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Autore: E4e    26/08/2011    7 recensioni
Dal capitolo 1:
"-Dormirai nella dependance. Mia moglie Esme ha già pensato a ristrutturarla e renderla agibile, avrai un bagno tutto tuo e naturalmente una camera- disse sempre sicuro, mentre guidava le strade poco trafficate di quella che sarebbe stata la mia nuova città.
-Grazie- dissi.
Nonostante il mio pensiero fosse chiaro, non potevo che provare compassione per quell’uomo: il suo inferno stava per cominciare."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Rimasi sbigottito, vedendo la figura esile di Bella.
Sembrava dimagrita nonostante non la vedessi solo da una manciata d’ore.
Dopo lo stupore iniziale, durato solo qualche secondo, cominciai ad avvicinarmi cercando di tranquillizzarla con lo sguardo.
-Ora va tutto bene, non avere paura- dissi cercando di tenere solo per me il sentimento di rabbia che stava crescendo insieme alla consapevolezza del suo stato.
Aveva un graffio, all’apparenza abbastanza profondo, che le passava poco sotto l’attaccatura dei capelli. Tendeva verso destra, come se qualcuno l’avesse colpita.
Probabilmente chiunque avrebbe pensato, almeno per un momento che si fosse fatta male da sola. Ma, forse per la posizione del taglio o semplicemente perché la smorfia terrorizzata sul suo visetto pallido era inconfondibile,avevo subito tratto le mie conclusioni.
Arrivai di fronte a lei, che ancora tremava come una foglia.
Lacrime silenziose le rigavano il viso: mi fu impossibile trattenere le mani dal tentare di asciugarle.
Passai il pollice sul suo zigomo, nel tentativo di calmarla il tanto che bastava per farmi raccontare qualcosa. Dopo anni e anni di risse e di ferite, a volte mie e a volte di mio fratello, avevo imparato che chiedere il perché, il dove il come o il quando non sarebbe servito a nulla.
Oltretutto, la sua richiesta iniziale era stata chiara: nessuna domanda.
-Che ne dici, se ti siedi sul letto e cerchi di tranquillizzarti, mentre io dico ad Esme di non preparare la cena per me?- chiesi con il tono più dolce possibile.
Avevo la sensazione che se avesse voluto informare terzi, non sarebbe venuta di certo da me; inoltre mi sembrava troppo scossa per mangiare, anche se non le avrebbe fatto altre che bene ingerire qualche cosa.
Dovevo cercare di sbrigarmi, anche perché avevo chiesto ad Alice di venirmi a chiamare non appena fosse stato pronto.
-No, ti prego…- disse con la voce ancora roca per il pianto –non lasciarmi da sola- concluse sottovoce.
Ebbi allora la conferma alla mia teoria.
Se stava per cedere e raccontarmi cosa o meglio chi le avesse fatto del male, era meglio approfittarne: sarei andato a cercarlo e probabilmente avrei abbandonato ogni buon proposito di cambiare quello che era Edward Masen.
-Ok, non ti preoccupare- dissi avvicinandomi ancora, lentamente.
Afferrai il telefono e pigiai il numero uno.
La cosa più strana che avessi visto, in quel momento mi era sembrata utile: durante il viaggio che ci avrebbe portati a Forks, Carlisle mi aveva detto della linea telefonica che collegava ogni stanza, in caso di necessità.
Rimasi ad ascoltare il bip acuto, fissando Bella.
Sembrava essersi leggermente rilassata.
-Si…- rispose la voce dolce di Esme. Non fui sorpreso: avevo visto la sua auto davanti al portone quando stavo tornando ala dependance.
-Esme, ehm… Scusa se chiamo- dissi sentendomi leggermente in imbarazzo: dopotutto ci trovavamo a pochi metri di distanza!
-Di nulla Edward. È successo qualcosa?- disse lei comprensiva.
-No, sono solo preoccupato- dissi alzando lo sguardo e incrociando quello di Bella.
Mi resi conto di avere rivelato troppo e mi affrettai ad aggiungere un “per la scuola” non troppo convinto.
-Ho paura di non riuscire a finire tutto in tempo… Shakespeare poi non aiuta- dissi ricordandomi dell’odioso libro che avrei dovuto leggere.
Vidi spuntare un sorriso, appena accennato, sulle labbra di Bella.
Il mio cuore perse un battito.
-Ok, non c’è problema- disse Esme, rispondendo alla scusa distratta che avevo fornito, troppo impegnato a fissare Bella.
-Grazie- aggiunsi.
Riagganciai e mi concentrai, ora più tranquillo, su di lei.
-Dobbiamo disinfettare- dissi riferendomi al taglio.
-Ok- rispose con una smorfia.
-Siediti, io cerco dell’acqua ossigenata e qualche cosa per tamponare- dissi spingendola lievemente sul letto.
Si lasciò cadere, obbediente, mentre io mi diressi in bagno.
Aprii lo scompartimento sotto il lavandino e vi trovai del disinfettante. Continuai a cercare, sperando di trovare del cotone.
Tornai da lei con il falcone ed un cerotto.
-Ho trovato solo questi- dissi avvicinandomi e chinandomi davanti a lei.
Appoggia il tutto sul tavolino accanto.
-Probabilmente brucerà un po’- dissi con tono dolce, sfilandomi la maglia: era il meglio che avessi a portata di mano.
Bella mi guardò, inizialmente confusa. Le sorrisi, come a scusarmi e lei arrossì in maniera sorprendente.
Scostai leggero, i capelli dal suo viso. Cominciai a disinfettare e tamponare con la maglietta appallottolata.
-Ahi..- mugolò Bella, stringendomi una mano.
-Scusa- risposi un po’ dispiaciuto.
Sentivo il suo sguardo vagare dal mio viso al mio petto nudo, sperando che quello che vedesse le piacesse.
-Sai, quando ero piccolo e mi facevo male, mio fratello doveva sudare sette camicie per acciuffarmi e disinfettare la sbucciatura- cominciai a raccontare, sorridendo al ricordo.
Mi resi conto solo dopo di averlo detto seriamente. Non ero mai riuscito a parlarne.
In riformatorio, ero stato seguito da uno psicologo; inutile dire che conoscevo a menadito le varie “fasi” in cui si divideva il processo di assimilazione della realtà. Io ero sempre rimasto fermo sulla rabbia…
Più che altro, mi sentivo in dovere di vendicare mio fratello. Il fatto che il suo assassino si fosse costituito, non aveva fatto altro che smontare completamente il mio “progetto”.
Avevo lasciato la terapia due settimane prima del primo incontro con Carlisle, stanco di stare a fissare l’ometto paffuto che una volta alla settimana rimaneva seduto davanti a me per ore, in attesa che riuscissi ad esternare una qualsiasi cosa.
Mi rifiutavo di parlare, nonostante sapessi che mi sarei fatto soltanto del male.
Volevo proteggere quelli che erano i ricordi di mio fratello e non pensare a quella maledettissima notte: al suo volto insanguinato al sangue che avevo sulle mani…
Non riuscii più a dormire… o perlomeno non più di quattro ore a notte.
Mi riscossi dai miei pensieri, sentendo lo sguardo di Bella fisso sul mio volto.
Appoggiai la maglia accanto al flacone e presi il cerotto. Tolsi la pellicola protettiva e lentamente mi avvicinai alla sua fronte con le labbra. Soffiai piano sulla ferita e vi appoggiai il cerotto stando attento a non farle male.
-Ecco fatto- dissi con voce tremante.
-Grazie- sussurrò timidamente.
Alzai lo sguardo e lo puntai nel suo, rimanendo incantato.
Non so per quanto rimasi a fissarla, ma mi riscossi dando un colpo di tosse, per attirare anche la sua attenzione.
Distolse lo sguardo di scatto, arrossendo e slegando le nostre dita ancora intrecciate.
Mi alzai e mi allontanai, come scottato.
-I tuoi saranno preoccupati…- cominciai con tono incerto.
Non avrei voluto separami da lei, il che era del tutto irrazionale. La conoscevo a mala pena già mi trovavo coinvolto nell’ipotetico infarto che avrebbero avuto i suoi non trovandola nel suo letto.
 
 

Mi dispiace davvero tanto.
Spero perdonerete il ritardo con cui ho postato. Ho scritto e riscritto questo capitolo molte volte, senza che riuscisse a piacermi. A dirla tutta, non sono molto soddisfatta nemmeno di questo; però, per non farvi attendere oltre l’ho postato.
Spero vi sia piaciuto!
Vorrei precisare alcune cose: non sono un’esperta di psicologia né altro, quindi, se doveste notare degli errori o delle affermazioni impensabili nella parte in cui si descrive la terapia di Edward, vi pregherei di segnalarmelo.
Per quanto riguarda l’assenza di cotone… Bhe, fate conto che lui è appena arrivato e che la dependance non era usata dai Cullen. Poi come avrete notato ho copiato la parte in cui Jacob ( in New Moon) si toglie la maglietta per la gioia di tutte noi. Diciamo che ho voluto dare il suo momento di gloria anche ad Edward.
Per quanto riguarda il fattore insonnia, è un particolare tratto proprio da The OC, ultima stagione.
Naturalmente Edward è contento che L’assassino di suo fratello paghi per quello che ha fatto, ma non dimentichiamo il passato di Edward, ovvero ribelle e manesco.
Se dovessero esserci altri dubbi, chiedete pure.
Mi dispiace davvero tanto di non essere riuscita a rispondere alle vostre bellissime recensioni…
Provvederò, non appena avrò tempo a rispondere a tutte.
Il rating è stato cambiato e come avrete notato il titolo è sempre lo stesso, con l’aggiunta tra parentesi del titolo della serie Tv.
Spero che vi piaccia!
Fatemi sapere se la dimensione questa volta va bene… Non vorrei che qualcuno si affaticasse troppo.
Spero di poter postare il prima possibile… Il prossimo sarà il primo Pov Bella della fiction.
Un bacione e spero di sentirvi numerose nelle recensioni.
Ancora grazie! 

  
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