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Autore: Pantesilea    29/08/2011    2 recensioni
Finalmente è tornata, con tutto il carico di “seccature” che questo si porta dietro. Ecco qui la seconda parte di “E adesso che faccio”, esattamente da dove l’avevo lasciata, ma con un bel cambio del punto di vista! Questa volta sarà il genio di Konoha a dover gestire il suo stato.
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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I personaggi non sono miei, ma di Kishimoto e non c’è scopo di lucro
 

 
Rispettiamo i piani, please…

 

Quando uscì dall’ufficio dell’Hokage si accorse con stupore che lei era già lì ad attenderlo.
Se ne stava con la schiena appoggiata a una colonna e lo sguardo piantato in aria. Aveva un’espressione scocciata e accusatoria sul volto, ma Shikamaru ebbe il sospetto che l’avesse assunta solo al suo arrivo, appositamente per lui, come una sorta di regalo dal gusto dubbio, ma in perfetto stile Temari.
“Sei in ritardo, Cray-baby”, lo apostrofò senza nemmeno guardarlo negli occhi.
“Ciao anche a te, Seccatura”. Shikamaru si era ripromesso che per quell’occasione non avrebbe ascoltato la voce insistente che nel suo cervello continuava a ricordargli di non dover sottostare mai a una donna, neanche a parole, ma non era propriamente la vittoria quella che cercava negli scontri verbali con la ragazza di Suna. Gli piaceva testarla, vedere dove la sua fierezza riusciva ad arrivare, e anche scorgere in lei l’alterazione, la voglia di primeggiare, che la rendevano unica nel suo genere; irresistibile. “Ma mi sembrava che avessi detto che avresti fatto tardi…”
Temari sussultò appena e lo stratega era pronto a scommettere che fosse stata quasi sul punto di arrossire, ma la bionda si riprese molto velocemente dalla piccola gaffe.
“Abbiamo finito prima del previsto” tagliò corto. Non avrebbe mai ammesso che aveva lavorato di corsa tutta la mattinata a causa dell’impazienza, comunque, perché lei aveva ancora una dignità.
 

Il ristorante scelto per il pranzo non aveva assolutamente nulla di speciale, anzi, forse era anche un po’ sottotono. Shikamaru temette che glielo avrebbe fatto notare, perché dopotutto lui lo aveva fatto, con il Maestro Asuma. Eppure Temari rimase in silenzio a fissare il menù. Doveva aspettarselo. Era stata la figlia del kazekage, certo, ma non era abituata al lusso e, probabilmente, il lusso non le piaceva nemmeno. Cionondimeno era anche una tipa diretta, pragmatica, concisa, non abituata ai giri di parole e amante della chiarezza.
La sua domanda arrivò subito dopo che ebbe ordinato. “Come mai siamo qui?”
Il ragazzo alzo lo sguardo, per non incontrare gli occhi di lei, altrimenti sarebbe arrossito. “Questo per me è il posto delle occasioni importanti” annunciò, poi dovette fare una pausa, perché gli mancavano le parole, sebbene avesse già
vissuto diverse volte quella scena nella sua testa. “Quello della prima cena con il team 10, dei festeggiamenti per quando sono diventato chunin, di quella volta che abbiamo cambiato gli orecchini…”
Non era così che Shikamaru aveva previsto di cominciare. Nei suoi pensieri il discorso era molto più diretto e senza troppi fronzoli. Temari, chissà come, sembrò accorgersene. Se ne rimase a fissarlo con superbia, e lo interruppe pure.
“Quindi?”
Il ragazzo dovette fare appello a tutto il suo autocontrollo per non uscirsene con una battutaccia rispetto alla poca delicatezza dell’altra. Si limitò a sussurrarla tra sé e sé, prima di rispondere. “Quindi ecco, mi sembrava giusto fosse il posto in cui festeggiare la mia promozione di questa mattina…”
Temari alzò lo sguardo e lo squadrò di sbieco. “Ma tu hai ancora una squadra con cui festeggiare”
La bionda stava mettendo duramente alla prova le capacità diplomatiche del genio di Konoha e stava facendo l’impossibile per non far filare la conversazione nella direzione che lui si era prefissato. Shikamaru sospirò, allontanò un poco la sedia dal tavolo, abbassò gli occhi e unì le mani di fronte alla faccia, pensante. Solo dopo un po’ rispose, finalmente. “Io non volevo arrivare a questo punto. Io volevo essere un ninja tranquillo dal livello medio, di modo che nessuno mi potesse scocciare con missioni complicate. Invece… invece sei arrivata tu a dirmi che avevo le carte in regola per diventare un ottimo ninja”.
La ragazza sorrise, lo ringraziò pure. “Sei gentile. Ma tanto è quello che pensavano tutti e comunque scommetto che te l’ hanno sempre detto anche gli altri, Choji, per esempio…”, peccato che con una risposta simile sferzò tutta la scarsa intraprendenza di lui e lo lasciò senza alcun tipo di appiglio per quella che, nei piani, doveva essere una dichiarazione.
 

Uscirono dal locale poco più di un’ora dopo, lei con l’espressione soddisfatta, lui scocciato. Scocciato con la ragazza, che si era dimostrata ermetica oltre il sopportabile, e con sé stesso, al quale era mancato il coraggio.
“Sai”, gli disse a un certo punto la bionda. “Quest’anno per la terza prova abbiamo deciso di condizionare la scelta degli scontri. I sorteggi saranno fatti di modo che non possano avvenire combattimenti tra ragazze”.
Shikamaru si bloccò di colpo. “Cosa?” domandò irritato. “È una cosa di cui abbiamo parlato innumerevoli volte l’anno scorso! Mi sembra un’assurdità, perché le femmine dovrebbero avere un trattamento diverso!?”
Anche Temari si bloccò, e si parò di fronte a lui. “L’anno scorso io parlavo di questo, tu invece volevi evitare di cambiare le cose perché non avevi voglia di andare a proporre l’idea all’Hokage!”
“Stai scherzando? Era un punto che mi stava a cuore, quello! Tutti i partecipanti devono ricevere lo stesso trattamento, non puoi condizionare le scelte… il sorteggio deve essere casuale!”
“E cosa cambierebbe, di grazia?” chiese lei saputa, incrociando le braccia sotto il seno e assumendo l’aria di quella proprio soddisfatta del suo lavoro. “In questo modo posso essere certa della forza di tutte le ragazzine che passeranno, perché su queste femminucce piagnucolose di Konoha nutro diversi dubbi. Tanto per farti un esempio…”
Temari continuò a spigargli le ragioni per cui il suo modo di procedere era valido, secondo lei. Lo faceva con determinazione, caparbietà e convinzione. Lo faceva a suo modo, senza ammissione di repliche.
Shikamaru però decise di non ascoltare altro. Quando la ragazza assumeva quell’atteggiamento, l’unica cosa da fare era lasciarla parlare. Non era poi molto importante prestare attenzione a quanto dicesse, perché tanto lei avrebbe parlato comunque.  
Sbuffando la cinse per le spalle, mentre lei ancora discuteva.
Si avvicinò al suo volto e le parole di lei persero d’intensità.
La baciò; e finalmente non ci fu più niente di cui discutere.

 
 
 

Eccomi qui! Se pensate di essere veramente arrivati alla fine di questa mini-schifezza ebbene… vi sbagliate di grosso! Manca ancora un ultimo capitolo rivelatore di alcune piccole cosette disseminate durante la fic, che vedrà la partecipazione del duetto Tsunade/Temari, che adoro.
 
Per il resto ringrazio tutti quelli che hanno letto la fic, chi l’ha recensita, chi l’ha messa nelle seguite. Nel particolare:
 
Ellacowgirl: è estate e il tempo scarseggia, non è certo un problema! E poi anche io ci ho messo una vita per aggiornare…
 
Akemi_Kaires: Sottoscrivo il cartello di cuore… nell’attesa che lo sottoscriva anche Kishi.
 
Rolly Too: Grazie mille! Sinceramente preferisco i capitoli più diretti e immediati, ma  vedo che vengono apprezzati maggiormente quelli che lasciano più spazio alle considerazioni e ai gesti dei personaggi… del resto siamo qui per migliorarci!

 
  
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