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Autore: Nil_Yeol    26/08/2011    8 recensioni
porto il tuo palmo a contatto con la mia bocca e inizio a leccare avidamente i rivoli di sangue succhiando anche la punta fredda delle tue dita e chiudendo gli occhi per godere appieno di quel sapore inebriante. Sento un gemito strozzato provenire dalle tue labbra livide, così cesso la mia dolce tortura e poggio delicatamente il viso sulla tua spalla per sussurrarti parole di miele all’orecchio.
- Non tremare piccolo angelo, sono qui per aiutarti… - e con una mano sfioro la tua guancia pallida e fredda - …ma in cambio del mio aiuto…dovrai darmi le tue ali .-
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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HUMAN DEMON






Un esorcista.
Trovare un esorcista.
Takanori gli aveva affibbiato un'impresa a dir poco titanica; Uruha, mesi prima, gli aveva reso nota la presenza di un tale Padre Higuchi, confortante pastore d'anime nonché aitante guerriero del bene, pronto ad estirpare le radici maligne dai corpi dei suoi ubbidienti fedeli, ma il sapere della sua esistenza non facilitava molto le cose.
Il parroco si trovava in una maestosa e cupa chiesa nella periferia di Tokyo; quando si trovò di fronte a quell'enorme edificio capì subito che convincere un personaggio illustre come Higuchi, uno abituato evidentemente alle migliori comodità, a seguire un perfetto sconosciuto per salvare il corpo di un ragazzo dalle irrefrenabili voglie di un demonio non sarebbe stato facile.
Probabilmente lo avrebbero preso per pazzo, avrebbero chiamato la polizia e spedito al fresco fino al giorno seguente, tanto per fargli capire che un moccioso non poteva permettersi di scherzare con la santa sede, ma il viso stravolto di Yuu, il suo sguardo lucido e allarmato, gli avevano fatto immediatamente intuire la gravità della situazione.
All'inizio il moro aveva semplicemente riprodotto una sequenza confusa di parole: parlava di croci, di Yutaka tenuto in ostaggio da un ragazzo dai capelli arcobaleno e gli occhi rosso rubino e di Takanori...A quel punto non poteva certo ignorare la situazione, era del suo ragazzo che si stava parlando, e sapere di come fosse preoccupato e soprattutto di quanto fosse in pericolo aveva spinto Ryo ad accettare la missione per quanto pur dura e impossibile apparisse.
Picchiò un altro paio di volte sull'enorme portone in legno scuro e ancora una volta il suono metallico di quel battiporta in ottone risuonò per tutto il cortile.
Per la terza volta la suora dal pesante velo nero e le rughe profonde si affacciò alla soglia e guardò il biondo con fare esasperato.
<< Giovanotto quante volte devo ripeterti che Monsignore Higuchi non può ricevere nessuno?>>
Ryo indurì lo sguardo per dare più forza alle sue parole e si preparò ad affrontare la donna per l'ennesimo duello verbale.
<< E io quante volte devo ripeterle che è una questione di vita o di morte!!? Senta, il mio migliore amico e il mio ragazzo sono coinvolti in qualcosa di pericoloso e solo il signor Higuchi può aiutarli! >>
Ryo si accorse troppo tardi di aver parlato del suo ragazzO, quando la sua interlocutrice corrugò la fronte per assumere un'espressione disgustata.
<< Ragazzino ti consiglio caldamente di confessare i tuoi peccati prima che la tua anima venga data alle fiamme per queste tue pratiche...>>
Richiuse la porta con un colpo secco senza dargli il tempo di replicare e il ragazzo non poté trattenere l'imprecazione che teneva stretta tra i denti da troppo tempo.
Il suo Takanori avrebbe senza dubbio fatto di peggio; avrebbe preso quella vecchiaccia per il velo trascinandosela dietro mentre si dirigeva verso la stanza del Monsignore. Ma lui non era speciale come il suo grazioso demone e a quel pensiero si sentì terribilmente inutile. Non riusciva mai ad essergli di alcun aiuto.
Calciò con rabbia un sasso e una serie innumerevole di volgarità fluì dalle sue labbra.
<< Ma perché Dio ce l'ha con me? >>
<< Che domanda sciocca! Mi pare ovvio, ce l'ho con te per un'infinità di ragioni: prima di tutto da quando avevi dodici anni hai iniziato a dire un po' troppe parolacce, non vai in chiesa nemmeno una volta a settimana, ti masturbi con una facilità tale che risulta eccessiva anche per il più frustrato degli uomini, ti piacciono gli uomini e dulcis in fundo...non ti sei innamorato semplicemente di un maschio umano, cosa di per sé già molto grave, ma addirittura di un essere demoniaco!
Capirai che la sua razza non mi è proprio congeniale no?>>
A parlare era stato un grazioso ragazzino dal viso dolce e delicato incorniciato da riccioli rossi e un sorriso che Ryo trovava inquietante nella sua fredda falsità.
In apparenza sembrava un semplice bambino, forse un coetaneo di Yuu, ma in quegli occhi dall'innaturale color miele il ragazzo leggeva qualcosa di spaventoso, quello sguardo lo metteva a disagio...
Ryo lo guardò insicuro e fece qualche passo nella sua direzione.
<< Fammi capire...tu pensi di essere Dio?>> lo chiese con tono strafottente ma la sua voce tremò nel pronunciare quel nome.
Il ragazzino dai capelli rosso rubino fece qualche passo nella sua direzione e per un attimo Ryo rivide Takanori nel suo sguardo affilato.
<< Io non penso Ryo, io sono Dio! E non mi piace essere paragonato ad un demone anche se ti è così caro...>>
Il biondo sbatté le palpebre confuso; il ragazzo di fronte a lui non conosceva solo il suo nome, era a conoscenza di Takanori, della sua natura e della loro relazione!
Non poteva essere un caso.
<< Non devi preoccuparti Ryo, non sono venuto qui per punire il tuo amante ribelle, anzi, la mia intenzione è quella di aiutarvi entrambi. Non voglio che anche la tua anima venga sprecata come quella del piccolo miserabile Yutaka...>>
<< Non parlare di Yutaka! Non parlare di Yutaka in quel modo!>> Ryo non gli diede il tempo di terminare la frase; quel ragazzino, fosse stato seriamente Dio,non poteva permettersi di criticare Yuta, lui non lo conosceva.
Il rosso assottigliò lo sguardo mordendo le labbra rosee.
<< Vedo che il tuo fidanzato ti ha insegnato ad essere maleducato e insolente tanto quanto lui...il piccolo demone ha davvero una lingua biforcuta non c'è che dire.>>
<< La verità fa male vero? Scommetto che Taka ti ha messo al suo posto.>>
A quelle parole il viso del più piccolo si incupì così come il cielo sovrastante.
<< Non tollero gli uomini che si permettono troppe confidenze, non costringermi a ritirare il mio aiuto Ryo o a rimetterci sarà proprio il tuo Takanori.>>
Quella previsione non era certo delle migliori, quindi Ryo pensò bene di stare ad ascoltare le parole dell'altro.
<< Come vorresti aiutarmi?>>
Il volto del giovane si rasserenò immediatamente e anche il sole tornò a splendere come il suo sorriso.
<< Convincerò io Monsignore Higuchi a seguirti, tu però dovrai fare qualcosa in cambio...>>
<< Di che si tratta?>>
Il ragazzino scansò qualche ciocca ribelle e assunse un'espressione soddisfatta.
<< Ho già detto al piccolo demone che non c'è alcun modo attraverso il quale possiate sopravvivere a quanto sta accadendo, o almeno...non tutti...Se vuoi salvare quantomeno te e il tuo compagno devi sacrificare qualcuno, Una vita per una vita, è questa la regola.>>
Ryo aggrottò le sopracciglia confuso ed infastidito.
<< Che intendi dire?>>
<< Non far finta di non capire, so che non sei stupido. Devi sapere che ho già avvertito il tuo Takanori della difficile situazione, lui sa che per quel povero ragazzo non c'è più speranza.>>
<< Stai parlando di Yutaka vero?>>
Il piccolo dai capelli color rubino fece cenno di si con la testa e continuò.
<< Ho provato a spiegargli che l'unico modo per salvarsi e salvare te è quello di rispedire all'inferno quella creatura, questo però comporta la scomparsa del vostro giovane amico e Takanori non riesce a sopportare l'idea.>>
<< Mi pare ovvio! Nemmeno io posso permettere che si faccia del male a Yutaka!>>
<< Forse tu non capisci Ryo, per salvare te e Yutaka, voi che siete le persone più importanti per Takanori, lui è disposto a sacrificare se stesso. Per salvare Yutaka sei disposto a perdere lui?>>
Aveva detto una verità terribile, eppure il bambino sorrideva ingenuamente e in modo del tutto distaccato, come se non gli importasse veramente di quanto stava rivelando.
<< Allora sei disposto o no Ryo?>> e il suo sorriso si fece ancora più sfavillante.
<< No.>> una risposta secca e tremendamente sincera, che però fece sentire Ryo un mostro; aveva appena abbandonato il suo migliore amico.
<< Allora io e te abbiamo appena stretto un patto caro Ryo...che ironia...>>




Spero davvero che Yuu abbia già avvertito Ryo cosicché mi raggiunga presto con qualche stupido prete, ormai il tempo stringe e proprio in questo momento avverto la presenza di Yutaka affievolirsi inesorabilmente.
Mentre ripercorro quell'odioso corridoio lascio scivolar via da me ogni fattezza umana, è inutile mantenere questa forma: le mie unghie, del solito impeccabile nero lucido, divengono lunghe come gli artigli di un felino, i miei occhi tornano a tingersi di rosso assumendo una forma più sottile ed allunga mentre le ciocche di capelli, così scure da tendere al porpora, frustano il mio viso stravolto dalla rabbia e reso feroce dalle lunghe zanne che quasi tagliano le mie stesse labbra.
Entro nella stanza sfondando la porta con un solo calcio e subito incontro gli occhi di Yutaka ad attendermi, o almeno ciò che ne resta: come temevo sono arrivato troppo tardi, quell'essere è già dentro di lui e il corpo privo di vita di Miyavi giace a terra poco distante da lui.
Vedo Yutaka sorridermi tranquillamente mettendo in mostra i canini decisamente troppo affilati per un essere umano e con la mano scosta i suoi morbidi capelli ormai color della notte.
<< Bentornato Takanori!>> anche la sua voce è diversa, sicura e cupa come mai prima d'ora.
Fa qualche passo nella mia direzione assottigliando gli occhi dall'inquietante color ghiaccio, troppo freddo per il viso delicato del mio Yutaka, e quando siamo a pochi centimetri l'uno dall'altro tende una mano per sfiorare la mia guancia.
Mi faccio indietro con uno scatto repentino della testa e lo guardo quasi ringhiando.
<< Non mi toccare.>>
Quello Yutaka dallo sguardo glaciale allontana le dita come se si fosse scottato e assume un'espressione triste e risentita.
<< Perché mi tratti così Taka? Non sono esattamente il ragazzo che conoscevi prima ma ne ho tutti i ricordi; ho impressi a fuoco nella mente tutti i momenti che tu e il me di prima avete trascorso insieme e già so che d'ora in poi faremo di meglio, io sarò molto più divertente di quella femminuccia.>>
Sorride, sorride ancora in quel modo che detesto, Con quel sorriso artificiale Yutaka sembra un modello per gli spot pubblicitari e non lo sopporto...
<< Non ci provare! Non ci provare nemmeno a spacciarti per Yutaka capito? Tu non sei un nuovo Yutaka, tu non sei proprio lui e non lo sarai mai, quindi sbrigati ad uscire da lì schifoso parassita o giuro che ti caccerò io a calci nel culo! >>
Questa volta la sua maschera di indifferenza viene intaccata; quel fastidioso sorriso scompare completamente e vedo un'ombra inquietante oscurare il suo viso affilato. Solo ora mi accorgo di quanto sia austera e provocante la bellezza di Yutaka; l'ho sempre trovato terribilmente grazioso, anche al nostro primo incontro, nonostante il suo discutibile gusto per l'abbigliamento e la sua totale incapacità di mostrare le sue evidenti doti fisiche, che anzi nascondeva volutamente, ho visto in lui una bellezza sfolgorante pronta a sbocciare.
Ora però è tutto così strano, tutto così diverso...Il suo cambiamento ormai è radicale, è attraente e sensuale tanto da mettere in imbarazzo e il suo sguardo addosso fa avvertire i brividi per l'eccitazione. Chiunque ammetterebbe che è tra le creature più belle che abbia mai visto, ma pochi riconoscerebbero quanto sia pericoloso e letale.
Se penso che tutto questo è avvenuto davanti ai miei occhi senza che me ne accorgessi, se non troppo tardi, mi sento un inetto.
<< E lo sei...Stupido demone ingrato.>>
La vena sul collo di Yutaka pulsa pericolosamente mentre mi rivolge quelle parole di veleno.
<< Sono stato io a crearti e ora pensi di prenderti tutte queste libertà? Volevo farti un favore lasciandoti vivere accanto a me come eri abituato con questo ragazzino ma vedo che non ne vale la pena. Come ti ho creato posso distruggerti senza troppe difficoltà...>>
So perfettamente di non avere possibilità contro di lui, almeno però, istigandolo ancora un po', avrò modo di fargli perdere tempo senza che si allontani dall'edificio. Se per mia sfortuna dovessi avere subito la peggio mi accontenterò di aver comunque liberato l'anima di Yutaka.



<< Cos'è che ha in mente Takanori esattamente? >>
Da quando quel ragazzino, che per alcuni versi ricordava il suo Takanori, lo aveva avvertito di come il demone dai capelli rubino fosse in pericolo, Ryo non riusciva a darsi pace. Cammina il più velocemente possibile ma sentiva di essere comunque troppo lento.
Il ragazzo che lo superava di qualche passo si voltò per sorridergli.
<< Vuole perdere tempo fino a quando non arriveranno i rinforzi.>>
<< Questo l'avevo capito anch'io! Volevo sapere solo perché è in pericolo.>>
Quel ragazzino lo stava facendo davvero innervosire, poteva anche essere Dio ma Takanori veniva prima di ogni cosa.
L'interpellato fece spallucce con aria del tutto innocente.
<< Oh scusami tanto Ryo non avevo capito...>>
Bugiardo, poco prima non si era fatto problemi a leggere nella sua mente.
<<...comunque Takanori è disposto a lasciarsi uccidere. Vedi, se anche ad ucciderlo fosse Satana stesso, il piccolo demone potrebbe portare via con sé l'anima di Yutaka che è ancora nel suo corpo se pur addormentata. Quei due hanno fatto un patto quindi quell'anima gli appartiene di diritto e anche se Yutaka non potrà vivere più sulla Terra almeno il suo spirito sarà libero;
quasi sicuramente il tuo fidanzato scioglierà il contratto non appena l'anima di Yuta avrà abbandonato questo mondo e permetterà così al ragazzo di avere almeno una vita decente nell'aldilà.>>
Aveva detto tutto con tale lucidità e compostezza da fargli venire i brividi; quello che gli aveva rivelato era terribile eppure sembrava così maledettamente tranquillo e indifferente.
<< Ma tu sei davvero...Dio?>>
<< Se ti dà fastidio chiamarmi con quel nome possiamo sceglierne un altro! Capisco che tu possa avere qualche difficoltà. Che ne pensi di Lee?>>
<< Veramente non è questo il problema...però forse Lee è un po' meglio.>>
Il resto del viaggio procedette nel più completo silenzio, solo raramente era possibile avvertire qualche lamentela da parte di Padre Higuchi, spossato dal caldo eccessivo.
Come Lee fosse riuscito a convincerlo a seguirli era un mistero ma Ryo non aveva tempo per inutili indagini e ignorò la faccenda di buon grado.
<< Dove hai lasciato Yuu?>>
La tenue voce di Lee distrasse Ryo dai suoi pensieri.
<< Gli ho ordinato di restare a casa, è troppo pericoloso per lui.>>
<< E speri davvero che ti dia ascolto?>>
La risposta del più piccolo lo infastidì parecchio ma si limitò a serrare la mascella e ingoiare l'ennesimo boccone amaro: non poteva perdere tempo.
“ Quando Takanori sarà qui non gliela farà passare liscia.”


Ryo gli aveva categoricamente imposto di non muoversi di casa, ma il pensiero di Uruha morente su quella croce non gli dava tregua.
Anche se sentiva le gambe bruciare per l'acido lattico e la gola raschiare, non si fermò, continuò ad andare avanti senza sapere realmente cosa fare.
Cosa avrebbe mai potuto fare realmente per Uruha? Come poteva aiutarlo? Lui non possedeva alcun potere curativo e non aveva conoscenze mediche, che in quella circostanza sarebbero state comunque inutili.
Cadde in terra forse per la quarta volta consecutiva e questa volta non riuscì a risollevarsi per la fatica e la delusione nei confronti di se stesso.
Iniziò a piangere disperatamente, proprio come gli era capitato il giorno della scomparsa dei suoi genitori mentre Yutaka lo stringeva forte a sé, con l'unica differenza che ora non c'era nemmeno più lui a consolarlo.
Fu in quel momento che avvertì un calore confortante avvolgerlo completamente; quando sollevò lo sguardo trovò l'incantevole viso di Uruha ad attenderlo. Gli sorrideva serenamente, nemmeno l'ombra di quel dolore che gli aveva visto impresso sul volto in quella stanza d'ospedale ora intaccava il suo candore splendente, era luminoso e perfetto anche più di quanto ricordasse.
<< Uruha!>>
Il moro si aggrappò al suo collo tenendolo stretto, non voleva più lasciarlo andare via, e si stupì di come quel corpo fosse caldo e concreto, proprio come il suo.
<< Non piangere Yuu, sono qui, non hai più nulla da temere.>>
<< Tu...tu eri morto, io ti ho visto!>>
L'angelo biondo accarezzò i soffici capelli dell'altro per tranquillizzarlo e, sedutosi a terra, allargò le gambe permettendo così a Yuu di accoccolarsi contro il suo petto.
<< Si lo so Yuu, ma tu sai che non sono come tutti gli altri e poi...una persona importante, che tiene molto a te, ha voluto farti un regalo.>>
<< Chi? >> gli occhioni color pece di Yuu si accesero di curiosità.
Uruha sorrise per poi baciare dolcemente la fronte dell'altro.
<< Dio, è stato Dio, Yuu. >>
<< Perché Dio ha compiuto una miracolo per me? Perché ha fatto una cosa tanto grande solo per un ragazzino? >>
Il biondo guardò pensieroso verso il cielo come cercasse la risposta lì in alto tra le nuvole e quando sembrò pronto, si leccò le labbra per riprendere il discorso.
<< Perché tu e lui vi somigliate per certi versi...>> non poteva certo spiegare a Yuu che Dio si divertiva a prendere le sembianze di un vivace ragazzino della sua età <<...e perché tu farai qualcosa di altrettanto importante per Lui! >>
Yuu rimase in silenzio per qualche secondo, poi fece spallucce e si abbandonò di nuovo contro il corpo di Uruha.
<< L'importante è che tu rimanga qui con me.>>
<< Certo...Ora però fammi vedere la gamba, cadendo ti sei fatto male vero?>>
Il piccolo arrotolò il jeans fin sopra il ginocchio e mostrò la sbucciatura rosso vivo ad Uruha.
Bastò che l'angelo sfiorasse appena la parte lesa che della ferita rimase solo il ricordo.
<< Ecco fatto.>>
<< Grazie Uruha, non dovevi...>>
Uruha scompigliò i capelli del moro e all'improvviso catturò le sue labbra in un bacio lungo e desiderato ardentemente da entrambi.
Quando si allontanò Yuu rimase a occhi chiusi e con le gote tinte di rosso.
<< Queste sciocchezze diventeranno la normalità per me. Ormai il mio compito non è più quello di essere un semplice angelo, io sarò il tuo angelo Yuu, il tuo angelo custode.>>
Yuu gli sorrise baciandolo ancora e, rimanendo a pochi millimetri dalla sua bocca, gli parlò sussurrando.
<< Non potevo chiedere di meglio.>>



Mi guardo intorno per accertarmi che un mio eventuale movimento non coinvolga qualche sventurato passante, ma l'edificio rimane completamente silenzioso e vuoto, solo ora però mi rendo conto dell'assenza di Uruha alle spalle del mio padrone.
“ Che sta succedendo...?”
Non faccio in tempo a pensare ad una qualunque ragione sensata capace di spiegare il perché di quell'evidente mancanza che il viso di Yutaka compare a poca distanza dal mio.
Mi sorride divertito, poi si abbassa leggermente e i miei occhi di fuoco si specchiano nelle sue iridi quasi trasparenti.
<< Sei distratto! >>
Mi colpisce con un pugno in pieno stomaco e subito vengo catapultato fuori per il corridoio. L'impatto con la parete è così forte da lasciare alcune evidenti crepe sulla superficie candida.
<< Merda...>> mi prodigo in una serie di delicate imprecazioni pulendo via il rivolo di sangue che attraversa il mio mento e tornò a guardare davanti a me: di Yutaka nemmeno l'ombra.
Mi sollevo velocemente prestando attenzione al minimo rumore ed ecco che un leggero spostamento d'aria mi avverte di una presenza alle mie spalle.
Lui è dietro di me, i piedi innaturalmente attaccati al soffitto e la testa all'ingiù, i ciuffi di capelli sono abbandonati verso il basso, schiavi, almeno loro, della forza di gravità.
<< Ricordo un vampiro così non è vero Taka-chan?>> e ride, ride di gusto prendendosi gioco della mia espressione sbalordita.
<< Non devi avere paura Taka, non ti ucciderò subito, prima giocheremo un po' e aspetteremo che venga anche Ryo, voglio divertirmi anche con lui per vedere la faccia che farai quando avrai perso anche l'altro uomo a cui tenevi su questa fottuta Terra.>>
Stavolta ha superato il limite; non gli permetterò mai di mettere le sue sporche mani su Ryo.
Afferro una delle ampolle che si utilizzano per le flebo e la lancio contro quell'essere dalle sembianze di Yutaka, ma come immaginavo riesce a schivare l'oggetto senza troppi problemi iniziando a correre con braccia e gambe sulla parete.
<< Sei disgustoso! >> lo urlo nella sua direzione << E tu saresti il principe delle tenebre!!? Ma non farmi ridere! Sei un lurido, infimo animale, una sanguisuga. Non vedi quanto sei patetico? Scappi come uno scarafaggio che sta per essere schiacciato! >>
Le mie parole sortiscono l'effetto desiderato; blocca immediatamente la sua corsa tornando con i piedi a terra.
Quando torna a fissarmi leggo una furia cieca nei suoi occhi.
Non una parola. Semplicemente cammina sicuro verso di me con i pugni chiusi e le labbra serrate.
“ Mi ucciderà...mi ucciderà...mi ucciderà!”
Non riesco a pensare ad altro e rimango immobile come un imbecille, incapace di alzare veramente un dito su quel corpo che per mesi ha rappresentato la mia famiglia e che ora, con un balzo, piomba su di me.
Avverto la morsa dei denti di Yutaka stringersi attorno alla mia gola e il sangue nella mia bocca mi impedisce di urlare.
L'urto tra i nostri corpi mi spinge indietro e sento la finestra alle mie spalle frantumarsi in mille pezzi.
Nonostante fossimo al primo piano l'impatto è devastante; avverto qualche costola incrinarsi e il peso di Yutaka sopra di me non fa altro che premere sulla ferita che qualche vetro ha aperto sul mio fianco.
<< Ripetilo! Ripeti ora chi è lo scarafaggio!!!>>
Le sue dita si stringono attorno al mio collo e la pelle aperta dal suo morso brucia terribilmente.
Potrei affondare gli artigli nel suo avambraccio, potrei scansarlo con un calcio, ma non faccio niente...Mi sarebbe piaciuto poter restare per vivere accanto a Ryo, speravo davvero che un esorcista avrebbe risolto i nostri problemi; Yutaka sarebbe tornato ed io lui e Ryo saremmo stati felici insieme.
Che idiota...
Le fantasie di un demone decisamente troppo umano...
Così è tutto molto più semplice. Io morirò e porterò via l'anima di Yuta.
Neanche il re degli inferi potrà ostacolare il nostro contratto, Lui, troppo impegnato a muoverci come pedine, non si è mai interessato a valutare quanto fosse importante il vincolo tra un demone e il suo invocatore.
Sento le estremità di mani e piedi intorpidirsi e il viso di Yutaka diviene mano a mano più sfocato.
Sorrido accarezzando il braccio che sta serrando la mia gola e chiudo gli occhi ormai stanco.
Sto per perdere i sensi quando la presa attorno al mio collo si allenta.
Riapro faticosamente gli occhi e vedo Yutaka ancora piegato su di me, ora le sue mani però stringono la terra ai lati della mia testa. È poco distante dal mio viso e si sostiene poggiando le braccia al terreno, in questo momento riesco a vedere una profonda sofferenza nei tratti gentili del suo volto e non ne capisco il motivo, io non l'ho nemmeno sfiorato eppure lui sembra patire un dolore atroce.
Improvvisamente riapre gli occhi e noto con stupore che uno di essi è tornato del suo naturale color cioccolato, quel colore caldo e rassicurante che ho imparato ad amare durante il tempo trascorso insieme.
<< Takanori...>> quella che sento è la SUA voce, non c'è dubbio, è davvero Yutaka a parlarmi <<...Takanori...>>
Vedo il suo sguardo inondarsi di lacrime, che, come una tenue pioggia estiva, raggiungono le mie guance.
<< Dimmi Yutaka, ti ascolto.>> provo in tutti i modi a farmi vedere tranquillo e sicuro per non farlo preoccupare, ma la situazione non lo permette. Lui sente la sua bocca sporca del mio sangue, vede le mie ferite e soprattutto avverte qualcosa muoversi dentro di lui; quell'essere lo sta portando via e io, da bravo incapace, lo sto lasciando andare, lo guardo piangere e solo ora mi rendo conto che a bagnare il mio viso non ci sono più solo le lacrime del mio Yutaka.
<< Perché piangi? Non devi Taka...>> la sua voce è flebile ma dolce e delicata come sempre. Poggia la fronte contro la mia sfiorando il mio naso con il suo <<...sei stato bravo, ti ringrazio per aver esaudito il mio desiderio...>>
Non riesco a trattenere il suono strozzato che tenevo stretto in gola e comincio a piangere, singhiozzando sempre più forte.
<< Sei il solito bamboccio stupido, ingenuo e masochista...non ti sopporto proprio...>> lo abbraccio accarezzandogli i capelli e rimaniamo così per un tempo imprecisato, ma un tempo che non mi sembra comunque abbastanza.
<< Uccidimi Takanori.>> me lo dice con una tale sicurezza da lasciarmi senza fiato.
Avevo sempre sperato che Yutaka divenisse più spavaldo e convinto delle sue decisioni, e ora questo mio desiderio mi si rivolta contro.
<< No...troveremo una soluzione! Ryo sta arrivando con un esorcista. Ti libereremo da tutto questo...vedrai...>> perché le mie parole suonano così poco convincenti persino alle mie orecchie? Perché sono così confuse?
Parlo e ragiono in modo agitato e confuso, quasi non mi riconosco.
Ora sono io il ragazzo insicuro pronto a vendere la propria anima per un aiuto.
<< Sappiamo tutti e due che non funzionerà Taka, Lui sta tornando e non resisterò così a lungo...ormai è tardi.>>
<< No, no, no, NO!>> urlo tenendolo ancora più stretto a me, come se un abbraccio mi permettesse di tenerlo accanto a me per sempre.
Yutaka ricambia la stretta appoggiando la testa sulla mia spalla.
<< Io ho avuto ciò che volevo, Miyavi in fondo non è morto, proprio come mi avevi promesso, quindi ritieniti sciolto da qualunque obbligo. La mia vita ha acquistato valore grazie a te, prima non ero nessuno e non avevo niente. Ora non è più così, ho avuto te Takanori; grazie a te posso dire di aver vissuto veramente.>>
Prendo il suo viso tra le mani e lo costringo a guardarmi negli occhi.
<< Sei il primo essere umano per cui abbia provato affetto Yutaka...Ti voglio bene...>>
<< Ti voglio bene anch'io Takanori...>>
Avverto dei passi in lontananza: Ryo sta arrivando.
Yutaka si allontana da me con uno scatto veloce per atterrare a qualche metro di distanza con la leggiadria di un felino.
<< TAKANORI!!! >> Ryo urla il mio nome e lo vedo correre verso di noi seguito da un uomo con una toga scura che tenta di stargli dietro arrancando e il ragazzino dai capelli rossi con cui ho avuto il piacere di parlare in precedenza, che cammina con il viso perfettamente rilassato.
Dopo avermi raggiunto Ryo si piega su di me e mi solleva appena.
<< Tutto bene?>> è così agitato da respirare a fatica.
<< Si, sto bene tranquillo.>>
Con la mano tento di tamponare il sangue che sgorga dalla ferita mentre noto come Yutaka guardi con disprezzo il ragazzo che aveva accompagnato Ryo.
<< Perché quel bamboccio è qui? Non ci serve.>>
Ryo distoglie il suo sguardo dal mio come se si sentisse colpevole di qualcosa e subito lo faccio voltare nuovamente verso il mio viso.
<< Che vuole da noi, Ryo?>>
<< Deve accertarsi che vada tutto...bene...>>
La risposta del mio ragazzo non mi convince minimamente, ma subito penso a quanto mi ha rivelato Uruha: Ryo diventerà un angelo, forse il suo posto è con quel ragazzino fastidioso.
Non ho il coraggio né il tempo di parlare con Ryo, Yutaka sta ridendo e questa volta niente ricorda la mitezza che gli apparteneva poco prima.
<< Sei venuto anche tu!!? Allora è una riunione di famiglia questa!>>
Il piccolo ragazzo dai capelli fiammeggianti si fa avanti sorridendo divertito.
<< Effettivamente era davvero troppo che non ci si vedeva, ormai sentivo il bisogno di incontrarti ancora.>>
Yutaka non apprezza l'ironia dell'altro e congela il suo sguardo.
<< Dovrò impegnarmi affinché questa sia davvero l'ultima volta.>>
Lo vedo prepararsi per l'assalto e subito ripenso a come il ragazzino abbia bloccato il sasso che gli avevo tirato durante il nostro primo incontro; il corpo di Yutaka è comunque umano e non oso immaginare cosa potrebbe capitargli.
Mi fiondo su di lui aggrappandomi saldamente alle sue spalle
<< Lasciami immediatamente idiota.>> il suo è quasi un ringhio e avverto la sua schiena vibrare.
<< No che non ti lascio! Ho avuto la prova che Yutaka è ancora lì dentro quindi non ti permetterò di metterlo in pericolo.>>
In una sola mossa riesce a disarcionarmi ma attero in piedi senza troppe difficoltà, frapponendomi tra lui e il ragazzino. Guardo verso quest'ultimo parlando con sicurezza.
<< Non azzardarti a toccarlo, posso ancora salvarlo.>>
Mi guarda come una madre guarderebbe il figlio delirante per la febbre e continua a mostrare quel suo sorriso freddo e indifferente.
<< Non lo toccherò con un dito promesso.>>
Torno ad osservare Yutaka e lo trovo a fissarmi con disprezzo.
<< Non puoi sperare seriamente che lui torni, sei più patetico di quanto pensassi.>>
<< Sta zitto!>>
Con la coda dell'occhio osservo il prete che ci guarda confuso e gli urlo contro.
<< Inizia a fare quello per cui sei stato chiamato!>>
Subito apre il solito libricino che ogni bravo uomo di chiesa porta con sé e inizia blaterare parole in latino ma già non lo ascolto più.
<< Veniamo a noi...devo solo tenerti fermo giusto?>>
Gli occhi di Yutaka ora sembrano più scavati, attraversati da evidenti capillari rossastri e illuminati da una luce folle; porta le mani sulle tempie.
Evidentemente la nenia del prete lo infastidisce.
<< Fallo smettere...>> la sua voce è sibilante e profonda come se non provenisse realmente da quel corpo.
Sento il ragazzino alle mie spalle sogghignare e questo peggiora il pessimo umore di Yutaka che con una velocità impressionante si porta di fronte all'uomo in preghiera.
Faccio appena in tempo a bloccare la sua mano pronta a colpire e lo spingo lontano.
Cade al suolo accovacciato sulle gambe, lasciando dei lunghi solchi sul terreno, poi solleva la testa guardandomi con le sue iridi iniettate di sangue e digrignando i denti come un animale selvatico.
Mi salta addosso e siamo di nuovo tutti e due in terra rotolando nel tentativo di non lasciare all'altro il modo di avere il controllo.
Sto per sferrargli un pugno in pieno viso ma il suo sguardo torna tenero e delicato e non riesco a procedere.
<< Ingenuo...>> un sorriso di vittoria compare sul suo volto e i suoi artigli penetrano nel mio stomaco.
Avverto la preoccupazione di Ryo e infatti lo vedo correre verso di me allarmato.
Appena mi è accanto afferro il suo polso stringendolo con forza e lo guardo furente.
<< Non ti avvicinare.>>
Credo non abbia mai visto un'espressione tanto rabbiosa sul mio volto; sgrana gli occhi stupito e apre la bocca per dire qualcosa ma non un filo d'aria esce dalle sue labbra.
Poggio una mano sul suo petto spingendolo a parecchi metri di distanza; so quanto sia in pena per me e non vorrei farlo soffrire in questo modo, ma più lontano sta da Yutaka meglio è.
Inizio a tossire sentendo il sapore acre del sangue pizzicarmi il palato e mentre mi piego dal dolore, le dita di Yutaka si intrecciano con i miei capelli sollevandomi dal suolo.
<< Ci tieni tanto a quell'esserino inutile vero? Allora fa smettere la lagna di quel maledetto prete o strapperò il cuore del tuo fidanzatino!!!>>
Mi scaraventa contro l'uomo intento a pregare e il suo parlottare cessa all'istante.
<< Buon Dio!!! >> l'imbecille urla e casca con il sedere a terra nel tentativo di prendermi al volo, nel frattempo Yutaka si posiziona di fronte a Ryo ancora stordito dal mio colpo.
<< Alzati.>> la voce del mio padrone è fredda come il vento invernale e inspiegabilmente Ryo ascolta ubbidiente le sue parole.
Faccio per correre verso di lui ma il prete mi stringe per la vita.
<< Che stai facendo? Lasciami immediatamente! Non vedi che Ryo è in pericolo?>>
<< Gli ho ordinato io di trattenerti.>> è il ragazzino dagli occhi inespressivi a rivolgermi la parola << Ormai è tardi per il tuo amico, lo sai e lo sa anche lui, scommetto che ti avrà implorato di farlo fuori, ma ormai sei diventato troppo egoista anche per ascoltare qualcuno che ha un briciolo di buon senso più di te! Lo vuoi tutto per te, non ce la fai a lasciarlo andare e sbagli! Per fortuna sono riuscito a far ragionare almeno Ryo...>>
Lo guardo inorridito; ho capito a malapena cosa abbia detto ma so che non posso rimanere fermo qui. Inizio a divincolarmi e mordo il braccio dell'esorcista, questo però rimane immobile come una statua e quando incontro i suoi occhi li trovo spenti, senza dubbio è manipolato dal rosso.
Torno a guardare verso Ryo: osserva il volto di Yutaka e ascolta cosa gli dice quest'ultimo, da questa distanza purtroppo non riesco a sentire una sola parola e Yutaka mi da le spalle impedendomi di leggere il movimento delle sue labbra.
<< RYOOOO!!! >> urlo tanto da sentire la gola in fiamme e continuo ad invocare il suo nome pur rimanendo inascoltato.
Vedo la mano tremante di Ryo prendere dalla tasca dei suoi pantaloni un oggetto nero e lucidissimo, tendere il braccio verso Yutaka con quel lungo tubo lucente tra le dita e il suo viso muta in una maschera di dolore.
<< Mi dispiace...perdonami...>> riesco a leggere le labbra di Ryo e il mio cuore si ferma.
Perché sta chiedendo scusa?
Perché piange?
Perché Yutaka sta cadendo in terra con una mano sul petto?
L'unica cosa che riesco a sentire è l'eco dello sparo che rimbomba nella mia testa; è come se le mie orecchie sanguinassero, quel suono atroce mi ha lacerato i timpani ma niente mi impedisce di precipitarmi verso Yutaka.
Ora che gli sono accanto sollevo la sua testa adagiandola sulle mie gambe e inizio ad accarezzare le sue guance. Ora i suoi occhi sono del suo consueto dolce colore e mi fissano ridenti come non lo erano da tempo.
<< Te ne stai andando.>> la mia non è una domanda, solo una triste constatazione.
<< Già...sei arrabbiato?>> la sua voce è un sussurro e noto come fatichi a respirare a causa del sangue che sfugge dalle sue labbra.
<< Si molto. Non ti perdonerò mai.>> mentre parlo sento la voce venire meno per il nodo che mi stringe la gola, ma ormai non ho più interesse a mantenere la mia facciata di indifferenza.
Yutaka ride tirandomi una ciocca di capelli ma una tosse violenta lo scuote lasciandolo senza fiato.
Lo aiuto a sollevare il busto quanto basta per concedergli più ossigeno possibile e immediatamente dalla sua bocca si libera una densa nube di fumo nero.
Il ragazzino alle nostre spalle esprime tutto il suo disprezzo schioccando sonoramente la lingua, ma non ho bisogno dei suoi commenti sprezzanti, so benissimo cosa sta abbandonando il corpo di Yutaka ora che è la fine.
Quando quella presenza ingombrante scompare in un attimo, il viso del mio padrone si rasserena e lo vedo prendere un bel respiro: senza quel peso deve sentirsi molto meglio.
Peccato che questo suo benessere durerà così poco.
<< Grazie per essermi rimasto vicino fino alla fine Takanori, per me sei stato come un fratello.>>
Tiro su con il naso e tento di asciugare le lacrime con la manica della mia maglia ormai a brandelli.
<< Ti fa male?>> con le dita Yutaka sfiora i profondi graffi sul mio ventre << Sono stato io, scusami.>>
<< Non chiedere scusa, per una volta ti sei comportato da uomo.>>
Ridiamo insieme e nonostante questo mi sento terribilmente triste.
Provare sentimenti, per me che fino a poco tempo fa non sapevo nemmeno cosa fossero, è un'agonia senza fine.
<< Non è colpa tua. So che lo pensi, ma non è così.>>
<< Si che lo è! Se tu non mi avessi conosciuto ora non staresti morendo.>>
Yutaka mi fa segno di avvicinarmi, vuole che solo io senta quanto ha da dirmi.
<< Vuoi scherzare? Poco mancava che pregassi Dio di mandarmi uno come te, io ero perso da tempo. Però non sono così ingenuo da pensare che ti perdonerai, tu non ti perdonerai mai, per questo ho detto a Ryo di fare una cosa per me dopo che me ne sarò andato...>>
Al nome di Ryo sento la rabbia assalirmi e subito Yutaka intercetta i miei pensieri.
<< Non avercela con lui, l'ho implorato di fare ciò che ha fatto perché non sopportavo l'idea di farvi del male; stavo per uccidere Yuu ti rendi conto? Ormai ero molto meno umano di quanto lo sia tu Taka-chan.>>
<< Lui ti avrebbe ucciso comunque! L'ha promesso a quel lurido moccioso!>>
Il mio è quasi un ringhio, ma quando vedo il viso di Ryo rigato dalle lacrime non ho la forza di sputargli contro il mio odio: se ha preso quella decisione lo ha fatto per Yutaka e...
<<...per te.>> e ancora una volta Yutaka mi riporta sulla diritta via << L'ha fatto per te, perché tu possa avere un futuro con lui. Mi ha detto che Dio ti permetterà di restare qui Taka! Non è meraviglioso!!?>>
<< Che intendi dire?>> sono davvero confuso ma lui continua a sorridermi tranquillo.
<< Vedrai...>>
In un attimo il suo sguardo si spegne, gli occhi diventano opachi, probabilmente già non mi vede più.
<< Non te ne andare Yutaka...non lasciarmi solo ti prego...>> piango su di lui inzuppando il suo viso pallido.
<< Tu non sarai solo Takanori, non lo sarai mai e io ti proteggerò anche se tu non potrai vedermi...Grazie...di tutto...>>
Le sue palpebre si chiudono lentamente mentre quell'incantevole sorriso a cui mi aveva abituato compare nuovamente sul suo volto; il suo ultimo respiro è così simile ad un sospiro di sollievo...
Ora la sua agonia è cessata.
Continuo a tenerlo stretto a me dondolandomi avanti e indietro; sembrerò un folle agli occhi di tutti ma non mi importa, nessuno può capire come mi sento, nemmeno io riesco a capirlo.
Dei passi si fanno sempre più vicini e Ryo compare al mio fianco.
<< Takanori...>>
Lo ignoro senza distogliere lo sguardo dal vuoto. So che lui non ha colpa, se i ruoli fossero stati invertiti anch'io avrei fatto qualunque cosa per salvarlo eppure in me qualcosa si è rotto ed è come se stessi affogando e non fossi in grado di tornare in superficie.
<< Ti prego Taka, parlami.>>
<< Non può farlo, anzi più precisamente non vuole farlo. Poco male, un demone in queste condizioni posso tranquillamente tollerarlo. Dato che hai mantenuto fede all'accordo ti permetterò di vivere con lui come promesso. Addio.>>
A parlare è stato Dio ne sono certo, ma nemmeno la sua voce petulante riesce a scuotermi.
Subito Ryo si alza in piedi per rivolgersi nuovamente al suo interlocutore.
<< Aspetta! Prima di morire Yutaka mi ha chiesto una cosa importante.>>
Il ragazzino sbuffa infastidito.
<< Io non faccio favori a chi vende corpo e anima al diavolo. Dovresti già essermi riconoscente se ti permetto di tenere quel derelitto su questa Terra.>>
Sta alludendo a me non c'è dubbio ma poco importa, può dire ciò che vuole, per me l'importante è restare accanto al mio Yutaka.
<< TU GLIELO DEVI!!! >> l'urlo di Ryo mi coglie di sorpresa << è anche colpa tua se Yutaka non c'è più! Avresti dovuto proteggere un'anima fragile e buona come la sua e invece non hai fatto niente, NIENTE! E ora lui se ne è andato, l'ho ucciso io e non potrò mai perdonarmi per questo, Takanori non potrà mai perdonarmi!>>
Un silenzio carico di tensione piomba su di noi, poi vedo arrivare di fronte a me il viso infantile e inespressivo del rosso.
<< Esaudirò l'ultimo desiderio del tuo amico...>>
Rimango immobile a fissarlo ma in realtà non lo guardo affatto, non guardo niente.
La sua piccola mano si adagia sui miei occhi chiudendoli e io lo lascio fare tenendo ancora stretto Yutaka.
<< Non soffrirai più, potrai ricominciare d'accapo...una nuova vita. >> Avverto uno strano tepore invadere il mio corpo e improvvisamente mi sento stanco, ho bisogno di dormire.
Chiudo gli occhi e la mano di Yutaka scivola via dalla mia.
<< Yutaka...>>
Il mio ultimo pensiero è lui, poi il buio.





15 anni dopo...

La lunga tonaca bianca svolazzava leggiadra seguendo i passi veloci del giovane.
La funzione era durata più del previsto e aveva fretta di rivederlo.
<< Sua Santità! Sua Santità si fermi la prego!>>
Dannazione! Perché dovevano sempre infastidirlo?
Il moro si voltò sorridente verso l'uomo che aveva interrotto la sua folle corsa.
<< Mi dica Padre Higuchi, cosa posso fare per lei?>>
L'uomo si piegò sulle ginocchia per riprendere fiato.
<< Quante volte devo ripeterle che un atteggiamento simile non è consono ad un uomo della sua importanza!?>>
Il ragazzo roteò gli occhi con fare esasperato assumendo velocemente un contegno.
<< Ha ragione, mi perdoni.>>
<< Bene, Volevo dirle che questo pomeriggio ha un incontro con alcuni capi di stato e...>>
Il ragazzo dagli occhi scuri come la notte pose un dito sulle labbra dell'altro e gli sorrise.
<< Certo, certo! Mi venga a chiamare quando sarà ora.>>
Riprese a correre ignorando gli ammonimenti dell'uomo alle sue spalle e in men che non si dica aveva chiuso la porta della sua camera con doppia mandata.
Ad aspettarlo accanto alla finestra, illuminato dai tenui raggi del sole mattutino, c'era il suo angelo biondo, più bello ed etereo che mai.
Si voltò verso di lui accogliendolo con un dolce sorriso; quella luce sul suo viso, capace di far sfavillare i suoi occhi ambrati, lo rendeva un'opera d'arte senza paragoni.
<< Bentornato Yuu.>> la sua voce morbida e delicata lo fece rilassare all'istante.
<< Grazie Uruha.>>
Si avvicinò a lui attirandolo a sé per poi baciarlo con passione.
Scostandosi di poco gli parlò ad un soffio dalle sue labbra.
<< Mi sei mancato.>>
L'angelo sorrise giocherellando con una ciocca di capelli neri.
<< Non mi vedi solo da poche ore.>>
<< È comunque troppo.>>
Yuu catturò nuovamente le labbra dell'altro stringendolo forte per la vita e facendo qualche passo indietro si lasciò cadere sul morbido letto dal piumone color porpora trascinando con sé il biondo.
<< Non dovresti farle certe cose.>>
Era inutile tentare di essere seri, desiderava l'uomo sotto di sé tanto quanto questo bramava lui e condividere quel letto ancora una volta non avrebbe di certo aggravato la loro condizione già di per sé particolare.
Le mani di Yuu aprirono con facilità i suoi pantaloni -ormai era un maestro in questo- per poi sfilarli completamente. Uruha aprì velocemente la camicia scoprendo il suo corpo snello e affusolato e a quella visione gli occhi di Yuu si accesero di desiderio come accadeva ogni volta;
in un attimo invertì le posizioni adagiandosi comodamente sul bacino del biondo e piegandosi su di lui iniziò a baciare le sue guance arrossate, il suo collo, le sue spalle...
<< Sei di una bellezza imbarazzante Uruha.>>
L'angelo voltò la testa da un lato incapace di sostenere lo sguardo dell'altro.
<< Sei tu a mettermi in imbarazzo Yuu>> pizzicò il naso del moro e prendendo il suo viso tra le mani morse il suo labbro inferiore.
Yuu era diventato così grande...Ricordava come fosse ieri il suo faccino innocente da bambino, il suo corpo minuto e fragile, il suo essere infantile ma profondo. Sin dall'inizio nascondeva in sé quel germoglio che lo avrebbe reso ciò che era in quel momento.
Ora però quel germoglio era sbocciato e di fronte a sé Uruha vedeva un uomo: la spalle ampie e muscolose, le braccia forti e lo sguardo fiero e deciso su quel volto adulto e bellissimo, incorniciato dai lunghi e liscissimi capelli corvini.
<< Grazie per essere tornato da me.>> la sua voce era roca e sensuale, capace di farlo rabbrividire per l'eccitazione.
Non riusciva a dire nulla, semplicemente rimase in silenzio assecondando ogni suo movimento.
Lo vide disfarsi dell'ingombrante toga e gettarla a terra e lasciò che divaricasse le sue gambe per posizionarsi tra di esse.
<< Ti amo.>> l'unica cosa che disse prima che Yuu entrasse dentro di lui facendolo gemere alla prima spinta.
Avevano fatto l'amore tante e tante volte, ma ogni volta era come la prima, ugualmente eccitante, ugualmente appagante.
Si strinse a lui stuzzicando il lobo del suo orecchio.
<< Dio ci punirà per questo.>> le parole del biondo erano spezzate dall'impeto dei colpi del suo amante, capaci di lasciarlo senza fiato.
Yuu rise soffiando vicino al suo orecchio.
<< Non credo proprio. Dopo l'enorme favore che gli ho fatto non poteva rifiutarsi di cedermi te.>>
Già, divenire il Padre della sua chiesa era un grande favore...
Quando l'orgasmo lo colse, Uruha si aggrappò con tutte le sue forze alla schiena di Yuu e lo baciò per trattenere le urla.
Poco dopo il moro venne dentro di lui per poi accasciarsi sul suo petto facendo le fusa come un gatto.
<< Voglio andare a trovare il fratellone.>>
Uruha ascoltò le parole del moro continuando ad accarezzarlo.
<< Devo essere sicuro che anche quel suo piccolo ragazzo stia bene.>>
<< Starà sicuramente bene, non ha motivi per soffrire, neanche uno...>>




Passeggio tra le strade di Tokyo tenendo stretta la piccola mano del mio ragazzo.
<< Ryo aspetta!>> mi chiama bloccandosi nuovamente davanti l'ennesimo negozio di musica. In vetrina c'è un'enorme batteria lucente.
<< Quanto è bella! Compriamola Ryo!>>
Fisso i suoi occhi cacao, così diversi da quelli azzurrissimi che mostrava un tempo e che spesso mi avevano congelato sul posto. Ora il suo sguardo non è più algido come allora, è caldo e accogliente, a volte si incupisce assecondando l'umore in continuo cambiamento del suo grazioso padrone, ma su quel viso dolce anche l'espressione più furiosa diviene una buffa smorfia.
<< Non la sai nemmeno suonare una batteria! Che vuoi farci?>>
Lo attiro a me scompigliandogli i capelli, rimasti, almeno loro, di quell'intenso colore rosso, come vivo monito di ciò che era stato un tempo.
Lo sento ridacchiare per le mie premurose attenzioni e subito afferra il mio braccio portandolo sulle sue spalle.
<< Ho come l'impressione che a qualcuno piacesse molto questo strumento...>>
A quelle parole sento un brivido percorrermi la schiena: è capitato altre volte che avesse vaghi ricordi di quel passato ormai cancellato, ma non riesco ancora a farmene una ragione, ho sempre paura che qualcosa possa riaffiorare distruggendolo definitivamente.
<< Ecco appunto, è solo un'impressione. Dai muoviti testolina buffa!>>
Odia quel nomignolo proprio come la prima volta che lo usai con lui tanti anni fa e infatti sento le sue dita ossute pizzicarmi un fianco.
<< Non chiamarmi così!>>
Ci allontaniamo ridendo. Anche questa volta non ha ricordato nulla.
In fondo è impossibile, Lee, o meglio Dio, mi ha assicurato che non ricorderà mai di essere stato un demone, né tantomeno si ricorderà di Yutaka.
In realtà questo mi riempie di tristezza, Yutaka era la persona più importante per lui ma il mio ragazzo non lo saprà mai.
Mi fermo in mezzo al marciapiede all'improvviso e lui si gira verso di me stupito.
<< Che ti prende?>>
I suoi occhioni mi fissano ignari dei miei pensieri.
<< Niente...Lo sai che ti amo vero?>>
Il suo sguardo si intenerisce assottigliandosi appena e le sue labbra morbide e sensuali si distendono in uno splendido sorriso, così simile a quello di Yutaka.
<< Certo che lo so, me lo ripeti in continuazione.>>
Corre verso di me abbracciandomi e prendendomi la mano mi trascina tra la folla.
<< Te lo ripeto cosicché ricorderai sempre che ogni cosa che ho fatto l'ho fatta per te...solo per il tuo bene...>>
<< Sei proprio strano Ryo...strano e scemo! Per questo anch'io ti amo>> mi fa la linguaccia e subito mi rassereno.
Non gli dirò mai niente, voglio che lui sia felice...
L'unica prova del suo passato è il nuovo nome che Yutaka ha scelto per lui prima di morire. Mi disse il nome dopo avermi fatto promettere che Takanori non avrebbe avuto alcun ricordo di lui.
Ruki...
Demone deviato...
Non c'è nome più adatto per un demone ormai umano.








Voglio ringraziare tutte voi che mi avete seguito fino alla fine, leggere i vostri commenti mi ha spinto a terminare questa storia tanto importante per me.
Human Demon è stata la mia prima long-fic e nutrirò sempre un affetto speciale per lei, senza contare che grazie a questa storia ho conosciuto tante ragazze stupende in grado di farmi sorridere e di sostenermi; grazie davvero di cuore, non ce l'avrei fatta senza di voi.
Spero che la fine di tutta la vicenda non vi abbia lasciato troppo l'amaro in bocca, ma le cose non potevano andare altrimenti, almeno secondo il mio punto di vista^^
In realtà mi piangeva il cuore all'idea di separare Takanori e Ryo, erano fatti per stare insieme ed inoltre ho voluto premiare il mio adorato demone per il suo maturamento, è un personaggio che mi ha dato tante soddisfazioni arricchendosi ad ogni capitolo, fino a diventare quelle che era destinato ad essere.
In fondo il titolo della storia parlava chiaro in un certo senso!!!
Per quanto riguarda Yuu e Uruha...che dire....non so se Dio permetterebbe davvero una relazione simile, Yuu è diventato pur sempre il Papa mie care signorine, però anche loro meritavano un premio ( non mi perdonerò mai per aver messo letteralmente in croce Uru ç_ç ) quindi ho pensato ad un futuro da amanti clandestini per loro due, ma almeno staranno insieme fino alla fine ed oltre^^
Comunque l'importante è che abbiate capito l'importanza di Yuu, lui era destinato a questo...
Per ultimo, e non per importanza, YUTAKA! Penso di non aver mai creato un personaggio tanto dolce e masochista. Sin dall'inizio si è presentato come il ragazzo pronto al sacrificio estremo e ha mantenuto la parte fino alla fine.
Non so quante di voi saranno felici per la sua morte perché lo trovavate eccessivamente carino ( mia sorella sicuramente starà facendo i salti di gioia...) e quante invece, come me, lo apprezzino proprio per il suo essere eccessivo; io seriamente nutro stima e un affetto incondizionato per questo eroe- antieroe...un protagonista particolare senza dubbio.
Bene, è davvero tutto e devo salutarvi anche se non vorrei...
Spero di rivedere presto i vostri nomi in qualche altra mia operetta perché mi mancherete davvero...
Un bacio a tutte, grazie di tutto
Misa

  
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