“ Avvolte le persone tendono sempre a raccontarci
chiacchiere e, chiacchiere, voci eccetera, solo per il gusto di mettere le mani
in mezzo a un qualcosa che non le appartiene.
Dicerie insensate si fondono nelle menti dei mal capitati
per, così, poter creare disaccordi o piccole…
Bugie…”
Candy si
guardò intorno ma non vi era traccia della madre.
Strinse di
più il braccio di Sebastian per cercar conforto.
-Lo so che
non sei stato tu a ucciderci…
Il demone la
guardò con aria pensierosa e un po’ perplessa.
Rilassò un
po’ i muscoli, tesi per prepararsi ad attaccare, e sorrise alla ragazza.
-Chi lo sa?
Entrarono nel
salone affollato e salutarono Ciel, lasciando un “Buona Notte” al volo.
Sebastian la
prese in braccio e salì le scale che portavano alle loro camere.
-Posso
camminare anche da sola. Grazie!
-Certo ma…
Preferirei portarti io.
Disse
semplicemente lui.
Candid si
sentì il viso in fiamme.
Come
mai, stargli così vicino, mi fa questo strano effetto?
Eppure,
non dovrebbe esser così.
Non
sarà che io sia…
No,
impossibile.
La ragazza,
immersa nei suoi pensieri, scosse la testa per autoconvincersi.
L’uomo aprì
la porta della camera e la distese sul letto.
-è ora di
andare a letto!
Annunciò
aprendo un cassetto per prepararle una camicetta bianca.
-Ma… ma…
Scusami tanto, cosa intendi?
Il demone si
voltò molto sorridente.
-Intendo che
è tardi e dovresti dormire, domani abbiamo da fare.
Le si
avvicinò per aiutarla a slacciare il corsetto.
-Non… non…
Ma il corpo
di Candid reagì diversamente, infatti si era seduta per farsi aiutare, ancora
rossa in volto.
Sebastian
tirò il fiocco per poter iniziare ad allentare i lacci.
La povera
corvina tirò un sospiro di sollievo nel ricevere l’aria nei propri polmoni.
-Non cosa?
Non vuoi che ti aiuti?
Le mani di
Sebastian si fermarono per accarezzarle la spalla destra.
-Veramente…
Sebastian puoi dormire qui?
Candid tolse
la mano del demone per potersi sfilare il corsetto e, nascondere la pelle dalla
stoffa della camicetta.
Lui le sfilò
la gonna e annuii.
-Ricordati,
la notte porta consigli.
-Sebastian,
non sei stato tu, vero?
-Come ti ho
già detto, chi lo sa?
La ragazza
sbuffò e tornò a sdraiarsi mirando il soffitto.
Io
sarei un’ angelo?
No,
sono metà angelo e metà demone ma…
Perché?
Perché quella donna è sparita dalla mia vita per riapparire proprio ora?
Voglio
sapere di più ma…
Il
problema è Sebastian.
Sebastian si
cambiò velocemente e sistemò i propri panni su una sedia.
Andò vicino
al letto e spostò un po’ la corvina per farsi spazio.
-Ti fai un po’
più in la? Eppure sei così magra.
Disse
sfoggiando una delle sue frecciatine che, purtroppo per lui, andarono a vuoto.
Infatti
Candid non si smosse e, il demone, fu costretto a spintonarla un po’.
-Che vuoi?
Sto pensando.
Rispose
sgarbata allo spintonare.
-Ti sposti un
po’? Altrimenti torno nella MIA di camera.
Sebastian le
posò lo sguardo addosso e, finalmente, si poté sdraiare.
Circondò le
spalle della ragazza con il proprio braccio e l’attirò vicina a lui.
-Qualcosa non
va?
Chiese un po’
preoccupato per la protetta.
-No, anzi… Va
tutto bene. Solo che non voglio che quella donna mi appaia nella notte.
Ammise Candy
ancora avvolta nei pensieri.
Posò la testa
su quel braccio che la circondava e chiuse i verdi occhi.
-‘Notte Seb… Fai cattivi sogni. Molto cattivi.
-Di certo non
saranno mai belli come i tuoi, principessa.
A quella
parola, la ragazza aprì gli occhi per osservarlo bene in volto.
-Principessa?
Certo che con tutte le parole, hai scelto qualcosa di…
-Carino?
Concluse lui
al suo posto e, la corvina, si addormentò con un sorriso sulle labbra.
Sebastian
sbuffò.
Lui non
dormiva, non trovava l’utilità nel rimanere con gli occhi chiusi se, non poteva
sognare.
Si girò
appena per osservare meglio la “mocciosa”, come la chiamava lui.
Incantevole
il vostro sorriso nel sonno…
Anzi,
siete molto graziosa.
Non è
che siete veramente, ancora, un piccolo angelo?
Se
fosse così farò tutto ciò che è in mio potere per contrastare la vostra natura…
Perché
non vi meritate una natura così crudele…
Ne
come Angelo…
Ne
come Diavolo…
Sorrise ai
propri pensieri e rimase nel silenzio che gli offrii la notte, ogni giorno…
Finché era su
quel mondo…