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Autore: Marti_PenguinOwl    26/08/2011    2 recensioni
Mi prende una mano e mi porta dentro. Si fa dare la chiave dalla reception e mi porta in ascensore.
Comincia a baciarmi il collo, passando le mani sotto la maglietta. Puzza terribilmente d'alcool.
Una parte di me mi urla di fermarmi, l'altra lo desidera. L'ascensore si apre e afferra una mano, frettoloso, apre la porta e mi getta sul letto.
(sequel di "Don't jump" =D=D)
Genere: Erotico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao ragazze! Eccomi qua! :3 Buona lettura! :D

 

…Capitolo 29…

 

E’ il giorno del matrimonio e io e i ragazzi ci stiamo preparando per andare alla cerimonia.
Prendo un vestito grigio e bianco e lo indosso, passando poi al trucco e ai capelli. Mel, accanto a me, si liscia la lunga gonna del vestito lilla.
-Ok che è un giorno di festa,- comincia. –ma dobbiamo anche pensare a te.-
-Oh, Mel. Abbiamo tempo… potremmo parlarne dopo il matrimonio!- esclamo mentre mi infilo le scarpe.
-No, non c’è più tempo!- esclama piazzandosi davanti a me e guardandomi con quella sua aria altezzosa. Sospiro e la guardo. –Il mio tempo sta per scadere. Mettiti comoda e parliamone.-
-Senti Mel, è tardissimo. Ne parliamo domani.-
-NO!- urla lei, mi blocco e la guardo sbalordita. –E’ importante, perché non lo capisci?! I tuoi mi hanno chiesto di aiutarti e lo farò!-
-Ma c’è tempo per parlarne!- esclamo stizzita.
-Seduta. Adesso!- fa lei con tono autoritario. Sbuffo e mi siedo sul letto. –Allora… Nella nostra lista nera ci sta solo questo Daniel, no?- annuisco. –Io non posso aiutarti più di tanto. Non posso tirarti fuori dai guai quando questo qualcuno verrà a farti del male. Il mio tempo è quasi scaduto, ti chiedo solo di fare molta attenzione a Daniel, di pensare a quali altri nemici tu ti sia fatta. Capisci?-
-Si, si! Sta’ tranquilla. C’è Tom, ci sono i ragazzi… non sono sola.- le sorrido come per rassicurarla, Mel si lascia andare ad un sospiro. All’improvviso mi sento stanchissima. Mel se ne accorge e prende ad urlarmi:- Daniel! Daniel! Devi stare attenta a lui! Devi stargli lontana! Hai capito?! Non dimenticarlo, Daniel!- mi passo una mano sul viso e mi sdraio sul letto, Mel continua ad urlare ma ormai la sua voce mi giunge ovattata.


Mi volto borbottando qualcosa, cercando di non concentrarmi sul lieve fruscio di vestiti che vengono indossati. Tutto inutile, apro lentamente gli occhi e sbadiglio. Tom si volta e mi sorride.
-Buongiorno piccola! Ti ho svegliata?- si avvicina e mi bacia.
-No… ma, che diavolo…? Noi dovremmo essere al matrimonio di Doris e Georg!- scatto a sedere, il lenzuolo mi scivolo di dosso e mi rendo conto di essere nuda.
-Il matrimonio? Amore, non hanno neanche deciso la data… Ma che stai dicendo?-
-Che cosa?! Ma… Doris! Doris quel pomeriggio in salone, quattro mesi fa, ha detto chiaramente che si sarebbero sposati il ventuno settembre!- esclamo, lancio un’occhiata alla radiosveglia.
Il diciassette settembre?!
-Diciassette settembre?!- guardo Tom spaesata.
-Senti piccola,- si siede accanto a me e mi guarda dritto negli occhi. –Io devo andare con i ragazzi, abbiamo un servizio fotografico, ma se non vuoi restare sola inventiamo qualcosa e lo spostiamo. Probabilmente l’incubo di stanotte ti ha turbata…-
-Mel!- esclamo interrompendolo, Tom aggrotta ancora di più la fronte.
-Chi è Mel?-
-Come chi é?! E’ il fantasma che i miei hanno mandato perché qualcuno vuole farmi del male!- Lui sospira.
-Che ne dici se dormi ancora un po’, mmh? Se vuoi non vado, resto qui con te…- salto su dal letto e mi rivesto in fretta.
-No, no, no, no. Sto benissimo, vai!- gli sorrido e sembra rilassarsi un po’. –Vado a fare colazione, vuoi qualcosa?- scuote la testa e io scendo di sotto.
Sono confusa.
Mel, la data, il matrimonio. Era tutto solo uno stupido sogno.
Scuoto la testa e recupero la marmellata dallo sportello.
Daniel, Daniel, Daniel.
Mel non faceva altro che dirmi che devo stare lontana da lui, forse non sono io paranoica. Forse sono una sensitiva e la mia mente ha inconsapevolmente invocato Mel per darmi una dritta.
Sto andando fuori di testa.
Sento i passi dei ragazzi sulle scale.
-Ci vediamo dopo!- mi salutano. Tom, invece, si avvicina a mi abbraccia.
-Sicura che posso andare?-
-Certo che si! A dopo!- lo bacio. Si allontana e mi ritrovo sola in casa. Ho bisogno di pensare, così faccio una doccia e poi esco a fare una passeggiata. Comincio a camminare senza una meta precisa, oltrepasso il parco e noto una piccola libreria. Entro e comincio a spulciare un po’ tra gli scaffali.
Mi ostino a credere che Daniel non mi farebbe mai del male, eppure è l’unica persona che mi viene in mente.
Insomma, chi potrebbe essere?
Bill, Doris, Georg e Gustav sono da escludere, che motivo avrebbero?
Karla, nemmeno a pensarci!
Tom, beh, magari si tratta di dolore emotivo, che ne so! Anche se non credo, mi ha giurato che sarebbe cambiato, no? Niente più tradimenti. E gli credo.
L’unica persona rimasta è Daniel, non c’è nessun altro.
Sospiro pesantemente e cerco di concentrarmi sulla trama del libri che tengo in mano.
Il ventuno settembre è fra quattro giorni. E se la Mel del sogno avesse voluto avvertirmi? Se avesse voluto dirmi che il ventuno succederà qualcosa di brutto?
Il cuore comincia a battermi più velocemente ed esco in fretta dalla libreria, raggiungo una piazzetta e mi ci siedo sopra.
Oh, insomma, era solo uno stupido sogno! No? Cosa può volere da me Daniel?
Ok che l’ho mollato senza dargli spiegazioni, sul suo letto. Però, non mi sembra il tipo “ti-uccido-perché-mi-hai-lasciato”, ecco.
Potrei anche sbagliarmi, ma non posso credere che mi ha intenzione di farmi del male.
Sbuffo e mi prendo la testa tra le mani.
Che devo fare?
All’improvviso sento il cellulare squillare, lo prendo e il nome che leggo sul display mi fa venire la pelle d’oca.
-Pronto, Daniel.- mi trema un po’ la voce.
-Ehy!- Ok, non sembra un “ehy!” da “sto-venendo-ad-ammazzarti”. –Senti, io… è passato un bel po’ di tempo da quella sera in cui mi hai mollato in quel modo…- ridacchia. –E io mi chiedevo se potevamo vederci per parlare. Si, insomma, tu ami un altro e non posso farti cambiare idea. Però vorrei chiarire questa cosa.-
-Oh!- esclamo. –Ehm… si si, va bene. Insomma, è giusto che ti spieghi delle cose… mi dispiace di averti trattato a quel modo. Allora, quando ci vediamo?-
-Io dovrei venire lì ad Amburgo giovedì, per affari, sei ancora lì?-
-Si.-
-Perfetto! Allora ci vediamo venerdì? Puoi?-
-Si si, non credo di avere impegni.-
-Perfetto! Allora a venerdì.-
-Si, ciao.- metto giù e sospiro. Sembrava amichevole al telefono, e quello era solo uno stupido sogno.
E poi, potrei andare con Tom.
Mi alzo e mi incammino verso casa, con mille pensieri che mi frullano in testa.
Entro in casa e mi preparo qualcosa da mangiare, visto che è ora di pranzo, il cellulare squilla nuovamente, ma stavolta è Tom. 
-Ehy amore!- esclamo.
-Piccola! Come stai?-
-Benissimo, non ti preoccupare. E’ solo che ho fatto un sogno strano che sembrava abbastanza reale… Come va lì?-
-Bene, anche se sono già stanco di fare fotografie!- ridacchio.
-Ah amore! Ascolta, tu venerdì hai da fare?-
-Mmh… non saprei. Che giorno è?-
-Oh, aspetta.- prendo il calendario appeso in cucina e sbianco. –E’ il ventuno.-
Merda.
E meno male che avevo detto basta alle paranoie!
-Credo di essere libero. Perché? E’ successo qualcosa?-
-Nulla di grave, ti spiego quando torni.-
-D’accordo. Devo andare, a dopo.-
-A dopo.- metto giù e torno al mio pranzo.

Avete presente quei pomeriggi di noia, noia, noia.
Ecco lo stato in cui mi trovo adesso: noia.
Sbuffo e mi alzo dal divano, devo pur fare qualcosa!
Salgo di sopra e comincio a mettere in ordine la camera mia e di Tom, cosa che non faccio mai.
Mentre sono impegnata coi vestiti sporchi sparsi sul pavimento (sono tutti miei) sento i ragazzi entrare ridendo. Mi fiondo di sotto e mi getto tra le braccia di Tom.
-Com’è andata?- chiedo.
-Foto, foto, foto e ancora foto. Ho già detto foto?-
-Andiamo Tom, è divertente fare foto!- esclama ridendo Georg.
-Bellissimo. Troppo.-
-Avete fame?- chiedo, camminando all’indietro come un gambero, diretta in cucina.
-E lo chiedi?- Gustav mi prende in braccio e mi stritola.
-Mmh, ok. Waffles?-
-Ti amo!- esclama Gustav.

-Buoni, buoni, buoni! Sono finiti?-
-GUSTAV!- esclamiamo tutti.
-Che c’è? Ho fame! Fare fotografie stanca!- si difende.
-Se, Gustav. Guarda che ti finisce tutto in pancia!- esclama Bill.
-Oooh! Lasciatelo stare!- lo abbraccio.
-Qualcuno che mi difende!- rido.
-Ragazzi, io vi lascio. Doris mi aspetta!- Georg si alza e prende la giacca. –Ci vediamo più tardi!-
-Divertitevi!- Fa Tom malizioso.
-Senz’altro!- Georg gli fa l’occhiolino e poi se ne va.
-E noi? Quando ci divertiamo?- ammicca verso di me Tom.
-Non ti è bastato stanotte?- s’intromette Bill masticando, divento una specie di pomodoro. –Oh! Non arrossire. E’ normale, state insieme, perché non dovreste?- continua.
-Già… perché non dovremmo?- annuisce Tom.
-Tom, chiudi il becco!- lo zittisco. –Piuttosto! Devo parlarti di una cosa… ci scusate se andiamo di sopra a parlarne?-
-Fate pure!- esclama Gustav con un sorriso.
-Grazie mille!- prendo Tom per mano e lo porto di sopra. –Senti Tom, prima mi ha chiamata Daniel…-
-Lo stronzo?- chiede allarmato. –Che cazzo vuole?!- alza la voce.
-Tom, calmati! Niente, vuole solo parlare con me… per quello che è successo…-
-E tu?-
-E io ho detto di sì! Solo che non voglio andare da sola… ecco.-
-Tu pensi che io ti lascerei andare da sola?- sorride.
-Grazie.- lo abbraccio.
Se c’è lui con me, non può succedermi nulla.

 

…Continua…

 

Taratarattà! Ebbene si, sono viva! D: Già ventinove capitoli? O.O
Non mi ispira questo capitolo! (Quando mai..v.v) A voi il giudizio… grazie mille a tutte! (: 

  
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