirci via email!!! Grazie per continuare a recensire le mie fic, e… beh… Takeru come hai potuto vedere non sta benissimo… -_-°°

Memole: Non sono come ringraziarti dell’assiduità con cui commenti! Non ti fai scappare un capitolo!! Spero di riuscire a mantenere viva la tua curiosità!!

Imi: grazie per essere tornata a recensire!! Mi fa sempre piacere, soprattutto da una scrittrice che apprezzo come te!! In questo periodo di pausa di Efp sono andata su Manganet… E purtroppo mi sono letta in due giorni la fic che hai appena cominciato a pubblicare qui!! Ti faccio i miei complimenti perché è veramente bellissima!!! Poi per una sfegatata Sorato come me… ^_- Al proximo capitolo!

Miyu_Chan: Grazie di esserti rifatta sentire!! Mi recensisci con tanta ammirazione che arrossisco ogni volta che leggo un tuo commento… Ma se fossi così brava la Mondatori mi avrebbe già cercata!!! Mi raccomando, una recensione anche per il prossimo capitolo!!

Mamma mia quante recensioni a questo chappy…

Sono super felice!!! ^-^!!

Saluti particolari a Memi ( che dopo tanto tempo è tornata nella mia casella postale!!), ad Heater che continuo a sentire via MSN, e ad HikariKanna ancora una volta…

Poiché con queste tre autrici sto programmando tre storie a due mani… chissà cosa salterà fuori!!

Al prossimo capitolo!!

Besos!!

Sora89 

 

 

 

   
 
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