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Autore: Niahm    28/08/2011    3 recensioni
Le afferrò le spalle in una presa ferrea. Non l'avrebbe lasciata andare, ed Elena lo sapeva bene. Non era più Stefan, il suo Stefan. Non dopo che Klaus l'aveva trasformato in una "macchina assassina".
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Si voltò di colpo. Damon era li, a qualche passo da lei con quel sorrisetto che promette solo guai. I suoi occhi glaciali nemmeno fissi nei suoi, ma sulle fiamme che ora avvolgevano il diario.
‘Riformulo la frase’ disse ‘Ti lascio sola per 5 minuti e tu ti dai alla...."piromania"?’ continuò scherzando. Elena ritornò a fissare le fiamme incantata dal loro colore. Così rosso! Sembrava come in una specie di trans.
‘Elena, quando una persona ti parla, sarebbe bene e anche educato, che tu rispondessi.’ Damon iniziò ad irritarsi. ‘Voglio dimenticare. Dimenticarlo.’disse Elena poi, con voce quasi assente. ‘E per farlo bruci il diario?’ Damon non poté non sorridere all'esclamazione di lei. ‘E' l'unico modo. Voglio dire, ci sono troppi ricordi qui dentro. Fa male rileggerli e pensare costantemente a lui. Ha scelto di andarsene e fa male. Fa male Damon, troppo male.’E altre lacrime bagnarono le sue gote rosee. Si strinse nell'asciugamano e sussultò quando due braccia forti e muscolose la strinsero. ‘Non era mia intenzione farti piangere’ sussurrò lui, a qualche centimetro dal suo orecchio.
Elena non sapeva se provava fastidio per quelle braccia che l'avvolgevano o gratitudine. Se fossero state la braccia di Stefan, non c'erano dubbi su quello che avrebbe potuto provare, ma adesso, erano le braccia di Damon a stringerla, non quelle di Stefan. Si asciugò le ultime lacrime in modo brusco e si allontanò da quell'abbraccio. ‘Devo vestirmi, e sarebbe meglio che tu te ne andassi’. ‘E lasciarti qui?’ disse lui fissandola ‘Si DAMON’ rispose lei alzando il tono di voce.

                                                                                                                                   ***

Stare li, non gli piaceva. Anche se non sapeva dove si trovava, non gli piaceva. Era una casa accogliente a dire il vero e in un certo senso assomigliava alla sua di casa. La casa a cui era stato strappato con forza. Stefan strinse i lembi del lenzuolo trasandato e sudaticcio. Ricordava il giorno prima così in modo nitido che sembrava di poterlo guardare in uno schermo 3D anzi che nei suoi ricordi. Klaus l'aveva svegliato presto quella mattina. ‘Si va a caccia’ aveva detto con il suo solito sorriso, che Stefan avrebbe voluto toglierli dalla faccia a suon di schiaffi. ‘Dobbiamo esser forti’ aveva concluso poi quando aveva l'attenzione completa di Stefan. ‘Non vogliamo mica che tu ti faccia male vero?’ Stefan odiava così tanto il suono della voce di Klaus che se avesse potuto si sarebbe strappato le orecchie pur di non sentirla. Ma invece, avrebbe dovuto sopportarla per tantissimo tempo. Non si era pentito della decisione presa. Almeno non del tutto. Un piccolo segno del rimorso s'era fatto sentire quando aveva succhiato via la piccola vita di una tredicenne, venutagli a tiro solo per caso. Si alzò dal letto e scese di sotto. Era solo. Solo in quella casa buia. Apri la porta e per poco non rimase ustionato dal sole rovente, si allontanò dalla luce richiudendola. Trattenne gli urli per il dolore mentre la pelle si rimarginava assai velocemente grazie al sangue umano che scorreva nelle sue vene. Rifletté il suo corpo in uno specchio che trovo li, portando le mani sul suo viso. Stava bene, ma si accorse che gli mancava qualcosa. Qualcosa di molto importante. Il sono anello era sparito.

                                                                                                                                  ***

‘Damon, finiscila di seguirmi come un cagnolino. Mi irrita’ disse Elena afferrando una tazza e versandoci del caffè. Era troppo presa dal bruciare il diario che non si era accorta che la casa era vuota. Dov'era Jeremy? Dov'era Alaric? Dov'erano tutti? pensò fermandosi di colpo cogliendo di sorpresa Damon che le andò contro. ‘Damon seriamente piantala!’ si voltò verso di lui. ‘Perché non vai da qualche altra parte?’ Damon prese la tazza dalle mani della ragazza e ne bevve un sorso. ‘Se non ci mettessi così tanto zucchero, sarebbe anche buono’  sorrise ‘E comunque, perché dovrei smetterla? Voglio dire, se ti lascio sola per pochissimo bruci un diario, non voglio sapere se ti lascio un'intera giornata cosa potresti bruciare....Stefan sapeva di questa tua, come definirla>> si portò un dito alle labbra fingendo di pensare ‘Trovato! Questa piccola “mania”!’ Elena lo guardò negli occhi. Faceva sul serio? ‘Mi fai schifo’ Damon inarcò un sopracciglio e gli angoli delle sue labbra perfette si incurvarono in un sorriso seducente e malizioso ‘Ti facevo schifo pure quando mi baciavi?’ 
  
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