Senza Tempo
Aveva perso le parole.
Tremava?
Non capiva. Non voleva capire.
Sì, tremava.
Sì poggiò al muro, cercando un sostegno. Luci e suoni si confondevano tra loro. Diventavano un’unica cosa. Lontana. Distante dalla realtà.
Quale realtà?
Odore di disinfettante, profumo di vita. Fetore di morte. Mutava in un colore. Aveva chiuso gli occhi, per non vederlo. Era rosso. Era denso. Era sangue. E con gli occhi chiusi era anche peggio.
Peggio. Poteva essere peggio. Ridacchiò, sebbene alle sue stesse orecchie il suono apparve come un singhiozzo. Lo sentiva ancora sulla pelle. L’avrebbe sempre sentito sulla pelle.
La consapevolezza. Il suo corpo. Kate. Fragile, tra le sue braccia.
Ridacchiò di nuovo. Di nuovo un singhiozzo ovattato.
Il suo corpo. Fragile. Caldo, poi freddo. Il sangue. Rosso, tra le sue dita. Caldo.
Freddo e caldo. Il battito del suo cuore. Gli occhi privi di anima. Il riflesso.
La consapevolezza.
Aveva perso le parole.
Ogni respiro era doloroso. Sentiva il petto alzarsi e abbassarsi in modo irregolare. Soffocava.
Riviveva quell’attimo, sempre e comunque. Chiudeva gli occhi, e lei era lì; e anche lui, al suo fianco. E non aveva fatto niente. Se n’era accorto troppo tardi.
Se l’avesse visto prima, forse sarebbe finita diversamente. Forse sarebbe lui in quella sala operatoria.
Sarebbe stato mille volte meglio. Avrebbe preferito la morte.
Tremava.
Riviveva. Ancora e ancora. Il suo ultimo sguardo, il sangue, il suo corpo che moriva tra le sue braccia.
E non poteva fare niente, totalmente impotente.
Semplicemente intrappolato in un istante senza tempo.
Note:
Scusate per il terribile ritardo, nonchè per la toccata-e-fuga col quale ho postato la precedente storia (sempre che, data la brevità, si possa considerare tale). Putroppo ero in vacanza, senza connessione, e ho postato in gran velocità appena ne ho avuto l'occasione. Poi con lo studio - arg, esami - ho avuto qualche problemino a postare.
In ogni caso, siamo giunti alla fine. Ho scelto uno stile scarno, con tanti punti; questo perchè, ambientandolo dopo ciò che abbiamo visto nel finale di stagione, mi è sembrato opportuno dare voce alla disperazione in questo modo. Con pensieri ripetitivi, incoerenti. Brevi. Obliati dal dolore del momento.
Vi ringrazio per aver letto fin qui. Per aver seguito questa raccolta, per averla recensita e - ovviamente - per non avermi manto a quel paese. Grazie a tutti.