27/08/2011
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My New York
RIBELLE
“La solita mattina noiosa” pensai scivolando fuori dalle coperte e avviandomi verso il bagno.
Non badai a come mi vestii: una felpa, un paio di jeans e via.
Afferrai il giubbotto e scesi velocemente le scale.
Mi ero svegliata presto per poter andare a leggere il giornale nel Pub vicino al negozio.
Quando entrai,riconobbi subito Paul seduto nel tavolo più isolato.
Mi fermai un momento sulla soglia per ammirarlo e,quando mi vide e mi saluto, gli sorrisi andandogli incontro.
-Paul? Niente Starbucks sta mattina?!- gli chiesi sedendomi di fronte a lui.
-Mi piace questo piccolo Pub…Piccolo,isolato…Mi piace…-commentò.
Gli sorrisi e ordinai una spremuta di arancia.
Ne sorseggiai un po’.
- Ian?- chiesi guardando fuori dal vetro per non far vedere quanto mi interessava quell’argomento.
-Quando sono uscito stava ancora dormendo…- sghignazzò.
Risposi con un sorriso.
-Bene, Paul…Io devo andare al lavoro…Ci vediamo la prossima volta- lo salutai
-Certo! Buon lavoro…E buona mattinata-
-Grazie!-
Pagai e mi diressi verso la boutique.
Come sempre la mattinata passò lenta e infelice, così come il pomeriggio…Almeno fino alle 5.30pm,quando staccai.
Corsi velocemente a casa per prepararmi.
Forse non era il caso di indossare un paio di jeans per andare a mangiare fuori, così indossai un vestito nero, senza spalline che mi aveva consigliato Jess.
Ian arrivò puntuale come un orologio.
Mi fece salire sulla sua Porche.
-Ciao…-lo salutai appena chiuse la portiera.
Lui,senza dire niente, si avvicinò a me e sfiorò la mia spalla con le labbra.
-Che cosa fai?- gli chiesi mentre tremavo.
-Respiro il profumo della tua pelle…è un reato?-
-Non credo…-
Lui sollevò la testa e mi baciò.
Partimmo.
Ian guidava prestando poca attenzione alla strada: teneva una mano sul volante e l’altra stringeva la mia.
Arrivammo in un ristorante giapponese.
-Mmmh…Buono!- commentai entrando.
-Già…Vieni: abbiamo il tavolo riservato…-
Mi prese per mano e mi trascinò velocemente in un tavolo,vicino ad un altro dove un gruppo di ragazzine di 17 anni chiacchierava tra di loro.
-Ti piace?- mi chiese prendendomi le mani.
-Certo! Con te…Tutto mi piace!-
Lui sfoderò il suo sorriso che mi fece mancare il respiro.
-Te l’ho mai detto che il tuo sorriso mi fa mancare il fiato?- sussurrai cercando di tornare a respirare.
-Ops…Scusa…-
E con fare “innocente” nascose il suo sorriso con la mano.
-Non serve che tu lo copra…Mi piace un sacco, solo avvisami quando hai intenzione di usarlo contro di me come arma impropria…- gli spiegai.
Scoppiò in una risata-…Prometto che ti terrò informata…-scherzò.
Gli sorrisi senza avere nessun effetto: non mi sarei aspettata altro.
◊
Ci divertimmo un sacco per tutta la serata anche se le ragazze del tavolo vicino continuavano a fare commenti non del tutto appropriati riguardo Ian e i suoi colleghi.
-Oddio! Avete visto quanto è figo Ian nell’ultima puntata?!-esclamò una ragazza.
Ian mi sorrise sorpreso.
-Bellissimo! Ed è anche intelligente e altruista!-esclamò un’altra.
-Non mi interessa quanto sia intelligente…Per me può avere anche la testa vuota…Non è quello che mi interessa…L’importante è che sia altruista con me!!-scherzò la prima ragazza che parlò- Bam, bam, bam!! Me lo sbatterei giorno è notte! Ian Somerhalder è un ragazzo che ti puoi sbattere, rigirare e ricominciare da capo!!-
Il sorriso di Ian scomparve dal suo volto e si rabbuiò.
La rabbia cominciò a bollirmi nel sangue: non potevo restare li, a guardare.
-Scusami…Perdonami per quello che sto per fare, Ian…-dissi alzandomi.
-Vane…Cosa fai?... Che cazzo fai?!?!-
Non gli risposi e mi diressi verso il tavolo delle ragazze.
-Salve…Scusatemi, ma ho ascoltato involontariamente la vostra discussione e ho trovato poco carina l’ultima frase che avete detto riguardo Ian Somerhalder…- dissi sicura di me.
-Hey! Smamma bella! Chi sei? La sua manager?!- sghignazzò una.
-Ahah!! Ora capisco cosa vuol dire parlare con una persona ignorante…E anche se Ian avesse “la testa vuota”, come hai detto tu,sarebbe,comunque, più intelligente di te!
Almeno lui una testa ce l’ha! Tu, invece, hai un moccio Vileda al posto della testa!- dissi restando tranquilla e controllata.
La ragazza cominciò a scaldarsi, ma prima che potessimo prenderci a botte, Ian mi trascinò dietro di sé.
-Scusate la mia amica si scalda un po’ troppo facilmente…-si scusò.
Le ragazze ebbero un sussulto appena lo videro.
-Oh mio Dio! Scusami, io…non…-balbettò la ragazza con il moccio in testa.
-Oh…Non preoccuparti! Ti perdono…Se, almeno, fossi bella potresti permetterti certi commenti, ma visto che non sei nemmeno quello, che probabilmente sei ancora vergine e che c’hai due chicchi d’uvetta passa al posto delle tette, beh…Ti perdono! Sei proprio sfortunata!- disse serio.
Lo guardai sorpresa e un po’ disgustata, mentre mi prendeva per mano ed uscimmo.
-Avrei potuto prenderla a calci quella mocciosa!!- esclamai riferendomi al moccio Vileda.
-Sei una ribelle,Vane! Non avrei mai creduto di poterti vedere così! Sei guerrigliera!- esclamò Ian mentre mi stringeva la mano.
Arrivammo velocemente davanti al suo albergo.
-Perché ci fermiamo?- gli chiesi dubbiosa.
-Devo prendere una cosa in camera…Poi devo andare da un mio amico che abita vicino a te…Vu-Vuoi salire…Intanto?- mi chiese tentennando.
-Eh…O-ok…-annuii.
-Dammi 2 minuti…-mi sussurrò baciandomi.
Aspettai nella hall e, dopo un paio di minuti, salii in camera di Ian.
“Tok-tok”.
Joe mi aprì la porta sconvolto.
-Ciao…-lo salutai baciandolo sul collo.
-Vane…Devi andartene…-mi sussurrò piano.
-Perché?!-chiesi allarmata.
-La mia…ragazza…è qua…-
-Lo so che sono qua! Io…- mi interruppi.
Da dietro una porta sbucò fuori un’altra ragazza.
-Chi è?- chiese con la sua voce strillante.
Era una ragazza rossa, con i capelli liscissimi e un corpo da urlo: una modella che aveva sfilato a diverse sfilate di moda a NY.
-E’…è…-balbettò Joe.
-La cameriera- irruppi io –Stavo per andarmene quando ho deciso di prendere l’ultima chiamata…- mi inventai.
-Perfetto! Allora, scusa, potresti portare via la spazzatura?- mi chiese gentilmente.
-…Certo!-
-No!-si intromise Ian-…Non mi sembra giusto che lo faccia lei questo lavoro…-
-Hai ragione, Ian! Come ti chiami?- mi chiese.
-Ehm…B-Bridget?- proposi sconvolta.
-Bene Bridget…Tieni…-
Mi ficcò in mano una banconota da 1 dollaro.
-Grazie…-sussurrai debolmente.
-Allora,Ian! È o non è stata una bella sorpresa?!- esclamò la ragazza saltando addosso al ragazzo.
-…Bella sorpresa…- esclamò lui,evidentemente non convinto.
-Bravo! Hai già mangiato?- chiese lei premurosa.
-Ehm…Io…n-n…-balbettò, di nuovo, Ian.
-Oh! Fatti portare qualcosa da lei…Hai già scelto?- continuò.
-No…-
-Beh! Fai veloce e non esagerare…Non voglio che le persone dicano “Oh,guarda quella bella modella assieme al suo ragazzo ciccione”- esclamò riferendosi a lei e Ian.
Io ero sbigottita e mi avviai verso la porta con la spazzatura in braccio.
-Vanessa…-mi seguì Ian.
-Lascia stare…Sapevo che tutto questo non poteva essere vero, che era tutto un sogno!
E io da stupida, mi sono fatta imbambolare da te…- sussurrai senza forza.
-Vanessa…Non so cosa dire…-
-Forse “Addio” potrebbe essere adeguato…- conclusi.
Feci per andarmene.
-Dove vai?-
-Sono una ribelle,Ian…L’hai detto tu…Non me ne sto qui mentre soffro…Forse è meglio non vederci più…-esclamai con le lacrime agli occhi, ma con un fioco sorriso.
Lui non fece resistenza.
Mi lascio andare via.
Lo guardai per un ultima volta: se ne stava appoggiato alle soglia mentre mi osservava.
Potrei scommettere di aver visto una lacrima rigare la sua guancia.