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Autore: Apple90    29/08/2011    6 recensioni
"Avada Kedavra!"
Un fiotto di luce verde scaturì dalla bacchetta di Draco, con una simile potenza da generare un immenso bagliore accecante. Il sottile ramoscello di legno che stringeva fra le dita iniziò a vibrare finché l’incantesimo non ebbe terminato il suo effetto.
Poco distante, il corpo minuto di Lisan Rowles ricadde a terra inerme come una bambola di pezza.
Hermione era salva.
"Scappa"
Fu l’unica cosa che Draco riuscì a pensare prima di accorgersi che era finita.
La cerchia di mantelli neri che lo circondava si fece più stretta, le bacchette sguainate e gli occhi iniettati di sangue.
Le sue labbra si mossero senza emettere alcun suono. Il cuore gli parve aver cessato di battere. Socchiuse gli occhi in attesa che la sua vita giungesse al termine.
Hermione era salva. Non sarebbe morto in vano.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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`•.¸¸.•´´¯`••._.• NOTE DELL’AUTORE `•.¸¸.•´´¯`••._.•

 Mi scuso per l'ennesimo ritardo, ma sto studiando per l'esame. (unitamente al praticantato semi part-time da un geometra). Mi è piaciuto molto scrivere questo capitolo, e spero che a voi piacerà altrettanto leggerlo. 
E' un passaggio importante per l'evolversi della trama, siamo dopo la metà della effe effe e, all'incirca, direi che il Gran Finale potrebbe aggirarsi attorno al capitolo 15 o 16, a seconda della mia ispirazione. 
Non voglio scrivere una Divina Commedia questa volta, credo di avervi abbastanza tediato con Destinty: Nel ricordo dei suoi occhi, con oltre trenta capitoli. ^^

Ho in progetto un restlyling completo della Effe Effe, scritta tra una pausa di studio e l'altra, o nelle ore tarde della sera. Ci sono molti errori che vorrei evitare, e mi scuso già ora di questo inconveniente. 

Al momento NON ho un Beta Reader. Faccio tutto da sola. E credo si veda, ci sono molti errori ^^ Se c'è qualche volontario, alzi la mano! :D 

 

Capitolo 9

Hogwarts

 

La via più rapida per porre fine a una guerra è quella di perderla.

(George Orwell)


I giorni che la separavano dalla partenza per Hogwarts trascorsero molto lentamente. Lisan passò la maggior parte del suo tempo insieme a Gandalf nel giardino del retro della Tana. Imparò discretamente a maneggiare il vecchio manico di scopa dei Weasley e lo utilizzò per seguire Gandalf durante i suoi voli notturni. Sembrava esserle profondamente grato per averlo liberato, ed ogni tanto faceva ritorno nella sua camera da letto portandole in dono topi morti o bisce di campagna.

Lisan pensò spesso a sua madre. L’idea che migliaia di chilometri le separassero le faceva male, ma era l’unico modo per mettere fine a quegli incidenti. Quello era il suo mondo, era riuscita a trovare persone come lei che potessero insegnarle a controllarsi. Si promise che, al termine dell’Addestramento, sarebbe tornata negli Stati Uniti.

Infine, arrivò la vigilia della partenza.

La signora e il signor Weasley, insieme a Ginny, prepararono una deliziosa cena all’aperto e trascorsero insieme la serata raccontando a Lisan divertenti aneddoti risalenti alla loro esperienza scolastica. Tutti i maghi d’Inghilterra avevano frequentato quella scuola, che godeva di un prestigio indescrivibile.

<< Fai attenzione alle scale, cara. Cambiano spesso direzione.>> le disse la signora Weasley, mentre servivano il dessert a base di Torta di Mele e Cornetti Balzerini alla crema. Quest’ultimi sembravano comuni brioche farcite, ma avevano la brutta abitudine di saltellare qua e là per la tavola. << A seconda del giorno o del periodo della giornata, possono condurti in posti differenti.>>

<< E dimenticati gli aggeggi babbani come i telefonetti o i lettori musicali.>> soggiunse Arthur Weasley, che sedeva a capotavola. << A Hogwarts non ne avrai bisogno. Se ne hai voglia, ovviamente, potresti lasciarli alla Tana. Mi occuperò personalmente di conservarli nel magazzino degli attrezzi.>>

<< Oh, Arthur, smettila con questa storia!>> sbottò la signora Weasley.

<< Solo se ne ha voglia, Molly.>> proseguì il marito, sulla difensiva. E tornò a rivolgersi a Lisan con una strizzatina d’occhio. << Vedi, sono molto interessato al vostro mondo. Voialtri siete così pieni di sorprese. Le automobili, poi, sono quelle che preferisco in assoluto! Harry possiede due modelli di automobili molto costosi, ogni tanto mi porta a Londra a fare un giro.>>

Harry. Dov’era finito? Come stava? Presto, in un modo o nell’altro, l’avrebbe scoperto.

La cena si protrasse fino a tardi. A mezzanotte la signora Weasley sparecchiò tavola con un colpo di bacchetta e ordinò di andare tutti a dormire, perché l’indomani si sarebbero dovuti svegliare presto. Nessuno le spiegò come avrebbero fatto a raggiungere Hogwarts, ma Lisan aveva la pancia così piena e la testa ciondolante dal sonno che preferì adagiarsi sulla sua brandina nella vecchia camera di Ginny, addormentandosi quasi subito.

La speranza che Harry Potter comparisse sulla soglia della Tana per accompagnarla a Hogwarts si affievolì il mattino seguente, quando Hermione e Malfoy fecero il loro puntuale ingresso in casa accompagnati da un Auror che Lisan non aveva mai visto prima, che disse di chiamarsi Devin. Aveva l’aspetto di un ragazzino appena uscito dalle superiori, un fisico minuto e parecchie lentiggini sul naso.

<< Normalmente gli studenti arrivano a Hogwarts in treno.>> le spiegò Hermione, mentre Malfoy e Ginny la aiutavano a chiudere e imbustare tutti i bagagli. Il giorno prima avevano chiuso tutti i vestiti, i libri di testo e gli oggetti per la scuola di Lisan in un grosso baule consunto, che Malfoy trascinò a fatica giù per le scale.

<< Ma tu non sei una studentessa normale, e viaggiare sull’Espresso comporterebbe il rischio di mettere a repentaglio la vita di molti altri studenti. I Mangiamorte potrebbero rintracciarti, perciò utilizzeremo delle scope volanti protette.>>

<< Ginny mi ha insegnato a volare.>> disse orgogliosamente Lisan, ma in risposta ottenne solo uno sguardo severo.

<< Non avrebbe dovuto.>> sentenziò Hermione. << Fingerò di non aver sentito. Viaggerai insieme a Malfoy. Io e Colbert vi faremo da scorta. Sei pronta?>>

<< I miei bagagli?>> strepitò Lisan. << E Gandalf?>>

<< Gandalf dovrà restare in gabbia, temo. Lo porterai con te. I bagagli verranno rimpiccioliti e trasportati nella mia borsa. Durante l’ultima trasvolata abbiamo perduto un baule sui tetti di Birmingham. Non ci tengo a ripetere l’esperienza.>>

Detto fatto, giunse il momento di partire. Lisan costrinse a malincuore Gandalf ad entrare nella gabbia. Abbracciò la signora Weasley e Ginny, strinse calorosamente la mano al signor Weasley e ringraziò tutti per l’ospitalità, promettendo di spedire settimanalmente lettere alla Tana.

Ginny, mentre si salutavano, le aveva infilato un pacchetto incartato in una tasca, e fece ben attenzione a non farsene accorgere dagli Auror.

Lisan salì a bordo del manico di scopa intarsiato di Malfoy, gettando un’ultima occhiata alla Tana. Malfoy e Ginny si scambiarono un freddo cenno di saluto.

<< Ci vediamo a Hogwarts.>> sbottò Malfoy. << Quest’anno la Coppa sarà nostra.>>

<< Speraci.>> replicò gelidamente Ginny, le braccia conserte.

Ron, com’era prevedibile, non si fece vedere. Era rinchiuso da almeno due giorni nella sua stanza e non si era nemmeno degnato di salutarla.

I tre manici di scopa decollarono e le figure dei Weasley sulla soglia di casa si fecero sempre più piccole, fino a divenire tre minuscole macchiette inghiottite nella semioscurità dell’alba. Il sole rossastro si stava levando dal Colle dell’Ermellino, tingendo d’oro i versanti delle colline tutt’intorno.

Lisan si strinse alla schiena di Malfoy per paura di precipitare nel vuoto. Al contrario del vecchio manico di scopa dei Weasley, quelle avevano tutta l’aria di essere delle Firebolt.

Viaggiarono a lungo, mantenendosi in una serrata formazione, senza scambiarsi molte parole. Nel primo pomeriggio atterrarono in un vasto campo deserto immerso nella brughiera inglese e pranzarono con sandwich al tonno e Zuccotti di Zucca. Lisan scoprì che l’incarto di Ginny nascondeva una confezione di Gelatine Tuttigusti+1. Le gustò segretamente durante in volo nel tardo pomeriggio, tenendo stretta a sé la gabbia di Gandalf.

Le Firebolt iniziarono a diminuire di quota solo verso sera. Lisan, elettrizzata, cercò di individuare nei dintorni una costruzione che le ricordasse una scuola, ma l’unica presenza artificiale era un villaggio ammonticchiato vicino a un grande lago nero, circondato da alte montagne innevate. Scesero maggiormente di quota e Lisan notò che i tetti delle case erano tutti appuntiti, gli edifici in legno e pietra stretti gli uno contro gli altri come un’antica borgata medievale. Il cartello appeso su una staccionata recava la scritta “Hogsmeade

Atterrarono in un campo di patate nelle vicinanze di una vecchia stalla. Riposero le scope dietro alcune balle di fieno e si affrettarono verso i vicoli del paese.

<< Utilizzeremo un passaggio segreto.>> disse Hermione. << Niente domande, per ora. La Preside McGranitt sarà lieta di fornirti tutte le spiegazioni di cui hai bisogno.>>

Le strade erano semideserte. Raggiunsero un vecchio casolare fatiscente, la cui insegna cigolante sopra la porta diceva “Testa di Porco”. All’interno regnava un odore di stantio.

<< Siete in ritardo.>> sentenziò il vecchio barista dietro il bancone, che aveva una volta barba bianca così lunga da essere fermata all’interno della cintura.

<< C’era un brutto temporale. Abbiamo dovuto virare verso Bristol.>> si giustificò Hermione. << Notizie dal fronte, Abertforth?>>

<< Nessuna.>> fu la tetra risposta. << Gli uomini di Chandra hanno setacciato a lungo i boschi attorno a Hogwarts, senza risultati.>>

Hermione estrasse il baule in miniatura dalla borsa e lo riportò alle sue dimensioni originali. Gandalf, all’interno della gabbia, emise un urlo stridulo e sbatté forte le ali contro la grata.

<< Aberforth Silente è un fidato collaboratore del Quartier Generale.>> le disse Hermione, che le posò una mano sulla spalla. << Il nostro compito è terminato. Da questo momento in poi la tua custodia è affidata alla Preside di Hogwarts. Buona fortuna, Lisan.>> Diede un colpetto affettuoso alla gabbia di Gandalf, per poi avviarsi verso l’uscita. Malfoy la seguì in silenzio.

<< Vigilanza costante.>> disse Abertforth a mo’ di saluto. << Professor Malfoy, la invito a farmi visita durante l’anno scolastico.>>

I due maghi avevano raggiunto l’uscita. Hermione si raccomandò un’ultima volta di essere tenuta informata sul suo addestramento. Poi, dopo un ultimo cenno di saluto, la porta si richiuse e Lisan si ritrovò sola in compagnia del vecchio mago, che aveva tutta l’aria di odiare quella sua nuova veste da fidato collaboratore.

<< Seguimi.>> borbottò, e la condusse attraverso uno stretto passaggio che conduceva nel retrobottega. Era una stanza spoglia, l’unico addobbo era un quadro dalla cornice in ottone appeso ad una parete. Al suo interno, abituata a scrutare figure in movimento, non c’era stranamente nulla al di fuori di un paesaggio campagnolo.

<< Dovrebbe essere qui a momenti.>> disse Aberthfort Silente.

Ed infatti, in quel momento, qualcosa nel dipinto cambiò: un gatto soriano dall’espressione intelligente avanzò lungo il sentiero, percorrendo con passo spedito la distanza che lo separava da Lisan. Che assurdità. Penso lei. Non può certo uscire fuori dalla cornice! E invece fece molto di più. Quando il gatto fu abbastanza vicino, la tela emise un cigolio ed iniziò ad aprirsi scorrendo sui cardini incastonati nel muro, fino a rivelare un piccolo passaggio buio. Il gatto soriano era lì, in carne ed ossa, ritto sulle zampe posteriori.

<< Buonasera, Preside McGranitt.>> Il vecchio mago si chinò in un profondo inchino.

Dove un attimo prima vi era il gatto soriano, Lisan notò la presenza di una strega. I cerchi che l’animale aveva attorno agli occhi avevano la stessa forma dei suoi occhiali a mezzaluna poggiati sul naso adunco. Era alta, il suo aspetto non più giovane appariva solenne e severo.

<< Buonasera, Preside.>> mormorò Lisan, insicura.

La McGranitt la scrutò imperturbabile dalla testa ai piedi. Sotto il mantello color verde bottiglia, la sua mano impugnava la bacchetta magica. << Mi segua, signorina Rowles.>> disse, severa, e fece scomparire i suoi bagagli nel nulla. << I suoi effetti personali verranno trasferiti nella sua camera. La invito a lasciare il suo gufo qui. Il signor Abertforth si occuperà personalmente di ricondurlo al castello.>>

Lisan la seguì all’interno del buco del ritratto, che era così stretto da consentire a stento il passaggio di un adulto.

<< Il comandante Granger mi ha informata debitamente sui fatti. Capirà bene, signorina Rowles, che la sua convocazione a Hogwarts rappresenta un’eccezione. Lei ha diciassette anni, mentre gli studenti del primo anno ne hanno undici. Ho predisposto un piano che le consenta di accedere al suo addestramento senza essere in alcun modo riconosciuta. Il professor Malfoy le ha già accennato qualcosa?>>

Lisan scosse il capo. << In effetti, no, signora Preside.>>

<< Questo passaggio segreto è stato restaurato dopo la Seconda Guerra Magica, durante la quale era stato completamente distrutto. Conduce direttamente nel mio ufficio. Eseguirò un incantesimo trasfigurativo sul suo volto, signorina Rowles. Dovrà sembrare un’undicenne, esattamente come tutti gli altri.>>

Lisan annuì, ma le sue gambe si fecero più molli del previsto e dovette faticare per starle dietro. Camminarono per dieci interminabili minuti, finché il passaggio buio e stretto non sfociò in una stanza quadrata dove un enorme Gargoyle di pietra piantonava l’unica uscita.

<< Liquerizie Bollenti.>> disse la McGranitt, e la bestia di bronzo scivolò pesantemente su un lato, lasciando loro libera la strada.

Risalirono una ripida scala a chiocciola adornata ai lati con splendidi arazzi antichi. L’ufficio della Preside McGranitt era situato in un torrione. Era un ambiente molto ampio, pieno zeppo di pesanti librerie stracolme di volumi. Alle spalle della scrivania in legno massiccio, oltre una piccola rampa di scale, c’era un grosso telescopio d’oro.  

<< Le ricordo che la sua presenza a Hogwarts non è vincolante. Il Ministero le garantisce asilo politico ed un’adeguata protezione, ma di certo non la obbliga a studiare. Se è venuta qui per riscaldare il banco, l’avviso fin da subito che la scelta più saggia è fare ritorno a casa.>>

<< Voglio padroneggiare al meglio i miei poteri magici, signora Preside.>>

<< Mi chiami Professoressa.>> la esortò la McGranitt. Detto ciò, in modo sbrigativo, sfoderò la bacchetta. << E’ pronta?>>

<< Mi farà male?>> gemette Lisan.

<< Non più del dovuto. Ora chiuda gli occhi.>>

Lisan eseguì l’ordine e, con le gambe tremanti ed il fiato corto, rimase impalata sul posto vicino alla scrivania della Preside in attesa che l’incantesimo compisse il suo effetto. Subire un ringiovanimento non doveva essere poi tanto male.

Sentì la McGranitt pronunciare una formula a lei sconosciuta, e fin da subito una sostanza umida simile alla gelatina entrò in contatto con la sua pelle. Non volle aprire gli occhi per nessun motivo. Un prurito fastidio le invase la faccia. Naso, orecchie, occhi e guance iniziarono a deformarsi lentamente, senza che avvertisse il minimo dolore. Fu una sensazione assurda e magnificamente bizzarra.

<< Dimentichi il suo vero nome, almeno per ora, d’ora in avanti a scuola lei acquisterà il nome di Ashley Malfoy.>> le spiegò la McGranitt, che non sembrò ammettere repliche. << Ho sparso la voce fra gli studenti del quinto anno che una parente del nostro professore di Pozioni giungerà a Hogwarts. Come lei ben saprà, non c’è modo migliore per diffondere una notizia. Tutti gli studenti ormai saranno a conoscenza della sua storia e ciò le fornirà un’ottima copertura.>>

Lisan annuì, frastornata. Non aveva ancora avuto modo di guardarsi allo specchio. Si tastò il volto con le mani, ma ad un primo contatto non notò nulla di significativamente diverso nei suoi lineamenti.

La McGranitt fece comparire dal nulla un minuscolo specchio portatile e glielo porse con un gesto frettoloso. << Non c’è molto tempo, signorina Rowles. Lo Smistamento inizierà a momenti. Indossi la sua divisa.>>

Ma Lisan era troppo impegnata a scrutare il suo nuovo volto da undicenne per prestarle la minima attenzione. Sollevò gli occhi da quell’assurda visione solamente quando, pochi istanti più tardi, il pesante portone d’ingresso si aprì cigolante e sulla soglia comparve la figura di un uomo avvolto in un mantello blu pervinca. Aveva il naso adunco e ammaccato, piccoli occhi vitrei ed una rada chioma di capelli color paglia spettinata. Avanzò zoppicando verso la McGranitt, rivolgendole un cenno di saluto con il capo. La sua corporatura robusta e ingobbita lo faceva rassomigliare ad un grosso pachiderma ferito.

<< Il Professor Jones la accompagnerà alla Sala Grande.>> disse la McGranitt.

Lisan si cambiò nel ripostiglio dell’ufficio e, come un cane obbediente, seguì quello strano individuo. Si ritrovò a passeggiare lungo bui corridoi di pietra al fianco di quello strano individuo, che non disse una sola parola durante l’intero tragitto. Discesero ben quattro rampe di scale, raggiungendo un atrio quadrato dov’erano esposte decine di armature medievali. Grandi arazzi pendevano dal soffitto, così alto da non intravederne la fine.

<< Aspetti qui.>> borbottò il professor Jones. I suoi occhi rotearono guardinghi su di lei, come se temesse che, da un momento all’altro, Lisan si trasformasse in un’enorme lucertola squamosa e lo attaccasse alle spalle. << E, per cortesia, non si muova.>>

Lisan lo vide sparire giù per una rampa di scale. Qualcosa, dentro di lei, si accese. Fuoco vivo. Rabbia latente. Era stata sballottata come un misero pacco postale da estranei che l’avevano etichettata come “La pazza fuori controllo”, o “La protetta del Ministero”. Che cos’era lei per la Preside? Un ordine da rispettare, punto.

I suoi pensieri vennero interrotti da un’altra figura. Stranamente, in quella Scuola di Magia, il giovane uomo che le comparve dinnanzi aveva tutta l’aria di una persona normale, di un giovanotto facilmente individuabile fra le strade di Londra in attesa dell’autobus o fra le vetrine di un centro commerciale. Era tarchiato e indossava un maglioncino dal quale trapelava il colletto ordinato di una camicia. Alle sue spalle, l’eco sordo di centinaia di passi che scalpicciavano lungo le antiche rampe di scale di pietra. Nel giro di pochi istanti si ritrovò circondata da una calca di studenti.

Il loro vociare venne interrotto dall’uomo con il maglioncino, che levò in alto una mano per farsi notare dalla folla. << Silenzio, per favore.>> disse, con voce amichevole, sfoderando un sorriso cortese. << Il mio nome è Neville Paciock, e sarò il vostro insegnante di Erbologia.>> Trasse un sospiro, come se conoscesse quel discorso a memoria. << Vi ricordo che non è permesso condurre all’interno del castello animali vietati dal Regolamento. Potete portare con voi solo un gufo, un gatto un rospo. Alcuni passaggi sono al momento in fase di ristrutturazione. Dopo lo Smistamento, il signor Gazza si preoccuperà di fornirvi una mappa di Hogwarts per aiutarvi a raggiungere più agevolmente le lezioni.>> Detto ciò colpì con la bacchetta il pesante portone intarsiato alle sue spalle, che si spalancò mostrando loro la Sala Grande. I racconti estasiati di Ginny non le facevano abbastanza giustizia: era uno dei luoghi più incantevoli che Lisan avesse mai visto. Decine di centinaia di candele aleggiavano a mezz’aria sopra quattro lunghi tavoli di legno, attorno ai quali sedevano tutti gli studenti delle quattro case. In fondo, su un palco di legno rialzato, c’era il tavolo degli Insegnanti preseduto dalla Preside McGranitt. Al suo fianco una sedia vuota – probabilmente destinata al professor Paciock. Tra gli insegnanti, seduta accanto all’ingobbito e burbero professor Jones, c’era una figura femminile dai capelli rossi intenta a chiacchierare allegramente con un enorme gigante barbuto.

Lisan trasalì. Era Ginny Weasley.

<< Da questa parte, prego!>> Neville la agguantò delicatamente per un braccio, invitandola a proseguire nel corridoio lasciato libero dalle tavolate.

Il loro ingresso aveva gettato la Sala Grande in un silenzio concitato.

In fondo, di fronte agli sguardi del corpo docente, era stato sistemato uno sgabello sul quale era adagiato un vecchio capello da mago dall’aria consunta. Molti studenti lo guardarono con aria incuriosita e ammirata di chi la lunga a riguardo, gustandosi con apparente divertimento le espressioni terrorizzate dei ragazzi appena giunti al castello.

Neville si schiarì la voce ed estrasse un foglio di pergamena ripiegato da una tasca dei pantaloni. << Quando sentirete il vostro nome, recatevi allo sgabello, per favore.>>

<< Professor Paciock.>> lo interruppe la McGranitt. E indicò il vecchio capello con un cenno eloquente del capo.

<< Domando scusa, professoressa.>> Sembrava uno studente troppo cresciuto, dall’aspetto giovane e un po’ impacciato. Si passò meccanicamente una mano nella chioma di capelli castani. << Prima dell’inizio della Cerimonia dello Smistamento, il Cappello Parlante – come ogni anno – ci riserverà la Canzone di Apertura.>>

Il vecchio capello, accompagnato da scrosci di applausi, si animò. Uno dei suoi grossi strappi scuciti si aprì in uno smagliante sorriso.

 

Son sogno,o son desto?

Il mio animo è puro ed errante

Il mio aspetto è consunto e modesto

E la mia saggezza pura e danzante

 

Gli anni oscuri sono ormai un ricordo

Pietra su pietra Hogwarts è rinata

La colpa fu di un mago malvagio ed ingorgo

La cui sorte, in fortuna, fu beffata

 

Hogwarts, Hogwarts, sempre più forte

Un eco compatto e vociante

Le bugie su questo sgabello han le gambe corte

Farò di ognun di voi uno studente esemplar ed aitante

 

E’ forse Grifondoro il vostro futuro?

Culla di cuor e coraggio

Di talento e di animo puro

L’amicizia per costoro sarà certo un vantaggio

 

O, magari, Tassorosso,

dove chi alberga è giusto e leale

la cui costanza è infinita

ed il duro lavor non è innaturale

 

Oppure Corvonero, saggio e studioso

Talentuoso e pronto di mente

Regna sovrano e mai ozioso

Come si confà a simil gente

 

Ultimo, e non per importanza

C’è Serpeverde, ragazzi miei

Tra costoro ci sono amici in abbondanza

Studenti astuti ed affatto babbei

 

Dunque, venite senza paura

E mettetemi in capo all’istante

Con me sarete in mani sicure

Perché io sono il Cappello Parlante!

 

 

Al termine della Canzone ci fu un altro caloroso scroscio di applausi, poi il professor Paciock levò la pergamena e iniziò l’appello degli studenti.

<< ANDERSON Gillian.>>

Una ragazzina dall’aria timida, con un grosso paio di occhiali spessi che le incorniciavano il volto e i capelli tutti arruffati, avanzò goffamente e sedette sullo sgabello. Paciock gli calò il capello parlante sulla testa, lasciando intravedere solo la punta del suo naso.

<< Serpeverde!>> strepitò il cappello, dopo una lunga riflessione.

<< Che strano.>> commentò un ragazzo alle spalle di Lisan, che aveva un marcato accento irlandese. << I genitori di Gillian lavorano entrambi al Ministero, e discendono da una famosa stirpe di Corvonero.>>

Lisan si volse, e i suoi occhi di una delicata sfumatura violacea incrociarono i suoi, a mandorla e sottili. Sotto la chioma corvina spettinata faceva capolino un viso fine, quasi femmineo. Il suo tono era composto e garbato.

<< Spero di andare a Grifondoro.>> proseguì, difilato. << Lì c’è stato Harry Potter. Lui si che è diventato un grande mago.>>

Una fitta profonda le accartocciò lo stomaco al ricordo di Harry. Ovviamente, non avrebbe dovuto parlarne con anima viva. Perciò finse vago interesse annuendo appena, e tornò a concentrarsi sullo Smistamento. ANNETH Jhoanne e BAILEY Thomas erano stati assegnati ai Tassorosso.

<< Come ti chiami?>> domandò il ragazzo dai lineamenti orientali.

Lisan si volse. Sperò con tutto il cuore che si fosse rivolto a qualcun altro, ma con suo tremendo stupore scoprì che stava guardando lei.

<< Li… Ashley.>> bofonchiò, sentendosi un’idiota. << Ashley Malfoy.>>

<< GRIFONDORO!>> urlò in quell’istante il Cappello Parlante, facendola trasalire. Ci fu un boato e grida festaiole dal tavolo scarlatto ad accogliere il nuovo arrivato Richard Baker.

<< Per tutti i Troll d’oltremanica!>> esclamò il ragazzo, e parecchie paia di occhi fra i nuovi arrivati si posarono su Lisan. << Sei la cugina di Draco Malfoy!>>

<< Io… ecco… non ci tenevo molto a dirlo in giro, a dire il vero. Ma…>>

<< E’ un onore conoscerti. Dico sul serio.>> Lui le agguantò una mano e la strinse energicamente fra le sue. << Mi chiamo Kawanari Foster. Ma tutti quanti mi chiamo Kyo. I miei nonni paterni sono giapponesi. Mio padre ha lasciato Osaka e si è trasferito in Inghilterra per frequentare l’Università di Medicina. Un Babbano come tanti, penserai! Poi si è innamorato di una strega.>>

Parlava a macchinetta e si chiese come facesse a riprendere fiato. << Tutti quanti dicono che il professor Malfoy sia il degno erede di Piton. Lo conoscerai senz’altro no? Un valoroso combattente della Seconda Guerra. Harry Potter ha insistito perché gli facessero una statua, qui a Hogwarts.>>

<< DAVIES Athena!>> chiamò il professor Paciock.

Una ragazza bionda al fianco di Lisan, che aveva ascoltato di sottecchi la loro conversazione, avanzò nella calca di mantelli e andò incontro al Cappello Parlante.

<< Serpeverde!>>

Lo Smistamento proseguì a ritmo serrato, il numero di studenti del primo anno in trepidante attesa diminuì velocemente.

<< FOSTER Kawanari!>>

Al ragazzino, che fino a quel momento aveva mostrato un piglio deciso e sicuro di sé, sembrò svanire tutta la saccenteria dimostrata nei suoi discorsi. Divenne pallido come un tovagliolo e, lentamente, avanzò verso lo sgabello come se ciò rappresentasse un patibolo di morte. Sedette nervosamente e gli venne calato il Cappello Parlante, che impiegò molto tempo per sancire la decisione. Lisan sentì il cappello borbottare, indeciso sul da farsi. Infine, con un sospiro, annunciò: << Serpeverde!>>

Kawanari parve molto deluso e s’avviò avvilito verso i suoi nuovi compagni.

Dopo di lui furono smistati tre Tassorosso, un Serpeverde e ben sette Grifondoro. In quell’istante, sommerso dagli applausi dei Grifondoro per la nuova arrivata McGeady Amanda, il professor Paciock si schiarì la voce e lanciò un’occhiata intensa ai colleghi seduti al tavolo degli Insegnanti.

<< MALFOY Ashley.>>

La sua voce risuonò nel silenzio e tutto il vociare della Sala Grande scomparve nel nulla, come se fosse stato risucchiato dal tasto “Off” di un telecomando. 

Era il suo turno. Anche se aveva diciassette anni e non si considerava una ragazzina da un bel pezzo, le sue gambe faticarono a reggerla mentre si incamminava verso lo sgabello. I suoi occhi indugiarono sui Professori: il gigante barbuto sembrava tifare per lei e le strizzò l’occhio; Ginny sollevò di nascosto un pollice, come per tranquillizzarla; Draco Malfoy, invece, stava rimirando attentamente gli intarsi del calice di vino che sorreggeva in mano e se infischiò letteralmente della sua sorte.

<< Come sta Harry?>> le domandò il professor Paciock, sottovoce, mentre le calava il cappello sulla testa.

<< Non lo so.>> bofonchiò Lisan, agitata. Il Cappello le copriva gli occhi e non riuscì a vedere più niente. Udì solo una voce, sogghignante e profonda, che le penetrò nella testa.

<< Mmm… difficile. Molto difficile.>> sospirò il Cappello Parlante. << Erano quasi sessant’anni che non avvertivo nulla di simile, Lisan. C’è talento quanto basta per decidere in fretta la tua sorte. Ma…>> e s’interruppe, emettendo un suono a metà tra una risata roca ed un colpo di tosse. <<… avverto uno “spaccamento”, come se una parte di te fosse del tutto estranea dal resto. Come se possedessi due anime, Lisan. E’ curioso, non trovi?>>

L’aveva già smascherata. Come iniziò non fu dei migliori.

<< Coraggio da vendere, vedo. E una testolina niente male. C’è molta rabbia in te, Lisan. Voglia di riscatto e ambizione in abbondanza, non v’è dubbio! Sì, ho deciso…>> E, più forte, strepitò: << Serpeverde!>>

 

 

*°*°*°*°*

 

La sua nuova dimora di Fell’s Church era poco più grossa di una roulotte da campo ed aveva l’aspetto di una minuscola villetta decadente. Harry attraversò il giardino incolto, sognando di trasferirsi stabilmente da qualche parte nel Kent lontano da occhi e orecchie indiscrete. Invece era stato costretto a vivere in quel cubicolo per due, interminabili settimane. Perlomeno la sua testa completamente rasata, coperta a dovere da un cappello con la visiera dei Blackburn Rovers, l’avrebbe aiutato a non essere riconosciuto.

Svuotò le sue cose al piano di sopra, nella piccola stanzetta umida occupata solo da un armadio, una scrivania, una piccola sedia e dal letto che pareva una branda militare.

La suoneria del telefonino interruppe i suoi pensieri e si ritrovò a tastare ogni tasca della felpa per trovarlo. Maledetto I-phone. << Pronto?>> mormorò Harry.

<< Mi dispiace, Harry.>> disse Hermione dall’altra parte. << Voglio dire, un po’ te la sei cercata.>>

<< Ti ringrazio immensamente per il supporto morale.>>

<< Non ti ho certo telefonato per rincarare la dose, stavo solo cercando di dirti che trattare male il Ministro della Magia non è una mossa intelligente, ecco tutto.>>

<< Come procede al Quartier Genere?>> domandò Harry, che s’incastrò l’I-phone tra la spalla e l’orecchio e vagò per la camera alla ricerca di un attaccapanni.

<< Stamattina siamo andati alla Tana, abbiamo prelevato Lisan e l’abbiamo portata a Hogwarts. Scope volanti, mezzi non intercettabili. Neville mi ha appena spedito un gufo: l’hanno smistata a Serpeverde.>>

Harry soffocò una risata. << Chissà perché, ciò non mi sorprende affatto.>>

<< Per un po’ non dovremo preoccuparci di lei. E’ al sicuro e imparerà a controllarsi. Nel frattempo, Harry, sai benissimo che non sei stato spedito a Fell’s Church senza motivo. Se fossi in te, domattina, farei un salto alla biblioteca.>>

Harry trovò quel che stava cercando sotto il letto. Si rialzò goffamente e appese la felpa nell’armadio, sollevando una coltre di polvere nell’aria.

<< Qui è nata Bellatrix Lestrange. E qui, da qualche parte, avrà lasciato di sicuro qualche indizio interessante sul suo passato, che ci consentirà di capire dove si nasconde, o quantomeno cos’abbia in mente. Conosco la prassi, Hermione. Fino a poco tempo fa, ero il tuo comandante.>>

Dall’altra parte si udì un sospiro sommesso. Poi l’Hermione Orgogliosa tornò a farsi sentire prepotentemente nella sua voce altera. << Se fossi in te, eviterei in futuro di trattare in quel modo Kingsley. O ti troverai senza lavoro.>>

<< Non accadrà mai più, Herm. Ero stanco e nervoso.>>

<< Preoccupato per Lisan, forse.>> soggiunse lei, con una punta di accidia. << Ti lascio al tuo lavoro. Sono sicura che ne avrai molto, viste le condizioni in cui sarà la casa. E’ disabitata da oltre due anni. Ci abitava Alarick Jones, prima che si trasferisse a Hogwarts.>>

<< Quasimodo Jones?>> fece Harry di rimando.

<< Oh, Harry, piantala. E’ un ottimo insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure.>>

<< Quand’è lucido e non farnetica di essere inseguito da Disennatori, probabilmente.>>

<< Ci sentiamo domani.>> tagliò corto lei. << Attendo notizie da Fell’s Church.>>

<< Buonanotte, Hermione.>> mormorò Harry, ma scoprì che lei gli aveva appena attaccato il telefono in faccia.

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`•.¸¸.•´´¯`••._.• RINGRAZIAMENTI `•.¸¸.•´´¯`••._.•

Un grazie enorme a Scar, la mia felicità di leggere le sue recensioni dopo così tanto tempo è paragonabile a quella del mio Harry di fronte ad un'automobile nuova.
Grazie a TopGunForever, come al solito, che mi sopporta. Grazie a PrincessCake, che non ha ancora letto la mia storia, nonostante ripeta ogni santo giorno che lo farà.
Grazie a LutherBlisset, un bacione alla mitica Argent e quei maledetti rincorri palloni che hanno deciso di scioperare, privandomi per una domenica della mia passione più grande.
   
 
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