C'è poco da dire.
L'uomo che si strappa le vesti lo credono donna,
e lo deridono.
Loro ridono.
Solo lui lacrima in silenzio,
e lamenta abulia di parole.
Tutti, là fuori, conversano.
Egli piange perché
non può piangere.
Gravano in groppa
grovigli meccanici
di gesti rassicuranti.
Egli è fatto uomo, e nessuno se ne chieda.
Disperde pianto e dal pianto è disperso,
perde l'amore e perde sé stesso
e l'amore perduto è lui, ed è in tomba
e ne è fuori distrutto.
Quell'uomo che lui piange è lui, uomo che piange.
E le parole lacrimose si ripetono fino a spremersi
e nettarsi.
Suoni, ovattati e futili.
Forse se avesse avuto ancora un uomo da amare
il coraggio di dirsi, sì, omosessuale,
lo avrebbe trovato, ma
"la vita fugge, et non s'arresta una hora."