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Autore: Niahm    27/08/2011    6 recensioni
Le afferrò le spalle in una presa ferrea. Non l'avrebbe lasciata andare, ed Elena lo sapeva bene. Non era più Stefan, il suo Stefan. Non dopo che Klaus l'aveva trasformato in una "macchina assassina".
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Le afferrò le spalle in una presa ferrea. Non l'avrebbe lasciata andare, ed Elena lo sapeva bene. Non era più Stefan, il suo Stefan. Non dopo che Klaus l'aveva trasformato in una "macchina assassina". Doveva essere forte si ripeteva, non doveva mostrare a quel nuovo Stefan che lei, di lui, aveva paura, molta paura. Le lacrime minacciarono di inondarle le guance quando videro il volto del suo amato vampiro trasformarsi, lasciando spuntare quei canini letali. Non cercò nemmeno di impedirgli di morderla quando lui avvicinò i canini al suo collo. Lo fece il sole al posto suo. 

                                                                                                             ***
  
Elena si risvegliò dal suo solito incubo ricorrente, che ormai le impediva di dormire. Un raggio di sole la colpì in pieno viso costringendola a coprirsi gli occhi con la mano, mentre l'altra, come ogni dannata volta che si svegliava, controllava il collo in cerca del morso che però non c'era mai.  

Erano passate poche settimane dal funerale della zia, e pochi giorni dalla terribile verità. Stefan si era sacrificato per salvare il fratello Damon da una morte certa. Almeno da quello che le aveva detto Damon stesso. Le sue acide parole furono <>. Anche se Damon non lo avrebbe mai ammesso, Elena sapeva che anche a lui dispiaceva la scelta che aveva preso Stefan, seguire quel pazzo di Klaus in capo al mondo solo per tenerlo lontano dalle persone che lui amava. E questo voleva dire stare lontana da lei. Da Elena. La stessa Elena che aveva baciato Damon in punto di morte, la stessa Elena che nel farlo aveva provato un fremito di piacere, la stessa Elena che si stava convincendo man mano che i giorni passavano che Stefan sarebbe, se non lo era già, diventato il mostro che era un tempo. La stessa Elena che si stava agitando tra le lenzuola. Era così frustrata per via di Stefan, che s'era scordata, che lei aveva una vita al di fuori di lui. Aveva suo fratello Jeremy, Alaric il professore di storia, che dopo la morte di Jenna si era offerto di prendersi cura di loro. Aveva Bonnie, Caroline, il caro amico Matt e se le costava ammetterlo, aveva anche Damon, fratello del suo ragazzo, se poteva ancora definirlo tale. Aveva così tanta voglia di vederlo, stringerlo fra le sue braccia, sfiorare le sue labbra con le proprie, appoggiare la testa sul suo petto e sentirlo nuovamente suo. Aveva bisogno di sfogarsi e sapeva anche come farlo. Scese dal letto e prese un piccolo libricino dalla copertina blu, che sostava ormai da troppo sotto il materasso. Si sedette sulla finestra iniziando a sfogliare i ricordi.
 
"Caro diario, adesso posso finalmente dire di aver trovato un po' di felicità"
 
Continuò a rileggere quelle parole fino alla nausea. "quando vorrei fosse ancora così" si disse mentre prendeva una pagina bianca, pronta per essere scritta.
 
"Caro diario,
è passato quasi un anno dall'ultima volta che ti ho scritto. Allora le cose erano diverse, allora li, ero felice.
Ora non lo sono più. E come potrei esserlo?
Già una volta la vita mi aveva insegnato che la felicità non può durare. Io stupida a credere il contrario.
La felicità non esiste. L'ho capito ora.
Dopo la morte dei miei genitori credevo di aver perso tutto. Ma adesso, dopo gli ultimi eventi ho perso veramente tutto.
Tutto per Klaus. Mi ha portato via ogni briciolo di felicità rimasto nella mia vita.
Mi ha ucciso. Ha ucciso Jenna, mi ha portato via Stefan, stava per portarmi via anche il mio Damon"
 
Smise di scrivere. Era incredula, aveva veramente scritto "Il mio Damon"? rilesse l'ultima riga. L'aveva realmente scritta. Chiuse il diario portandoselo al petto. Lo appoggiò poi sulla scrivania prendendo della biancheria pulita dal cassetto, dirigendosi nel bagno. Una doccia era quello che le serviva. Mentre si spogliava, nemmeno si guardava allo specchio come era solita fare. Che avrebbe visto adesso? Una ragazza devastata dagli eventi che assomigliava a lei, a Elena Gilbert. Mentre si insaponava i muscoli tesi, pensava un modo per poter andare avanti, avrebbe fatto di tutto pur di dimenticare. Pur di tornare la vecchia Elena.
 
                                                                                                          ***
 
Si avvolse nell'asciugamano, prese il diario e scese le scale di corsa. Mentre sciacquava via il sapone dal suo corpo, le era venuta in mente una certa idea. Un inizio per iniziare a dimenticare. "E' il modo migliore" si ripeteva mentre cercava l'alcool e fiammiferi. "E' il modo migliore" si ripeteva tra in singhiozzi mentre dava fuoco al diario nel bel mezzo del giardino di casa sua, tenendo in mano le ultima pagina ancora fresca d'inchiostro strappata.
'Ti lascio sola 5 minuti' disse una voce maschile dietro di lei ironica, che ormai riconosceva troppo facilmente 'E mi diventi una piromane?' 

 

  
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