27/08/2011
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Quando entro in camera Nicholas non c’è, lo chiamo ma non mi risponde nessuno, allora mi infilo sotto la doccia, frego sulla mia pelle talmente forte che mi faccio quasi male, come se volessi lavare via da me un destino che non ho scelto.
In colpa per Joe e per la nonna e una scema perché sto aspettando in piedi un uomo che forse è fuori a divertirsi, e a dimenticarsi di me, perché pensa che non esista in libero arbitrio. Continuo a guardare l’orologio, i minuti passano e lui ancora non è entrato.
Quando sento la porta aprirsi ho un tuffo al cuore, mi giro di scatto e me lo ritrovo davanti.
“Sei già arrivata?” mi chiede, io annuisco “Che cosa è successo? Come mai sei a casa?”
“Cosa pensavi? Che sarei andata a letto con lui? Alla prima sera?” gli chiedo, forse con un tono troppo duro, ci rimane male.
“No, non volevo dire questo, solo che quando vi siete abbracciati, sembrava di vedere due pezzi di puzzle che combaciavano perfettamente, mi sono sentito di troppo, era giusto lasciarvi da soli” dice, e se lui di me non avesse capito niente? Come fa a non vedere quello che provo?
“Ascolta, a me non interessano i pezzi che combaciano bene, non mi sono mai interessati, preferisco quelli che devono smussare un po’ gli angoli per andare d’accordo e sai che cosa ti dico?” dico mentre lui mi guarda già con occhi diversi, quello che provo ora, è solo mio “Che io oggi ho scelto il libero arbitrio, ho scelto di vivere la vita a modo mio, fosse l’errore più grande della mia vita, perché anche se lo fosse sarebbe un errore commesso per amore. Non mi importa, Nicholas, non mi importa di adempiere a un compito che mi è stato assegnato da non so chi, mia nonna capirà. Lei che ha vissuto e patito per amore, capirà la mia scelta” dico quasi senza prendere fiato, per finire prima, per vedere prima la sua reazione, per poter capire se quello che provo io per lui, può essere ricambiato.
“Che scelta hai fatto?” mi chiede, io mi avvicino lentamente a lui, lui fa qualche passo avanti, per accorciarmi la strada.
Appoggio una mano sulla sua guancia, come prima avevo fatto con Joe, ma con lui ha tutt’altro significato, lui si appoggia alla mia mano e chiude gli occhi, il mio cuore batte più forte.
“Io ho scelto te” gli dico, lui alza lo sguardo, e mi tira a sé, e mi bacia.
Il secondo bacio della serata, potrei essere considerata fortunata, chissà quante vorrebbero essere baciate da due ragazzi come loro; ma questa volta è diverso.
I sentimenti, l’amore, la passione sono mie.
Non c’è nessuno che mi spinge a provarle, nessuno, nessun ricordo.
Ma anche il suo sapore mi sembra già sentito, e diverso dall’altro, lui sa di menta, la menta delle cicche di una volta, quella non troppo forte, ma neppure troppo debole; senza che neppure me ne renda conto mi porta sul letto, e si stende sopra di me.
Ogni bacio si fa più rovente, io lo avvicino ancora di più a me, facendogli spazio tra le mie gambe e lui mi toglie il sopra del pigiama, lo vedo volare via, dall’altra parte della stanza e rido.
Ride anche lui, prima di passare con le sue labbra prima sul collo e poi sul ventre, finché non mi toglie anche i pantaloni e gli slip; poi è il mio turno, lo spoglio velocemente, ho una voglia matta di lui, ha un corpo che sembra scolpito nella pietra, e io non me ne ero mai accorta.
Mi da un altro bacio, e in quel bacio sento di tutto: desiderio, passione, angoscia...
Poi ribaltiamo le posizioni, e mi metto io sopra, gli bacio il petto e lo sento sospirare, appena sotto di me; e sono felice, talmente felice da piangere, lui se ne accorge e mi sorride, mentre io lo faccio entrare, piano, dentro di me, aumentando il ritmo a poco a poco.
Poi lo sento venire, e vengo anche io, contemporaneamente.
Non mi era mai successo con nessun altro prima di lui, nessuno.
Questo, è il mio libero arbitrio.